Home Page La Sicilia in Rete! in english
cerca in:
Agrigento | Caltanissetta | Catania | Enna | Messina | Palermo | Ragusa | Siracusa | Trapani | Tutte le città | Links utili

La Sicilia

TURISMO
Hotels
Agriturismo
Bed and Breakfast
Case Vacanza
Ville
Camping
Villaggi
Ristoranti

Acquista Casa in Sicilia
Lavoro in Sicilia

Presentazione
Geografia
Economia
Storia
Arte
Musei
Gastronomia
Feste e Sagre
Fotografie
Cartoline
Video
Meteo
Mappe

News e Articoli
Eventi e Appuntamenti
Il Cinema in Sicilia

Aziende ed Economia
Olio di Sicilia
Vino di Sicilia
Prodotti Tipici

Le 9 province

Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
Tutte le città

LINKS UTILI

 

TURISMO IN SICILIA
raggiungere la Sicilia uffici per il turismo dove alloggiare
svaghi condizioni di visita VIAGGI

I Castelli

Un valido itinerario vacanziero dell'isola può riguardare i castelli isolani, a partire da quello della piccola borgata marinara di San Nicola l'Arena -Pa-, provvisto di una torre e vicino ad una tonnara -una costruzione ormai in disarmo dove si attuava questo tipo di pesca-.

Il castello fu edificato vicino al mare per volere della famiglia Crispo per difendere il territorio intorno il XV secolo. La torre dalla forma cilindrica si trova al centro della corte, arricchita da una terrazza finale e contenente, all'interno, tre sale circolari, comunicanti grazie ad una scala. Si hanno poi altre tre torri più piccole, collegate da una terrazza usata per il giro delle sentinelle ed attrezzata con l'artiglieria composta da sette cannoni. Sotto le terrazze ci sono i piccoli appartamenti. Il castello ha sempre avuto tre passaggi segreti, uno comunicante con una vicina torre d'origine normanna costruita probabilmente intorno il 1200, il secondo comunicante con il castello presente nella vicina città di Trabia ed il terzo che arriva nelle campagne locali.

Il castello e la vicina tonnara, in passato importante risorsa economica, in passato è stato oggetto di contesa delle varie famiglie nobiliari locali. Attualmente il castello è una meta turistica. Alcuni suoi ambienti sono stati ristrutturati ed adibiti a luoghi di residenza, discoteca e ristorante.

Castello di SperlingaUn altro castello si trova nel paese di Sperlinga, in provincia di Enna, che ancor oggi ricorda i Vespri Siciliani, quando la città accolse gli odiati francesi Angioini, malvisti a causa del loro malgoverno, a discapito degli spagnoli. Il castello fu edificato intorno il 1082 ed è costituito dalle spesse mura in pietra viva, dai gradini intagliati nella roccia, da stanze ricavate dalla massa rocciosa e protetto dalle barriere naturali del sito in cui si trova. Attualmente della sua passata gloria rimangono una parte delle antiche mura, la bifora oggi considerata un monumento nazionale, la ripida scalinata che porta alla torre e la struttura d'accesso formata da tre portali difesi da un ponte levatoio ed alcuni vani.

Il castello di Gallego si trova nel territorio degli antichi signori di Militello Valdemone e domina la spiaggia di Sant'Agata di Militello, nel messinese.
Esso nacque dalle esigenze di difesa del territorio costiero. La struttura è composta dal castello, dalla Torre Militello, dalla torre di Sant'Agata. Della sua storia si può dire, ad esempio, che esso fu di proprietà dei Rosso dei Conti d'Aidone, che discendono dagli Altavilla, grazie ad una donazione del re Martino nel 1400. La struttura ha resistito alle intemperie del tempo ed è un simbolo di abitazione principesca medievale.

Attualmente di tutta la struttura si può ammirare la torre aragonese, che in passato aveva un importante ruolo di difesa, un notevole spessore murario e gli interni, costituiti in passato da una cappella, dagli ambienti del piano terra destinati alle guardie ai magazzini, alle scuderie, le carceri, ed il piano nobile destinato alle cucine, alle abitazioni della servitù e gli appartamenti nobiliari. Ultimo cenno merita il nome del castello: esso deriva da una famiglia nobile di baroni che lo acquistò verso la fine del 1500.

Le rovine del castello di Roccella, in provincia di Palermo, merita d'esser definito una vera e propria rocca indisturbata data la sua posizione che va a chiudere la piana di Campofelice, con un verso vicino alle Madonie ed un altro sul mare e nelle vicinanze del fiume Roccella. Attualmente restano dei ruderi a testimonianza delle vecchie glorie, come alcune finestre ogivali trecentesche, l'accesso presente nella facciata che guarda il mare raggiungibile da una scalinata ricavata da una rampa di pietra, un unico ambiente interno dalla forma rettangolare dalle vaste dimensioni e dalla volta scoperchiata, dei locali seminterrati coperti da volte a botte e dei quali si sconosce l'antico uso.

In base ad alcuni documenti storici, si può affermare che nella zona, nel XII secolo, esistevano un castello con un casale adibito ad abitazioni, dei mulini e la Chiesa di San Giovanni donati dal Conte Ruggero Altavilla al Vescovato di Cefalù. Nel corso dei secoli il castello ha avuto numerosi proprietari finché il Vescovo di Cefalù Arduino II donò la costruzione al monastero di Montevergine di Avellino. Federico II lo incluse nel vicariato regio e vi lasciò una sua guarnigione. La storia del castello finisce quando esso subì un attacco catalano nel 1418 che lo trasformò da importante rocca militare a difesa del territorio agricolo dalle scorribande dei corsari.

A Misilmeri, in provincia di Palermo, si trovano i ruderi di un antico castello costituiti da una torre poligonale, alcune volte a crociera sostenute da colonne angolari e tratti di cortine murarie, il tutto arroccato su di una rupe. Del castello si hanno poche notizie certe:la sua antica struttura rientrava nel piano di controllo territoriale arabo ed era costituita da una torre successivamente attorniata da mura; nei pressi del castello nel 1068 si combatté un'ardua battaglia tra Arabi e Normanni per la conquista del luogo, vinta poi dai francesi.

Il Castello fu donato dal già citato Ruggero Altavilla all'ammiraglio Giorgio d'Antiochia che a sua volta lo donò alla diocesi di Palermo per poi finire in mano della famiglia dei Chiaramonte a partire dal 1340, famiglia che apportò alcune modifiche al castello, a partire da un'ulteriore cortina di mura concentriche e la cappella dedicata a Sant'Antonio, oggi poco visibile. Occorre arrivare nel 1800 quando si ebbe l'abolizione del baronaggio, e la conseguente mancanza di nuovi proprietari per questo sito che vide così un lento ma inesorabile declino ad opera degli stessi abitanti del luogo, ignari della sua importanza storica e turistica.

Castello Ursino - CataniaAltro esempio dei castelli isolani è quello di Catania, cioè l'Ursino. Al suo interno si possono ammirare svariate opere d'arte, come la rappresentazione "La Vergine in trono" di Antonello de Saliba e risalente al 1497 o il ritratto di "San Cristoforo" del 1637 e realizzato da Pietro Novelli. Il palazzo ha subito abbastanza recentemente dei lavori di ristrutturazione.

Come cenni storici ad esso riferibili si può dire che esso fu costruito per volere di Federico II verso la prima metà del 1200. Esso fu residenza dei reali aragonesi durante il XIV secolo. La sua struttura prevede quattro torrioni cilindrici e torri semicilindriche. La presenza al suo interno di innumerevoli opere d'arte è dovuta al fatto che esso è la sede del Museo Comunale.

CastelbuonoIl Castello dei Ventimiglia a Castelbuono, in provincia di Palermo, si trova nel colle San Pietro ed ha dalla sua parte secoli di storia, a cominciare dal 1316, anno della sua costruzione. A pianta quadrangolare con cinque torri angolari, il castello possiede anche una cinta muraria con torricelle, il tetto con la merlatura ghibellina, un loggiato con colonnine. Il palazzo si snoda in due piani, il primo per la servitù e i servizi, il secondo per i nobili e con la Cappella Palatina dedicata a S. Anna contenente, tra l'altro, anche un reliquario della Santa venerata come la patrona della città, ed infine il terzo piano per la corte e gli ospiti. Ci sono anche gli immancabili sotterranei con le carceri, le stanze per la tortura ed una galleria che conduce alla Chiesa di San Francesco. Il Castello è sempre appartenuto alla famiglia nobiliare dei Ventimiglia, nonostante l'alternanza storica delle confische e delle restituzioni, finché agli inizi del 1900 gli abitanti della zona lo acquistarono, grazie ad una sottoscrizione, e lo donarono al Comune.

