I
Musei
Un
successivo itineranio vacanziero-turistico riguardante la
Sicilia deve obbligatoriamente riguardare i Musei e le gallerie.
Il
Museo
Archeologico regionale Paolo Orsi presente
a Siracusa
è stato edificato nel 1878 e dedicato all'archeologo
roveretano che operò in passato in tutta l'isola
è diviso in due distinti settori. Nel
settore A, dedicato alla preistoria ed alla protostoria,
si hanno svariati reperti archeologici come i reperti del
periodo neolitico provenienti da Stentinello, i reperti
archeologici relativi all'età del rame e dell'età
media del bronzo, reperti relativi alle necropoli isolane
risalenti alla parte terminale dell'età del bronzo.
Il secondo settore, invece, è dedicato ai reperti
attestanti la dominazione greca, i reperti relativi alle
colonie doriche di Megara Hyblaea e Siracusa. Tra gli altri
reperti storici ricordiamo quelli relativi alla storia di
Gela e di Agrigento.
Il
Museo archeologico presente nella cittadina turistica di
Giardini
Naxos rientrante nel territorio provinciale di Messina
è relativo ai vari reperti archeologici riguardanti
varie epoche storiche, a partire dalle varie fasi preistoriche
come il neolitico, l'età del bronzo e del ferro,
ed i periodi della colonizzazione greca, romana e bizantina.
I vari reperti archeologici qui conservati, come resti di
antiche anfore, coppe attiche e quelle vitree ed elmi di
bronzo, monete antiche e resti di corredi per necropoli
provengono prevalentemente dalla città di Giardini
ed attestano con il loro fascino la storia di questa città
e delle contrade limitrofre.
Anche
il Museo Archeologico della città di Enna,
ubicato a Palazzo Varisano, attesta con i suoi innumerevoli
reperti archeologici le varie fasi storiche del territorio
provinciale ennese, a partire dalle varie fasi della preistoria
fino all'età medievale e post-medievale. Il Museo
occupa un intero piano del citato palazzo e tutti i reperti
archeologici rinvenuti attraverso i vari scavi sono suddivisi
in cinque sale: la prima sala è dedicata ai reperti
preistorici delle contrade vicine ad Enna, la seconda è
dedicata a tutti i reperti archeologici delle varie fasi
storiche relative alla cittadina di Enna, la terza illustra
la storia relativa alla zona adiacente il lago di Pergusa,
la quarta all'insediamento ellennizzato di Rossomanno relativo
al VII-VI secolo Avanti Cristo e la quinta ed ultima riguarda
i corredi funerari.
Anche
Aidone,
sempre in provincia di Enna, ha il suo Museo Archeologico
Regionale situato nell'ex convento dei Frati Cappuccini
che raccoglie i vari reperti come le ceramiche relative
all'età preistorica, le monete e le terrecotte dell'epoca
greca fino ad arrivare ai reperti storici dell'età
romana repubblicana. Tutti questi reperti attestano la storia
del sito archeologico di Morgantina e sono distribuiti nelle
varie sale che suddividono il Museo.
Il
Museo Archeologico della Badia si trova a Licata,
in provincia di Agrigento, situato nel convento cistercense
dedicato a S. Maria del Soccorso. Il Museo raccoglie una
discreta collezione dei reperti archeologici attestanti
la presenza umana nella zona riguardante varie fasi preistoriche
come il paleolitico superiore, le fasi storiche della fase
greca e di quella romana fino a giungere all'età
moderna.
Arrivando
a Caltanissetta,
si trova il Museo Archeologico, oggi regionale ma un tempo
civico. Il Museo raccoglie i vari reperti recuperati dagli
scavi archeologici attuati in tutto il territorio provinciale
ed attestanti, ad esempio, i nuclei abitativi relativi all'età
del bronzo di Dessueri. I vari reperti, databili dall'età
preistorica del rame a quella romana e bizantina, sono distribuiti
in cinque stanze che raccolgono e dividono tali reperti
rispettando un preciso ordine cronologico e topografico.
Il
Museo archeologico regionale di Agrigento
ha come sede specifica un complesso di costruzioni comprendenti,
tra l'altro, le restanti strutture restaurate di un antico
convento di San Nicola. Il Museo deve la sua importanza
non solo agli innumerevoli reperti archeologici che conserva
nelle sue diciannove sale e che furono ritrovati nelle zone
limitrofe di Agrigento e Caltanissetta, ma perchè
contribuisce a comprendere la storia del forse più
noto sito archeologico della Sicilia, ovviamente Agrigento.
Tra gli innumerevoli reperti qui conservati occorre ricordare,
ad esempio, la statua marmorea di Efebo creato nel 470 Avanti
Cristo e conservato nella decima sala del Museo ed un gigantesco
Telamone.
Un
altro importante Museo presente ad Agrigento è quello
Diocesano presente vicino la cattedrale cittadina e visitabile
previa autorizzazione della Curia.
Il Museo deve la sua importanza agli innumerevoli reperti
storici che conserva, a partire da alcuni affreschi prelevati
dalla già citata Cattedrale, il sarcofago di Fedra
del secondo secolo Dopo Cristo e contenente delle raffigurazioni
di episodi relativi al mito di Fedra ed Ippolito e svariati
oggetti di oreficeria.
Innumerevoli
sono i Musei presenti a Palermo città e provincia.
Doverosamente
occorre iniziare dal Museo Regionale Archeologico. Esso
ha come sede edifici palermitani famosi, a partire dal complesso
monumentale dell'Olivella. Già il suo ingresso
è imponente visto che si apre con un chiostro minore
dalle linee seicentesche, contenente, ad esempio, una fontana
con la statua di Tritone ed adiacente alla Sala dell'archeologia
sottomarina con una ricca collezione di ancore, con una
saletta contenente dei sarcofaghi antropoidi in marmo ed
una seconda sala contenente, ad esempio, un'opera fenicia
in pietra calcarea del VI secolo Avanti Cristo e raffigurante
un dignitario con un rotolo in mano.
