| Luoghi 
                      Sacri   Un 
                      altro itinerario possibile può toccare i luoghi sacri, 
                      segno tangibile della forte e radicata fede cristiana che 
                      nei secoli è davvero entrata nel profondo del cuore 
                      e dell'anima dell'isola.
 La 
                      fede isolana esprime in modo tangibile, cioè sfruttando 
                      le arti figurative al massimo e dando sfogo alla fantasia 
                      e lavoro popolani attraverso le feste, come il cuore umano 
                      isolano abbia aderito in modo radicale all'azione salvifica 
                      del Dio cristiano sentito come una figura presente nella 
                      vita quotidiana.
 L'architettura 
                      religiosa siciliana ha avuto nel corso dei secoli un forte 
                      sviluppo, ma ha risentito notevolmente dei cataclismi naturali, 
                      come ad esempio alcuni terremoti, che hanno imposto un po' 
                      dovunque dei lavori di restauro e molto spesso di riedificazione, 
                      evento che in molti casi ha eliminato quasi del tutto le 
                      tracce di antiche epoche per cedere il posto al "più 
                      recente" sviluppo barocco.  Ogni 
                      epoca storica ha comunque lasciato le sue tracce in tutta 
                      la Sicilia, a partire dall'epoca paleocristiana che ha lasciato 
                      in innumerevoli siti isolani resti di catacombe e chiese 
                      costruite seguendo l'antico modello basilicale di origine 
                      latina, continuando poi con l'arrivo dei bizantini che portarono 
                      nella isola la creazione di nuovi santuari, delle "cube" 
                      - chiesette a pianta quadrata presenti soprattutto nella 
                      parte orientale dell'isola -.  Con 
                      l'arrivo dei Normanni all'inizio dell'anno 1000 si allontanarono 
                      gli arabi e con essi le loro espressioni figurative. L'epoca 
                      normanna segna in parte il ritorno dello sfarzo architettonico 
                      bizantino che i Normanni cercano di imitare creando delle 
                      Chiese dalla forte influenza classica, monumenti sacri imponenti, 
                      a pianta basilicale e a croce latina o greca.  L'arte 
                      del periodo risente delle influenze di tutte le epoche passate, 
                      evento attestato, ad esempio, dalla forte presenza dei mosaici 
                      in molte Chiese isolane e prova della precedente dominazione 
                      bizantina, con l'introduzione dell'arco a sesto acuto, di 
                      quello rialzato e di quello moresco in molte costruzioni 
                      sacre e profane, segno tangibile del passaggio arabo, con 
                      piante a croce latina e facciate incastonate da torri, prova 
                      dell'influenza romanica.  Il 
                      lungo periodo gotico segna il passaggio di vari dominatori 
                      nell'isola, ognuno dei quali ha influenzato l'architettura 
                      isolana, gli Svevi soprattutto con la costruzione di roccaforti 
                      ed il mantenimento dei Castelli ricevuti in eredità 
                      dai Normanni, come si avrà modo di vedere nello itinerario 
                      dedicato ai Castelli e Palazzi nobiliari della Sicilia, 
                      i Chiaramonte con l'imposizione di un loro specifico modello 
                      decorativo ed architettonico presente in numerose Chiese 
                      e Monumenti Pubblici isolani, con l'introduzione dell'arte 
                      gotico-catalana imposta dalla dominazione spagnola che l'isola 
                      ha subito durante il XV secolo.  Del 
                      periodo barocco si conservano forse gli elementi più 
                      numerosi in parte per le antiche reminescenze arabe e bizantine 
                      che hanno abituato gli isolani alle forti decorazioni sia 
                      perché s'impose in molte zone una grande opera di 
                      ristrutturazione post-terremoto [ci si riferisce in questo 
                      secondo caso, ad esempio, alla Val di Noto notevolmente 
                      distrutta dal terremoto del 1693]. 
 Questa 
                      è solo una breve e non del tutto esauriente carrellata 
                      storica già anticipata in parte nell'introduzione 
                      e da tener presente non solo nell'analisi degli edifici 
                      sacri, ma anche per quelli nobiliari e le roccaforti presenti 
                      in tutta l'isola dei quali si parlerà in seguito, 
                      carrellata che serve per apprezzare di più la bellezza 
                      di questi edifici. 
  Di 
                       
                      Palermo si possono ammirare splendidi esempi 
                      di religiosità, a partire dall'imponente Cattedrale 
                      cittadina dedicata alla Vergine Assunta e costruita a partire 
                      dal 1184 per sostituire un edificio di culto musulmano e 
                      prodotto di notevoli ed ulteriori ristrutturazioni. La sua 
                      imponenza è data da una splendida facciata incorniciata 
                      da 2 campanili che racchiudono anche l'abside, segno evidente 
                      del passaggio normanno nell'isola, dalle tre navate incastonate 
                      da numerosi pilastri che mostrano riproduzioni scultoree 
                      dedicate ai Santi.
 Al 
                      suo interno troviamo svariate rappresentazioni sacre che 
                      ammaliano con la loro bellezza ed imponenza, a partire dalla 
                      Cappella di S. Rosalia contenente l'urna argentea conservatrice 
                      delle reliquie della Santa, la Cappella del Sacramento, 
                      un Crocifisso ligneo dei primissimi anni del '300, una statua 
                      marmorea risalente alla seconda metà del 1400 e raffigurante 
                      la Madonna col Bambino.
  Sempre 
                      a Palermo si ha una notevole espressione dell'arte normanna, 
                      la famosa Cappella Palatina presente nel Palazzo Normanno, 
                      edificata a partire dal 1130 e contenente, nelle sue tre 
                      navate, ad esempio, il Cristo Pantocratore attorniato da 
                      angeli ed arcangeli e con mano benedicente presente nella 
                      cupola, raffigurazione della famosa tecnica dell'ornato 
                      a mosaico. 
 La 
                      bellezza della Cappella è data dagli altri innumerevoli 
                      mosaici, distinti per epoche visto che quelli del Santuario 
                      risalgono all'anno della consacrazione del luogo sacro, 
                      il 1143; tra i vari esempi citiamo la presenza di alcuni 
                      personaggi biblici come Salomone, San Giovanni Battista, 
                      gli Evangelisti, alcuni eventi biblici come l' Annunciazione 
                      e la Presentazione al Tempio; posteriori sono i mosaici 
                      presenti nella navata centrale e che rappresentano eventi 
                      del Vecchio Testamento. 
 Un'altra 
                      Chiesa palermitana è quella destinata al culto anglicano 
                      caro alla comunità britannica che si insediò 
                      nel capoluogo isolano nel XIX secolo. 
 Solo 
                      alla fine del 1800 i fedeli anglicani incominciarono a raccogliere 
                      i fondi per la costruzione della Chiesa, denominata Della 
                      Croce Santa, che poi è stata via via arricchita. 
                      La Chiesa offre vari punti d'interesse, come le vetrate 
                      ogivali dell'abside, i mosaici, i capitelli delle colonne 
                      che sono decorati con gli emblemi d'Inghilterra, di Scozia, 
                      di Irlanda e di Sicilia, il fonte battesimale, il rosone 
                      raffigurante "L'Adorazione dell'Agnello" e le 
                      3 sottostanti finestre ad ogiva raffiguranti "Le tre 
                      Marie" [in realtà queste ultime sono la riproduzione 
                      di quelle originarie che andarono distrutte durante i bombardamenti 
                      della seconda guerra mondiale]. 
 La 
                      Chiesa Palermitana dedicata a Santa Maria dell'Ammiraglio 
                      o Martorana è denominata in questo modo perché 
                      essa fu fatta edificare nel 1143 per ordine di Giorgio di 
                      Antiochia Ammiraglio di Ruggero II, ed il titolo di Martorana 
                      le fu assegnato da quando fu affidata all'omonimo Convento 
                      fondato precedentemente da Eloisa Martorana. Dell'antico 
                      Tempio sono ancora testimoni il campanile che raccoglie 
                      quattro ordini di archi e logge arricchite da colonnine, 
                      bifore e tarsie, l'antico impianto della Chiesa a croce 
                      greca.  L'importanza 
                      della Chiesa è data dalla forte presenza degli immancabili 
                      mosaici, probabile frutto del lavoro di maestranze bizantine, 
                      risalenti al XII secolo e rappresentanti, data la natura 
                      dell'edificio che li raccoglie e li offre al popolo dei 
                      fedeli e degli amanti delle arti figurative, scene tratte 
                      dall'Antico e Nuovo Testamento, figure di Apostoli, Evangelisti 
                      e Profeti, il Cristo benedicente al centro della Cupola, 
                      ed una scena più profana dedicata a Ruggero II ritratto 
                      mentre riceve la corona direttamente da Gesù. La 
                      Chiesa, inoltre, contiene molte tele attribuite al Boorremans. 