Ogni anno, nel mese di luglio, il fascino medievale rivive grazie alla "Giostra dei Ventimiglia" che prevede giochi cavallereschi con costumi d'epoca risalenti al XIV secolo.

Palazzo dei Normanni - PalermoIl Palazzo dei Normanni a Palermo può esser considerato un altro notevole esempio dei monumenti storici della Sicilia. Tale monumento sorse probabilmente in piena età araba per poi diventare sede dei reali normanni e svevi a partire dal XI secolo. I Normanni hanno avuto il merito di ampliare questo edificio che oggi si offre agli occhi dei visitatori con l'imponenza della sua facciata cinquecentesca, della sua Torre Pisana o di Santa Ninfa nella quale fu trovata la Stanza dei Tesori. La bellezza del Palazzo è aumentata dalla Cappella Palatina voluta da Ruggero II e dedicata a San Pietro ed arricchita da innumerevoli e pregiati mosaici. Il palazzo rientra a pieno titolo in questa carrellata dei castelli e residenze nobiliari isolane anche col suo secondo nome, il "Palazzo Reale". Attualmente il Palazzo è la sede dell'Assemblea regionale siciliana.

Palazzo Chiaramonte o Steri - PalermoUn altro palazzo davvero importante di Palermo è Palazzo Chiaramonte o Steri, un edificio architettonico imponente attestante l'importanza di questa nobile famiglia del XIV secolo. Esso fu edificato a partire dal 1307 e conserva ancora i resti della primitiva struttura a tre piani comprendente, ad esempio, un grande Salone ricordato per la bellezza dei dipinti del soffitto ligneo che riportano storie bibliche e cavalleresche e che risalgono agli ultimi anni del 1300. Alla destra del Palazzo si trova la Chiesetta di S. Antonio Abate, anch'essa voluta dai Chiaramonte.

Attualmente il primo piano del Palazzo è chiuso, mentre gli altri due sono aperti. Nel passato il palazzo è stata la sede del tribunale cittadino mentre attualmente esso è la sede del Rettorato Universitario.

Castello di LipariIl Castello di Lipari, situato in quest'isola rientrante nella provincia di Messina, nel corso dei secoli è stata una acropoli greco-romana, una fortezza bizantina, araba e normanna, un borgo medievale e poi spagnolo. Esso è stato arricchito dalla costruzione attigua di una abbazia nel 1131, struttura che poi divenne sede vescovile. Subì un assedio ed una notevole distruzione nel 1544 ad opera di Ariadeno Barbarossa e fu ricostruito sotto i Toledo.

Nel corso degli anni la struttura subì notevoli modifiche, come nel periodo fascista quando parte degli edifici antichi fu smantellata per dar posto agli edifici militari. Si comprende, dunque, che la storia del castello è molto ricca. Attualmente il castello è un'attraente meta turistica grazie alla naturale posizione panoramica, alla costruzione di un teatro e di percorsi di visita, di aree di parco e di vari reperti del periodo classico.

Il Palazzo Comitini a Palermo nacque per volontà del principe di Comitini, pretore di Palermo, verso la fine del 1700 ed è apprezzato per il suo prospetto con ornati in stucco e colonne in marmo bigio, per il suo duplice atrio interno diviso da un loggiato a tre arcate, per una fontana mistilinea settecentesca situata sotto il loggione destro. L'interno è ancora più accogliente e sontuoso costituito da vari saloni arredati sontuosamente, come il salone Martorana, oggi sede del consiglio cittadino. Il palazzo è arricchito dalla presenza di numerosi quadri di autori contemporanei.

Tutta la città di Palermo è ricca di palazzi nobiliari che testimoniano il fasto storico antico e che oggi, purtroppo, sono in buona parte abbandonati.

Tra i vari esempi citabili ricordiamo il Palazzo AiutamiCristo che deve il suo nome dal nobile Guglielmo AiutamiCristo, barone di Misilmeri e Catalafimi e che lo fece costruire alla fine del 1400. La creazione dell'edificio fu affidata all'Architetto Carnivalari, ma a causa dell'eccessiva spesa dell'originario progetto e alla morte del nobile avvenuta nel 1501 il palazzo restò incompiuto. Nel corso dei secoli il palazzo ha ospitato vari esponenti della nobiltà, a partire dall'imperatore Carlo V, dal re tunisino Hassan, fino ad arrivare alla famiglia dei principi di Paternò, i Moncada.

Nel corso del 1600 il Palazzo subì delle modifiche, come la sostituzione dal vecchio salone per le feste con altri più nuovi e ricchi di affreschi, evento che diede al Palazzo un nuovo assetto barocco. Tra i vari ambienti che costituiscono il Palazzo ricordiamo un bel salone con il pavimento in ceramica dipinta, il piano nobile con degli affreschi e mobili d'epoca, oramai poco presenti nel Palazzo, un'edicola con il simulacro della Vergine presente nel cortile.

Ulteriore palazzo nobiliare palermitano è il palazzo dei principi di Butera, un palazzo barocco situato nell'antico quartiere della Kalsa ed acquistato anticamente dal nobile Girolamo Branciforti, marchese di Martini, nel 1692.

Il palazzo divenne la residenza dei principi di Butera quando, agli inizi del 1700, la principessa di Butera Caterina Branciforte Ventimiglia sposò un esponente della famiglia dei Branciforte. Risalgono a questo secolo alcuni lavori di ristrutturazione del palazzo, come le ricche decorazioni apportate alla facciata in occasione dell'ingresso del nuovo re di Sicilia, Carlo III di Borbone, o come il rinnovamento decorativo dato agli interni del palazzo ed affidato ad illustri architetti. Altri lavori di miglioria furono fatti dopo l'annessione a tale residenza di altri due palazzi nobiliari, il limitrofo palazzo del conte di Caltanissetta e quello del duca della Verdura.

Il palazzo subì grossi danni durante i bombardamenti del II conflitto mondiale. Attualmente sono ancora visibili il cortile con quattro fontane murali, un leone rampante, simbolo dei Branciforti, nell'atrio, una galleria d'ingresso con quadri rappresentanti le planimetrie delle città feudali di proprietà dei Branciforti e di nobili rappresentanti delle casate che hanno posseduto il palazzo, un salone gotico che mostra nella sua volta il carro di Diana cacciatrice circondato da due cervi ed un successivo salone la cui volta rappresenta il trionfo del Sole che tiene nella mano destra le tre Grazie. Un ultimo cenno lo merita il salone rosso che custodisce un quadro rappresentante l'insediamento del Parlamento Siciliano avvenuto nel 1812, evento che decretò la fine del feudalesimo nell'isola.

Il Palazzo Natoli, splendido esempio del barocco palermitano, fu costruito verso la II metà del 1700 ad opera del Marchese Vincenzo Natoli, che ebbe il merito di far diventare la città un vero e proprio cantiere edilizio insieme agli altri nobili locali, prima dell'inevitabile declino storico della città.

Il palazzo è stato restituito alla città dopo un lungo lavoro di restauro e si può così ammirare tutta la sua bellezza, a partire dal portale sovrastato da tre finestre timpanate, a loro volta sormontate dallo stemma della famiglia e costituito da una serie di simboli come la bilancia, la spada, il serto d'alloro, il cane rampante su di un libro chiuso e che contrasta con un serpente -simboleggia la rettitudine della giustizia- e dall'altro lato uno struzzo con dei chiodi in bocca su di un libro aperto -simboleggia la capacità del giudizio di districare il diritto-. Tra gli altri esempi di bellezza architettonica si hanno un scalone a doppia rampa, un ciclo di affreschi che riportano le glorie della famiglia Natoli, opera del famoso pittore palermitano Gioacchino Martorana e visibili grazie ad un sapiente lavoro di restauri, ed un'altra serie di affreschi rappresentanti scene allegoriche.