Il
Museo prevede altre innumerevoli sale che sono distribuite
in due piani, suddivisibili in sale espositive, quella per
le mostre temporanee, delle corti interne. Tutta la struttura
raccoglie vari reperti archeologici attestanti la storia
isolana di varie fasi, a partire dalla preistoria fino a
giungere a degli esempi del collezionismo del 1700 e del
1800.
Tra i vari ambienti qui presenti si possono citare come
esempi "Il Salone di Selinunte" che raccoglie
reperti di questo sito archeologico isolano, quattro sale
che raccolgono una discreta collezione etrusca, "Il
Salone della Scultura Romana".
La
Galleria Regionale della Sicilia è presente a Palermo
nel Palazzo
Abatellis e raccoglie una massiccia esposizione
di dipinti e sculture regionali. La galleria raccoglie espressioni
dell'arte figurativa isolana di vari secoli, dal XII al
XVIII secolo e probabilmente il periodo maggiormente rappresentato
è quello che va dal XIV al XVI secolo. Tra le opere
qui conservate ricordiamo l'affresco del 1400 dedicato al
"Trionfo della Morte" preservato nella cappella
del Palazzo, il Trittico Malvagna del XVI secolo raffigurante
la Madonna in trono col Bambino ed angiolini, S. Caterina
e S. Dorotea ed Adamo ed Eva realizzato dal Gossaert, detto
Mabuse ed il più recente quadro raffigurante la Madonna
con il Santo Bambino in Gloria tra San Giovanni Battista
e S. Rosalia realizzato da Pietro Novelli nella prima metà
del XVII secolo.
Il
Museo Etnografico Siciliano Pitrè deve il
suo nome all'etnologo palermitano Giuseppe Pitrè
che ne curò la fondazione agli inizi del 1900. Nelle
sue ventinove sale sono raccolti gli elementi che creano
una vastissima collezione di utensili destinati alla caccia,
alla pesca, alla tessitura, alla pastorizia ed altre espressioni
di arti e mestieri isolani che si sono susseguiti nel tempo,
nonchè espressioni figurative come oggetti in ceramica,
piccoli presepi in terracotta e sughero, statue in legno
raffiguranti Santi; ci sono inoltre stanze riservate al
teatro dei pupi, ai mezzi di trasporto tipici del passato
isolano, cioè i carretti.
Il
Museo Civico presente a Termini Imerese, sempre in
provincia di Palermo, è organizzato in varie sezioni,
ognuna delle quali ha un soggetto storico diverso, a partire
dalla Preistoria, L'Archeologia, la numismatica, le Belle
Arti, l'epigrafia, soggetti tutti relativi alle zone limitrofe.
Tra i vari reperti storici qui inclusi si possono citare
un bassorilievo del '400 dedicato alla Sacra Famiglia, varie
tele come quelle riguardanti S. Giorgio, "Ss Margherita,
Caterina e Maria Maddalena", "L'Immacolata",
delle iscrizioni greche.
Nel
territorio provinciale di Palermo ci sono altri Musei interessanti,
a partire da Terrasini
che offre ai turisti interessati un Museo Civico diviso
in tre sezioni, una per i reperti naturalistici come la
collezione ornitologica Orlando, una archeologica contenente
reperti come anfore puniche, romane ed arabe e l'ultima
sezione etno-antropologica riguardante i carretti siciliani.
Il
Museo Regionale messinese fu istituito agli inizi del 1900
e contiene innumerevoli opere d'arte costituiti prevalentemente
da sculture, decorazioni, rappresentazioni sacre prelevate
dalle Chiese presenti nella zona e recuperate dopo il terremoto
del 1908. Si comprende così che il Museo è
davvero monumentale e distribuisce le svariate opere che
contiene non solo al suo interno, ma anche nel suo giardino
e nella sua terrazza che oggi preservano le statue e i reperti
più imponenti prelevati dalle chiese e dai palazzi.
Si
comprende anche che il visitatore può così
effettuare un itinerario culturale davvero cospicuo e comprendente,
tra l'altro, opere del calibro del mosaico rappresentante
"La Madonna col Bambino" ed una tavola riguardante
San Placido realizzati da un ignoto bizantino nel XIII secolo,
un bel polittico realizzato da Antonello da Messina nel
1473 e rappresentante, nelle sue cinque tavole, varie immagini
sacre come l'Angelo annunziatore e l'Annunziata. Ci sono
anche altre importanti opere d'arte presenti nelle sue stanze,
come quelle realizzate dall'Alibrandi, come la Tavola dedicata
al Giudizio Universale realizzata agli inizi del 1500 e
la Tavola firmata e datata [1519] dedicata alla "Presentazione
al Tempio". Altre opere di sicura importanza storica
ed artistica presente in questo Museo sono le due tele realizzate
Michelangelo Merisi da Caravaggio agli inizi del 1600 e
dedicate alla "Resurrezione di Lazzaro" e alla
"Adorazione dei pastori".
Un
Museo degli Arazzi è presente a Marsala, in provincia
di Trapani. Esso custodisce otto arazzi fiamminghi risalenti
al XVI secolo raffiguranti episodi della guerra intercorsa
tra Tito ed i Giudei ed opera probabile del pittore fiammingo
ispanizzato Pedro Campana. Gli arazzi presentano anche fasce
di fiori, frutta e figure allegoriche.
Altro
famoso Museo della città è quello archeologico
"Baglio
Anselmi" situato in questo edificio del secolo
scorso un tempo adibito alla produzione del Vino Marsala.
