CALTAGIRONE
CALTAGIRONE
38200
abitanti
Carta
Michelin n° 432 P 25
LA
CITTA'
Asse
principale di Caltagirone è la lunga via Roma che, tagliando
in due la città, arriva fino ai piedi dell'ormai famosa
scalinata di S. Maria del Monte, sua continuazione ideale.
Lungo la via si affacciano alcuni tra gli edifici più interessanti,
con numerosi esempi di decori in maiolica. Nel tratto iniziale
appare, sulla sinistra, la bella cinta della Villa comunale
con il Teatrino.
Villa
Comunale - E' un bellissimo giardino disegnato verso
la metà del secolo scorso da Basile ed ispirato ai giardini
inglesi. Il lato che si affaccia su via Roma è delimitato
da una balaustrata ornata da vasi con inquietanti volti
diavoleschi ai quali si alternano pigne dal verde intenso
e lampioncini dai sostegni in maiolica. Il giardino si sviluppa
in una serie di sentieri ombreggiati che celano spazi più
ampi abbelliti da opere in ceramica, statue, fontane. Il
più appariscente è senz'altro lo spiazzo con al centro un
delizioso palchetto della musica dalle forme arabeggianti
ed ornato da maioliche.
Museo
della Ceramica - Il Teatrino, singolare
costruzione settecentesca ornata di maioliche, ospita questo
interessante museo che permette di ripercorrere la storia
della ceramica locale dalla preistoria agli inizi del Novecento.
Attraverso i manufatti si scoprono l'evoluzione delle forme
e delle decorazioni. La diffusione e l'importanza della
lavorazione dell'argilla è attestata da un bel cratere del
V sec. a.C, su cui sono raffigurati un vasaio ed un giovane
mentre lavorano al tornio.
Particolarmente ben rappresentato il XVII sec, con albarelli
dalla decorazione vivace, sui toni del giallo, del blu e
del verde, anfore e vasi con medaglioni a soggetto religioso
o profano.
Poco oltre, sempre in via Roma, sulla destra si trova la
bella balconata di Casa Ventimiglia decorata
dall'omonimo maiolicaro calatino nel Settecento. Superato
il Tondo Vecchio, esedra in pietra e mattoni, ci si imbatte
(a destra) nell'imponente facciata di S. Francesco
d'Assisi seguita dall'omonimo ponte maiolicato,
che immette nel cuore vero e proprio della città. Oltre
la chiesetta di S. Agata, sede della confraternita
dei maiolicari, si trova l'austero carcere borbonico.
Carcere
Borbonico - E' un edificio dalla mole imponente e squadrata
che il recente restauro ha valorizzato nuovamente. In pietra
arenaria, venne progettato alla fine del '700 dall'architetto
siciliano Natale Bonajuto ed adibito a carcere per circa
un secolo. Attualmente ospita al suo interno un piccolo
museo civico che permette di scoprirne anche le massicce
strutture interne.
Museo
Civico - La visita inizia al 2° piano con una mostra
permanente di opere contemporanee in ceramica. In una sala
è conservato il fercolo di S. Giacomo in legno dorato ed
argento (fine XVI sec.), utilizzato fino aI 1966 per la
processione del 25 luglio. Si notino i volti delle cariatidi,
dai tratti delicati. La 3° sala è dedicata ai Vaccaro, due
generazioni di pittori attivi nel XIX sec. Particolamente
belli lo stesicoro di Francesco e Bambina che prega di Mario.
Al 1° piano è ospitata la Pinacoteca che raccoglie opere
di artisti siciliani.
Piazza
Umberto I - Vi si affaccia il Duomo di S. Giuliano,
edificio barocco che ha subìto notevoli rimaneggiamenti,
tra i quali il più rilevante è la sostituzione della facciata
agli inizi del '900. Si giunge in vista dell'ormai famosa
scala di S. Maria del Monte, ai piedi della quale, sulla
sinistra, si erge il Palazzo Senatorio con
alle spalle la Corte Capitaniale, bell'esempio
di edificio civile (1601) opera dei Gagini. A destra, una
scalinata permette di raggiungere la Chiesa del Gesù
con, all'interno, una Deposizione di Filippo Paladini (3°
cappella a sinistra). Alle spalle dell'edificio si trova
la Chiesa di S. Chiara, la cui elegante facciata
è attribuita a Rosario Gagliardi (XVIII sec.). Subito
oltre, l'edificio di inizio Novecento dell'Officina elettrica
deve la facciata ad Ernesto Basile,
Ritornare in piazza Umberto.