Anche la cittadina di Bagheria, in provincia di Palermo, aveva i suoi castelli e ville nobiliari risalenti al 1600 e 1700 e provanti l'antico fasto e l'ingegno architettonico umano. Tra queste si può citare la Villa Palagonia, del 1715, voluta da Ferdinando Francesco Gravina, principe di Palagonia e pretore di Palermo, nota al pubblico di visitatori per le maschere grottesche che decorano i muri perimetrali e volute dal nipote del fondatore della villa, l'omonimo Ferdinando Gravina Alliata. Di notevole fattura sono anche le altre rappresentazioni artistiche che sono contenute nella villa, come il grande salone degli specchi, il gioco delle scalinate ed un vestibolo ellittico con degli affreschi raffiguranti "Le Fatiche di Ercole".

Un'altra famosa villa di Bagheria, sfortunatamente non visitabile, è certamente Villa Valguarnera, costruita agli inizi del 1700 e caratterizzata dalla sua posizione centrale in un parco e dalla sua facciata posteriore che si volge verso il mare.

Il Castello di Giuliana domina la vallata del fiume Sosio dalla rupe di origine vulcanica, mentre ai suoi piedi si è sviluppato il paese di Giuliana, di origini arabo-normanne. Il maniero composto da un corpo a forma trapezoidale irregolare appartenne, in epoca normanna, all'arcivescovato di Monreale; fu poi ristrutturato per esigenze strategiche sotto il dominio dello svevo Federico II; nel XVII secolo alcune sue parti diroccate furono ristrutturate e poi adibite al monastero della SS. Trinità ed affidato ai Padri Olivetani della vicina abbazia di Santa Maria del Bosco. Fin qui la storia del castello.

La sua bellezza è data dalle terrazze dalle quali si può raggiungere il piano nobile della torre costituito da tre vani, il primo dei quali fu adibito a prigione nel XVI secolo, da un salone con volte a botte, dai cunicoli sotterranei. Nei secoli passati il maniero è stato di proprietà di varie famiglie nobiliari ed attualmente è la sede della biblioteca comunale e di un percorso didattico sulla civiltà contadina.

La torre dell'Orsa di Cinisi, in provincia di Palermo, ha una storia molto antica: le notizie certe risalgono al 1343, anno in cui essa fu data in concessione a Corrado Castelli da parte di Ludovico di Sicilia. Verosimilmente, nacque anche una tonnara nella seconda metà del XVI secolo, come risulta dagli atti notarili stipulati per l'occasione, anche se tale azienda non fu mai molto florida a causa dei fondali scoscesi che non permettono il buon posizionamento delle reti per la pesca dei tonni. Gli atti prevedevano anche la costruzione di un baglio, di una massiccia torre per la difesa della costa in tempo di guerra ed una torre minore per difendere il complesso da terra. Tutta la costruzione era di proprietà del Monastero di San Martino fino alla fine del 1800 per poi passare in mano di privati.

Castello di DonnafugataIl Castello di Donnafugata rientra nella provincia di Ragusa ed è uno splendido esempio dell'arte tardo-romantica e presente grazie al volere di Corrado Arezzo, Barone di Donnafugata. Le notizie più certe sul castello incominciano nel XVII secolo, quando i già citati Nobili Donnafugata acquistarono il fondo ed iniziarono i lavori di costruzione del Castello nel 1640. La parte più antica del complesso è sicuramente la torre che troneggia nella parte centrale del corpo di fabbrica.

Nel corso dei secoli il castello ha subito delle trasformazioni, per poi giungere nella nostra epoca nella sua conformazione attuale. La struttura del castello è preceduta da un ampio viale contenente le antiche abitazioni dei contadini ed un parco contenente anche un pittoresco labirinto, preceduto da un soldato borbonico con un fucile. Vicino a questo oggetto di svago in passato per gli ospiti del Castello ed oggi a disposizione dei turisti c'è una piccola cappella contenente un barbuto monaco che cerca d'abbracciare i visitatori, congegno poco funzionante a causa dell'incuria.
Sempre nel parco sono state ricreate delle grotte artificiali adornate con delle stalattiti e varie panchine. All'esterno del palazzo si possono ammirare i cinque stemmi nobiliari incastonati nella facciata, tra i quali spicca quello degli Arezzo, una grande terrazza incastonata tra due torrioni circolari e che conduce da un lato alla torre e dall'altro al già citato parco.

Castello di DonnafugataL'esterno è poi completato da una schiera di balconi a sesto acuto, arricchiti con delle sculture con motivi relativi al bestiario romanico alternati con delle figure femminili e posti sotto la già citata terrazza e la loggetta in stile gotico-veneziano. All'interno del castello si hanno varie stanze molto sontuose, a partire dal salone degli stemmi o delle armature la cui caratteristica è la carta da parati contenente i dipinti degli stemmi delle case nobiliari più importanti della Sicilia, il salone degli specchi contenente mobili d'epoca che riflettono il fasto antico presente nel castello, il salotto del barone contenente vari e pregiati quadri, la stanza della musica contenente vari pianoforti meccanici a cilindro ed alcuni affreschi che raffigurano alcuni suggestivi paesaggi siciliani, una pinacoteca con dei quadri raffiguranti scene mitologiche e sacre, rappresentate in stile neoclassico.

Castello di Maniace - OrtigiaIl Castello di Maniace si trova ad Ortigia, cioè a Siracusa. Esso è un esempio dell'architettura sveva perchè nacque per volontà dell'Imperatore Federico II. La struttura originaria di questa fortezza ha subito notevoli cambiamenti dovuti, ad esempio, dai lavori di ristrutturazione imposti dal famoso e già citato sisma del 1693. Nonostante tutto, la struttura esterna duecentesca incastonata tra quattro torri cilindriche è pressoché intatta. Tra gli splendori del castello occorre ricordare i resti di una piccola chiesa settecentesca oggi utilizzata come magazzino militare.

Castello di Lombardia - EnnaLa cittadella o Castello di Lombardia si trova ad Enna ed è uno splendido esempio dei castelli medievali siciliani. Il Castello deve la sua origine agli Imperatori Svevi, ma fu notevolmente cambiato da Federico III d'Aragona. Di esso si notano soprattutto la notevole cortina muraria e le svariate torri.

Il castello di Caccamo, in provincia di Palermo, fu edificato sotto i Normanni e fu successivamente modificato da Manfredi I Chiaramonte, da Giaimo de Prades e dagli Henriquez Cabrera. Attualmente il Castello è di proprietà della Regione Siciliana e al suo interno si possono visitare l'antica scuderia, il teatro, le carceri e la notevole sala delle armi arricchita dalle armature che essa raccoglie.

Un'altra roccaforte si trova nella caratteristica area di Rocca Basumba, nel comprensorio naturale presente nell'Alta Valle del Belice. Tale vasta zona racchiude numerosi centri naturalistici e storici importanti e quella citata colpisce innanzitutto per il massiccio presente, con la sua discreta altitudine che supera i 1500 m. dal livello del mare, per la roccia nera che lo costituisce e che in passato aveva un altro nome, cioè Zurara, per i suoi scenari naturalistici comprendenti, ad esempio, il vasto podere di Ficuzza che deve il suo nome da un omonimo albero un tempo qui presente.

Su questa zona, già di per sé interessante per gli aspetti naturalistici, acquista un suo valore storico grazie alla presenza di una antica residenza nobiliare. Qui esisteva un villaggio, anticamente del demanio pubblico finché non fu ceduto a Ferdinando III di Borbone nel 1812. Il nobile decise poi la costruzione di un Palazzo Regio, comprendente anche numerose cascine ed altre abitazioni. Il tutto fu costruito accludendo anche altri luoghi demaniali ed ecclesiastici confinanti e di feudi ottenuti in enfiteusi dal Principe di Roccaforte, signore della zona.
Il Borbone si interessò anche del ripopolamento degli animali nella zona facendo arrivare dalle zone vicine cinghiali e capri e concedendo la presenza e lo sviluppo di pascoli e di allevamenti. La bellezza naturalistica del posto era ulteriormente arricchita dalla presenza del lago "Gorgo del Drago" che offriva la possibilità di attuare la pesca del pesce d'acqua dolce, ma che oggi è purtroppo essiccato.

