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RANDAZZO

RANDAZZO
11674 abitanti
Carta Michelin n° 432 N 26

Piccola cittadina alle pendici dell'Etna, così vicina al vulcano da considerarsi quasi miracolata per non essere mai stata toccata dalla lava. Randazzo inizia a prosperare in periodo medievale (XII sec.). La sua fortuna continua fino al XVI sec, quando la polica fiscale dei sovrani spagnoli ed un'epidemia di peste mettono la città in ginocchio.

IL CENTRO

Randazzo potrebbe essere definita la città nera, nera di lava che viene utilizzata non solo per lastricare le strade, per sottolineare archi di porte e finestre (si veda ad esempio in corso Umberto, N° 100 l'edificio con belle bifore divise da colonnine tortili), ma che diviene la pietra base per costruire i monumenti, prima fra tutti la Chiesa di S. Maria.

S. Maria - L'edificio, iniziato nel XIII sec., è stato più volte rimaneggiato. Dell'originario impianto rimangono le absidi, tipicamente normanne, alte, possenti e decorate da sobrie arcatelle cieche, ed il lato destro, decorato da bifore e trifore. La facciata ed il campanile, in stile neogotico. risalgono al XIX sec. Il nero della pietra Iavica. base della costruzione, contrasta piacevolmente con il bianco delle finestre e dei portali. La sacrestia, corpo esterno alla chiesa, ospitava in passato il tribunale ecclesiastico.

San Nicolò - Corso Umberto è la principale arteria del centro storico. Dopo pochi passi imboccare a destra via Roma. Una traversa sulla sinistra permette di raggiungere piazza S. Nicolò, dominata dall'omonima chiesa. Edificata nel 1594, presenta una facciata i cui elementi strutturali sono sottolineati dalla pietra lavica. Il campanile risale al 1783.

Palazzo Clarentano - Sulla piazza si affacciano anche Palazzo Clarentano (1508) il cui prospetto è arricchito da belle bifore divise da esili colonnine e la Chiesetta di S. Maria della Volta (XIV sec.).

Via degli Archi - Sulla destra di Palazzo Clarentano, si apre la deliziosa Via degli Archi coronata, come suggerisce il nome, da una serie di archi. Dalla piazza proseguire per via Polizzi che permette di ammirare, in una stradina sulla destra, il bel portale lavico di Casa Spitaleri.

Proseguire lungo via Duca degli Abruzzi. Sulla destra si incrocia via Agonia, così chiamata perchè, si narra, veniva fatta percorrere dai condannati a morte che dal castello-carcere venivano portati alla Timpa, davanti a S. Martino, ove venivano giustiziati. Lungo la via si può ancora vedere un esempio tipico di casa trecentesca, caratterizzata da un vasto locale a pianterreno e due stanze quadrate al primo piano (visibile solo dall'esterno). Via Duca degli Abruzzi confluisce in corso Umberto. Un arco sulla destra ci indica l'antico ingresso del Palazzo Reale, di cui oggi resta solo parte della facciata, con una bella fascia marcapiano bicroma e due bifore. Il palazzo, prima di essere distrutto dal terremoto del 1693, ha ospitato personaggi famosi quali Giovanna d'inghilterra, sposa di Guglielmo II il Normanno. Costanza d'Aragona (la località era stata scelta come residenza estiva dalla corte aragonese) e, nel 1535, Carlo V.

Chiesa di S. Martino - Riedificata nel XVII sec., è fiancheggiata da un bellissimo campanile che risale al XIII-XIV sec. Coronato da merlatura, oltre la quale si affaccia un'aguzza cuspide ottagonale, è arricchito da eleganti monofore accostate, sottolineate da profonde bande policrome, e da belle trifore ogivali. All'interno della chiesa sono conservate due Madonne di scuola gaginesca ed un polittico attribuito ad Antonello de Saliba, allievo di Antonello da Messina. Sul lato opposto rispetto alla chiesa sussistono i resti del castello-carcere iniziato nel XIII sec. ed inizialmente torre della cinta muraria che racchiudeva la cittadella medievale. Poco oltre, la Porta di S. Martino ne costituiva uno degli accessi.


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