Scala
di S. Maria del Monte - La scala costituisce il punto
di collegamento tra la città vecchia (superiore), sede nel
'600 del potere religioso, e la parte nuova, ove invece
erano raccolti gli edifici civili. Ai due lati si estendono
i due vecchi quartieri di S. Giorgio e di S. Giacomo che
racchiudono, nelle intricate viuzze, begli edifici religiosi.
I 142 gradini in lava sono decorati, sull'alzata, da belle
formelle in maiolica policroma che alternano motivi geometrici,
floreali, decorativi e ispirati al mondo animale in un succedersi
di reminiscenze arabe, normanne, spagnole, barocche e contemporanee.
Una volta l'anno la scala brilla di fiammelle colorate che
formano "quadri" ogni volta differenti: riccioli, volute,
disegni floreali, figure femminili, o il più ricorrente
simbolo della città, un'aquila con sul petto uno scudo crociato.
Sono le notti di S. Giacomo, il 24 e 25 luglio, quando migliaia
di lumini racchiusi in involucri rossi, gialli o verdi vengono
disposti sulla scala ed accesi.
In cima alla scala. S. Maria del Monte, chiesa
matrice, sede antica del potere religioso. All'altare maggiore
si trova la Madonna di Conadomini, tavola del XIII sec.
I
quartieri di S. Giorgio e di S. Giacomo - Ai piedi della
scala, via L. Sturzo, sulla destra, è fiancheggiata da alcuni
bei palazzi, tra cui Palazzo della Magnolia
(al n° 74), dall'esuberante e ricca decorazione floreale
in terracotta, opera di Enrico Vella. Subito oltre si trovano
le due chiese ottocentesche di S. Domenico e del SS.
Salvatore, al cui interno si trova il Mausoleo di
Don Luigi Sturzo ed una Madonna col Bambino di Antonello
Gagini. Alla fine di via Sturzo si giunge alla Chiesa
di S. Giorgio (XI-XIII sec.) ove è conservata la
tavola del Mistero della Trinità attribuita
al fiammingo Roger van der Weyden.
Il proseguimento ideale di via Sturzo, ma dalla parte opposta
rispetto alla scala, è via Vittorio Emanuele che conduce
alla Basilica dl S. Giacomo, patrono della
città, al cui interno si trova la cassa argentea che racchiude
le reliquie del santo, realizzata dai Gagini.
OLTRE
IL CENTRO
Una
passeggiata per i caratteristici quartieri che si nascondono
dietro le vie di grande scorrimento può riservare piacevoli
ed inaspettate sorprese quali, ad esempio, la facciata neogotica
della Chiesa di S. Pietro (nell'omonimo quartiere, a sud-est),
decorata da maioliche.
Chiesa
del Cappuccini - Situata ai confini orientali della
città, la chiesa conserva all'altare, una bella pala di
Filippo Paladini raffigurante il trasporto dall'Oriente
all'Occidente della Madonna dell'Odigitria portata a spalla
da monaci basiliani. Lungo il fianco sinistro dell'unica
navata, la Deposizione di Fra' Semplice da Verona,
presenta un bel gioco prospettico. Contigua alla chiesa,
si trova la Pinacoteca che raccoglie dipinti dal '500 ai
nostri giorni. Da qui si ha accesso alla cripta ove si trova
un singolare presepe che riunisce i vari momenti della vita
di Gesù che vengono successivamente illuminati ed accompagnati
da frasi evangeliche. Le statuette sono state realizzate
negli anni '90 e sono opera di diversi artisti di Caltagirone.