Il Palazzo Regio fu la dimora del sovrano per tutto il periodo durante il quale risiedeva in Sicilia ed è il coronamento ideale di tutta la zona che acquista così il suo caratteristico fascino storico riportando alla mente le immagini degli antichi fasti nobiliari e della presenza della corte in Sicilia attratta nel caso specifico da numerosi svaghi come le manifestazioni di caccia ed antiche feste.

La villa Romana del Tellaro è presente in un territorio dominante la foce del fiume citato e presente nel territorio provinciale siracusano. La bellezza della villa è data soprattutto dai mosaici pavimentali raffiguranti, ad esempio, dei medaglioni decorati con corone d'alloro, tracce di scene mitologiche e di animali, scene di caccia. I mosaici citati assumono una certa importanza storica visto che risalgono presumibilmente alla seconda metà del IV secolo Dopo Cristo.

Il Castello di Santa Lucia del Mela, in provincia di Messina, attualmente è la sede del seminario, ma in realtà ha una storia particolare di varie costruzioni e successivi ampliamenti. In effetti Federico II ampliò la costruzione difensiva, com'è attestato da documenti relativi alla prima metà del 1200, ed altri lavori si effettuarono nel XV secolo.

Nel XVIII secolo il fortilizio fu recuperato a luogo di culto con la creazione della Chiesa dedicata alla Madonna della Neve. Attualmente dell'antico sito rimangono i resti di una antica torre poligonale, una seconda torre dalla quale si può accedere alla corte del castello ed una piccola Cappelletta trecentesca dalla quale si può accedere al Santuario dedicato alla Madonna già citato.

Il Castelluccio di Gela, in provincia di Caltanissetta, è di origine medievale e domina tutta la piana di Gela dalla sua posizione rocciosa. Le fonti storiche ad esso riferiti riportano che esso deve la sua costruzione ai Saraceni ed un'ulteriore ristrutturazione che nel XIV secolo gli diede la sua forma attuale.

Per continuare i cenni storici ad esso riferibili, occorre dire che esso fu feudo di Anselmo di Moach dal 1200 alla prima metà del 1300, per poi passare sotto altri proprietari fino a giungere sotto la Casa Aragona.
Come la storia ci tramanda, il normanno Conte Ruggero sbarcò sulla costa gelese nel luglio 1076 per espugnare l'insediamento musulmano ed iniziare così la sua conquista dell'isola. Alla fine delle sue lotte per assicurarsi il dominio isolano, incominciò a consolidarlo iniziando la costruzione di innumerevoli castelli in tutta l'isola e l'istituzione di numerose cariche nobiliari, 2 fatti che coinvolsero numerosi cavalieri normanni. Questo fatto storico colpì anche la già citata Gela che ancor oggi conserva i resti di un antico castello normanno che successivamente divenne di proprietà di Federico II di Svevia che agli inizi del 1200 ricostruì la città, così come fece ampliare il castello già citato. L'imperatore impose anche la costruzione di una cinta muraria che partiva dai piedi del castello normanno ed assicurava così una base fortificata di difesa per tutta la zona.

Mura medievali - GelaTra gli altri reperti storici gelesi "più recenti" rispetto ai siti archeologici cittadini già citati, occorre citare le mura medievali fatte costruire su richiesta popolare, per difesa del territorio dalle scorrerie dei pirati e previa autorizzazione dell'allora Duca Don Carlo Aragona Tagliavia, Conte di Castelvetrano, Marchese di Avola. La costruzione di questa ulteriore forma di difesa che andava a tutelare il nuovo sobborgo che copriva la zona compresa tra Porta Nuova dei Carri a quella di Licata o del Salvatore risale alla fine del 1500.

Per concludere questa carrellata delle forme difensive previste nel territorio di Terranova, l'antica Gela, occorre citare le torri difensive fatte costruire sotto il viceregno spagnolo per difendere le zone costiere dalle scorrerie dei nemici e dei corsari.

Tra queste torri difensive si può citare quella situata a Manfria, poste nelle vicinanze del "Piano della Fiera". Essa è anche nota come "Ossuna" e sorge nelle vicinanze del mare. Il monumento ha subito in passato delle grossolane modifiche ed oggi si trova in precarie condizioni.

Castello di ModicaAltro esempio di castelli isolani è quello presente nella città di Modica, in provincia di Ragusa. Per capirne l'importanza occorre ricordare i secoli di storia illustre della città che prevede una lunga serie di dominazioni spesso vantaggiose. Dalla dominazione dei Saraceni la città conobbe nuove tecniche agrarie, mentre con quella Normanna iniziò il vero periodo di dominio della città su di una vasta zona. In effetti, con l'arrivo di Ruggero d'Altavilla si ha il preludio dell'istituzione della Contea di Modica che col passare dei decenni e l'arrivo di altri nobili, come i nobili Cabrera, i conti francesi Chiaramonte e gli spagnoli Henriquez e Toledo assume una sempre crescente importanza, tanto da meritarsi l'appellativo di "Regnum in regno" e di dare così il privilegio ai Conti che la governavano di ricoprire il titolo di viceré del regno, di battere moneta propria e di poter emanare le proprie leggi.

Da quanto detto si comprende come il Castello, sede di questi nobili governatori della Contea, assume la sua connotazione storica notevole. Il Castello subì una certa distruzione a causa del terremoto del 1693, quindi per avere sue notizie storiche occorre rifarsi ai documenti lasciati dallo storico Placido Carrafa. Egli ci fa conoscere che la sua posizione era ben difesa grazie al fatto che troneggia su di una rupe. Al suo interno si trovavano il Palazzo del Governatore ed altre case, nonchè tre diverse Chiese, una dedicata a Maria Vergine, una seconda dedicata a San Cataldo e fabbricata dai nobili Cabrera ed una terza dedicata a San Lorenzo e a disposizione dei prigionieri che erano presenti nelle carceri del Castello, dove erano anche previste delle stanze della tortura per i rei di reati gravi. Sempre per il Carrafa, il Castello prevede anche un Tempio dedicato al Sole, detto anche Tempio di Apolline, dalla perfetta forma quadrata.

Torre dell'orologio - ModicaCome si è detto, il Castello subì dei danni a causa del terremoto, nonchè dei successivi lavori di restauro, come quelli che si stanno attuando in epoca recente e che hanno portato alla luce le antiche scale che ad esso conducevano. Completa tutta la struttura un'imponente torre con l'orologio che domina dall'alto buona parte della città.

Sempre nel territorio provinciale ragusano è la cittadina di Comiso che rientra a pieno titolo in questo itinerario di reminescenze storiche grazie al suo Castello. Castello di ComisoIl castello è comunemente denominato "Palazzo del Conte" in base ad una credenza per la quale esso fu edificato sopra i ruderi di un altro castello appartenuto, pare, a Giovanni Chiaramonte. In realtà altre fonti storiche attestano che la Comiso appartenuta ai Chiaramonte fosse quella presente a Val di Mazzara. Della parte più antica del castello oggi rimane una torre cilindrica, due portali ogivali ed una porta ferrata risalente al 1400.
Il pestilenziale terremoto del 1693 fece crollare il primo piano del Castello, oggi presente grazie ad un attento lavoro di restauro. Altri lavori di restauro furono effettuati quando fu annunciato l'arrivo del Viceré Cristoforo Fernandez De Cordova.

Castello di Biscari - AcateSempre nella provincia di Ragusa si trova il Castello di Biscari ad Acate del quale oggi si conservano un bel prospetto con le due torri laterali, uno stem- ma all'ingresso composto da due draghi che sorregono un castello provvisto di tre torri. All'interno si trova una cappella gentilizia. In origine il Castello era di proprietà di Guglielmo Raimondo Castello, mentre attualmente una sua parte è ancora di proprietà della Famiglia Biscari e l'altra della famiglia dei Marchesi dei Raddusa.