                      La Chiesa è riservata al Culto greco-bizantino visto 
                      che agli inizi del 1900 è stata eletta concattedrale 
                      della diocesi della Piana degli Albanesi. 
  Il 
                      Santuario di Mondello, 
                      rientrante nel territorio provinciale palermitano, è 
                      dedicato a Santa Rosalia. La tradizione religiosa vuole 
                      che nel XII secolo una giovane donna, ritenuta appartenente 
                      alla famiglia regnante dei Normanni, si ritirò in 
                      preghiera nel Monte Pellegrino. 
 Alla 
                      sua morte, tale giovane donna Rosalia fu acclamata come 
                      Santa dalla devozione popolare e ad essa fu attribuita la 
                      fine miracolosa dell'epidemia di peste che flagellò 
                      Palermo nel XVII secolo. Il suo santuario fu edificato a 
                      Mondello nel 1624 e presenta uno stile barocco e numerose 
                      statue a Lei dedicate e soggette alla forte devozione popolare.
  Monreale, 
                      nel retroterra palermitano e precisamente in una posizione 
                      di dominio sulla Conca D'Oro, rappresenta un luogo di culto 
                      ed un notevole sito turistico che in passato fu la residenza 
                      preferita dei regnanti normanni e che attualmente continua 
                      ad offrire, oltre ad un superbo panorama naturale grazie 
                      alla sua già citata posizione geografica davvero 
                      privilegiata, una sintesi della presenza araba e normanna 
                      e svariati monumenti. Tra essi occorre citare, ad esempio, 
                      il Duomo, l'espressione dell'arte normanna risalente al 
                      XII secolo denominato S.  Maria 
                      La Nuova e contenente, tra l'altro, il monumentale Cristo 
                      Pantocratore presente nell'abside principale, avvolto nel 
                      suo mantello e circondato da Arcangeli che sovrasta la rappresentazione 
                      della Vergine in Trono; la raffigurazione del Cristo Pantocratore 
                      è comune a molte Chiese ed in tutte colpisce per 
                      la sua imponenza e perfezione della sua riproduzione; anche 
                      tale duomo è un ottima raccolta di altri splendidi 
                      mosaici, a partire dalle due espressioni già citate 
                      per poi continuare con un ciclo dedicato all'Antico e Nuovo 
                      Testamento. 
  La 
                      chiesa è a croce latina ed eccelle per il suo valore 
                      decorativo ed architettonico. La bellezza di questo simbolo 
                      dell'arte normanna è data anche dalla facciata massiccia 
                      che conserva ancora le due torri quadrate, una delle quali 
                      incompleta, dalle porte bronzee suddivise in vari riquadri 
                      rappresentanti episodi biblici. 
  Sempre 
                      rientrante nel palermitano è Cefalù, 
                      una cittadina della costa tirrenica incastonata in una catena 
                      montuosa e che conobbe un notevole sviluppo sotto la guida 
                      normanna. Della città spicca l'opera normanna della 
                      Cattedrale, simile per certi versi a quella di Monreale. 
                      Tale monumento risale al dominio di Ruggero II. L'interno 
                      ad impronta basilicale e a tre navate arricchite dalle colonne 
                      riportanti dei bei capitelli ed archi a sesto acuto e contiene 
                      anche notevoli rappresentazioni sacre come, ad esempio, 
                      una rappresentazione cinquecentesca della Madonna col Bambino, 
                      un fonte battesimale ed un bel Crocifisso risalente al XIV 
                      secolo. Quello che maggiormente colpisce è certamente 
                      la forte ed immancabile presenza dei mosaici posti su di 
                      un fondo d'oro e che coprono l'abside ed il presbiterio; 
                      di questi, come per le già citate Chiese presenti 
                      nel territorio di Palermo e provincia, il più famoso 
                      è certamente quello presente nel catino centrale 
                      e raffigurante il Cristo Pantocratore. 
  L'itinerario 
                      religioso deve obbligatoriamente comprendere la città 
                      d'ispirazione greca Siracusa, 
                      nota non solo per il suo teatro ma anche come centro cristiano 
                      importante, fatto dovuto al passaggio dell'apostolo Paolo 
                      nel suo viaggio verso Roma e dalla presenza del centro archeologico 
                      e religioso delle "Catacombe di S. Giovanni" che 
                      testimoniano l'importanza della città ottenuta nei 
                      primi secoli della diffusione del Cristianesimo antecedenti 
                      l'editto di Costantino del 313. 
 Come 
                      altre espressioni religiose della città occorre ricordare 
                      il Duomo, dedicato a Santa Lucia della Badia. Esso si trova 
                      nell'omonima Piazza Duomo ad Ortigia ed inizia con la sua 
                      scalinata impreziosita con le statue dedicate ai SS. Pietro 
                      e Paolo e risalenti al 1746 e le statue di San Marziano, 
                      primo vescovo cittadino, e della Santa patrona della città, 
                      Santa Lucia.
  Il 
                      Duomo ha origini molto remote: al suo posto in passato c'era 
                      un tempio pagano dedicato ad Athena e voluto dal tiranno 
                      di Siracusa Gelone per festeggiare la sua vittoria sui cartaginesi; 
                      tale antico tempio risaliva al V secolo A.C.; durante la 
                      dominazione romana il tempio fu dedicato a Minerva, ma fu 
                      progressivamente spogliato dei suoi tesori; per volere del 
                      vescovo dell'epoca, nel VII secolo la cattedrale siracusana 
                      fu trasferita in questo antico tempio che nel frattempo 
                      era diventato una chiesa cristiana. Danneggiata dai due 
                      famosi terremoti che colpirono l'isola nel 1542 e nel 1693, 
                      la chiesa fu restaurata ottenendo così la sua fisionomia 
                      barocca. Al suo interno, a tre navate, si notano ancora 
                      le antiche colonne greche, innumerevoli cappelle, a partire 
                      da quella del Battistero contenente il fonte battesimale 
                      di epoca ellenistica, la cappella di Santa Lucia dove è 
                      preservata la preziosa statua dedicata alla Santa, in argento 
                      e realizzata dal Rizzo nel 1599; tale cappella fu edificata 
                      nel XVIII secolo; la cappella del SS. Sacramento a pianta 
                      poligonale e con notevoli affreschi nella volta raffiguranti 
                      scene dell'Antico Testamento; l'ultima cappella è 
                      quella dedicata al SS. Crocifisso, risalente alla fine del 
                      XVII secolo e contenente un Crocifisso ligneo di stile bizantino 
                      e posto nell'altare principale. 
  La 
                      Chiesa di San Sebastiano presente a Melilli 
                      - Sr - fu eretta nel 1751 ed è ricordata soprattutto 
                      per la forte presenza delle tele realizzate da Olivo Sozzi, 
                      come quelle rappresentanti, ad esempio, "L'incoronazione 
                      di San Sebastiano", "Il Trionfo della Fede" 
                      ed "Il Bacio della Pace e la Giustizia". 
 Altra 
                      opera d'arte presente nella Chiesa e segno tangibile della 
                      devozione locale verso questo Santo che è celebrato 
                      i primi di maggio di ogni anno è il paliotto in marmo 
                      con un rilievo posto vicino l'altare maggiore e raffigurante 
                      "La deposizione di San Sebastiano".
  Anche 
                      la piccola ma suggestiva cittadina di Noto 
                      si trova in provincia di Siracusa ed essa può degnamente 
                      esser considerata un vero tripudio delle costruzioni sacre 
                      a profane in splendido stile barocco presente perché 
                      dopo il famoso terremoto del 1693 che nel corso di questo 
                      itinerario sarà citato più volte e che colpì 
                      tutta la Val di Noto, si impose un attento lavoro di ristrutturazione 
                      e spesso di ricostruzione. 
 Il 
                      vero gioiello cittadino è di sicuro la Chiesa madre, 
                      la Chiesa settecentesca dedicata a San Nicolò di 
                      Mira che fu elevata a Cattedrale nel 1844. La sua struttura 
                      prevede un interno a tre navate con cupola e cappelle laterali. 