STORIA
Caltagirone,
città della ceramica
- Tutto nasce dalla ricchezza di argilla della zona. La
facilità di reperire il materiale dà impulso alla lavorazione
di manufatti di terracotta, soprattutto vasellame, che serve
a rifornire l'intera regione. Questa diviene ben presto
una delle principali attività della cittadina. Dai modelli
locali si passa a quelli di influsso greco (quando si infittiscono
i commerci) ed alla lavorazione, più veloce e precisa, al
tornio (sono i Cretesi ad introdurlo, intorno al 1000 a.C.),
fino all'arrivo degli Arabi (IX sec.). Sono loro a modificare
completamente la produzione. Introducono motivi orientali,
ma soprattutto la tecnica dell'invetriatura, processo innovativo
utile anche per rendere impermeabile l'oggetto. Si sviluppa
un'arte più raffinata, con bei decori geometrici, stilizzati,
tratti dal mondo vegetale ed animale. I colori dominanti
sono il blu, il verde ed il giallo. A testimonianza dell'importanza
della dominazione araba resta anche la radice musulmana
del nome della città che nell'ipotesi più intrigante significa
Castello o Rocca dei vasi.
Con la dominazione spagnola si modificano i gusti e le committenze.
La decorazione è adesso monocromatica (blu, bruna) a motivi
floreali o con stemmi nobiliari di famiglie ed ordini religiosi.
La città conosce un periodo di particolare floridità, grazie
anche ad altre attività della zona: la produzione di miele,
qui particolarmente abbondante, fa sì che i mielai siano
tra i clienti più assidui delle botteghe di vasai. Ai cannatari
(da cannate, i boccali), come erano generalmente chiamati
gli artigiani della ceramica, si aggiungono i quartari (da
quartare, anfore che derivano il nome dalla loro capacità,
corrispondente a 12,5 litri, un quarto di un barile). Riuniti
in confraternite, gli artigiani aprono le loro botteghe
in una zona piuttosto estesa, a sud della città, entro le
mura. Oltre alla produzione di vasellame, a Caltagirone
si progettano anche rivestimenti per ornare cupole, facciate
di chiese, palazzi e pavimenti. Grandi artisti sono attivi
tra il Cinquecento ed il Settecento tra i quali i fratelli
Gagini e Natale Bonajuti. I decori sono gli stessi del vasellame:
motivi geometrici, floreali e stilizzati tra cui spicca
la piccola palma persiana di derivazione toscana (Montelupo).
Nel XVII sec. si diffonde anche una decorazione a medaglioni
con figure umane ed effigi di santi (tipici di tutta la
produzione siciliana), mentre nel secolo successivo vengono
introdotti decori plastici che vanno ad ornare le superfici
dei vasi in ricche volute e ricami policromi.
L'Ottocento segna invece un periodo di decadenza ravvivato
solo dalla produzione di figure, spesso utilizzate come
statuine da presepe. La loro creazione vede impegnati, nella
seconda parte del secolo, le mani esperte dei Bongiovanni-Vaccaro.
TURISMO
Chi
arriva a Caltagirone non può lasciarsi sfuggire una presenza
che sembra accompagnare la città: la ceramica, che non solo
troneggia all'interno dei negozi in un'euforia di vasi,
piatti, suppellettili, ma abbellisce ponti, balaustre, facciate
e balconi. E questo a testimonianza di un'arte che, in questa
zona, è antica quasi quanto le origini della città.
Dove
acquistare
Innumerevoli sono i negozi di ceramiche che si allineano
lungo le vie del centro e costeggiano la Scala di S. Maria
del Monte. Chi volesse avere una panoramica della produzione
locale, può rivolgersi alla Mostra Mercato Permanente in
via Vittorio Emanuele, che riunisce i lavori di alcuni artigiani
della città.
Dove
mangiare
Il ristorante La Scala, all'inizio della scala di S. Maria
del Monte sulla destra, è sistemato in un bel palazzo settecentesco
che a pianterreno possiede delle stanze ove scorrrono ancora
oggi delle acque sorgive che all'epoca erano l'equivalente
dell'acqua corrente.
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