Il Museo permette di ammirare una nave punica e di scoprire
la storia di Lilibeo, una cittadina fondata nel 307 A.C.
circa dai reduci della vicina isola di Mozia che fu distrutta
all'epoca dal tiranno siracusano Dionisio. Durante la prima
guerra punica la città fu una base di difesa cartaginese
contro glia attacchi romani, che comunque riuscirono a conquistare.
Il
Museo prevede un ordinamento generale suddiviso in quattro
sale espositive, la prima dedicata alla già citata
nave punica individuabile come esempio di una nave a remi
adibita al combattimento affondata intorno al terzo secolo
A. C., una seconda sala adibita ai pannelli didattici che
permettono di conoscere ed individuare geograficamente il
sito e la città di Lilibeo, una terza sala relativa
ai vari reperti archeologici relativi a Mazara del Vallo,
Mozia e la necropoli di Lilibeo ed un'utlima sala relativa
alle epigrafi latine.
Per
avere una maggiore consapevolezza dell'importanza di questo
Museo, occorre citare le possibilità conoscitive
da esso offerte. I reperti relativi alla Mozia punica sono,
ad esempio, un'urna funeraria e due stele figurate relative
ad un tofet. Ci sono poi i reperti provenienti direttamente
dalle necropoli di Lilibeo, referti disposti in ordine cronologico
e comprendenti, ad esempio, corredi funerari costituiti
da vasellame a vernice nera e monumentini funerari in tufo
con decorazione policroma.
Il
Museo
Archeologico di Gela -Cl- offre la possibilità
di conoscere il percorso storico della città.
Il percorso archeologico-storico è qui organizzato
in varie sezioni.
La
prima prevede, ad esempio, la presenza di un piede di una
kylix attica che mostra un'iscrizione votiva di Antifemo,
che alcune fonti storiche considerano come il fondatore
di Gela, vari reperti preistorici che attestano la presenza
umana nella zona sin dalla fine del IV millennio A.C., alcuni
reperti riferibili al periodo della colonizzazione greca
come un aryballos conico e frammenti di ceramica databili
tra l'ottavo ed il settimo secolo A.C. che vanno a confermare
alcune notizie storiche che attestano la presenza di protocoloni
rodii di Lindos e che fondarono un sito proprio a Molino
a Vento. Inevitabile, quindi, la presenza di alcuni reperti
relativi a questo sito. Nell'acropoli arcaica sorse in un
secondo momento il santuario dedicato alla Dea cittadina
Athena Lindia, costruzione attestata dal ritrovamento di
alcuni materiali votivi e quelli raccolti in prossimità
dell'Athenaion, un periptero dorico costruito nel VI secolo
A.C. e che è incluso nel Museo attraverso un pannello
che raccoglie alcune delle decorazioni architettoniche dell'epoca
della costruzione del tempio. Successivi reperti riguardano
un tempio dorico, e precisamente un periptero costruito
nell'acropoli per sostituire un edificio antecedente andato
distrutto a causa di un incendio.
Una
seconda sezione del museo è dedicata agli oggetti
ritrovati in una nave greca affondata nei pressi di Gela
agli inizi del V secolo A.C., reperti relativi all'evoluzione
abitativa dell'acropoli dalla distruzione cartaginese avvenuta
nel 405 A.C. fino all'inizio del IV secolo A.C. ed al Santuario
urbano di Hera situato nell'attuale area del Municipio.
Una
terza sezione del Museo è invece dedicata a Capo
Soprano e Piano Notaro, tra i quali citiamo delle terrecotte
riferibili ad una casa-bottega situata all'interno delle
mura di fortificazione già precedentemente citate.
La
IV sezione riguarda le anfore da trasporto ritrovate a Gela.
Ben tre sezioni sono invece dedicate ai vari reperti archeologici
relativi alla città antica, come quelli riferibili
ai vari santuari dedicati al culto di Demetra e Kore.
Infine
ricordiamo il settore dedicato agli oggetti relativi al
periodo preistorico, greco e romano del territorio vicino
Gela e quello relativo ai contesti romani del territorio
geloo, niscemese, buterese e mazzerinese comprendente oggetti
relativi alle necropoli ipogeiche e fattorie abitate soprattutto
dal periodo della distruzione di Gela [282 A.C.] fino all'età
tardo-antica.
Il
Museo
Archeologico Ibleo presente a Ragusa è stato
istituito nella seconda metà del 1900 e rappresenta
in ordine cronologico l'archeologia e la storia di tutta
la provincia di Ragusa dal neolitico fino alla tarda antichità.
I vari reperti archeologici ritrovati in questa zona sono
stati suddivisi in base ad un ordine cronologico e topografico
e presenta anche una ricostruzione al vero di vari ambienti
come le necropoli che aiutano i visitatori a comprendere
il significato e l'utilizzo dei vari reperti qui ritrovati.
Anche
in questo caso, tutto il materiale dalla evidente importanza
storica è stato soggetto ad una disposizione espositiva
suddivisa in VI sezioni.
La
prima sezione si riferisce al periodo preistorico e comprende,
tra l'altro, i vari reperti ritrovati ad esempio a Marina
di Ragusa, alla contrada modicana del Mulino del Salto,
le ceramiche e gli utensili in pietra lavica ritrovati ad
esempio a Cava D'Ispica e Vittoria.
Una
seconda sezione riguarda invece dei reperti archeologici
ritrovati grazie agli scavi effettuati a Camarina, come
quelli relativi alle tombe arcaiche dei primi colonizzatori
della zona.
La
terza sezione riguarda invece i reperti relativi agli abitati
siculi arcaici e classici, come ad esempio corredi relativi
alle necropoli arcaiche di Licodia Eubea e Monte Casasia.
La
quarta sezione riguarda i centri ellenistici con una interessante
documentazione fotografica e topografica relativa all'abitato
di epoca timoleontea-ellenistica di Scornavacche situato
in prossimità di Chiaramonte Gulfi.