Il Castello La Zisa di Palermo deve il suo attuale nome da quello originario arabo [Aziz = splendido]. La sua costruzione fu voluta da Guglielmo I nel XII secolo ed ultimata dal figlio Guglielmo II. La Zisa - PalermoEsso fu inserito all'interno del Parco Reale e nelle vicinanze di un laghetto, in una posizione oggi davvero strategica che consente di ammirare la parte centrale della Conca D'Oro ed originariamente era concepita dall'antico Nobile Padrone come una appetibile residenza estiva. Gli appartamenti reali in esso contenuti, la Sala della Fontana, il prospetto dominato da due leoni rampanti, l'ingresso a tre arcate di cui quella centrale è sostenuta da quattro colonne provviste da capitelli rendono tutta la struttura davvero imponente.

Il Castello palermitano denominato La Cuba rientra nelle costruzioni normanne della città. Esso fu edificato per volontà di Guglielmo II nel 1180 che lo volle al centro del Parco reale con la funzione di padiglione di piacere. Esso fu una residenza regia fino al XVI secolo e nel corso dei secoli esso ha avuto anche altri nobili proprietari, come ad esempio gli Svevi ed i Principi di Pandolfina. Ad esso è anche legata una novella del Decameron del Boccaccio e durante la peste del 1575 esso fu adibito a lazzaretto. La sua struttura prevede una pianta rettangolare, facciate che racchiudono arcate cieche, finestrelle, nicchie e muraglie rafforzate da avancorpi.

Il Castello Gonzaga è presente a Messina e tale fortezza fu edificata agli inizi del 1500 sotto il regno di Carlo V d'Austria. Il nobile austriaco affidò alla sua partenza dall'isola il governo della Sicilia al Viceré Don Ferrante Gonzaga, il quale, volendo difendere l'isola da una possibile invasione turca, decise una forte opera di edificazione di fortezze in tutta l'isola, a partire proprio da Messina che egli considerava la chiave del sistema difensivo isolano. Ecco spiegato il nome dato alla fortezza.

Il castello è stato muto testimone delle tristi vicende storiche messinesi, come le lotte avvenute al tempo del governo di Carlo II quando si presentò una tremenda carestia e si crearono due diverse fazioni, quella dei "merli" che appoggiavano i dominatori spagnoli e quella dei "malvizzi" avversi. Tale fortezza ha una struttura durissima che non è scalfita in alcun modo e la stessa presenza della chiesa al suo interno non la ingentilisce perchè essa non godette mai del sacro privilegio di offrire ristoro e salvezza ai rei, così come avviene nelle altre chiese e come è qui attestato da una iscrizione.

Della sua struttura originaria rimangono ancora visibili le grosse mura, i fori per le catene del ponte levatoio ed un cunicolo sotterraneo che, pare, lo collegasse un tempo con le altre antiche fortezze messinesi e col mare.

Castello di Santo Stefano - TaorminaNel territorio provinciale messinese si trovano altri Castelli degni di nota, a partire da quello presente nella cittadina di S. Lucia del Mela, tra l'altro già citato, e dal Castello di Santo Stefano presente a Taormina. Quest'ultima fortezza si ritrova incorporata nelle antiche mura della città due lati delle sue mura dall'aspetto di fortezza, mentre le altre due sono arricchite da ornati, da una fascia di coronamento e da finestre bifore con rosone. Un tempo il Castello conteneva tre sale sovrapposte, attualmente si può ammirare solo quella del piano terra che presenta nel soffitto quattro volte a crociera poggianti su arcate.

Palazzo Corvaia - TaorminaA Taormina sono presenti, poi, altre splendide residenze, a partire dal Palazzo Corvaia comprendente tre corpi edificati in epoche diverse e che abbracciano un arco di tempo che va dall'undicesimo al quindicesimo secolo.

L'edificio originario è quello centrale ed è una costruzione turrita araba. Il prospetto che si affaccia nella pubblica piazza appartiene all'ultimo periodo e presenta delle bifore poggianti su una fascia marcapiano bicroma. Da una scala trecentesca presente nel cortile si può accedere ad un ballatoio delimitato da tre pannelli contenenti storie tratte dalla Genesi Biblica.

Castello di MilazzoSempre in provincia di Messina si trova la città di Milazzo che rientra in questo giro grazie al suo Castello. Le fonti storiche ci attestano che tale roccaforte è stata sotto il dominio di Dionisio, successivamente dei Romani [per quanto riguarda queste due dominazioni le notizie storiche sono frammentarie ed incerte]. La struttura originaria fu poi ricostruita dai Normanni e poi ampliata da Federico II di Svevia ed ulteriormente fortificata dal già citato Viceré Ferrante Gonzaga. Queste notizie storiche ci aiutano a comprendere l'importanza che il Castello ha assunto nel tempo. Il sito assume anche un certo valore paesaggistico grazie alla sua posizione di dominio su tutta la città e sul mare.

Altro Castello presente nel territorio provinciale messinese è quello presente a Villafranca Tirrena e noto col nome di Bauso. Esso fu edificato nel 1592 per il Conte di Bevuso - Antico nome di Bauso - . Oggi il Castello conserva poco dell'antico fasto a causa della contesa tra i suoi eredi ed il governo, situazione di stallo che certamente non contribuisce al suo degno mantenimento. Attualmente il Castello conserva ancora intatta una sala con uno stemma affrescato sul soffitto ed alle pareti dei medaglioni in marmo accompagnati da delle iscrizioni poste su lapide; tali medaglioni raffigurano quattro membri della famiglia Pettini.

Dell'antico Castello di Montalbano Elicona, sempre in provincia di Messina, rimane ben poco e quel che resta è quasi soffocato dalle case popolari.
Il sito ha comunque la sua importanza storica visto che Federico II d'Aragona ne impose la costruzione forse sui ruderi di un'altra struttura esistente al tempo del suo omonimo svevo. Il successivo erede fu Pietro II e alla sua morte si aprì una contesa fra i successori, episodio buio che si concluse affidando la Contea ed il Castello a Matteo Palizzi, Conte di Novara, ed alla sua morte ad Alagona. Dopo altri innumerevoli passaggi ereditari, il Castello è passato alla famiglia Bonanno che successivamente ebbe anche il Ducato di Montalbano.

Come si è già detto, dell'antico splendore oggi rimangono solamente parte delle sue strutture esterne, i resti di una torre e di una bella cappella.

Cambiando provincia, si possono qui citare i castelli ed i palazzi nobiliari presenti a Catania. Oltre al già citato Castello Ursino, si possono ammirare altri castelli sparsi nel territorio provinciale catanese.

Castello di AcicastelloPuò inaugurare questa sezione turistica il Castello di Acicastello.
Esso è noto per il suo colore scuro determinato dalla pietra lavica utilizzata per la sua costruzione. Di incerta datazione, esso era già presistente ai Normanni che lo restaurarono e lo concessero al Vescovo Ansgerio di Catania.
La forte eruzione dell'Etna del 1169 ne danneggiò lievemente solamente le forti basi. Durante il XIV secolo il gran giustiziere del Regno Artale Alagona ne fece la sua roccaforte contro il re Martino di Montblanc. Divenne anche la sede delle carceri durante il dominio borbonico dell'isola.
Attualmente il Castello è in parte rovinato e di esso si possono ancora ammirare una torre, buona parte del corpo centrale e soprattutto la posizione dominante sul mare. Oggi esso è di proprietà comunale e rappresenta un notevole monumento storico isolano e talvolta ospita delle mostre d'arte.

Altro palazzo nobiliare è presente proprio a Catania ed è quello denominato Biscari. La sua edificazione fu terminata nel 1763 sfruttando i disegni di Francesco Battaglia e di suo figlio Antonino. La parte più antica del Palazzo è testimoniata dal bel portale che permette di accedere al cortile interno; tale portale risale ai primi anni del 1700. Tra le varie splendide stanze presenti nel palazzo ricordiamo innanzitutto il salone delle feste che presenta delle belle decorazioni a rocailles, degli specchi e degli affreschi realizzati da Sebastiano Lo Monaco e la galleria che presenta una scala a chiocciola, uno dei più rappresentativi esempi dello stile rococò presente a Catania.

