MONREALE
In
bella posizione, elevata sopra la Conca d'Oro, il Monte
Reale è, in epoca normanna, riserva di caccia dei regnanti
che ben presto vi costruiscono anche una residenza. E solo
però, quando Gugliemo II decide di edificare qui la famosa
cattedrale, con l'annesso palazzo reale ed il monastero,
che comincia a formarsi un nucleo urbano vero e proprio.
Il centro vitale della cittadina si identifica ancor oggi
con la zona intorno all'edificio. Piazza Vittorio Emanuele
con la fontana del Tritone, ne incornicia il lato sud. La
facciata principale si affaccia invece su una piazzetta
più piccola, dalla quale si accede sia al chiostro che ad
un piccolo giardino pubblico (ultimo portale a destra rispetto
all'entrata al chiostro). Dopo aver attraversato una grande
corte, si giunge al giardino. Da qui si gode di bellissime
viste sulla Conca d'Oro. Tutt'intorno stradine su cui affacciano
negozietti di oggettistica, caffè e ristorantini.
IL
DUOMO
La
costruzione di questo splendido complesso che comprende,
oltre al duomo. anche un'abbazia benedettina ed il palazzo
reale (trasformato alla fine del '500 e i Seminario Arcivescovile),
venne iniziata da Guglielmo II, nipote di Ruggero II, intorno
al 1172. Vuole la leggenda che la Madonna, apparsagli in
sogno, gli suggerisse di edificare una chiesa con il denaro
celato dal padre in un nascondiglio di cui lei stessa indicò
l'ubicazione. La costruzione doveva essere grandiosa, per
eguagliare le cattedrali delle più grandi città europee
e superare in bellezza la Cappella Palatina, edificata dal
nonno Ruggero. E così vennero sicuramente impiegate le migliori
maestranze, senza risparmio di fondi. La chiesa era circondata
a nord dal palazzo reale e a sud dal convento benedettino
di cui oggi si può ammirare il bellissimo chiostro.
Esterno
La chiesa è il risultato della mescolanza delle maestranze
e quindi degli stili che sono impegnati nella sua realizzazione.
Normanne sono le due torri massicce che inquadrano la facciata,
l'alta abside fiancheggiata dalle due absidiole, la pianta
basilicale e quindi la struttura del duomo. Di chiara impronta
islamica è invece la decorazione delle absidi delle quali
si gode la vista migliore da via dell'Arcivescovado. Sempre
su questa via si possono ancora vedere tracce dell'originario
palazzo reale oggi inglobato nel palazzo arcivescovile,
Il decoro delle absidi è a tre ordini di arcatelle cieche
ogivali di differente altezza che si intersecano sostenute
da esili colonne su alti basamenti, mentre geometrie di
pietra policrome (il colore dorato del calcare ed il nero
della lava) sottolineano gli archi che incorniciano riquadri
e rosoni a giochi di stelle di disegno sempre diverso, Il
motivo viene ripreso anche sulla facciata, purtroppo parzialmente
nascosta da un portico rifatto nel XVIII sec. Sotto il portico
troneggia il bellissimo portale bronzeo che Bonanno
Pisano, architetto e scultore a cui si deve anche
la famosa torre di Pisa, realizzò nel 1185. E' formato da
46 pannelli che narrano episodi dell'Antico e del Nuovo
Testamento con un'economia di personaggi ed una stilizzazione
che lo rendono sorprendentemente moderno, i due battenti
sono racchiusi in una complessa cornice di pietra a fasce
scolpite con disegni geometrici e racemi che racchiudono
figurine di animali e uomini che si alternano a sottili
strisce musive.
Anche il portale bronzeo di Barisano da Trani che si apre
sul fianco occidentale, sotto il portico cinquecentesco,
è formato da pannelli in cui sono raffigurati tre episodi
biblici, alcune scene di vite di santi e molti soggetti
decorativi, ma l'esecuzione è più rigida, di impronta ancora
bizantina, nonostante sia stato eseguito 4 anni più tardi.
Interno
L'entrata è dal fianco occidentale.
Il
ricco manto di mosaici in cui l'oro fa da sovrano annulla
per un istante tutte le altre sensazioni. Poi l'occhio si
abitua e si incominciano a distinguere le singole parti.
L'amplissima navata centrale è divisa dalle due navate laterali,
molto più piccole, da colonne con bellissimi capitelli,
alcuni corinzi, altri in stile composito, con foglie d'acanto
nella parte inferiore e cornucopie e ritratti di Cerere
e Proserpina in quella superiore. Tra i capitelli e l'imposta
degli archi sono Stati inseriti pulvini con decorazioni
musive arabescate. Poco oltre la metà, un monumentale arco
di trionfo introduce l'ampia zona del transetto e delle
absidi, sopraelevata rispetto alle navate. Il pavimento
di questa parte, ad intarsi marmorei come la parte bassa
delle pareti, ricorda la tradizione bizantina. Il soffitto
ligneo del coro è stato rifatto nel XIX sec.