                      
 Al 
                      suo interno si trovano delle espressioni figurative pregiate 
                      come un rilievo policromo tardo cinquecentesco dedicato 
                      alla Madonna delle Grazie circondata da cherubini, la cappella 
                      dedicata a San Corrado Confalonieri dove, durante i festeggiamenti 
                      a Lui dedicati, è esposta l'urna argentea con le 
                      reliquie del Santo. Nel presbiterio sono presenti innumerevoli 
                      affreschi dedicati agli Evangelisti, alla Resurrezione di 
                      Cristo, alla Cacciata dei Progenitori dal  Paradiso 
                      terrestre. Purtroppo la Cattedrale ha subito il crollo della 
                      sua imponente cupola nel 1999, quindi si stanno eseguendo 
                      i lavori di ristrutturazione. Adiacente alla chiesa c'è poi il Palazzo Vescovile.
 
 La 
                      piazza è poi completata dalla Chiesa dedicata al 
                      Salvatore con l'attiguo monastero. La Chiesa fu edificata 
                      verso la fine del XVIII secolo e presenta numerosi affreschi, 
                      come quello dedicato alla "Discesa dello Spirito Santo", 
                      "L'adorazione dei Magi", "La Crocifissione". 
                      La chiesa presenta una pianta ellittica. Anch'essa, comunque, 
                      attualmente è soggetta al lavoro di restauro. 
  Nonostante 
                      le sue non notevoli dimensioni, Noto presenta altri monumenti 
                      sacri degni di nota, a partire dall'eremo di San 
                      Corrado Fuori le Mura. Questa Chiesa barocca fu 
                      consacrata a questo nobile Santo nel 1759. Le opere meglio 
                      rappresentative di questa chiesetta sono le tele raffiguranti 
                      "La Vergine col Bambino insieme a San Corrado", 
                      "La Madonna delle Grazie" e "L'Addolorata". 
 Infine 
                      ricordiamo la Chiesa dedicata a Santa Maria della Scala, 
                      un Santuario edificato agli inizi del 1700 sui resti di 
                      una Chiesa distrutta dal terremoto del 1693, Santuario meta 
                      di numerosi pellegrinaggi durante il mese mariano.Di essa spicca soprattutto l'immagine della Madonna della 
                      Scala dipinta sulla roccia e di probabile epoca bizantina.
 
  Un 
                      altro santuario da considerare in questo itinerario religioso 
                      è il duomo di Ragusa 
                      Ibla, la parte antica della città, dedicato 
                      a S. Giorgio e che deve la sua imponenza barocca alla distruzione 
                      portata dal nefasto terremoto del 1693 e dall'opera di ricostruzione 
                      affidata alla direzione di esperti del settore. 
 Il 
                      duomo nacque sulle macerie della Chiesa di S. Nicolò 
                      ed è arricchito da una discreta scalinata e da una 
                      leggera non simmetria con la piazza che completa il quadro. 
                      Il progetto fu curato dall'architetto Gagliardi che voleva 
                      dare alla chiesa un forte assetto ascensionale, effetto 
                      completato anche dalla convessa torre campanaria e dall'aggiunta 
                      di un terzo ordine alla facciata. 
  Quel 
                      che colpisce l'occhio dello spettatore è, innanzitutto, 
                      la già citata facciata composta da tre ordini, dal 
                      portone centrale ornato da un merletto decorativo, la cupola 
                      neoclassica realizzata da Carmelo Cutrano nel 1820 e la 
                      scalinata che fu prolungata nel 1876. L'interno, a tre navate 
                      e a croce latina con l'abside sormontata da una cupola, 
                      contiene numerose opere d'arte come le pale d'altare realizzate 
                      dall'artista Vito D'Anna delle quelli citiamo la più 
                      famosa, quella dedicata alla Gloria di San Nicolò, 
                      Santo attorniato da gruppi di angeli e di serafini dei quali 
                      quelli in alto sono con le braccia alzate in segno di tripudio 
                      e quelli in basso reggono la mitra ed il pastorale, le insegne 
                      vescovili. 
  Sempre 
                      a Ragusa Ibla c'è poi la Chiesa dedicata a Santa 
                      Maria delle Scale o delle Cateratte, sorta nel XIV secolo 
                      sullo stesso luogo di un convento cistercense e successivamente 
                      riedificata dopo il nefasto quanto conosciuto terremoto 
                      del 1693. Dell'antico tempio cristiano l'attuale Chiesa 
                      conserva ancora un pulpito gotico e delle cappelle gotico-catalane 
                      e rinascimentali delle quali merita il cenno quella dedicata 
                      alla Madonna Assunta che conserva ancora una opera in terracotta 
                      policroma ad altorilievo del 1538 dedicato al "Transito 
                      della Vergine". 
  Altro 
                      esempio della religiosità ragusana è la Cattedrale 
                      dedicata a San Giovanni Battista la cui costruzione fu terminata 
                      nel 1760. L'ampia facciata barocca è arricchita dalle 
                      tre statue rappresentanti "L'Immacolata", "Il 
                      Battista" e "San Giovanni Evangelista"; essa 
                      è asimmetrica grazie al campanile cuspidato ed è 
                      completata da due ordini e da un portale. 
 L'interno 
                      della Chiesa è a croce latina e tre navate e presenta, 
                      oltre ai notevoli stucchi decorativi, innumerevoli opere 
                      d'arte aventi soggetti sacri, a partire dalla statua in 
                      pietra pece dedicata a San Giovanni e realizzata nel 1513 
                      proveniente dall'antico tempio a Lui dedicato e distrutto 
                      dal terremoto del 1693, innumerevoli quadri, come quelli 
                      dedicati a Gesù Cristo, a San Filippo Neri e a San 
                      Gregorio Magno. 
  Ispica 
                      si trova in provincia di Ragusa e può essere degnamente 
                      inserita in questo itinerario a sfondo religioso grazie 
                      alle sue chiese. La prima che merita d'esser citata è 
                      quella dedicata a Santa Maria Maggiore, nota per gli stucchi 
                      presenti al suo interno e che conservano echi dello stile 
                      rococò, gli affreschi realizzati dal Sozzi nella 
                      seconda metà del 1700. Tutta la volta della navata 
                      centrale è una vera apoteosi di affreschi e stucchi 
                      che ripropongono episodi biblici, a partire dal "Trionfo 
                      della Fede" con personaggi dell'Antico e Nuovo Testamento 
                      e l'affresco dedicato al "Trionfo della Chiesa sulle 
                      eresie". Tali affreschi hanno una posizione centrale, 
                      mentre lateralmente si hanno i medaglioni raffiguranti le 
                      quattro virtù cardinali. Nella cupola si ammirano 
                      gli affreschi dedicati ai patriarchi, profeti, vergini martiri, 
                      prelati e fondatori di ordini religiosi. 
  La 
                      facciata fu costruita nel 1700 e subì un attento 
                      lavoro di ristrutturazione nel XIX secolo. Essa è 
                      a due ordini e presenta tre portali. 
 Certamente 
                      la Chiesa merita una visita accurata per la ricchezza d'arte 
                      che custodisce e perchè è degnamente considerata 
                      monumento nazionale.
  Altri 
                      cenni merita la Chiesa ispicese dedicata a Santa Maria dell'Annunziata, 
                      edificata agli inizi del 1700 e nota soprattutto per il 
                      ciclo degli stucchi risalenti al XVIII secolo e dedicati 
                      a scene dell'Antico e Nuovo Testamento. Tra questi pannelli si possono citare quelli dedicati a 
                      "La storia di Giuditta", "La prova di Gedeone", 
                      "Il sacrificio di Isacco", "La natività" 
                      e "La venuta dei Magi". La Chiesa conserva alcune 
                      opere d'arte resistite al sisma che distrusse l'originaria 
                      Chiesa, opere come il gruppo statuario dedicato al "Cristo 
                      Risorto" fra i soldati sbigottiti.
 
 Per 
                      completare questa descrizione sulla Chiesa occorre ricordare 
                      la facciata a tre ordini, il primo contenente tre portali 
                      alternati con colonne binate, il secondo che prevede il 
                      prolungamento delle due colonne binate centrali del primo 
                      ordine. Il terzo ed ultimo contenente una nicchia con la 
                      statua della Madonna.