La
quinta sezione è invece dedicata ai ritrovamenti
relativi agli insediamenti romani e qui si possono ricevere
delle informazioni relative, ad esempio, ai cimiteri ipogei
cristiani, a delle chiesette cristiane. Qui si trovano anche
delle ceramiche relative al periodo tardo-romano.
La
sesta ed ultima sezione del Museo riguarda alcuni reperti
di collezioni di provenienza non certa.
Il
Museo Vagliasindi si trova a Randazzo,
in provincia di Catania.
Nelle varie sale qui presenti si possono ritrovare vari
reperti come reperti bronzei relativi al periodo neolitico
e della Valle dell'Alcantara, varie ceramiche e delle monete
in bronzo, argento ed oro relative ad un discreto periodo
storico che va dall'età greca a quella medievale.
Il
Museo Civico di Caltanissetta prevede due sezioni relative
all'arte moderna e quella archeologica. La sezione archeologica
è forse più la più ricca del Museo
e prevede la presenza di vari reperti suddivisi in ordine
topografico e cronologico q vi si possono ritrovare dei
materiali preistorici e greci ritrovati nella zona, a partire
da quelli ottenuti dal Sito Archeologico di Sabucina e da
Capodarso. Per citare alcuni dei materiali qui visibili
possiamo citare vasi e strumenti relativi all'età
del bronzo.
Il
Museo Archeologico presente nella città di Marianopoli,
sempre in provincia di Caltanissetta, prevede la presenza
di reperti archeologici relativi alla città e che
abbracciano un periodo storico che va dalla preistorica
alla età del bronzo, materiali che sono stati ordinati
in base ad un ordine topografico e cronologico. Buona parte
dei materiali qui conservati provengono dal sito archeologico
di Monte Castellazzo [visitato sin dall'età neolitica,
un sito che conobbe successivamente anche una fase di ellenizzazione]
ed il sito relativo alla montagna di Balate-Valle Oscura
[sede di un centro indigeno relativo al VI secolo e successivamente
ellennizzatro mentre la Valle Oscura prevede la presenza
di una necropoli relativa all'antica città].
Il
Museo è disposto in due piani, il primo relativo
a Balate-Valle Oscura ed il secondo a Monte Castellazzo.
Per citare alcuni reperti qui conservati ricordiamo, riferendosi
al primo piano del Museo, dei corredi delle necropoli e
suppellettili relativi al centro abitato della zona e ceramiche
dipinte greche ed indigene, mentre nel secondo piano si
trovano, ad esempio, resti di corredi eneolitici provenienti
dalla necropoli di San Cono-Piano Notaro.
Il
Museo
Regionale Agostino Pepoli è presente a Trapani
è situato nell'ex convento trecentesco dei Padri
Carmelitani ed offre ai suoi visitatori la possibilità
di poter ammirare collezioni di scultura e pittura, reperti
archeologici e rappresentazioni delle arti figurative come
molteplici opere in corallo, della maiolica, ori, argenti
ed esempi della scultura dedicata ai presepi. Il nucleo
originale della raccolta iniziò nei primi anni del
1800 e la ricchezza del materiale qui conservato è
dovuta alla continua e costante opera di successive donazioni.
Il periodo storico qui testimoniato va dal XIII al XIX secolo
e tutto il materiale è stato suddiviso tra il piano
terra ed il primo piano della struttura. Procedendo dal
periodo più antico a quello più recente relativo
ai materiali, si può citare la presenza di un reliquario
di una Santa, una scultura lignea realizzata da un intagliatore
tedesco ignoto, un dipinto su tavola rappresentante "La
Madonna in trono e Angeli" realizzato dal Maestro del
Polittico di Trapani, una statua marmorea dedicata a S.
Giacomo Maggiore e realizzata da Antonello Gagini all'inizio
del 1500, una tela dedicata al "Martirio di San Matteo
del XVII secolo ed una statuina da presepe dedicata a S.
Giuseppe realizzata dalle maestranze trapanesi utilizzando
legno e tela.
Il
Museo Civico di Castelvetrano,
in provincia di Trapani, raccoglie le collezioni inizialmente
raccolte nell'ex convento di San Domenico. Qui sono conservati
principalmente reperti archeologici selinuntini e le pitture
e sculture provenienti dalle chiese cittadine in disuso.
Tra queste meritano la nomina una statua in alabastro dedicata
alla "Vergine col Bambino" realizzata dal Laurana.
Il
Museo etnografico intitolato a Serafino Amabile Guastella
è presente a Modica,
in provincia di Ragusa, ed è un buon esempio delle
attività agricole e sociali della zona riferibili
a periodo passati che hanno ancora qualche contatto con
il presente. Qui si possono ammirare, ad esempio, un esemplare
del caratteristico carretto siciliano noto per le sue decorazioni
colorate, di antichi mezzi di trasporto che cambiano di
dimensione ed eleganza in base alla importanza della famiglia
d'appartenenza, varie botteghe degli artigiani tipici della
zona come il mielaio, l'ebanista, il sellaio, il fabbro-maniscalco
ed il dolciere. Vera attrazione di questo Museo che va ad
occupare il primo piano del settecentesco ex convento dei
Frati Mercedari che in passato è stato utilizzato
anche come lazzaretto durante le due epidemie di peste che
sfortunatamente colpirono la zona è sicuramente la
riproduzione della tipica masseria modicana caratterizzata
dall'utilizzo della pietra calcarea locale qui utilizzata
per la costruzione dei tipici "Mura a siccu",
per la rappresentazione del cortile noto per una singolare
pavimentazione, delle stanze della masseria, come "La
casa ri stari" [=la cucina, l'ambiente più importante
della casa ricca di numerosi utensili utili per la preparazione
e la conservazione del pane e dei formaggi locali], la stanza
da letto e la stanza della tessitura.
