ACATE
Nella
valle del Dirillo, adagiata su un altopiano, incontriamo
la cittadina di Acate (34 km da Ragusa; 7640 abitanti; 199
m s.l.m.; CAP 97011; prefisso tel. 0932).
E'
il comune piu' occidentale della provincia, al centro di
un territorio per la maggior parte pianeggiante, coltivato
a vigneti, uliveti e agrumeti, dai quali trae il suo maggior
benessere.
Essa
si presenta raccolta attorno alla piazza centrale (Piazza
Liberta'), dove sorgono i monumenti piu' importanti: La
Chiesa Madre e il Castello.
Un
bel giro per le vie della cittadina, puó dar modo non solo
di ammirare il regolare impianto urbanistico a vie ortogonali,
conservatosi quasi intatto, ma anche di godere la tranquillitá
che ancora vi si respira.
A
13 Km. circa del paese sorge il villaggio a mare di Macconi,
che trae il nome dalle caratteristiche dune sabbiose, tipiche
della costa, che va da Scoglitti alla foce del fiume Acate
o Dirillo.
TURISMO
Da
visitare sono la Chiesa Madre, il Castello, entrambi sulla
piazza centrale, e la Chiesa di San Vincenzo affiancata
a quest'ultimo.
La
Chiesa Madre, ricostruita in seguito ai terremoti del 1693
e 1846 presenta solo alcuni resti dell'edificio originario,
tra cui gli archi della volta del coro, parte dell'abside
e del transetto.
Sulla
sommità del colle, il Castello dei principi di Biscari,
costruito nel 1494, ma giunto nel rifacimento del '700,
si presenta in stato di parziale abbandono: degne di nota
sono le robuste carceri con doppie grate.
La
Chiesa di San Vincenzo, a tre navate e ricca di stucchi,
conserva il reliquiario di San Vincenzo, patrono della città,
e un organo di squisita fattura.
Legato
al Santo é il 'palio', manifestazione annuale che ha lungo
le vie del paese.
STORIA
Acate
affonda le radici della sua storia nei periodi preistorici,
come testimoniano molti reperti archeologici, che sono stati
ritrovati in diverse zone del territorio.
Molti
sono i reperti trovati in altre zone che confermano la presenza,
nel territorio, di Siculi, di Romani, di Bizantini e di
Saraceni, con i quali compare per la prima volta un nuovo
casale: Odogrillo.
I
primi documenti che parlano di Odogrillo risalgono al 1278,
quando Carlo d'Angiò, per condurre l'impresa di Soria, in
Spagna, richiese da Odogrillo una provvigione. Odogrillo
passó quindi alla potente famiglia dei Chiaramonte e venne
a far parte della Contea di Modica. Dopo questo periodo
non si hanno piú notizie di Odogrillo e la sua decadenza
puó essere spiegata con il fatto che, non avendo il centro
una numerosa popolazione ed essendo circondato da una campagna
paludosa e malsana, si sia andato via via spopolando.
Con
la scomparsa di Odogrillo, nella valle del Dirillo, prende
sempre piú importanza il casale di Biscari, un modesto
stanziamento forse di origine greca, e perdurato fino al
XV secolo, quando, sotto i Castello, comincia ad assumere
la fisionomia di un centro abitato di una certa importanza.
Nel
1938, su iniziativa di Carlo Addario, uno studioso locale,
il nome della cittá fu cambiato da Biscari in Acate. ll
motivo del cambiamento fu dovuto non tanto al fatto che
qui sbarcó Acate, il fido amico di Enea, (notizia non confortata
da nessuna fonte storica), ma perché l'attuale fiume Dirillo,
veniva chiamato dai Romani Achates, in quanto lungo le rive
del suo corso superiore si trovavano le pietre di agata,
una roccia silicea opalina.
ECONOMIA
L'economia di Acate si fonda
in principal modo sull'agricoltura; nella parte verso il
mare viene sfruttata la serricoltura per la produzione di
primaticci.
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