  Restando 
                      sempre in provincia di Ragusa, S. Giorgio è molto 
                      venerato a Modica 
                      dove si ha una monumentale Cattedrale a Lui dedicata. Dai 
                      documenti storici si apprende che la Cattedrale fu eretta 
                      sui resti della Chiesetta dedicata alla Santa Croce che 
                      fu distrutta dai Saraceni nell'845; la Cattedrale fu costruita 
                      per volere del normanno Ruggero D'Altavilla nel 1090. Al 
                      fatto storico si unisce la leggenda: pare che il nobile 
                      normanno abbia ricevuto in visione questo Cavaliere della 
                      Cappadocia divenuto martire a causa della sua religione 
                      cristiana e, dopo questo evento, riuscì a vincere 
                      i suoi nemici. 
  Durante 
                      i secoli essa ha subìto varie modifiche e lavori 
                      di ristrutturazione, come la costruzione della poderosa 
                      scalinata che con i suoi 250 scalini collega la parte alta 
                      e bassa della città e che prevede anche delle zone 
                      di sosta, evento che avvenne intorno il 1700, come i lavori 
                      effettuati dopo il grande sisma del 1693. La grandiosa facciata 
                      barocca prevede tre ordini architettonici. La chiesa prevede 
                      inoltre cinque navate contenenti innumerevoli opere d'arte, 
                      come il superbo polittico presente dietro l'altare principale 
                      ed opera di Bernardino Niger; esso raffigura, nei suoi nove 
                      riquadri di pregiata fattura e dimensioni notevoli, nel 
                      primo ordine scene della vita dei due Santi cavalieri cristiani 
                      S. Giorgio e S. Martino, nel secondo ordine alcune scene 
                      raffiguranti i misteri gaudiosi e nel terzo ed ultimo i 
                      misteri gloriosi; il polittico è sormontato da una 
                      lunetta raffigurante Il Padre Celeste. 
  Tra 
                      le altre opere d'arte racchiuse in questa Chiesa occorre 
                      citare il quadro raffigurante la "Madonna Assunta in 
                      cielo" creato nel 1610 dal pittore Paladino [la particolarità 
                      del quadro è che racchiude anche un autoritratto 
                      del pittore, posizionato in alto, un po' distaccato dagli 
                      Apostoli che guardano in basso verso il sarcofago vuoto 
                      che precedentemente conteneva Gesù Cristo e con lo 
                      sguardo rivolto verso il pubblico], un quadro raffigurante 
                      il martirio di S. Ippolito, realizzato dal Cicalesius, che 
                      è preceduto da una piccola arca che contiene delle 
                      reliquie del Santo, una statua rappresentante la Madonna 
                      della Neve realizzata nel 1511. 
 La 
                      città di Modica è ricca di altre Chiese tanto 
                      da esser ricordata in passato come la "città 
                      delle cento chiese", espressione certamente pittoresca 
                      ma sicuramente non esagerata, anche se oggi molte di esse 
                      sono state sconsacrate. Per questo motivo l'itinerario religioso 
                      riguardante tale città non può fermarsi solo 
                      alla citazione della sua Cattedrale.
  Altra 
                      imponente Chiesa modicana è certamente quella dedicata 
                      agli apostoli San Pietro e San Paolo, situata nel quartiere 
                      centrale cittadino di fronte allo storico quartiere-ghetto 
                      di Cartellone, un tempo residenza dell'antica comunità 
                      ebraica della città. La Chiesa è preceduta 
                      da una discreta scalinata, certamente più breve rispetto 
                      a quella del Duomo di San Giorgio, ma altrettanto importante 
                      per la presenza delle statue degli Apostoli, meglio conosciuti 
                      con l'appellativo di "Santoni". Essa fu costruita 
                      nel XIV secolo, ma, come buona parte di tutte quelle presenti 
                      nella città, fu danneggiata dal terremoto che colpì 
                      la Val di Noto nel 1693, quindi una sapiente opera di ristrutturazione 
                      s'impose ed essa fu effettuata grazie alle offerte dei fedeli 
                      e quelle più cospicue effettuate dalla nobile Petra 
                      Mazzara, d'origine araba, ricordata con uno stemma rappresentante 
                      il suo nome nel catino absidale. 
  La 
                      facciata tardo-barocca è arricchita dalla presenza 
                      di quattro statue, quella dedicata alla Madonna, a San Pietro, 
                      a San Cataldo e Santa Rosalia. Delle innumerevoli opere 
                      artistiche rappresentanti l'abilità figurativa e 
                      la religiosità umana presenti all'interno della chiesa 
                      a tre navate si possono citare i medaglioni presenti nel 
                      tetto e raffiguranti i dottori della Chiesa, una statua 
                      marmorea dedicata alla Madonna di Trapani, il gruppo ligneo 
                      dedicato a San Pietro ed il Paralitico realizzato dal Civiletti 
                      nel 1893. 
  Altra 
                      rinomata Chiesa cittadina è quella dedicata a Santa 
                      Maria di Betlem, recentemente sottoposta ad un sapiente 
                      lavoro di restauro, Chiesa costruita nel 1400 sulle rovine 
                      di altre quattro piccole chiese locali [S. Maria del Berlon, 
                      San Bartolomeo, S. Antonio e S. Mauro] e stretta tra un 
                      antico torrente oggi coperto e tra una parete rocciosa che 
                      si erge in verticale fino al Castello dei Conti.
 Delle 
                      antiche Chiese che hanno dato origine a quello che oggi 
                      è degnamente considerato un monumento nazionale rimane 
                      un segno tangibile nella parete ovest dell'attuale costruzione 
                      dove ancora si preserva un bassorilievo raffigurante la 
                      Natività. Il prospetto originario della Chiesa ha 
                      subito notevoli cambiamenti con il passare dei secoli ma 
                      conserva ancora, nella sua parte inferiore, delle reminescenze 
                      rinascimentali.
 L'interno 
                      della Chiesa comprende tre navate ed è chiuso da 
                      un soffitto ligneo a cassettoni. La struttura conserva numerose 
                      opere d'arte, a partire dalla cappella dedicata al SS. Sacramento 
                      detta anche Cappella Palatina realizzata tra il XV e XVI 
                      secolo contenente delle tombe gentilizie e con un portale 
                      tardo-gotico che presenta ancora elementi arabi, normanni 
                      e catalani e soprattutto il celebre presepe che ha reso 
                      la Chiesa una notevole meta turistica. Esso è costituito 
                      da 60 statue in terracotta dipinta realizzate da Fra' Benedetto 
                      Papale Minimo nel lontano 1882. Il presepe è posto 
                      all'interno di una scenografia che ricorda le Cave Modicane 
                      e racchiude vari materiali, a partire da rocce calcaree 
                      del Salto e stalattiti provenienti dalle caverne locali, 
                      legno di carrubo e quercia e sughero. La suggestione è 
                      completata dalle già citate statuette che indossano 
                      i costumi locali dell'epoca. 
 La 
                      Chiesa fu muta testimone di un triste evento storico della 
                      storia modicana: nello spiazzale che la precede nell'agosto 
                      del 1474 furono trucidati numerosi ebrei durante la rivolta 
                      cittadina scoppiata contro di loro dettata dalla superstizione 
                      [si credeva che la carne da loro venduta era avvelenata] 
                      e soprattutto da ragioni economiche [all'epoca l'usura era 
                      consentita e gli Ebrei erano davvero imbattibili nel campo]. 
                      
  Sempre 
                      nel territorio provinciale ragusano si trova la cittadina 
                      barocca di Scicli, 
                      antico baluardo della via fluviale e di controllo dell'altopiano 
                      interno. In questo itinerario religioso non si può 
                      fare a meno di citare alcune delle sue chiese, a partire 
                      da quella dedicata a Santa Maria La Nova, situata vicino 
                      le colline della Santa Cassa e del Rosario, edificata nel 
                      XV secolo ed ampliata in epoche successive. Essa va ricordata 
                      per il suo prospetto neoclassico e per le opere che raccoglie, 
                      come la statua dedicata all'Immacolata risalente alla prima 
                      metà del 1800, la statua lignea dedicata a Gesù 
                      Cristo Risorto, una statua marmorea dedicata alla Madonna 
                      della Neve risalente alla fine del 1400 ed un'altra statua 
                      realizzata utilizzando il legno di cipresso e raffigurante 
                      la Madonna della Pietà, una statua ritenuta d'origine 
                      bizantina e soggetta alla grande venerazione dei fedeli.
 La 
                      Chiesa è nota anche grazie alla grande presenza di 
                      stucchi e soprattutto di affreschi presenti in misura notevole 
                      nella volta e raffiguranti, ad esempio, scene della vita 
                      di Gesù. Altra rappresentazione figurativa e sacra 
                      presente nella Chiesa è la pala posta vicino l'altare 
                      maggiore e raffigurante "La natività della Madonna". 