Il
Museo Civico di Noto
-Sr- prevede la presenza di alcuni reperti archeologici
provenienti da Noto Antica e da altre zone vicine, come
un'architrave contenente un'iscrizione dedicatoria e risalente
al III secolo A.C. e la ricostruzione di un monumento funebre
dedicato al Viceré Nicolò Speciale e del 1544.
Nel piano rialzato è prevista la presenza di una
sezione archeologica contenente, tra l'altro, i reperti
preistorici relativi al territorio cittadino ed una Biblioteca
dedicata agli amanti degli studi archeologici.
In questo Museo si ha la possibilità di ammirare
anche alcuni elementi provenienti dagli scavi dedicati ad
Eloro.
La
città e la provincia di Catania
offrono innumerevoli occasioni culturali grazie ai numerosi
Musei qui presenti.
Il primo che merita la menzione è senza dubbio il
Museo Civico presente nel Castello Ursino. Il Museo raccoglie
le collezioni dei Benedettini, dei Principi Biscari e delle
donazioni del Barone Zappalà-Asmundo. La ricca presenza
dei vari simboli dell'arte figurativa qui rappresentate
è degnamente valorizzata dalla bellezza del Castello
del quale si è già parlato nell'itinerario
omonimo. Per iniziare qualche citazione delle opere qui
conservate, occorre innanzitutto dire che il Museo prevede
la disposizione organizzativa dei suddetti materiali in
due piani e per un totale di 28 sale espositive.
Si
può iniziare dalla imponente pinacoteca qui inclusa
che raccoglie opere di Maestri illustri come Ribera, Procaccini,
Borremans, Luca Giordano, il Beato Angelico, Bernardino
Niger e Pietro Novelli. Si possono ricordare, ad esempio,
la parte centrale del polittico firmato da Antonello de
Saliba risalente al 1497 e raffigurante "La Madonna
col Bambino"; la ricostruzione del polittico che prevede
la presenza ai lati di San Francesco e S. Antonio, nonchè
nella cimasa, della "Resurrezione" permette di
apprezzare l'abilità di questo artista. Tra le altre
opere d'arte qui conservate si possono citare reperti architettonici
e decorativi provenienti dal Teatro Romano di Catania, una
scultura antica raffigurante una testa efebica risalente
al sesto secolo A.C., un bel mosaico a colori risalente
al IV secolo A.C. relativo ai primi tre mesi dell'anno ed
un altro alle pareti rappresentante maggio, giugno e luglio
e visitabili nella quarta sala prevista nel pian terreno
del Museo.
Il
Museo Civico Belliniano è stato costruito
proprio nella casa natale dello artista dove esso ha vissuto
per 16 anni. Il Museo prevede una sistemazione organizzativa
in cinque ambienti diversi, situazione che permette di conoscere
l'iter formativo e produttivo di questo musicista catanese.
La prima stanza permette di visionare alcune stampe raffiguranti
Catania al tempo in cui visse il compositore [1800]; la
seconda riguarda alcuni cimeli appartenuti allo artista,
come un clavicembalo che pare sia stato costruito dall'artista
stesso, delle spille d'oro e dei preziosi orologi; la terza
stanza offre la possibilità di ammirare delle iconografie
riguardanti la vita di Bellini; la successiva stanza è
forse la più importante perchè raccoglie numerosi
manoscritti musicali autografi; l'ultima stanza del Museo
prevede la presenza di alcuni oggetti legati alla traslazione
della salma di Bellini, evento avvenuto nel 1876 da Parigi
a Catania.
Il
Museo d'Arte Sacra di San Nicolò è
presente a Militello
in Val di Catania, in provincia di Catania, ed è
relativamente recente visto che è stato istituito
dal 1981 grazie ai lavori di liberazione dallo sterro dei
vari sotterranei della Chiesa, evento che portò al
recupero di resti appartenenti ad alcune abitazioni abbandonate
dopo il terremoto del 1693 e la scoperta di varie cripte.
Qui si possono ammirare varie opere d'arte riferibili alla
Matrice e alle sue Chiese filiali, documenti attestanti
l'importanza storica e culturale della città. Il
Museo raccoglie i vari reperti in 28 sale.
Tra
i vari reperti qui preservati si possono citare, ad esempio,
i resti della abside settecentesca e di parti murarie precedenti
il pluricitato terremoto e comprendenti, inoltre, paramenti
sacri pregiati ed anche un'ulteriore cappella contenente
altri paramenti e ricami policromi dedicati alla vita di
S. Agata relativi al XVII secolo. Tra gli altri ambienti
presenti nella stessa sala si possono ammirare la Cappella
della Confraternita del SS.Crocifisso del Calvario del XVIII
secolo e la Cappella di S. Nicolò relativa alla prima
metà del 1700. In altre sale del Museo sono visitabili
altre Cappelle, come quella in damasco verde contenente
gli stemmi della famiglia Branciforte, di Casa D'Austria
e dell'ordine benedettino, la Cappella dedicata alla SS.
Annunziata con gli stemmi dei Pignatelli-Branciforte.
Tra
le altre opere preservate in questo Museo ricordiamo una
tavoletta angelica dedicata a S. Agata, alcune sculture
relative ai secoli XV-XVII come "La Annunciazione"
ed "Il Cristo Morto", la pala dedicata a "La
Morte di S. Carlo Borromeo" realizzata da Filippo Paladino
all'inizio del 1600 e due tele realizzate da Giovan Battista
Baldanza junior dedicate rispettivamente a "La Madonna
di Monserrato con S. Biagio" e "S.Isidoro Agricolo".
