GELA
La
colonia di Gela viene fondata da rodio-cretesi verso la
fine del VII sec. a.C. La città prospera, si espande ad
occidente e fonda Agrigento, che ben presto la supererà
in importanza. L'apogeo viene raggiunto sotto la guida di
due tiranni: Ippocrate e Gelone, il quale però decide, durante
il suo regno, di trasferirsi a Siracusa. La città perde
quindi man mano d'importanza politica, ma non culturale.
E' infatti a Gela che Eschilo decide di passare gli ultimi
anni della sua vita.
Più volte distrutta e ricostruita, Gela viene completamente
riedificata da Federico II nel 1230.
La pianura circostante, che ha assistito allo sbarco delle
truppe americane nel luglio 1943, è una delle zone più fertili
dell'isola. Giacimenti petroliferi che alimentano una raffineria
e un complesso petrolchimico contribuiscono a migliorare
l'economia della città.
LA
CITTA' GRECA
Museo
Archeologico Regionale - Corso Vittorio Emanuele,
all'estremità orientale della città. Il bell'allestimento
rende giustizia ai reperti ritrovati nella zona ed esposti
secondo un criterio cronologico e tematico. Apre la collezione
il kylix che reca l'iscrizione con il nome del fondatore
della città, Antifemo. Dalla zona dell'acropoli proviene
una bella serie di antefisse con i tratti di gorgoni e sogghignanti
sileni (VI e V sec. a.C.). Tra i pezzi del carico pregiato
di una nave del V sec. a.C. figurava anche un askos con
Sileno e Menade di delicata fattura. Il piano superiore
dedicato ai santuari extraurbani ed ai siti del territorio.
Da un deposito votivo nei pressi del santuario di Bitalemi
provengono alcuni attrezzi agricoli in ferro tra i quali
si riconosce un rastrello. L'ultima sala (di nuovo a pianterreno)
raccoglie una bella collezione di vasi arcaici ed attici
provenienti dalle necropoli e le collezioni Navarra e Nocera.
Acropoli
- Si trova accanto al museo. La plateia (il decumano
romano, cioè la via principale) divide nettamente in due
parti la città: a sud la zona sacra, con due templi (resta
in piedi una colonna del tempio C. edificato nel V sec.
a.C. per la vittoria ad Himera): a nord i quartieri abitati,
completi di botteghe.
Fortificazioni
- Ad ovest della città, in località Capo Soprano.
Gli scavi hanno riportato alla luce resti di fortificazioni
greche particolarmente ben conservate. Il muro, lungo circa
300 m. risale al periodo a cavallo tra il IV ed il III sec.
a.C., a quando cioè Timoleonte restaura la democrazia e
dà inizio alla ricostruzione della città, rasa al suolo
dai Cartaginesi (405 a.C.).
La struttura si conpone di due fasce. Quella inferiore,
più antica, è formata da conci di pietra arenaria, regolari
e ben squadrati ed è di fattura particolarmente curata.
A causa di un insabbiamento avvenuto intorno al 310 a.C.,
il muro venne rialzati utilizzando mattoni crudi di argilla
(cotti al sole) che formano un cammino di ronda merlato
nella parte esterna, a tratti ancora visibile. Di carattere
molto fragile, questa parte si è conservata in quanto ben
presto ricoperta da dune di sabbia. Oggi, è protetta da
un rivestimento in plexiglas. La sezione del lato sud, che
prosegue fin di fronte al mare, è caratterizzata, nella
parte esterna, da speroni. Il tratto occidentale era rafforzato,
nella sua funzione difensiva, da una torretta quadrangolare
di cui si può ancora vedere la base. Poco oltre si trova
anche una fornace circolare di epoca medievale. A nord si
possono ancora vedere resti di costruzioni, probabilmente
alloggi militari e casermette.
Complesso
termale - Si trova poco distante dalle fortificazioni,
presso un Ospizio di Mendicità. Di epoca ellenistica,
si compone di due ambienti. Il primo è diviso in due zone:
una con piccole vasche disposte in cerchio, l'altra con
vasche a ferro di cavallo. Il secondo ambiente è un ipocausto
(riscaldamento sotterraneo) e probabilmente veniva anche
sfruttato per saune. I bagni vennero distrutti da un incendio
verso la fine del III sec. a.C.
DINTORNI
Licata
- 31 km a est. Il centro della cittadina è piazza
Progresso da cui si dipartono via Roma e corso Vittorio
Emanuele, lungo i quali si allineano i monumenti più interessanti,
risalenti al Settecento. Nella prima si possono vedere la
chiesa ed il chiostro di S. Domenico e la Chiesa del Carmine.
Il corso è invece scandito da palazzo Frangipane con mensole
a forma di mostri e chimere, e dalle chiese di S. Francesco
e di S. Maria la Nova (Chiesa Madre).
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