CATANIA
PIAZZA
DEL DUOMO
Centro monumentale della città progettato da Vaccarini,
questa piazza deve il suo armonioso aspetto barocco agli
edifici che la delimitano. Al centro, la Fontana dell'Elefante,
simbolo di Catania, cui fa riscontro, più defilata, sul
lato sud, l'ottocerntesca Fontana dell'Amenano
con i palazzi dei Chierici e Pardo a fare da scenario.
La piazza è dominata dalla bella facciata del Duomo, subito
seguita sulla destra dal palazzo Vescovile e da porta Uzeda.
Sulla sinistra, in posizione un po' arretrata, la bella
Badia di S. Agata. Il lato settentrionale è quasi totalmente
occupato dall'elegante prospetto
del Palazzo Senatorio o degli Elefanti (sede
del Municipio), opera di GB. Vaccarini. Nella corte si possono
ammirare due berline del senato.
Fontana
dell'Elefante - E' stata ideata nel 1735 e ricorda l'obelisco
di piazza della Minerva a Roma. Su un alto zoccolo in pietra,
un elefante in nera pietra lavica, forse di origine bizantina
(ornava la piazza già nel '500) sostiene sul dorso un obelisco
antico coperto di geroglifici relativi al culto d'Iside,
largamente praticata nell'antico Egitto, da dove i Romani
lo hanno prelevato.
Duomo
- Dedicato a S. Agata, patrona della città, è stato edificato
alla fine dell'XI sec. dal normanno Ruggero I, ma rifatto
dopo il terremoto deI 1693. La facciata* è uno dei capolavori
di Vaccarini. Lungo via Vittorio Emanuele II, in corrispondenza
del cortile del palazzo del Vescovo, si possono ammirare
le alte absidi normanne in lava. L'aspetto massiccio e le
alte e strette monotone che fanno pensare a delle fenitoie
sottolineano come il Duomo fosse concepito come chiesa fortificata.
Il lato nord presenta un bel portale cinquecentesco, con
una trabeazione ornata da putti.
Interno - Ingresso dal lato nord. Nel pavimento sono
stati portati alla luce alcuni basamenti delle colonne dell'edificio
normanno. Addossato al 2° pilastro a destra, nella navata
centrale, si può vedere la stele funeraria di Bellini, morto
a Puteaux, dove risiedeva, ed inizialmente sepolto a Parigi.
Il transetto è chiuso da due cappelle cui si accede attraverso
begli archi rinascimentali. Quella di destra, dedicata alla
Madonna, racchiude il sarcofago di Costanza, moglie di Federico
III d'Aragona, morta nel 1363. L'abside destra è occupata
dalla cappella di S. Agata, di epoca rinascimentale, ma
già esuberante nel decoro, soprattutto per le dorature.
Particolarmente ricco è il portale di fattura spagnola che
dà accesso alle reliquie ed al tesoro (sulla sinistra).
Di fronte si trova il bel monumento funebre del vicerè Ferdinando
de Acua, inginocchiato (1495). Nel coro gli stalli scolpiti
nel XVI sec. illustrano episodi della vita di S. Agata.
Nella
sagrestia si trova un grande affresco (purtroppo rovinato)
che raffigura in modo abbastanza veritiero la città prima
del 1669. con l'Etna sullo sfondo e le colate di lava che
stanno per invaderla.
Sotto la chiesa sussistono i resti delle Terme Achilliane
(normalmente accessibili da una botola davanti all'edificio,
ma temporaneamente chiuse).
Badia
di S. Agata - Di fianco al Duomo, contribuisce all'armonia
della piazza. L'andamento curvilineo della facciata è coronato
da una cornice che sottolinea il primo ordine e che culmina,
al centro, in un timpano triangolare. E'anch'essa un capolavoro
di Vaccarini.