Altro
Museo presente a Catania è quello di Paleontologia
che raccoglie una discreta collezzione di reperti archeologici
e storici che nel corso degli anni hanno avuto anche altre
sedi rispetto a quella attuale e riguardanti un pò
tutta la Sicilia, a partire dai fossili siciliani del paleozoico
relativi a Palermo, fossili del Miocene e Pliocene relativi
alla città di Buccheri -SR- e del Ragusano, precisamente
di Modica e Giarratana.
Ritornando
nel territorio provinciale catanese, si può citare
il Museo Civico del Castello Normanno presente ad
Aci Castello. Qui è possibile effettuare due diverse
visite, quella del Castello Normanno eretto in una rupe
determinata da un'eruzione basaltica proveniente dal mare
poco profondo nel 1076 ed appartenuto a Ruggero di Lauria,
nonchè tutte le opere contenute nel Museo.
Il
Museo prevede una prima sezione dedicata alla mineralogia
e riguardante, ad esempio, pannelli riguardanti la situazione
geologica del territorio ed una sezione paleontologica riguardante
altri pannelli illustrativi sulla deriva dei continenti
ed alcuni fossili relativi ad alcuni paesi come Scordia,
Augusta, Aci Castello, Altavilla ed Aci Catena.
La
Biblioteca e Pinacoteca Zelantea è presente
nella città di Acireale
-CT- . La Biblioteca è una delle più fornite
della Sicilia, mentre altre tre sale sono dedicate alla
già citata Pinacoteca ma anche al Museo Archeologico
ed al Museo del Risorgimento. Qui sono raccolte immancabili
tele e sculture, a partire dal busto dedicato a Giulio Cesare.
Altro
Museo rientrante nel territorio provinciale catanese è
quello di Adrano preservato all'interno di un Castello Normanno
risalente all'undicesimo secolo e realizzato per volere
del Conte Ruggero I, Museo interamente dedicato all'Archeologia.
Al suo interno si possono ammirare non solo elementi archeologici
importanti e preservati nel corpo centrale dell'imponente
e caratteristica struttura, ma anche una discreta Pinacoteca,
una galleria dedicata alle opere d'arte moderna ed un meseo
etno-antropologico dedicato all'artigianato locale. Il solo
immettersi nell'ingresso della struttura si ha la possibilità
non indifferente di tuffarsi nella storia antica grazie
alla presenza di materiali relativi all'età greca,
e precisamente anfore e recipienti vari.
Il
pianterreno della struttura è inceve dedicato ad
un periodo storico ulteriormente anteriore rispetto all'antecedente
e cioè la preistoria.
Qui sono state sistemate alcune vetrine espositive contenenti
i vari reperti attestanti le varie fasi preistoriche ed
i diversi stili produttivi e decorativi. Si possono così
ammirare campioni fossili e litici relativi all'età
del bronzo, esempi decorativi relativi al Neolitico superiore
ed attestanti il cosiddetto stile di Capri, dello stile
di Serra d'Alto [entrambi poco frequenti in Sicilia, quindi
davvero estremamente importanti], lo stile di Diana, quello
di Conzo.
Un
ulteriore stile qui rappresentato è quello di Adrano
del quale si possono ammirare dei reperti conservati ed
esposti sempre nel pianterreno del Museo.
Altre ceramiche decorate conservate in questa sezione del
Museo attestano, invece, lo stile di S. Ippolito.
Ulteriori
esposizioni riguardano invece reperti relativi alle grotte
funerarie risalenti all'epoca precastelluccinina e castellucciniana
che testimoniano questo nuovo stili che deve il suo nome
ad una località situata nei pressi di Noto.
In questo contesto occorre effetuare una precisazione geologica
che determinò la caratteristica di queste grotte:
il territorio etneo presente delle rocce vulcaniche troppo
dure per esser scavate e poi utilizzate come tombe, perciò
le popolazioni dell'epoca furono costrette ad utilizzare
per questo scopo le grotte di scorrimento lavico altrettanto
comuni nella zona.
In
questo caso, gli scavi effettuati hanno permesso il ritrovamento,
e quindi la successiva esposizione in questa sezione museale,
di ceramiche dipinte, alte fruttiere ed altri reperti che
attestano la presenza umana nella zona durante il periodo
storico che va dalla fase del Malpasso a quella del Castelluccio
[1800-1500 A.C.].
Arrivando
al piano successivo della struttura si possono ammirare
numerosissimi materiali provenienti dalla contrada Mendolito
e delle necropoli di Mangarelli ed Ardichella.
Sempre in questa parte della struttura sono conservati altrettanto
numerosi reperti riguardanti il sito di Adranon, fondato
dal tiranno siracusano Dionigi I, e precisamente provenienti
dalle due necropoli della zona, e materiali ellenistici
tra cui spiccano quelli relativi allo stile di Gnathia.
Un successivo piano della struttura è invece dedicato
ad una Pinacoteca in cui spiccano reperti che abbracciano
un arco temporale che va dal 1500 ai primi anni del 1900.
Sempre in questa parte della struttura sono state ricreate,
poi, una sezione relativa all'artigianato ed una galleria
d'arte contemporanea.
Alcuni
interessanti Musei si trovano a Caltagirone,
sempre in provincia di Catania.
Il
primo che merita le menzione è quello dei Cappuccini
che raccoglie varie espressioni dell'arte sacra raccolte
all'interno del museo, della pinacoteca e della Chiesa dei
Cappuccini Nuovi.
Qui sono raccolte varie opere prodotte principalmente da
Fra Semplice da Verona e Filippo Paladino. Del primo autore
citato occorre innanzitutto citare un trittico riguardante
varie scene sacre come "La Gloria dei Santissimi Confessori",
" La Gloria delle Santissime Vergini" e "Il
Cristo deposto dalla Croce" mentre del secondo autore
citato citiamo "La Pietà" ed un altro trittico
riguardante "La Madonna d'Odigitria". "L'adorazione
dei magi" e "Le Ss. Chiara, Lucia e Agata".