Tornando al territorio provinciale catanese, si può parlare del Castello Maniace presente a Bronte. Una prima costruzione presente nella zona era un casale risalente al volere del generale bizantino Giorgio Maniace nel 1038 circa; tale generale diede anche il nome a tutta la contrada.
L'attuale costruzione sfruttò i resti di un antico monastero benedettino, l'abbazia di Maniace, denominata S. Maria, voluta dalla Regina Margherita verso il 1173, costruzione che successivamente arrivò agli eredi dell'ammiraglio inglese Nelson che nel 1799 ricevette tutto il ducato di Bronte direttamente dal re Ferdinando III come segno di ringraziamento per l'aiuto dato. Attualmente il palazzo è di proprietà del comune di Bronte.

Il castello è circondato da un giardino contenente delle piante esotiche e da un parco dove sono ancora presenti dei cimeli relativi al famoso ammiraglio.
Qui si ha anche un piccolo cimitero inglese. Della struttura esterna ricordiamo ancora due piccole torri ed una muraglia di cinta che è spesso aggredita dalle acque di un torrente che scorre nelle vicinanze.
Si può inoltre ammirare una piccola chiesa in stile tardonormanno dove si può contemplare un polittico del XIII secolo rappresentante "La Madonna in trono con i Ss. Biagio, Antonio Abate e Lucia" ed una pala raffigurante "La Madonna col Bambino".

Castello di AdranoIl castello di Adrano fu edificato per volere del Conte normanno Ruggero su ruderi saraceni per donarlo alla nipote Adelasia. Il Castello conobbe anche altri illustri proprietari, a partire da Pietro Luca Pellegrino, i Moncada, i Peralta, gli Scalfani, i Conti Alvarez di Toledo, il principe di Paternò Giovanni Moncada Ventimiglia Aragona.
Della struttura esterna della roccaforte si può citare la cinta muraria, la presenza alle basi del castello di un bastione con quattro angoli a forma di torri. L'interno attualmente è in pessime condizioni dove miracolosamente è ancora presente in forma quasi intatta una cappella al primo piano, incastona- ta da colonnine con capitelli che sorreggono la volta in croce. In una sala vicina è ancora tutelato l'antico fonte battesimale.
Ai lati della scala d'ingresso sono presenti due leoni di pietra che sostengono gli stemmi dei Moncada e degli Sclafani.

Anche la cittadina di Motta S.Anastasia ha il suo Castello Normanno voluto dal nobile Conte Ruggero che lo donò al primo vescovo catanese. Ultimi proprietari, fino ai primi del 1900, della famiglia nobiliare dei Moncada. Oggi esso è di proprietà comunale.

Castello di AugustaIl Castello di Augusta, nel siracusano, fu edificato da Federico II di Svevia. Nella seconda metà del 1300 il castello divenne rifugio e prigione per Maria D'Aragona, unica erede del regno siciliano ed aiutata dal reggente Artale Alagona. La giovane donna fu qui condotta dal nobile Moncada, conte di Augusta, per sottrarla alle mire politiche dell'Alagona. Quest'ultimo cercò di assediare il Castello, ma fu fermato dalla flotta aragonese. La donna poi sposò l'aragonese figlio del Duca di Montblanc, Martino.
Il castello ha subito, nel corso dei secoli, delle modifiche, come la costruzione, nel 1500, di quattro bastioni di difesa chiamati S. Filippo, S. Giacomo, S. Bartolomeo e Vigliena.
La fortificazione ha oggi l'aspetto di una caserma e presenta ancora parte di una antica torre normanna. Attualmente esso sta subendo delle ristrutturazioni per una prossima destinazione come Museo e Biblioteca.

Ritornando alla provincia di Caltanissetta dopo aver parlato del "Castelluccio" e del Castello Normanno gelesi, occorre citare altre fortificazioni, a partire dal Castello presente a Falconara, noto per l'antica presenza di una torre quadrata detta "Della Falconara" perchè anticamente essa era adibita come luogo di allevamento per i falchi da utilizzare per la caccia. Di esso oggi si conservano le strutture pittoresche a picco sul mare ed un grande parco ricco soprattutto di numerose palme.

Altro antico Castello nisseno è quello normanno presente a Butera edificato su di una precedente rocca bizantina della quale si hanno notizie relative al IX secolo. Altre notizie storiche ci informano che i musulmani consideravano la zona una delle roccaforti più importanti per il dominio dell'isola, posto dove essi rimasero fino all'arrivo del Conte Ruggero che li allontanò. Altre notizie storiche relative al castello risalgono alla seconda metà del XII secolo quando il complesso era sotto la signoria del Conte Enrico di Lombardia che aveva sposato una figlia del conte Ruggero. Ricordiamo poi il periodo aragonese, quando il Castello fu di dominio di Calcerando Santapau.

Grazie a questo nuovo proprietario, il Castello fu ristrutturato e fu edificata anche una grande torre tuttora esistente [1400]. Attualmente il Castello è di proprietà del Comune e sono ancora visibili delle finestre bifore relative alla torre, un corpo aggiunto edificato in epoca successiva ed oggi adibito a prigione e due grandi terrazze con merlatura bifora.

Per concludere questo giro nella provincia di Caltanissetta, citiamo il castello presente a Mussomeli. La sua edificazione risale al 1370 circa per volere di Manfredi III Chiaramonte che ne ordinò la costruzione sulla roccia e sui ruderi, pare, di un'antica torre saracena. Come già visto per gli altri Castelli della Sicilia, esso ha avuto vari proprietari fino a giungere al nobile Lanza, barone di Catania, nella prima metà del 1500.
Nel 1910 il castello pervenne nelle mani di Pietro Lanza Branciforte, principe di Trabia e di Butera, e di Francesco Lanza, principe di Scalea.

Ancora oggi occorre ringraziare tali nobili perchè ordinarono un sapiente lavoro di restauro di tutta la struttura che consente ancora oggi di ammirare tutto il complesso.
Di esso oggi si possono ammirare una sala con due finestre bifore, denominata "Dei Baroni" in ricordo della convocazione di una assemblea di Baroni effettuata da Manfredi Chiaramonte nel 1391, delle alte volti a crociera relative alle sale sotto le quali si trova la cosiddetta "Prigione della Morte" dove i condannati erano calati attraverso una botola ed erano uccisi attraverso l'annegamento ed una cappella dove è conservata una statua della "Madonna della catena" alla quale il popolo anticamente si rivolgeva per ottenere la grazia per i carcerati.

Altra provincia isolana che rientra in questo itinerario storico non solo per il già citato Castello di Sperlinga e quello denominato "Di Lombardia" è certamente Enna.

Torre di Federico - EnnaDi questa zona occorre qui inserire ancora l'antica "Torre di Federico" presente ad Enna città che per credenza popolare era stata attribuita a Federico II d'Aragona ma che in realtà fu edificata da Federico II di Svevia.
Essa è posta su di una bassa collina dalla quale domina tutta la zona circostante. Essa è raggiungibile attraversando un parco dove, pare, era presente un castello abbattuto intorno all'anno 850.
La torre ottagona è tuttora alta più di 25 metri, anche se mancante dello ultimo piano ed al suo interno si accede attraverso un'unica porta che immette nella stanza d'ingresso dove sarebbe stato presente un ingresso per un sotterraneo che collegava tale torre al già citato Castello di Lombardia.
C'è poi una scala a chioccola che conduce ai piani superiori che presentano delle volte ad ombrello.
La struttura esterna presenta nel corpo centrale, come uniche decorazioni, due finestre in stile catalano che, pare, siano state edificate insieme alla torre che invece ha un evidente stile gotico. Tale contrasto architettonico sembra accertato storicamente ed è la testimonianza di un anticipo di uno stile che poi troverà il suo periodo trionfale durante il Rinascimento. Attualmente la struttura è di proprietà demaniale.

Castello di Piazza ArmerinaA Piazza Armerina è presente un altro Castello risalente alla fine del XIV secolo quando Re Martino ordinò la trasformazione della roccaforte di un cenobio francescano in una più massiccia. La costruzione fu poi assegnata dal re a Giovanni Suriano, priore di S.Andrea. La roccaforte ebbe altri nobili propietari fino ad arrivare al demanio pubblico all'inizio del 1800. Esso è attualmente adibito a carcere ed al suo interno è ancora presente l'originaria Chiesa dei Padri Francescani dove si celebra la messa per i detenuti.
Attuali proprietari della struttura sono i principi Lanza di Trabia.