Fontana
dell'Amenano - Alimentata dall'omonimo fiume che prima
di giungere qui tocca alcuni dei principali monumenti di
epoca romana (il teatro e le terme della Rotonda), viene
familiarmente chiamata dai catanesi "Acqua a lenzuolo",
per il modo in cui l'acqua scende dalla vasca superiore
formando un velo continuo. Alle sue spalle si apre piazza
Alonzo di Benedetto, ove ogni mattina si tiene il pittoresco
e vivacissimo mercato del pesce che continua anche al coperto,
negli ambienti che costituivano in passato il corpo di guardia
della porta di Carlo V. La porta faceva parte
delle fortificazioni cinquecentesche ed il prospetto principale
è ancora visibile da piazza Pendo. Sempre su piazza di Benedetto,
lungo il muro di Palazzo Chierici, si può vedere la Fontana
dei Sette Canali.
Il
quartiere. Nel tratto di via Vittorio Emanuele II alle
spalle del Duomo si trovano alcuni bei monumenti. Su una
piccola piazza sulla destra si affaccia la bella chiesa
di S. Placido. la cui facciata, dalle morbide
linee concave, è opera di Stefano Ittar (1769).
Lungo il lato destro della chiesa (via Museo Biscari) si
allinea l'ex-convento del quale si possono ancora vedere
linee del portale e di alcune finestre. Nel cortile (ingresso
da via Landolina) si trovano i resti di Palazzo Platamone
(XV sec.), una bella balconata a fasce bicrome.
Palazzo
Biscari - E' il più bell'edificio civile della città.
Venne edificato dopo il terremoto del 1693, ma raggiunse
il suo splendore circa 60 anni più tardi con Ignazio Biscari,
uomo eclettico, appassionato di arte, letteratura ed archeologia
che promosse molti degli scavi della zona e inaugurò addirittura
nel palazzo un museo di archeologia.
Il lato sud in particolare presenta una ricchissima decorazione
a figure, volute, putti e racemi che incorniciano le finestre
della lunga terrazza e che emergono dalla facciata scura.
L'ingresso del palazzo (via Museo Biscari) è costituito
da un ricco portale che dà accesso ad un cortile ornato
da una bella scala a tenaglia. Da qui si accede alle stanze
di rappresentanza. In fondo si trova il bel salone delle
feste, affrescato da Sebastiano Lo Monaco ed arricchito
da stucchi, donature e specchi. Al centro, il soffitto si
apre in una cupola ovale completa di ballatoio che ospitava
in passato i musicisti. La musica così sembrava scendere
direttamente dal cielo. L'affresco raffigura il trionfo
del casato festeggiato dal consiglio degli dei. Una leziosa
scala a chiocciola situata nella galleria adiacente alla
sala costituisce l'accesso al palchetto. Dalla galleria
si gode anche di una bella visuale sulla terrazza del lato
sud.
IL
QUARTIERE OCCIDENTALE
Si snoda lungo via Vittorio Emanuele II che, con la più
commerciale e monumentale via Etnea, costituisce il "centro"
ed il passeggio della città. La visita inizia da piazza
S. Francesco su cui prospetta la monumentale chiesa dedicata
al santo e da cui diparte la bella via Crociferi.
Via
Crociferi - Può essere considerata la via del barocco
catanese per eccellenza. Gli edifici che la fiancheggiano,
soprattutto nel primo tratto, la rendono infatti di una
bellezza e di una armonia uniche. Vi si accede dall'Arco
di S. Benedetto, fiancheggiato dalla Badia Grande
e dalla Badia Piccola. Sulla sinistra si allineano le due
chiese di S. Benedetto e di S. Francesco
Borgia. La piccola via fra le due chiese è
delimita ta, in fondo, da Palazzo Asmundo.
Continuando in via Crociferi si incontra sulla sinistra
il complesso dei Gesuiti che oggi ospita l'lstituto d'Arte.
Il primo cortile, attribuito a Vaccarini, presenta un bel
porticato a due ordini. Lo stesso modulo compositivo è visibile
anche nella corte dell'Università nell'omonima piazza. Bello
anche il disegno della pavimentazione a ciottoli bianchi
e neri.