In
questa città nota per la pregiata produzione delle
ceramiche non poteva certo mancare un Museo
Regionale della Ceramica.
Nelle quattro sale previste in questa struttura inserita
a sua volta nella Villa Comunale si possono ammirare delle
ceramiche che abbracciano un periodo storico che va dalla
preistoria agli inizi del 1900. Le ceramiche qui raccolte
non riguardano solamente quelle prodotte nella città,
ma anche di tutta l'isola.
Il
Museo prevede una ulteriore suddivisione in sezioni riguardanti
varie epoche, organizzazione che permette così di
ammirare le opere realizzate nel Mondo Antico, quello Medievale
e quello postmedievale o moderno.
Nella prima sezione si possono ammirare produzioni relative
alle culture preistoriche e protostoriche isolane. Qui sono
rappresentate resti di produzioni ottenuti dagli scavi effettuati
nel territorio vicino Caltagirone, ceramiche di Castelluccio,
quelle provenienti dalle contrade Angelo, Moschitta, Balchino,
S.Ippolito, Dessueri nonchè dell'area ragusana.
La sezione riguardante il Medioevo permette di ammirare
in una forma organizzata le produzioni di Siracusa risalenti
al X-XI secolo, quelle palermitane come delle brocche, quelle
provenienti da Contrada S. Lucia ad Agrigento risalenti
al XII-XIII secolo.
Infine c'è la citata sezione moderna che prevede
la presenza di produzioni che abbracciano il peiodo storico
che va dal XVI al XIX secolo e che si riferiscono a Caltagirone,
Sciacca, Burgio, Palermo, Trapani.
Infine
ricordiamo i Musei Civici, Pinacoteca Sturzo
e Mostra della Ceramica presenti sempre a Caltagirone
nel Palazzo Libertini di San Mauro.
La parte espositiva riguardante i Musei Civici permette
al visitatore amante delle produzioni artistiche di ammirare,
ad esempio, un piccolo sarcofago proveniente dalla necropoli
ellenica dei Cappuccini [IV-III secolo A.C.], una cassaforte
in legno massiccio del 1700 denominata "Del Monte di
Pietà", vari vasi di terracotta raffiguranti
scene figurative.
Il restauro dei dipinti visionabili nei Musei Civici ha
richiesto molto tempo, ma ha permesso di poter conservare
ed ammirare meglio opere di grande importanza storica come
una tela raffigurante "Gesù nell'orto",
risalente al 1600, il dipinto dedicato alla "Madonna
del Rifugio" realizzato dal Portaluni all'inizio del
1600.
Il
Museo Archeologico di Grammichele
è situato all'interno del Palazzo Comunale e permette
di visionare i vari reperti attestanti l'epoca greca vissuta
dalla città e ritrovati grazie ad attenti scavi sistematici
effettuati nel corso degli anni. Anche qui, ovviamente,
è prevista una organizzazione espositiva dei vari
reperti esposti in tre ambienti diversi.
La prima stanza è dedicata a dei pannelli esplicativi
della storia cittadina.
La seconda è invece dedicata ai materiali preistorici
e protostorici relativi alle contrade vicine.
Nella terza ed ultima si possono inoltre ammirare alcuni
reperti funerari relativi alla necropoli di Terravecchia
e di Casa Cantoniera, da una delle aree sacre di Poggio
dell'Aquila.
Il
museo raccoglie anche altri reperti attestanti la presenza
umana nella zona fino al già citato terremoto del
1693.
Un cenno puramente folkloristico merita una Mostra permanente
che ha il sapore genuino e particolare dell'artigianato
tipico del mondo femminile, cioè quella presente
a Mirabella Imbaccari. Tale Mostra è dedicata ai
vari prodotti ricavati sfruttando il tombolo, cioè
i vari merletti.
Il
Museo Archeologico di Ramacca, sempre nel territorio
provinciale catanese, permette ai suoi visitatori di ammirare
i vari reperti attestanti la vita umana nel corso di varie
epoche, partendo da quella dei metalli, del bronzo fino
ad arrivare al periodo "più recente" ellenistico-romano.
Tra i vari reperti qui conservati ricordiamo "La casa
RM" abbandonata nel VI secolo A.C.. Anche qui si possono
ammirare resti relativi a dei corredi funebri provenienti
dalla necropoli est.
Il
Museo
Archeologico di Lentini raccoglie veri reperti archeologici
del territorio, a partire da quelli riferibili all'antica
Leontinoi e cinque sale che contengono altre opere dalla
notevole importanza storica, come quelli provenienti dagli
scavi effettuati nel villaggio della Metapiccola del IX
secolo A.C. e corredi di tombe che abbracciano un periodo
storico che va dal IV al II secolo A.C..
Nella
città è possibile ammirare anche un Parco
Archeologico che si riferisce alle fortificazioni della
porta Siracusana, la necropoli ellenistica e le mura presenti
nel colle S. Mauro e reperti storici importanti come la
prima cinta muraria risalente al VII secolo A. C. e la seconda
risalente agli inizi del VI secolo A. C..
Il
Museo di Tindari -ME- è attestante la storia
di questa cittadina in provincia di Messina. Le sue cinque
sale gli danno una discreta grandezza, certamente inferiore
a quella di altri Musei qui citati, ma l'importanza dei
reperti storici ed archeologici qui preservati non hanno
nulla da invidiare agli altri già citati.
Tra questi reperti possiamo considerare una testa di Augusto
ottenuta dagli scavi effettuati nella Basilica, reperti
attestanti la presenza di un abitato relativo all'età
del bronzo e vari documenti che attestano le varie fasi
del- lo scavo e del restauro dei vari reperti della zona.