Infine, rientrante nel territorio provinciale ennese è il paese Valguarnera Caropepe dov'è presente il Castello di Gresti situato in un torrione presente in una roccia ed in una posizione di totale dominio e solitudine sullo sfondo di una valle. In tempi remoti qui era situata una antica rocca.
Ai Normanni il merito di aver riedificato il sito dandogli la struttura attuale. Nel XIV secolo Federico D'Aragona assegnò tale roccaforte a Pradino Capizana. Nel corso dei secoli la roccaforte ha avuto altri proprietari, a partire da Perrono de Juenio Termis, Bartolomeo figlio di Re Martino, i Graffeno, la famiglia Caprini, il principe di Galati, fino all'attuale proprietario, il barone Ignazio La Lumia.

Nei tempi passati il Castello era chiamato Pietratagliata grazie al tipo di roccia in cui è situato. Attualmente al suo interno è ancora presente una scala a chiocciola che conduce alla torre sotto la quale si trova una grotta. Sopra una finestra ogivale si ammirano un'iscrizione latina che si riferisce ad un'antica leggenda relativa al castello in base alla quale chi la legge trovandosi in groppa ad un cavallo in corsa, potrà trovare un tesoro, e la data 1664.

Cambiando provincia, si può passare a quella di Agrigento.

Castello di Palma di MontechiaroA Palma di Montechiaro si può ammirare il Castello di Montechiaro in stile chiaramontano e risalente al XIV secolo ed edificato a ridosso del mare.
Dopo il tradimento ai voleri del re effettuato da Andrea Chiaramonte, tutti i beni appartenuti a tale famiglia furono confiscati ed il Castello passò nelle mani di Guglielmo Moncada al quale si deve l'attuale nome dato alla struttura.
Il Castello vide ulteriori proprietari, come Giovanni de Grixo. L'attuale proprietario è Giuseppe Tomasi Mastrogiovanni, principe di Lampedusa.
Come spesso accade per queste strutture, dell'antico fasto rimane ben poco, come il simulacro della "Madonnina " detta "Maria di Montechiaro" presente all'interno di una cappella, statua che contiene nel suo piedistallo alcuni serafini e lo stemma dei Caro insieme a quello d'Aragona, evento possibile grazie ad un reale privilegio.

Il Castello di Chiaramonte è presente a Naro. Le prime notizie certe relative a tale roccaforte risalgono alla guerra dei Vespri quando i francesi che vi risiedevano furono uccisi ed i loro cadaveri appesi ai muri della roccaforte.
Eleonora Lancia lo portò in dote al marito Artale Alagona.
Successivi proprietari furono i Chiaramonte, fino alla già citata confisca dei loro beni. Durante la reggenza della Regina Bianca, il Conte Cabrera lo voleva espugnare, ma visto che ciò fu impossibile, vi penetrò a tradimento.
Ultimi cenni storici relativi a tale Castello risalgono ai tempi di Re Filippo III di Sicilia, durante il XVII secolo, quando il castello rientrava nelle proprietà dell'università di Naro.
Dell'attuale struttura rimangono il grosso muraglione, una torre cilindrica più antica ed una seconda torre posteriore e di forma quadrata risalente, pare, a Federico II d'Aragona, una porta trecentesca interna che permette l'accesso ad un bel salone ed un'ampia cisterna aperta usata talvolta come prigione.

Altro Castello noto col nome di Chiaramonte è presente a Favara, sempre nell'agrigentino, edificio voluto da Federico II di Chiaramonte nel XIII secolo. Dopo innumerevoli passaggi di proprietà che videro, tra gli altri proprietari, anche il già citato Andrea Chiaramonte, Guglielmo Moncada, Emilio Parapertusa, l'ultimo feudatario fu Diego Pignatelli.
Il Castello è un pò decaduto e presenta ancora finestre e bifore esterne,un cortile quadrato dal quale si può accedere al pianerottolo, una cappella.
Anche qui è presente una iscrizione posta in una lapide situata nell'androne d'ingresso. Allo stato attuale delle cose, l'iscrizione è ancora indecifrabile, evento che ha dato libero sfogo alla credenza popolare in base alla quale essa si riferisce ad un mirabile tesoro.

Altro castello agrigentino è quello presente a Caltabellotta, noto col nome arabo "Qual at al ballut" [=la rocca delle querce], e riedificato dai Normanni. La roccaforte è stata la muta testimone di innumerevoli tristi eventi storici, come quelli legati alla morte del Re Tancredi, quando suo figlio e diretto successore Guglielmo III fu inizialmente qui nascosto insieme alle sorelle dalla madre, ma successivamente e disgraziatamente catturato dal nobile svevo Arrigo VI e dai suoi seguaci che inizialmente lo accecarono e poi ucciso.

Una novella del Decamerone del Boccaccio ci narra che Lisa Puccini s'invaghì di Re Pietro D'Aragona e chiese ad un trovatore di raccontare la sua tragedia in versi che successivamente arrivarono alle orecchie del nobile re che poi le procurò un nobile marito ed una notevole dote costituita dal castello in questione e di alcune terre presenti nella contrada.
Un evento lieto che va a bilanciare quelli tristi legati a questo sito è la famosa "Pace di Caltabellotta" qui siglata tra Federico II e Carlo di Valois che va menzionata come conclusione della famosa Guerra siciliana del Vespro e che lasciò il dominio siciliano a Federico.
Di questo nobile sito ricco di tanta storia oggi, malauguratamente, rimangono pochi resti.

Pochi resti rimangono anche di un altro castello agrigentino, precisamente quello presente a Sciacca e noto col nome di Luna. Attualmente, a causa di due potenti terremoti avvenuti nel XVIII secolo, dell'antica struttura della roccaforte rimane la cinta muraria, ma di tale castello ci rimane la sua storia. Esso fu edificato alla fine del 1300 da Guglielmo Peralta, marito di Eleonora d'Aragona. Anche in questo caso, la roccaforte è stata la muta testimone di eventi nefasti legati alle lotte intercorse tra la famiglia dei Luna, i successori dei Peralta nel dominio del Castello, e la famiglia dei Perollo.
Alla fine la truce contesa si concluse con la confisca dei beni della famiglia Luna ed il loro rappresentante Sigismondo, reo di aver barbaramente ucciso il suo avversario Giacomo Perollo, non ottenne la grazia e si suicidò. I beni della Famiglia Luna furono inizialmente confiscati ed in un secondo momento ai figli di Sigismondo fu restituito il Castello di Caltabellotta e quello di Sciacca fu lasciato al demanio.

Ultimo rappresentante di Castelli agrigentini è quel che rimane di una superba torre appartenente al Castello di Menfi, struttura di incerta datazione.
Tale torre ha una forma irregolare, un evidente stile saraceno e la denominazione di "Torre di Borghetto". Il torrione presenta varie stanze sovrapposte delle quali si deve obbligatoriamente citare quella che presenta una volta ad ombrello ed un caratteristico cornicione sostenuto da mensole e che dà l'impressione d'esser costruito attraverso l'uso di archetti.

Ultima provincia isolana non ancora citata in questo itinerario storico ed archittettonico della Sicilia è Trapani.

Castello di Colombaia - TrapaniNel suo territorio provinciale sono presenti vari castelli.
Inizia questa parte dell'itinerario "La colombaia" situato in un'isola situata vicino Trapani, edificio che deve il suo nome alla leggenda che delle colombe, nel loro viaggio verso l'Africa, sostavano in quest'isola. La costruzione della struttura è attribuita ad Amilcare Barca al tempo della prima guerra punica. La roccaforte passò anche nelle mani romane prima di diventare, durante il periodo aragonese, ad esser la residenza della nobile regina Costanza, moglie di Federico III. Il castello subì delle ristrutturazioni, come quelle avvenute al tempo di Re Filippo d'Austria e quelli di fortificazione avvenute durante il regno di Carlo II e dettati dal pericolo di invasioni turche. Come elementi del Castello ricordiamo una lapide posta al suo esterno tra due stemmi relativi al Vicerè pricipe di Ligny che regnava sotto il regno del già citato re Carlo II e tracce dell'architettura trecentesca presenti nell'alto della torre. Attualmente il Castello è la sede di un carcere.