                      
  Una 
                      seconda Chiesa sciclitana degna di nota è quella 
                      dedicata a San Matteo, presente nella città sin dall'undicesimo 
                      secolo, antica chiesa madre cittadina anche dopo l'ampliamento 
                      del borgo che portò il trasferimento degli abitanti 
                      dal colle omonimo a valle. Oggi la Chiesa è malauguratamente 
                      in uno stato d'abbandono e di degrado, senza una degna copertura 
                      e con una facciata barocca incompiuta, residuo di un rifacimento 
                      dettato dal celeberrimo terremoto del lontano 1693. 
  Occorre 
                      menzionare poi una ulteriore Chiesa sciclitana dedicata 
                      a San Bartolomeo e situata nella cava omonima. La Chiesa 
                      era già esistente nel XV secolo ed è uno dei 
                      pochi esemplari rimasti quasi indenni dal terremoto nominato 
                      qui più volte. La Chiesa va ricordata non solo per 
                      la sua imponenza, ma anche per un bel esempio di presepe 
                      in legno di tiglio realizzato dal Padula durante la seconda 
                      metà del 1700. La Natività ha la posizione 
                      centrale della struttura mentre contadini e pastori le fanno 
                      da contorno; sullo sfondo si ha la "Gloria degli Angeli" 
                      sospesa in aria. Originariamente il presepe era costituito 
                      da una sessantina di personaggi ed alti circa un metro, 
                      ma oggi ne è rimasta circa la metà. Tra le 
                      altre opere presenti nella Chiesa ci sono delle belle tele 
                      che rappresentano, ad esempio, "Il martirio di San 
                      Bartolomeo", tela posta sull'altare maggiore, ed una 
                      seconda tela raffigurante "L'Immacolata tra Santi". 
  Il 
                      Duomo d'origine normanna di Messina, 
                      intitolato a Santa Maria nel 1197, ha avuto una storia decisamente 
                      sfortunata se si pensa che ha subito varie ricostruzioni, 
                      come quella relativa alla facciata dell'edificio e quelle 
                      degli interni per tentare il recupero dell'antico fascino 
                      decorativo, determinate da eventi nefasti come un doloroso 
                      incendio nel 1254, vari terremoti come quelli del 1693 già 
                      citato varie volte e quello del 1783 ed infine un altro 
                      incendio durante gli anni '40 a causa del quale si persero 
                      numerose opere d'arte veramente importanti come gli affreschi 
                      del Quagliata. 
 Della 
                      sua storia si può ancora dire che la sua rifondazione 
                      fu voluta dal Conte Ruggero dopo la profanazione ed i danni 
                      causati dai Saraceni durante la loro lunga dominazione. 
                      La sua consacrazione avvenne nel già citato 1197 
                      davanti all'Imperatore Enrico VI. A causa dei cataclismi 
                      menzionati, molte delle opere qui contenute sono andate 
                      distrutte e quelle preservate attualmente nella Chiesa sono 
                      in buona parte delle copie. 
 Il 
                      suo attuale interno è ad impianto basilicale con 
                      tre navate e varie colonne monolitiche e contiene varie 
                      espressioni dell'arte figurativa come la statua dedicata 
                      a San Giovanni Battista attribuita al Gagini, unico esempio 
                      delle opere d'arte presenti nella Chiesa prima del già 
                      citato grosso incendio del 1943 e presente nel primo altare 
                      della navata destra e due rappresentazioni sacre raffiguranti 
                      "L'incredulità di S. Tommaso" e "San 
                      Pietro che consegna il Vangelo a San Giacomo" relative 
                      al XVI secolo. 
  Tra 
                      le altre espressioni presenti in questa Chiesa ricordiamo 
                      un bassorilievo raffigurante San Gerolamo penitente realizzato 
                      nel XV secolo da un autore ignoto ed un Crocifisso ligneo 
                      del XVIII secolo. 
 La 
                      bellezza della struttura esterna della Chiesa è aiutata 
                      dal Campanile che sorge in maniera più distaccata 
                      dal resto della costruzione e che contiene varie decorazioni 
                      come il quadrante del calendario e quello del sistema planetario, 
                      alcune scene evangeliche come l'Epifania e la Pentecoste.
 La 
                      sua facciata è a tre portali corrispondenti alle 
                      tre navate della Chiesa ed è arricchita da alcune 
                      decorazioni, come le strisce orizzontali di marmi policromi 
                      presenti nella parte inferiore. La sua bellezza è 
                      arricchita anche dal primo bel portale gotico relativo al 
                      periodo storico che va dal XIV al XVI secolo e che a sua 
                      volta raccoglie delle colonnette con decorazioni varie e 
                      statue di Santi; tale portale è completato dall'architrave 
                      che mostra il Cristo circondato dagli Evangelisti ed un 
                      grande timpano ogivale che mostra la statua della Vergine 
                      con il Santo Bambino. Gli altri due portali della facciata 
                      sono di dimensioni minori rispetto a quello centrale e sono 
                      racchiusi da delle colonnette e spirali. 
 La 
                      Chiesa dedicata alla SS. Annunziata dei Catalani fu eretta 
                      tra la fine del 1100 ed il 1200 sempre a Messina sui resti 
                      di un antico Tempio pagano. La bellezza della chiesa è 
                      data soprattutto dall'incrocio di stili architettonici diversi, 
                      a partire dall'impianto tardo-bizantino e da altri elementi 
                      denuncianti uno stile orientale bizantino come gli archi 
                      a fasce bicolori. 
 La 
                      Chiesa duecentesca dedicata a SS. Maria degli Alemanni -Me- 
                      deve il suo nome all'ordine dei Cavalieri Teutonici che 
                      ha provveduto non solo alla sua costruzione, ma anche a 
                      quella di un ospedale attiguo. La Chiesa è nota soprattutto 
                      come uno dei pochi esempi di arte gotica della Sicilia, 
                      grazie alla sua datazione, anche se allo stato attuale dei 
                      fatti delle due strutture rimane ben poco. Infatti i Cavalieri 
                      Teutonici lasciarono la zona verso la fine del XV secolo, 
                      evento che in parte ha contribuito alla decadenza del sito 
                      stesso. Di tutta la struttura oggi si possono ammirare pochi 
                      resti relativi all'antico ospedale, come un archetto ogivale; 
                      per quanto riguarda la vecchia chiesa, danneggiata nel tempo 
                      anche da cataclismi naturali come il terremoto del 1783, 
                      oggi rimangono la struttura originaria a tre navate divise 
                      da pilastri ed arricchite da volte a crociera che terminano 
                      con delle absidi e delle antiche decorazioni floreali mescolate 
                      con mostri e figure umane presenti nei capitelli. Un elemento 
                      importante della chiesa è decisamente la bella espressione 
                      d'arte gotica rappresentata dal portale, oggi preservato 
                      al Museo cittadino.
 Altro 
                      esempio religioso presente nel messinese è la Cattedrale 
                      della cittadina di Santa Lucia del Mela. Di tale Chiesa 
                      si sa che essa è un'opera d'epoca normanna ma fu 
                      riedificata ed ampliata tra la fine del 1500 e l'inizio 
                      del 1600. Il suo interno rinascimentale prevede tre navate 
                      arricchite da alcune colonne contenenti capitelli dorici 
                      e varie opere sacre come una tavola dedicata a San Marco 
                      Evangelista realizzata dal Guinaccia verso la fine del 1500 
                      ed un Crocifisso ligneo di fattura settecentesca. 
  Il 
                      vecchio Duomo di Milazzo, 
                      sempre in provincia di Messina, è un bell'esempio 
                      di barocco isolano seicentesco arricchito da un portale 
                      tardo rinascimentale presente nella facciata. Attualmente 
                      il Duomo Vecchio vive in cattive condizioni architettoniche 
                      che richiederebbero un buon lavoro di ristrutturazione. 