Nella chiesa si trovano le tombe di Guglielmo I e di Guglielmo
II e, racchiuso in un altare, il cuore di S. Luigi, morto
a Tunisi nel 1270 quando in Sicilia regnava il fratello
Carlo I.
La Cappella del Crocifisso presenta un'esuberante
decorazione barocca, tutta in marmo, e una profusione di
intarsi, bassorilievi, altorilievi, statue, volute, il crocifisso
ligneo è del '400. La sala del tesoro custodisce reliquiari
ed altri oggetti di culto. Sotto l'arco che chiude la crociera
del transetto trovano posto i due altari coronati da scene
musive: a destra quello episcopale, sormontato dal simbolico
tributo di Guglielmo II alla chiesa (il re è colto nell'atto
di donare la cattedrale alla Madonna) e quello reale, a
sinistra, che conferma la protezione divina sul re (è Cristo
stesso che incorona Guglielmo), Quest'ultimo, nel timpano,
presenta due leoni che si fronteggiano (composizione tipicamente
orientale), simbolo di potere, che ritornano anche sui bracci
del trono.
Mosaici
- Su un fondo dorato prendono vita i personaggi della Bibbia,
dai colori più smorzati rispetto ai contemporanei della
Cappella Palatina, ma dai tratti più personalizzati ed espressivi.
Vennero realizzati a cavallo tra il XII ed il XIII sec.
da maestranze veneziane e siciliane, La presentazione delle
scene, gli elementi utilizzati e le immagini simboliche
sono spesso le stesse utilizzate nella Cappella Palatina.
La sequenza dei mosaici segue uno schema preciso in osservanza
di un principio stabilito sotto il pontificato di Adriano
I nel VII Concilio Ecumenico (787): l'arte è subordinata
ed al servizio della religione e della liturgia ed il fedele
può, proprio attraverso l'arte, apprendere degli insegnamenti
cristiani. Nel racconto musivo si ripropone il piano divino
di salvezza universale, a partire dalla creazione del mondo
e dell'uomo che, con il peccato originale, è costretto al
lavoro ed all'espiazione, fino all'intervento di Dio che
sceglie il suo popolo per prepararlo alla salvezza (navata
centrale). La venuta di Cristo rappresenta la realizzazione
del piano di salvezza attuato attraverso la sua vita (transetto)
e le sue opere (navate laterali). La missione iniziata da
Cristo prosegue poi con la nascita della chiesa e con gli
uomini santi che seguono il suo esempio (absidi minori).
Le singole scene sono ricche di particolari realistici:
ad esempio i legacci che reggono le impalcature della torre
di Babele, i coltelli presenti sulla tavola delle nozze
di Cena (lato sinistro della crociera del transetto, in
alto), le monete che rotolano dal tavolo rovesciato da Cristo
quando scaccia i profanatori dal tempio (a metà circa della
navata laterale sinistra) o l'incredibile varietà di pesci
raffigurati sia nella creazione che impigliati nella rete
dei pescatori nell'episodio della pesca miracolosa (braccio
sinistro del transetto). Molti sono anche i simboli utilizzati,
quali, ad esempio, la nuvola che awolge il corpo di chi
è addormentato (si veda l'apparizione dell'angelo a Giuseppe
nella crociera del transetto sulla destra) o l'omino scuro
presente in parecchie scene che rappresenta il diavolo,
scacciato dal corpo degli indemoniati o dei malvagi. Particolare
è l'immagine dell'anima di Abele raffigurata come un ornino
rosso di sangue versato.
Nell'abside centrale troneggia, imponente,
il Cristo Pantocratore con, sotto, la Vergine col Bambino
affiancata da angeli ed apostoli. Nell'ultima fascia: figure
di santi. Al centro del sottarco, il trono del giudizio.
Le due absidi laterali ospitano. nel catino, le due immagini
di S. Pietro (a destra) e S. Paolo (a sinistra) seguiti
da episodi significativi della loro vita. La storia della
vita di Cristo è presentata nella zona presbiteriale, a
partire dalla crociera del transetto ove vengono raffigurati
gli episodi dell'infanzia di Cristo. La maturità di Cristo
è invece presentata nei due bracci del transetto (a partire
da quello di destra), fino alla discesa dello Spirito Santo.