Sulla destra, l'elegante facciata curvilinea di S.
Giuliano è probabilmente opera di Vaccarini. All'interno,
a croce greca che si smussa in un ottagono, l'altare in
agata e pietra dura è sovrastato da un crocefisso trecentesco
dipinto su legno. La via è chiusa sul fondo dal cancello
di villa Cerami, oggi sede della Facoltà di Giurisprudenza.
Museo
Belliniano - La casa natale di Vincenzo Bellini (1801-1835)
è stata sistemata a museo ed ospita documenti, ricordi e
ritratti, un cembalo e la spinetta del nonno del musicista.
Nell'ultima sala sono raccolti alcuni spartiti autografi.
Museo
Emilio Greco - Conserva l'intera opera grafica di questo
artista catanese (1913-1995) conosciuto soprattutto come
scultore. I soggetti, volti e corpi. femminili, dimostrano
una particolare attenzione per l'armonia delle forme derivata
dallo studio dell'arte greca.
Teatro
Antico - Accesso dal n° 266 di C.so Vittorio Emanuele
II. Il teatro nella sua forma attuale risale all'epoca
romana. Non è però da escludere che si sia impiantato su
uno greco di cui però non restano tracce se non nella letteratura
del tempo (Discorso di Alcibiade ai catanesi durante la
guerra del Peloponneso). Costruito in pietra lavica, aveva
però i sedili in pietra calcarea o marmo (per le persone
importanti) e poteva ospitare 7000 spettatori. La cavea
poggia su tre corridoi con copertura a volta collegati tra
loro ed alla cavea attraverso vomitoria che facilitavano
il flusso degli spettatori.
Già in epoca normanna il teatro venne in parte spogliato
dei suoi marmi, utilizzati per edificare la cattedrale.
Attiguo al teatro, si trova un Odeon costruito in epoca
successiva. Era un ambiente più piccolo destinato agli spettacoli
di musica e alle orazioni. Alle spalle della cavea si trovano
gallerie disposte a raggiera delle quali non si conosce
ancora l'esatto utilizzo.
Chi fosse particolarmente interessato ai reperti romani
può farsi accompagnare dai custodi del teatro a visitare
le Terme della Rotonda (via della Rotonda)
oggi ridotte ad una sola sala circolare coperta da una cupola,
trasformata in chiesa in epoca bizantina (VI sec.). E possibile
inoltre farsi accompagnare a visitare anche le Terme
dell'Indirizzo (piazza Currò). Lo stabilimento termale
era formato da circa dieci ambienti con copertura a cupola.
Ben visibili sono le fornaci utilizzate per
riscaldare le sale ed anche alcuni tubi a sezione rettangolare
per il passaggio d'aria calda.
Casa
di Verga
(Vedi http://www.sicilyweb.com/musei/ct-cngv.htm)
Via S. Anna, 8. E' qui che lo scrittore Giovanni
Verga (1840 - 1922) ha trascorso molti anni della sua vita.
La casa è rimasta come lui l'ha lasciata tranne per il fatto
di essere stata arricchita di alcuni mobili che si trovavano
nella sua abitazione milanese (ultime stanze). Nello studio
si può curiosare nelle "passioni letterarie" dello scrittore
e spiare i suoi autori preferiti. Tra gli altri spiccano
Capuana, D'Annunzio e la Deledda.
VIA
ETNEA
Quest'arteria rettilinea lunga più di 3 km è fiancheggiata
dai principali negozi e piazza dell'Università ed infine
piazza Stesicoro, prima di giungere a Villa Bellini, il
bel giardino comunale.
Piazza
dell'Università - Di forma quadrata, è circondata da
palazzi maestosi. A destra Palazzo Sangiuliano,
del Vaccarini, a sinistra l'Università, costruita intorno
ad una bella corte quadrata delimitata da un portico che
si alza in una loggia di uguale tipologia. La piazza è rischiarata,
la sera, da quattro bei lampioni (1957), opera di uno scultore
catanese.
