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MUSEO ARCHEOLOGICO DI GIARDINI NAXOS ( indice dei musei )

Museo Archeologico
Giardini Naxos (Messina), via Lungomare Schisò
Tel. +39 0942 51001
Fax +39 0942 51001

Mappa del Museo
Mappa di Giardini Naxos
Tour Virtuale del Museo

Aperto il lunedì dalle 9 alle 14.
Tutti gli altri giorni dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 19.
Ingresso Lire 4000 (ingresso gratuito per i cittadini della Comunità Europea di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 60 anni).
Limitrofa al museo è l'area dell'antica città greca; apertura dalle 9 ad un'ora prima del tramonto.

SERVIZI:
• Audiovisivi
• Vietato fotografare

La sede museale si articola in tre corpi di fabbrica due dei quali destinati all'esposizione. L'edificio "A" realizzato negli anni '70 quando venne istituito il museo, e l'edificio "B", torrione del fortino borbonico di cui restano larghi tratti di mura.

Il Museo illustra la storia della colonia greca di Naxos, prendendo al contempo in esame le evidenze preistoriche, attestanti l'ininterrotta continuità di vita nel sito, dal neolitico sino all'arrivo dei Greci nonché testimonianze dal territorio (Cocolonazzo di Mola, grotta Monaci, Fiumedenisi, Malvagna).
Naxos fu fondata nel 734 a.C. dai Calcidesi, salpati dall'isola greca di Eubea sotto la guida di Teocle.
La città, nata sulla rotta che le navi euboiche seguivano per raggiungere Ischia e da lì commerciare con gli Etruschi, fu il fulcro dell'espansione calcidese in Sicilia dalla quale lo stesso Teocle si mosse per fondare Leontinoi e Katane.
La storia della città, segnata dalla rivalità con la potente Siracusa, fu breve e si concluse nell'arco di poco più di tre secoli, quando fu distrutta nel 403 a.C. da Dionigi di Siracusa.

Le collezioni sono costituite in massima parte da reperti provenienti dagli scavi che, condotti a partire dal 1953, sono ancora in corso nel sito dell'antica colonia.
Un ristretto gruppo di materiali rinvenuti tra la fine dell '800 e gli inizi del nostro secolo proviene dai Musei Archeologici di Palermo e Siracusa e, molto di recente, anche dal Museo dell'Università di Heidelberg grazie alla cessione di un frammento di arula con sfingi affrontate, che, acquistato nel 1902 a Taormina da F. von Duhn, risulta perfettamente riconnettibile ad uno del Museo di Naxos.
I numerosi manufatti ceramici documentano le diverse fasi di vita della città, i suoi rapporti commerciali, la sua cultura materiale.
Le terrecotte figurate, quelle architettoniche le antefisse a maschera silenica testimoniano il fiorire già agli inizi del VI secolo a.C. di una architettura monumentale di carattere sacro nonché l'attività vivace di officine coroplastiche (che realizzavano oggetti in terracotta).
Manufatti diversi, infine, documentano il sopravvivere sino ad epoca bizantina di nuclei abitati attorno alla baia.
Sono esposti anche oggetti rinvenuti nel territorio come lo splendido elmo bronzeo di età ellenistica da Moio, nella Valle dell'Alcantara. Una sezione del Museo è dedicata ai ritrovamenti subacquei con esposizione di numerosi ceppi d'ancora e di talune anfore da trasporto.

L'ordinamento segue un criterio cronologico.


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