  L'attuale 
                      Cattedrale di Patti 
                      fu eretta tale nel 1131 ed ha subito notevoli ricostruzioni, 
                      come testimoniano alcuni reperti che attestano i lavori 
                      risalenti al 1300 e 1400, nonché il campanile risalente 
                      al 1588. I lavori di ristrutturazione certamente più 
                      notevoli furono quelli effettuati dopo il famoso terremoto 
                      del 1693 e quello più recente del 1978. Sul prospetto 
                      anteriore della Cattedrale si trova un bel portale archiacuto 
                      retto da colonnine contenenti capitelli con decorazioni 
                      tardo-romaniche, struttura che va a sostituire un antico 
                      portale settecentesco. L'interno della Cattedrale è 
                      ad una sola navata contenente vari reperti storici e sacri, 
                      come le cappelle settecentesche dedicate a Santa Febronia 
                      e al Sacramento e realizzate, il dipinto effettuato da Antonello 
                      de Saliba risalente al XVI secolo e raffigurante "La 
                      Madonna in trono col Bambino tra Angeli", un ulteriore 
                      dipinto raffigurante "L'Adorazione dei Pastori" 
                      del XVIII secolo. Uno dei reperti storici più importanti 
                      della Cattedrale è certamente il sepolcro marmoreo 
                      dedicato ad Adelasia, la moglie del Conte Ruggero e madre 
                      di Ruggero II, morta a Patti nel 1118. L'opera risale al 
                      1557 e colpisce l'occhio del visitatore per la figura giacente 
                      della Regina che riporta elementi estetici tre-quattrocenteschi. 
  La 
                      città di Caltanissetta 
                      conserva vari esempi della sua fede, a partire dalla Chiesa 
                      di S. Agata al Collegio i cui lavori di costruzione iniziarono 
                      nel 1605 per i Gesuiti. L'interno a croce greca è 
                      arricchito da tarsie marmoree e da varie rappresentazioni 
                      artistiche e sacre, come l'Altare dedicato alla Madonna 
                      del Carmine con un paliotto decorato ad intarsio, una pala 
                      posta all'altare maggiore dedicata a "Il Martirio di 
                      Sant'Agata" posta all'interno di una cornice di marmo 
                      nera e sormontata da putti. 
 Sempre 
                      di Caltanissetta occorre citare la Cattedrale dedicata a 
                      S. Maria La Nova e S. Michele, eretta tra la fine del 1500 
                      e l'inizio del 1600. L'interno a croce latina e tre navate 
                      prevede, nella navata mediana, gli stucchi e gli affreschi 
                      creati da Guglielmo Borremans dei primi anni del 1700, una 
                      cappella dedicata all'Immacolata con una bella statua lignea, 
                      una seconda cappella dedicata a San Michele Arcangelo arricchita 
                      con una sua statua lignea policroma ed, ai lati, due statue 
                      marmoree dedicate agli arcangeli Gabriele e Raffaele, una 
                      pala realizzata dal già citato Borremans dedicata 
                      alla "Immacolata e Santi" e posta vicino l'altare 
                      maggiore ed infine una tela realizzata da Filippo Paladino 
                      agli inizi del 1600 e dedicata alla Madonna del Carmelo. 
                      
  A 
                      Gela, 
                      in provincia di Caltanissetta, c'è una piccola ma 
                      storica Chiesa dei Cappuccini dedicata alla Madonna delle 
                      Grazie. Con l'aggettivo piccolo s'intende che la Chiesa 
                      è ad una sola navata, mentre l'aggettivo storico 
                      lascia intendere la storia di questa Chiesa nella quale 
                      i Conventuali Francescani si installarono nel 1261. Originariamente 
                      la Chiesa era posta fuori le mura cittadine, fatto che la 
                      sottoponeva alle incursioni dei barbareschi ed evento che 
                      costrinse i Conventuali a trasferirsi in un altro cenobio 
                      più sicuro all'interno della città. Verso 
                      la fine del 1500 la Chiesa ed il Convento attiguo furono 
                      concessi ai Cappuccini. Della Chiesa, recentemente restaurata, 
                      colpiscono l'altare centrale in legno intarsiato e le otto 
                      finestre di stile gotico presenti lungo le due pareti. 
  La 
                      Chiesa Madre sempre di Gela si trova al posto di un'altra 
                      piccola Chiesa dedicata a Santa Maria De Platea, chiamata 
                      così dai Bizantini che giunsero in Sicilia verso 
                      la fine del 535 circa e che Platea è una città 
                      greca. Anche il quadro dedicato alla Madonna d'Alemanna è 
                      di stile bizantino ed Essa è la patrona cittadina 
                      da svariati secoli.
 
 La 
                      piccola Chiesa di Santa Maria fu elevata a parrocchia sin 
                      dal lontano 1230, fu seriamente danneggiata dal terremoto 
                      del 1693 e fu necessario abbatterla e costruirne una nuova 
                      e più grande. L'attuale struttura della Chiesa è 
                      a croce latina e a tre navate. Il suo prospetto prevede 
                      in alto sul timpano degli acroterii risalenti al periodo 
                      greco, i resti di una colonna dorica e sopra le due porte 
                      laterali si hanno due lapidi marmoree con delle antiche 
                      scritture dell'antica Eraclea e due statue, una dedicata 
                      alla Fede e l'altra alla Carità. Il Campanile fu 
                      costruito agli inizi del 1800. La cupola di questa Chiesa 
                      completa le struttura. Essa ha delle reminescenze rinascimentali 
                      e colpisce per i mattoni rossi che la decorano. Anche Agrigento e la sua provincia rientra a pieno titolo 
                      in questo itinerario religioso grazie alle costruzioni sacre 
                      che raccoglie.
 
  L'itinerario 
                      religioso riguardante la provincia agrigentina deve incominciare 
                      obbligatoriamente dalla Cattedrale di Agrigento 
                      dedicata a san Gerlando la cui fondazione risale all'undicesimo 
                      secolo e che subì notevoli ampliamenti e modificazioni 
                      con il passare dei secoli. L'interno è a croce latina 
                      a tre navate divise da arcate ogivali poste su pilastri 
                      ottagonali. La copertura presenta figure relative a Santi 
                      e Vescovi ed anche degli stemmi gentilizi. La Chiesa presenta 
                      una piccola Cappella dedicata a San Gerlando preservata 
                      da un portale gotico e contenente un reliquario in argento, 
                      l'arca di San Gerlando, purtroppo danneggiato da alcuni 
                      furti.
 Tra 
                      le altre opere qui conservate ricordiamo la statua marmorea 
                      raffigurante La Madonna col Bambino e risalente alla fine 
                      del 1400 e vari monumenti sepolcrali come quello di Gaspare 
                      De Marinis posto nella cappella omonima, oggi battistero, 
                      sepolcro risalente alla fine del 1400 e contenente, tra 
                      l'altro, un rilievo dedicato alla "Madonna col Bambino 
                      e Santi". La Cattedrale conserva anche un suo tesoro 
                      contenente, tra l'altro, un simulacro della Madonna costruito 
                      sfruttando un solo pezzo d'ambra e sovrastato da una pergamena 
                      che rappresenta la curiosa lettera del diavolo, un documento 
                      che, in base alla leggenda, fu redatto da una donna tentata 
                      invano dal diavolo varie volte. La struttura esterna presenta 
                      nel campanile e nelle finestre dei chiari richiami dello 
                      stile architettonico gotico-catalano, mentre il prospetto 
                      è in stile barocco. 
 Altra 
                      Chiesa agrigentina è quella medievale dedicata a 
                      Santa Maria dei Greci caratterizzata dal portale gotico 
                      presente nella facciata e risalente al XIII secolo, con 
                      un interno a tre navate contenente, ad esempio, una statua 
                      lignea dedicata alla Madonna col Bambino e risalente ai 
                      primi anni del 1500.
 L'importanza 
                      storica della Chiesa è data dal fatto che essa sorge 
                      su di un antico tempio dorico risalente al quinto secolo 
                      A.C., probabilmente dedicato ad Athena. Dell'antico tempio 
                      periptero esastilo si possono ammirare alcuni resti presenti 
                      ancora nella Chiesa cristiana attuale, come parte del basamento 
                      con i resti dei tamburi di sei delle tredici colonne dell'antico 
                      tempio e parte della crepidoma.
  La 
                      Chiesa agrigentina dedicata a San Nicola fu eretta dai cistercensi 
                      nel XIII secolo in stile romano-gotico su altri ruderi, 
                      come quelli relativi allo Oratorio di Falaride, un tempio 
                      relativo al primo secolo A.C.. La chiesa rientra a pieno 
                      titolo nella città antica, quindi può essere 
                      ricordato come un sito storico attestante, nella sua unica 
                      navata e quattro cappelle, alcune opere sacre e figurative 
                      come un ciclo di affreschi dedicato ai Santi e relativo 
                      al XVI secolo, il sarcofago di Fedra contenuto in una delle 
                      cappelle citate, un Crocifisso ligneo denominato "Il 
                      Signore della nave", una statua marmorea del XVI secolo 
                      dedicata alla Madonna col Bambino. 