Più avanti si ammira la bella facciata concava della Collegiata
(S. Maria della Consolazione), opera di Stefano Ittar (XVIII
sec.). Poco oltre, sulla sinistra, il bel prospetto di Palazzo
San Demetrio (XVII-XVIII sec.), con un ricco portale
e delle notevoli mensole. La settecentesca chiesa di S.
Michele Arcangelo presenta, subito oltre l'ingresso,
una doppia scalinata marmorea in cima alla quale si trovano
due acquasantiere di gusto barocco, raffiguranti due angeli
che reggono un drappo marmoreo che avvolge parte del bacino
e "copre" il tavolo che lo sorregge.
Piazza
Stesicoro - Al centro, si possono vedere i resti di
un vastissimo anfiteatro romano (105 m per 105) che poteva
accogliere più di 15000 spettatori. Oggi è purtroppo in
gran parte nascosto dalla soprastante piazza ed edifici
barocchi.
S.
Biagio (o S. Agata alla Fornace) - L'attuale edificio
settecentesco è stato costruito ove un tempo sorgeva una
cappella dedicata alla santa patrona, martirizzata proprio
qui. In epoca romana infatti in questa zona erano ubicate
le fornaci. All'interno della chiesa una cappella (in fondo
a destra) custodisce la carcara (fornace) ove Agata trovò
la morte. La chiesa di S. Agata al Carcere,
alle spalle della piazza, è stata edificata, vuole la tradizione,
sopra la prigione romana ove venne rinchiusa la santa nel
251. L'ingresso è costituito da un bel portale romanico.
Di fianco alla chiesa è stato piantato un ulivo selvatico
in onore della leggenda che narra che dove Agata sostò,
prima di entrare nel carcere, germogliò questa pianta.
Villa
Bellini - Questo grande e rigoglioso parco è coperto
di vegetazione esotica. Dalla cima della collina (dove si
trova un chiosco) si gode di una bella vista sulla città
e sull'Etna.
Orto
Botanico - Ingresso da via Longo. Nato negli
anni '50, raccoglie sia piante locali che specie provenienti
da altre parti del mondo. Notevoli gli esemplari di Dracena
Drago e di Euforbia Brachiata.
E
INOLTRE...
Complesso Monumentale di S. Nicolò l'Arena - I Benedettini,
uno degli ordini più potenti e ricchi della città, hanno
edificato un grandioso monastero (XVI-XVIII sec.) affiancato
da una imponente chiesa purtroppo incompleta nella facciata.
Il tempio, molto vasto e spoglio, ha un bella cassa d'organo
settecentesco (in restauro) alle spalle dell'altare. Nel
pavimento del transetto una meridiana del 1841 viene illuminata
a mezzogiorno e 13 minuti (un tempo alle dodici spaccate).
Monastero
- Il presente edificio risale all'inizio del '700. Il notevole
portale sulla sinistra della chiesa immette nel cortile
da cui si gode di una bella visuale sui lati est e sud,
opera di Antonino Amato. La ricca decorazione ricorda quella
del contemporaneo Palazzo Biscari (si veda sopra). Il primo
chiostro ha al centro un chioschetto neogotico con decorazioni
in maiolica. Il monastero, oggi sede della Facoltà di Lettere,
ha conservato la bella sala ovale del Refettorio, oggi Aula
Magna, e la biblioteca con la bellissima Sala Vaccarini
rischiarata da grandi finestre ovali e con un bel pavimento
in maiolica napoletana del '700.
S.
Maria del Gesù - Edificata nel 1465 è stata ampiamente
rimaneggiata. Originale è la bella Cappella Paternò a cui
si accede attraverso un arco rinascimentale sormontato da
una lunetta con la Pietà, opera di Antonello Gagini, che
ha anche realizzato una Madonna con il bambino (2° altare
a destra).
