Museo
Archeologico
Caltanissetta, via Napoleone Colajanni 1
Tel. +39 0934 25936
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del Museo
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ddi Caltanissetta
Tour
Virtuale del Museo
Aperto
tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Ingresso Lire 4000 (ingresso gratuito per i cittadini
della Comunità Europea di età inferiore
ai 18 anni e superiore ai 60 anni).
SERVIZI:
Vietato l'uso del flash
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La
sede museale è una costruzione degli anni '60
realizzata in contiguità ad un edifiio del ventennio
fascista creato per la "Casa della Gioventù Italiana".
L'istituzione, prima qualificata come Museo Civico, dal
1993 è transitata alla Regione, che recentemente
ha annesso l'edificio limitrofo degli anni '30 facendone
la sede degli uffici della Sezione Archeologica della
Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali.
Il
museo illustra la storia dei siti antichi del territorio
urbano ed extraurbano di Caltanissetta e di altri centri
del territorio della provincia, dalla preistoria all'età
tardo antica. Tra i più importanti siti si segnalano
Dessueri, nel territorio di Mazzarino, con i resti
di un complesso abitativo risalente all'età del
bronzo recente e finale (XI-X sec. a.C.) e con la sua
necropoli, costituita da 3000 tombe a grotticella scavate
nella montagna, seconda per vastità ed importanza
solo a quella di Pantalica (Siracusa); Polizzello,
presso Mussomeli, con i resti del villaggio indigeno e
della necropoli (IX-VII sec. a.C.); i siti indigeni di
Gibil Gabib e Sabucina nel territorio di
Caltanissetta, posti su alture a controllo del fiume Salso,
una delle principali vie di penetrazione commerciale e
militare dell'antichità, centri che furono ellenizzati
da Gela per poi ricadere entrambi sotto il dominio di
Agrigento, alla quale ultima è legata anche l'ellenizzazione
del sito indigeno di Vassallaggi.
Le
collezioni. Il nucleo più antico è costituito
da un consistente numero di reperti recuperati negli anni
Sessanta dall'Associazione Archeologica Nissena, e provenienti,
per la maggior parte, dai siti di Pietrarossa, S. Giuliano,
Palmintelli, Gibil Gabib, Vassallaggi, Sabucina.
Dal 1996 sono esposti nel Museo anche i materiali archeologici
degli scavi condotti negli altri centri del territorio
della provincia nissena, prima dalla Soprintendenza di
Agrigento e dal 1992 in poi dalla Soprintendenza di Caltanissetta.
L'istituzione museale si qualifica come una delle più
importanti a livello siciliano per la presenza di reperti
di notevole interesse ai fini della conoscenza delle civiltà
indigene.
Si segnalano infatti i reperti bronzei ma soprattutto
quelli ceramici provenienti dagli insediamenti di Sabucina
e di Dessueri. Ed ancora i reperti provenienti dal sito
di Polizzello, fondamentali per la conoscenza delle culture
indigene dell'età del ferro, la cui produzione
artistica fu influenzata dalla tradizione egeo-micenea
trasmessa dalle popolazioni migrate nell'isola già
nel XV-XIV sec, a. C.
Il museo espone anche una parte delle collezioni archeologiche
di Capodarso, un sito che pur ricadendo oggi nella provincia
di Enna, è geograficamente e storicamente legato
a questa parte del territorio della Sicilia, poiché
insieme a Sabucina controllava la valle del fiume Salso
(Imera meridionale).
L'ordinamento
è nello stesso tempo cronologico e topografico
e si articola in cinque grandi sale, nelle quali l'esposizione
è sempre associata a ricco materiale didattico
e didascalico.