 Poco 
                      distante da Caltabellotta, 
                      in provincia di Agrigento, si può ammirare L'Eremo 
                      di San Pellegrino che con il suo monastero e cappella domina 
                      tutta la città. Il complesso si trova su di una altura 
                      che dal Santo prende il nome.La piccola chiesa fu edificata nel XVIII secolo e l'eremo 
                      annesso ha subito degli ampliamenti successivi. Dalla chiesa 
                      si può accedere a due grotte sovrapposte contenenti 
                      dei santuari rupestri; tali luoghi assumono una certa importanza 
                      grazie alla presenza leggendaria del vescovo San Pellegrino.
 
 Nell'estremità 
                      occidentale della Sicilia si trova il capoluogo di provincia 
                      di Trapani, 
                      originariamente fondato sul villaggio sicano di Drapano, 
                      sviluppatosi grazie all'arrivo dei Fenici nell'ottavo secolo 
                      A.C. con i quali diventa una base navale strategica. 
  Qui 
                      occorre ricordare tale provincia soprattutto per gli edifici 
                      sacri, a cominciare dalla cattedrale trapanese dedicata 
                      a San Lorenzo, eretta agli inizi del 1600 e con una bella 
                      facciata in stile barocco. Essa sorge sullo schema di una 
                      preesistente chiesa del 1300. Nell'interno a tre navate 
                      si possono ammirare varie opere come un bel Crocifisso, 
                      probabile opera del pittore trapanese Lo Verde e lo stemma 
                      di Genova. 
  Sempre 
                      a Trapani c'è il Santuario dedicato All'Annunziata 
                      eretto all'inizio del 1300 ed arricchito dall'aggiunta di 
                      ulteriori Cappelle nei secoli successivi. Tutta la struttura 
                      ha subìto un sapiente lavoro di ristrutturazione 
                      nella prima metà del 1700, ma la facciata è 
                      rimasta quella originaria con un rosone ed un portale gotico 
                      dei primi anni del 1400, mentre le statue dell'angelo e 
                      della Madonna che sovrastano i portaletti laterali risalgono 
                      al 1500. 
 L'interno 
                      prevede una sola grande navata ed innumerevoli opere d'arte, 
                      come la Cappella dei Pescatori istituita verso la fine del 
                      1400 ed oggi battistero contenente un'arcata gotica ed una 
                      cupola ottagonale contenente degli affreschi cinquecenteschi 
                      dedicati ad eventi biblici relativi alla Genesi e la Cappella 
                      dei Marinai eretta nel XVI secolo con elementi rinascimentali 
                      ma contenente ancora delle reminescenze gotiche ed arabo-normanne. 
                       Tra 
                      le altre opere qui preservate ricordiamo La Cappella della 
                      Madonna, il vero Santuario, contenente un arco marmoreo 
                      con figure a rilievo dedicate al "Padre eterno e Profeti", 
                      dei primi anni del 1500 e inoltre la Statua marmorea della 
                      Madonna col Bambino comunemente detta "Madonna di Trapani" 
                      . 
  In 
                      provincia di Trapani c'è una città cara agli 
                      Elimi, cioè Erice. 
                      In questo contesto si tralasciano tutti gli elementi storici 
                      che saranno leggibili nell'itinerario dedicato ai siti archeologici 
                      isolani per dedicarsi completamente agli edifici sacri, 
                      a partire dalla Chiesa Matrice dedicata all'Assunta, eretta 
                      agli inizi del 1300. La struttura esterna presenta un campanile 
                      isolato completato da due ordini di bifore gotiche di evidente 
                      tipo chiaramontano e con un probabile originario scopo di 
                      torre di vedetta voluto da Federico D'Aragona. L'interno 
                      è a tre navate e presenta un ibrido stile gotico 
                      determinato da un lavoro di ristrutturazione effettuato 
                      nella seconda metà del 1800. 
 Esso 
                      presenta una statua relativa alla seconda metà del 
                      1400 e rappresentante la Madonna col Bambino, una ancona 
                      marmorea dei primi anni del 1500 raffigurante a bassorilievo 
                      la Madonna, alcuni Santi e scene relative alla Passione.
  Il 
                      Duomo di Marsala, 
                      sempre nel contesto provinciale citato, è dedicato 
                      a San Tommaso di Canterbury ed è stato eretto nel 
                      1628 sullo stesso luogo in cui si trovava un antico impianto 
                      normanno. così come per buona parte delle Chiese 
                      citate in questo itinerario, la Chiesa ha subito dei rifacimenti 
                      e cambiamenti nel corso dei secoli. Nel suo interno a tre 
                      navate si raccolgono varie espressioni raffigurative, come 
                      quelle presenti in una prima cappella, cioè una statua 
                      marmorea dedicata all'Assunta e dei pannelli in marmo relativi 
                      al "Transito della Madonna" e "La presentazione 
                      di Gesù al Tempio"; queste tre opere sono nate 
                      dal genio creativo del Gagini. tra le altre opere di questo 
                      artista preservate nella chiesa ricordiamo quella creata 
                      nel 1565, cioè la "Madonna dell'Itria", 
                      una mezza figura che s'innalza da un sarcofago eretto da 
                      degli eremiti, un sarcofago dedicato a Giulio Lazaro e la 
                      statua dedicata a San Tommaso Apostolo. 
  La 
                      Cattedrale di Mazara 
                      del Vallo è stata eretta nel 1093, anno in 
                      cui fu istituito il Vescovado. L'interno a tre navate su 
                      colonne monilitiche presenta varie opere come una statua 
                      dedicata alla Madonna col Bambino di scuola gaginesca, un 
                      complesso costituito da sei statue marmoree rappresentanti 
                      la "Trasfigurazione" commesse ad Antonello Gagini 
                      ma eseguite da suo figlio Antonino, delle statue dedicate 
                      a San Bartolomeo, S. Ignazio e San Vincenzo. 
 Un 
                      cenno merita il Museo della Cattedrale al quale si accede 
                      dal vestibolo dell'aula capitolare e nel quale sono preservate 
                      maggiormente opere sacre come il sarcofago del vescovo Montaperto 
                      realizzato da Domenico Gagini e delle tele, fra le quali 
                      ricordiamo quella raffigurante il "Battesimo di Ruggero 
                      da parte di Ferdinando II". 
 Enna 
                      è l'unica provincia isolana a non avere contatti 
                      col mare, ma la sua bellezza risiede nelle distese di vallate, 
                      nell'andamento sinuoso e nella presenza di laghi creati 
                      attraverso le dighe che vanno a limitare e controllare i 
                      corsi d'acqua. La città fu probabilmente creata dai 
                      Sicani all'epoca della pace fatta con i Siculi ed i Greci 
                      vi arrivarono nel IV secolo A.C..
  Essa 
                      può rientrare in questo itinerario religioso grazie 
                      al suo Duomo, costruito nel 1307, distrutto da un nefasto 
                      incendio nel XV secolo e quindi ricostruito successivamente. 
                      La sua struttura interna è suddivisa in tre navate 
                      divise da arcate ogivali poste su colonne finemente decorate. 
                      In alcuni capitelli sono presenti gli stemmi degli Evangelisti 
                      realizzati da Gian Domenico Gagini. Tra le varie opere qui 
                      contenute ricordiamo le statue dedicate a San Gabriele, 
                      all'Annunziata e alla Madonna della Visitazione, numerose 
                      pale d'altare realizzate da Guglielmo Borremans come quelle 
                      dedicate al "Transito della Vergine" ed al "Battesimo 
                      di Gesù" ed un altro affresco dedicato alla 
                      Madonna del Melograno. 
  Il 
                      Duomo di Piazza 
                      Armerina è dedicato all'Assunta e fu realizzato 
                      a partire dal 1604. L'interno a croce latina e ad una sola 
                      navata presenta varie opere, a partire dalle tele raffiguranti 
                      "San Benedetto ed il servo Totila", "L'Epifania", 
                      "Il Martirio dei Santi Quaranta", "SS.Trinità". 
                      Essa custodisce anche una Madonna che, pare, sia stata donata 
                      da Papa Nicolò II al Conte Ruggero. 