Secondo Castello trapanese è quello presente nella città di Salaparuta.
Di questa struttura si hanno poche notizie storiche, come quelle che si riferiscono alla fine del XIII secolo, periodo in cui la costruzione appartenne alla famiglia di Errigo Abate. Successiva proprietaria fu Domenica Alvira de Anversa alla quale va il merito di aver dato il nome di "Sala di Madonna Alvira" alla costruzione, nome che essa mantenne per qualche tempo. Il Castello ebbe ulteriori proprietari, come il nobile Giuseppe Alliata Colonna che vi morì agli inizi del 1700. La famiglia degli Alliata fu la proprietaria della roccaforte fino ai primi anni del 1900 ed attualmente essa è di proprietà del Comune. Tale famiglia va ricordata anche per gli innumerevoli lavori di restauro e di ampliamento che dedicò alla roccaforte, come quelli relativi alla costruzione della torre quadrata e di quella più piccola che presenta anche una merlatura bifora. Tra gli altri elementi ancora visibili del Castello ricordiamo una incisione relativa al 1763 e situata sotto l'arco della grande porta bugnata ed uno stemma del XV secolo relativo alla famiglia Paruta, antica propietaria del Castello.

Successivo Castello trapanese è quello che fu edificato per volere del barone Vignato di Partanna nel 1400, presente nell'omonima città e probabilmente edificato sui ruderi di un altro Castello sempre di proprietà della stessa famiglia. Il Castello ha avuto il merito d'aver conservato le opere dello scultore Francesco Laurana che vi soggiornò a lungo. Attualmente di queste opere rimane ben poco, mentre è ancora visibile lo stemma dei Graffeo da lui realizzato.
In tempi recenti la roccaforte presenta ancora una ricca merlatura, un cortile interno ed un giardino posto sul retro, un salone che ancora conserva un affresco raffigurante tre cavalieri cristiani in battaglia che hanno come sfondo il Castello stesso ed il mare [opera risalente al XVII secolo], ed una porta qui presente che conduce alla cosiddetta "Cella della Monaca" dove, pare, si sia rinchiusa una religiosa appartenente alla famiglia, ed una fossa scavata sotto il Castello ed utilizzata nei tempi passati per conservare il grano. Attualmente il castello è di proprietà della Famiglia Adragna.

A Castelvetrano è presente un altro Castello. Dell'originaria dimora d'epoca aragonese si sa ben poco. Tra i vari proprietari della roccaforte si possono citare Giovanni Vincenzo Tagliavia che ricevette il titolo di Conte di Castelvetrano, la famiglia Pignatelli, fino ad arrivare alla presente proprietaria, la Principessa Anna Maria Pignatelli Cortes.
Attualmente sono state cancellate le antiche tracce architettoniche relative al passato glorioso del castello che oggi si presenta come un austero palazzo, degna sede del Comune.

Quinto Castello trapanese da considerare e' quello presente a Salemi, piccolo centro agricolo edificato probabilmente sul sito che ospitava l'antica Halicyae, centro d'origine sicana o elima che fu alleato di Segesta contro Siracusa. Fino al XV secolo esso fu armato per essere una adeguata difesa della zona circostante. Attualmente esso ancora preserva, nella sua imponente torre cilindrica principale, ambienti con delle volte a spicchio, finestre bifore ed una scala presenti nel cortile interno, scala che si evolve lungo le mura della torre e che agevola il passaggio alla terrazza nota per lo splendido paesaggio che essa puo' offrire ai suoi visitatori. Attualmente il Castello e' di propieta' comunale.

Castello di Venere - EriceAd Erice sono presenti due Castelli.
Il primo è denominato Venere, attualmente ridotto in pochi ruderi e con una merlatura bifora risalente al XIII secolo, unito al "Balio" dal cosiddetto "Ponte del Diavolo" perchè, in base alla credenza popolare, si pensava che la sua edificazione fosse stata realizzata da arti magiche. Quando divenne regina dell'isola Licasta, chiamata Venere per la sua bellezza, suo figlio Erice, in un secondo momento edificò su questo monte la città alla quale diede poi il suo nome ed un tempio dedicato a Venere, in ricordo ed in onore della madre.
Cavalcando i secoli ed arrivando ai tempi "più recenti", il Castello conobbe anche la dominazione normanna alla quale è stata attribuita la costruzione, dentro le mura del Castello, della prima Chiesa cristiana di Erice dedicata alla Madonna della Neve. Probabilmente la struttura è stata restaurata dagli Aragonesi.

Attualmente tra i punti più interessanti della struttura va ricordato il cosiddetto "Pozzo di Venere", dove, pare, in passato antiche sacerdotesse s'immergevano dopo aver effettuato i loro riti sacri. Sotto il Castello sono stati ritrovati reperti relativi ad ambienti sotterranei. Il castello oggi vive in un triste periodo di decadenza durante il quale il logorio temporale agisce con costanza. Le mura resistono ancora all'inesorabile distruzione.

Castello del Balio - EriceSecondo Castello di Erice è quello già citato, il cosiddetto "Castello del Balio" dove, pare, le antiche sacerdotesse di Venere effettuavano le loro danze collegate ai loro riti. Il Castello deve la sua fama al fatto che diede i natali a S. Alberto degli Abate nel XIII secolo. Le sue torri collegate sono davvero imponenti che tutt'oggi danno a tutta la struttura l'aspetto di un tipico castello medievale. Alla fine del 1800 tali torri furono cedute ad Agostino Sieri Pepoli, che però ebbe anche l'onere di restaurarle e di costruire un giardino destinato alla pubblica utilità.

Ricordiamo poi il Castello presente a Castellammare del Golfo. Le sue remote origini lo fanno arrivare alla funzione di "Mederaz" arabo, per poi vedere la successione di vari proprietari come i Normanni, gli Svevi, gli Angioini.

Ultimo Castello trapanese da citare è quello presente ad Alcamo la cui origine non è anteriore al dominio isolano aragonese, evento testimoniato dalla presenza, in una delle torri rotonde, dello stemma di questa dinastia e che contiene un'aquila incoronata. Certamente questo Castello non si poteva risparmiare alla successione dei suoi proprietari, comune costante prevista e considerata anche per gli altri castelli isolani.

Tanto per conferire ulteriore prestigio storico a questa roccaforte, ricordiamo la famiglia dei Peralta, dei Ventimiglia e dei Cabrera. Attualmente il Castello conserva poche tracce dello antico splendore mentre esso colpisce per l'imponenza delle sue quattro torri, due a forma quadrata e due rotonde. Nelle loro sommità sono ancora visibili dei piccoli ambienti caratterizzati da volte molto basse ed un tempo utilizzate come carceri.

Villa Niscemi si trova nel centro storico di Palermo. In origine, intorno al 1500, era una torre a base quadrata edificata con lo scopo si controllare e difendere il territorio circostante. Signori dell'edificio furono i principi di Carini nel 1600 e successivamente il principe Giuseppe Valguarnera. Attualmente la villa si presenta con l'insieme di splendidi saloni arredati secondo il fascino ed il gusto del passato. Tra di essi spiccano, ad esempio, il salone delle quattro stagioni ed il salone da ballo.

Il Castello di Caccamo - Pa - e' situato in uno sperone roccioso e permette d'immergersi totalmente in un'atmosfera medievale quasi irreale ma sicuramente suggestiva. Al suo interno si trovano le prigini alle cui pareti i detenuti del passato hanno lasciato i loro graffiti e dipinti, delle scuderie, svariati trabocchetti e la famosa "Sala della Congiura" cosi' chiamata pare perche' abbia ospitato, nel lontano 1160, la congiura dei baroni capeggiata da Matteo Bonello ed attuata contro Guglielmo il Malo.
Il fascino della costruzione e' ulteriormente arricchito dal superbo panorama visibile dalla terrazza e comprendente l'alternanza tra una vallata e delle colline e la Diga Rosamarina.

HOME PAGE

ITINERARI
TURISTICI

Le Spiagge

Le Isole

I Luoghi Sacri

Le Oasi Verdi, le Riserve Naturali e i Parchi

I Castelli

I Siti Archeologici

I Musei


acquista
buy on line
Michelin Green
Guide of Sicily

:: in italiano ::

:: in english ::

 


Note legali, Cookie Policy e Privacy - Realizzazione: Studio Scivoletto