Castello
Ursino - Severo e massiccio, venne edificato nel XIII
sec. da Federico II di Svevia in riva al mare, ora lontano
a causa delle colate di lava che, nel 1669, hanno sottratto
lembi di terra all'acqua. Porterebbe il nome di un console
romano (Arsinius) oppure quello della famiglia romana degli
Orsini, rifugiatasi qui nel Medioevo dopo essere stata cacciata
da Roma per essersi schierata dalla parte dei Ghibellini
(sostenitori dell'imperatore).
Costruito su pianta quadrata, è delimitato agli angoli da
quattro torrioni cilindrici ai quali si aggiungono, al centro
di due lati altre due torri.
Pinacoteca
- La collezione comprende dipinti soprattutto di artisti
meridionali e copre un arco di tempo che va dal XV al XIX
sec.
Particolarmente delicati i tratti del volto della Madonna
nel polittico della Vergine in Trono, S. Antonio e S. Francesco
di Antonello de Saliba (XV sec.), allievo
di Antonello da Messina. Tra i caravaggeschi emerge il bel
S. Cristoforo di Pietro Novelli, di grande
vigore espressivo. Michele Rapisardi, figura
di rilievo dell'Ottocento catanese, è presente con due bei
studi, uno per i Vespri Siciliani e soprattutto quello per
la Testa di Ofelia pazza in cui lo sguardo allucinato della
donna sembra quasi indagare ed accusare chi la osserva.
Altro artista catanese è Giuseppe Sciuti: la sua Vedova
esprime un'infinita malinconia. Si notino infine il Pastorello
malato, delicato acquarello di Guzzone e i vividi dipinti
di Lorenzo Loiacono.
Teatro
Bellini - Il tempio cittadino della musica lirica è
dedicato al suo più illustre musicista. Ed è stata proprio
la Norma ad inaugurarlo nel 1890. La bella sala vanta una
delle migliori acustiche del mondo.
Palazzo
Manganelli - In questo bel palazzo dalla ricca decorazione
sono state girate alcune scene del Gattopardo di Luchino
Visconti, film tratto dal celeberrimo romanzo di Tomasi
di Lampedusa.
TURISMO
Catania
è la città dell'Etna, in continuo e vivo rapporto con il
vulcano che spesso ha tradito la sua fiducia facendo scendere
le sue colate di lava fin dentro le sue mura. E non è solo
il profilo del vulcano a ricordarcelo, ma anche il colore
scuro che spesso caratterizza i monumenti, le case, i portoni
e che, quando non è pietra lavica, viene prodotto nell'intonaco.
I colori dominanti della città sono quindi il nero ed il
bianco, a creare un suggestivo e marcato contrasto. Il secolo
"triste" della città è sicuramente il '600 quando, a distanza
di poco più di 30 anni viene invasa dalla lava (1669) e
distrutta da un terribile terremoto (1693). Ma è anche il
secolo che segna la rinascita, con un nuovo assetto urbano,
grandi arterie, piazze e monumenti. Il principale fautore
è l'architetto Giovanni Battista Vaccarini (1702-1768).
lI barocco quindi domina a Catania e spesso cela alla vista
i segni che la storia precedente ha lasciato: il teatro
antico l'Odeon, l'anfiteatro si nascondono dietro o sotto
i palazzi settecenteschi. Catania è anche la patria di un
grande musicista, Vincenzo Bellini (1801-1835) e
dello scrittore Giovanni Verga (1840-1922).
Porto attivo e seconda città siciliana dopo Palermo, Catania
è anche una delle città più calde d'Italia e la temperatura
supera, in estate, i 40° C.
Dal 3 al 5 febbraio una grandiosa festa in onore della patrona,
S. Agata, anima le vie del centro in una sarabanda di suoni
e di colori che testimoniano quanto sia vivo il culto per
la patrona.
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