 La 
                      Cattedrale di Nicosia 
                      è dedicata a San Nicola e fu edificata nel XIV secolo 
                      sui resti di una antica Chiesa normanna; nel corso dei secoli 
                      ha subito dei rifacimenti. Il campanile trecentesco è 
                      a tre ordini ed è ornato superbamente da monofare, 
                      bifore e rosoncini. La chiesa presenta, tra l'altro, un 
                      pulpito marmoreo gaginiesco, un fonte battesimale ed un 
                      dossale d'altare rappresentante delle scene della passione, 
                      entrambi di scuola gaginiesca ed un grande Crocifisso denominato 
                      il "Padre della Provvidenza". La Chiesa è 
                      anche sede vescovile. 
 Per 
                      concludere questo itinerario religioso occorre ricordare 
                      una provincia molto importante della Sicilia, centro universitario 
                      e soprattutto storico che ha saputo rivalutarsi negli ultimi 
                      anni. Si sta parlando di Catania. 
                        Di 
                      essa si conosce il famoso ed attivo vulcano Etna, ma va 
                      ricordata soprattutto per il suo impianto monumentale ed 
                      architettonico notevole all'inizio del XVIII secolo dopo 
                      un tremendo terremoto che la colpì. Katane fu originariamente 
                      colonizzata dai greci intorno il 729. Essa fu successivamente 
                      dominata da Ierone di Siracusa, dai Romani, dai Musulmani 
                      che diedero l'avvio al paesaggio agrario tipico della zona, 
                      dai Normanni che imposero il ritorno al latifondo ed il 
                      controllo agricolo esercitato dai monasteri. La città 
                      ed il territorio provinciale catanese rientrano a pieno 
                      titolo in questo itinerario grazie ad innumerevoli espressioni 
                      architettoniche simbolo della fede locale. 
  Primo 
                      monumento religioso che merita la menzione è la Cattedrale 
                      catanese dedicata alla patrona cittadina, S. Agata, e fortemente 
                      voluta dal Conte Ruggero. Essa fu edificata nei primi anni 
                      della dominazione normanna dell'isola. Dell'originario Tempio 
                      Cristiano rimangono ancora visibili, dunque integri, il 
                      corpo dell'alto transetto e tre absidi semicircolari. Il 
                      prospetto principale è una parte più recente 
                      rispetto al nucleo centrale visto che la sua costruzione 
                      fu ultimata nel 1761.
  Il 
                      Campanile è ancora più recente visto che fu 
                      terminato nel 1868. La chiesa ha subito veri restauri, come 
                      quello del 1959. il suo interno presenta tre navate divise 
                      da pilastri e contenenti, tra l'altro, dei quadri realizzati 
                      dal già citato Borramans - ad esempio quello dedicato 
                      a "S. Febronia", quello dedicato a "S.Rosalia" 
                      -; vari sarcofaghi e tombe importanti come la tomba dedicata 
                      al musicista di origine catanese Vincenzo Bellini, la tomba 
                      di Costanza d'Aragona, moglie di Federico III, la tomba 
                      del Cardinale Dusmet ed un sarcofago romano proveniente 
                      dall'Asia Minore e contenente le spoglie di nobili reali 
                      che vissero a Catania; delle cappelle, come quella dedicata 
                      al sacro Cuore, quella dedicata alla Madonna e contenente, 
                      tra l'altro, la già citata tomba di Costanza, quella 
                      dedicata a S. Agata contenente il suo tesoro costituito 
                      dal busto in argento che preserva il suo torace e la sua 
                      testa; esso conserva anche i gioielli ex-voto dei fedeli, 
                      molti dei quali molto antichi e contribuiscono ad aumentare 
                      il valore storico ed economico di questo tesoro; completa 
                      il tesoro della Santa lo scrigno, la cassa reliquaria di 
                      legno rivestita in argento contenente le altre membra della 
                      Santa. L'importanza della chiesa è aumentata dalle 
                      altre reliquie di altri Santi che essa preserva, come il 
                      braccio reliquario di San Giorgio, ed altre espressioni 
                      artistiche come i bassorilievi dedicati alle scene della 
                      Passione. 
  Altra 
                      chiesa catanese è quella dedicata a San Benedetto, 
                      risalente ai primi anni del 1700, con una sola navata e 
                      con la volta contenente affreschi dedicati al santo ed inoltre 
                      un prezioso altare maggiore del XVIII secolo. 
  La 
                      Collegiata è la Regia Cappella Catanese costruita 
                      nei primi 20 anni del 1700 la cui facciata è un bell'esempio 
                      di tardo barocco. Il suo interno a croce latina e a tre 
                      navate presenta, tra l'altro, una cupola affrescata rappresentante 
                      "La glorificazione di Maria" e due grandi quadri 
                      della fine del 1800 rappresentanti "Eugenio IV crea 
                      il capitolo dei Canonici" e "Fedeli davanti l'edicola". 
 La 
                      Chiesa di San Nicolò ebbe un'edificazione sfortunata 
                      perché incominciò qualche anno prima del terremoto 
                      del 1693, fu sospesa per un ventennio e poi ricominciata. 
                      Tale costruzione si è dunque protratta negli anni, 
                      ma ci ha regalato una bella Chiesa a croce latina e a tre 
                      navate contenente, tra l'altro, varie rappresentazioni sacre 
                      ad esempio dedicate a "San Gregorio", "San 
                      Giuseppe", "L'adorazione dei pastori" ed 
                      un coro intagliato con scene prese dal Vangelo. A sinistra 
                      della Chiesa si ha il monastero benedettino dedicato a San 
                      Nicolò l'Arena, oggi sede della facoltà di 
                      lettere e filosofia. 
 Come 
                      ultima chiesa catanese ricordiamo quella dedicata a S. Agata 
                      la Vetere, ricostruita dopo il famoso terremoto del 1693 
                      al posto di una basilica paleocristiana. Essa contiene, 
                      ad esempio, una pala dedicata a "S. Agata cui appaiono 
                      l'Angelo e San Pietro" ed il sarcofago di Sant'Agata. 
                      
  Incominciando 
                      ad analizzare il territorio provinciale catanese, si può 
                      parlare della Chiesa dedicata a Maria SS. Della Stella presente 
                      a Militello 
                      Val Di Catania. Oggi essa è divenuta santuario 
                      e contiene molte espressioni artistiche e sacre, come una 
                      grande pala di terracotta rappresentante al centro la Natività, 
                      nella lunetta L'eterno Padre fra due Angeli e nella predella 
                      Cristo tra la Vergine e gli Apostoli, una pala dedicata 
                      al martirio di San Bartolomeo ed una statua dedicata al 
                      Cristo alla Colonna. La cappella presbiterale è dedicata 
                      a Maria Ss. della Stella, patrona cittadina, e conserva 
                      un Crocifisso settecentesco. 
  Il 
                      Duomo di Acireale 
                      dedicato all'Annunziata e a Santa Venera fu costruito tra 
                      la fine del 1500 e l'inizio del 1600. La volta della sua 
                      navata mediana presenta affreschi dedicati al Padre Eterno 
                      e all'Annunciazione e Gloria di San Vincenzo mentre la volta 
                      del presbiterio presenta degli affreschi dedicati alla Incoronazione 
                      della Vergine. Si ha anche un bel fercolo dedicato a Santa 
                      Venera che è utilizzato durante i festeggiamenti 
                      dedicati alla Santa. 
  Infine 
                      ricordiamo la Basilica dedicata a Santa Maria presente a 
                       Randazzo. 
                      È un'antichissima costruzione sacra d'origine normanno-sveva 
                      la cui edificazione terminò nel 1239 ma che fu ristrutturata 
                      e rimaneggiata nei secoli successivi. Dell'originario edificio 
                      oggi rimangono tre grandi absidi. La Chiesa presenta degli 
                      affreschi sulla volta della navata mediana raffiguranti 
                      storie di Maria, una tavola rappresentante "Il Transito, 
                      l'Assunzione e l'Incoronazione di Maria" ed un affresco 
                      restaurato risalente al XIII secolo e dedicato alla Madonna 
                      del Pileri. 
 La 
                      chiesa dedicata a S. Margherita presente a Sciacca 
                      -Ag- va ricordata innanzitutto per l'edificazione voluta 
                      da Eleonora d'Aragona nel 1342. Successivamente fu affidata 
                      alla tutela e gestione dei Cavalieri Teutonici che la completarono 
                      con la costruzione di un attigua ospizio. Nel XVI secolo 
                      subì un ulteriore notevole ampliamento.
 La 
                      sua struttura esterna si presenta come un blocco geometrico 
                      ravvivato dalla presenza delle finestre e del portone, ma 
                      nel complesso molto semplice. Lo stesso si ha all'interno 
                      ad una unica navata, nota soprattutto per gli stucchi policromi. |