Anche
l'isola
di Lipari, rientrante nell'arcipelago delle Eolie,
ha un suo importante Museo Archeologico. Esso ci permette
di ammirare varie collezioni attestanti le vicissitudini
storiche ed umane di tutto l'arcipelago dalla preistoria
al medioevo, collezioni disposte in base ad un ordinamento
organizzativo suddiviso in sei edifici, organizzazione espositiva
che va a sfruttare alcuni corpi di fabbrica del famoso Castello
di Lipari.
Logicamente ogni edificio va ad illustrare periodi storici
diversi che seguono non solo un criterio cronologico, ma
anche una seconda suddivisione per materia, vista la presenza
di un edificio dedicato alla vulcanologia, un altro dedicato
ai reperti preistorici relativi alle isole minori che vanno
a completare l'arcipelago, un'ulteriore sezione dedicata
alla archeologia marina.
Tra
i vari reperti qui preservati si possono citare alcuni resti
di ceramiche decorate in base allo stile siciliano di Stentinello,
frammenti di vasi che invece attestano lo stile di Serradifalco,
reperti di ceramica relative allo stile di Diana.
Nell'edificio dedicato all'archeologia classica si hanno
altri reperti attestanti l'età greca, nonchè
la sezione già citata riguardante l'archeologia marina
e quella dedicata all'area di Milazzo.
Tra
questi reperti si possono citare i reperti provenienti dalle
varie necropoli greche e romane presenti nell'isola, come
parte dei corredi funebri, ceramiche tardo-corinze. Qui
occorre precisare la natura di queste necropoli per avere
un quadro più chiaro dei vari reperti conservati
nel Museo.
Le prime necropoli ellenistiche sono quella di contrada
Diana e di contrada S. Anna ed una necropoli del periodo
romano e bizantino.
Alcuni
cenni merita il settore dedicato all'archeologia marina
attestante i reperti provenienti dai vari relitti presenti
nei fondali che circondano l'arcipelago. Alcuni reperti
si riferiscono ad una nave naufragata agli inizi dell'età
del bronzo, alcune anfore dello stile greco-italico del
IV secolo A.C. e cannoni in bronzo utilizzati probabilmente
in una guerra nel XVII-XVIII secolo.
Infine
occorre menzionare la Sezione dedicata alla vulcanologia
che è stata realizzata per esplicare la formazione
geologica dell'arcipelago. La sezione è divisa in
tre parti, ognuna riferita ad un aspetto particolare: la
prima è dedicata ad una introduzione alla Vulcanologia
generale, la seconda si riferisce specificatamente all'arcipelago
in questione, la terza offre degli spunti di riflessione
su come le popolazioni isolane del passato hanno sfruttato
le risorse naturali del loro centro.
Altro
discorso è quello dedicato al Parco archeologico
di Contrada Diana, sempre compreso nell'isola di Lipari.
Il Parco ha la funzione specifica di illustrare la base
storica dell'isola stessa, illustrata dai vari scavi che
sono stati qui effettuati.
Abbiamo, così, parte di un tratto murario costituito
da blocchi squadrati appartenenti alla Lipari Greca, reperti
di case relative all'età romana imperiale e che comunque
non vanno ad oltrepassare la cinta muraria che delimita
la parte greca dell'isola. All'esterno di queste mura si
hanno, poi, i resti della necropoli già citata precedentemente.
Andando all'esterno del parco, inoltre sono visitabili i
resti di un ipogeo funerario romano.
Il
piccolo Museo presente nell'isola di Mozia, rientrante
nel territorio provinciale di Trapani, va ricordato perchè
permette di ammirare i reperti archeologici riguardanti
questa piccola ma caratteristica roccaforte fondata dai
Fenici. Tra tali esempi storici possiamo citare parte dei
corredi funebri della necropoli fenicia presente nell'isola,
le mashcere femminili provenienti dal tofdet ed anche reperti
greci attestanti i contatti avvenuti tra le popolazioni
dell'isola con i Greci presenti in Sicilia.
Da
visitare e' il Museo di Cesaro' (Me) dove si trovano
raccolti gli strumenti di lavoro antichi, legati alla cultura
del secolo scorso, quelli relativi alla lavorazione del
pane, alla lavorazione e produzione di formaggi, nonche'
un reperto legato alla raccolta dei costumi tipici della
zona e delle fotografie che mostrano delle attivita' agricole
come la tosatura delle pecore.
Il Museo offre la possibilita' di immergersi totalmente
nelle tradizioni agricole siciliane di almeno 150 anni fa,
evento non trascurabile che permette di scoprire realmente
il fascino tipico della Sicilia.
All'interno
della famosa Cava d'Ispica, un sito archeologico presente
in provincia di Ragusa, recentemente e' stata riaperto al
pubblico, dopo una lunga fase di ristrutturazione, il Mulino-Museo
"Cavallo D'Ispica". Il Mulino ad acqua permette
di ammirare un tipico spaccato dell'economia agricola siciliana
con la ricostruzione di ambienti domestici coma la stanza
da letto comprendente l'antica "naca u vientu"
e l'angolo cottura, nonche' ambienti lavorativi come la
stalla che raccoglie gli utensili tipici del lavoro agricolo.
A
Palazzolo Acreide - Sr - si trova la Casa-Museo del
poeta ed antropologo Antonino Uccello. Attualmente,
precisamente dal 1983, la Casa-Museo e' gestita dalla Regione
Siciliana che ha curato l'allestimento di una splendida
collezione riguardante la cultura popolare del territorio
ibleo. In effetti, qui si possono ammirare, in vari ambienti
espositivi, una ingente raccolta di costumi, oggetti e testimonianze
varie del folclore e delle tradizioni popolari. Tra l'altro,
qui si possono ammirare il frantoio, la stalla e la casa
del massaro.
|