Le navate laterali invece illustrano alcuni miracoli di
Cristo. Nell'arco trionfale, sopra il trono episcopale (lato
destro), il re Guglielmo II nell'atto di offrire il duomo
alla Vergine; sopra il trono reale. Guglielmo II viene incoronato
da Cristo.
La navata centrale è invece dedicata al Vecchio
Testamento. Qui di seguito sono elencate le immagini che
formano questo incredibile libro. Data la complessità delle
storie del Vecchio Testamento sono state aggiunte, in corsivo,
delle piccole note esplicative per le scene meno conosciute.
Navata centrale - A partire dall'inizio della navata,
lato destro. Creazione delle acqua. Creazione della luce
alla presenza di sette angeli (come i giorni della creazione).
Separazione delle acque che stanno sopra il cielo da quelle
che stanno sotto. Separazione della terra dalle acque. Creazione
della luna, sole e stelle. Creazione degli uccelli e dei
pesci. Creazione dell'uomo. Il riposo di Dio. Dio conduce
Adamo nell'Eden. Adamo nell'Eden. Creazione di Eva. Eva
viene presentata ad Adamo Eva ed il serpente tentatore.
lI peccato originale. Dio scopre Adamo ed Eva che si vergognano
delle loro nudità. Cacciata dal Paradiso terrestre. Adamo
al lavoro, Eva è seduta con una spola in mano. lI sacrificio
di Caino ed Abele. Solo il sacrificio di Abele è gradito
a Dio, cosa simboleggiata da un raggio di luce divina che
parte direttamente dalla mano dei Signore. Caino uccide
Abele. Dio scopre Caino e lo maledice. Caino viene ucciso
da Lamech, episodio tratto dalla tradizione ebraica e non
incluso nella Genesi. Dio ordina a Noè di costruire l'arca.
Noè fa costruire l'arca. Gli animali salgono sull'arca.Noè
accoglie la colomba che reca il rametto di ulivo, segno
che la terra è riemersa. Gli animali scendono dall'arca.
II sacrificio di Noè in segno di ringraziamento a Dio. Alle
spalle, l'arcobaleno, simbolo dell'alleanza di Dio con l'uomo.
La vendemmia (sulla sinistra). Sulla destra Noè, ebbro e
discinto, viene scoperto dal figlio Cam che chiama i suoi
fratelli per deniderlo. Costoro, più rispettosi della dignità
paterna lo coprono, Da qui la maledizione di Noè a Cam e
alla sua discendenza, i Cananei. E per questo motivo che,
da questo momento, diverse volte i padri esprimono il desiderio
che i figli non prendano per moglie una cananea. I discendenti
di Noè edificano la torre di Babele nel tentativo di creare
un'unità. Nascono però i dissensi simboleggiati dalla impossibilità
di comprendersi. La tradizione biblica vuole qui vedere
l'intervento divino che diversifica le lingue degli uomini,
che non sono più in grado di continuare a lavorare perchè
non si comprendono l'un l'altro. Abramo, stabilitosi nelia
regione di Sodoma e Gomorra, incontra tre angeli inviati
da Dio e li invita a casa sua. Gli angeli rappresentano
la Trinità. L'ospitalità di Abramo. Dio invia due angeli
perchè distruggano Sodoma. Lot, nipote di Abramo, li ospita.
Lot cerca di impedire agli abitanti di Sodoma di entrare
in casa, dove si trovano i due angeli. Questa scena non
fa parte del Vecchio Testamento, ma delle storie dei Santi
Cassio. Casto e Castrense (protettore di Monreale) che continua
nel registro inferiore. Cassio e Casto, condannati ad essere
sbranati dai leoni per non aver rinnegato Cristo, si salvano
perchè i leoni si ammansiscono improvvisamente e leccano
loro i piedi. Cassio e Casto portati ad un tempio pagano,
lo fanno crollare sugli empi. S. Castrense libera un uomo
dal demonio che si getta in mare e provoca una mareggiata.
Sodoma è in preda alle fiamme e Lot fugge con le figlie,
mentre la moglie, voltatasi a guardare, si è già tramutata
in statua di sale. Dio appare ad Abramo e gli ordina di
sacrifacare il figlio Isacco. Un angelo impedisce il sacrificio.
Abramo manda un servo a cercare una moglie per Isacco. Rebecca
al pozzo dà da bere al servo di Abramo ed ai suoi cammelli.
Rebecca si mette in viaggio per andare dallo sposo predestinato.
Isacco. Isacco in compagnia del figlio prediletto, Esaù
e del secondogenito Giacobbe. Isacco benedice Giacobbe convinto
che sia Esaù (sulla destra, mentre ritorna dalla caccia).
Isacco, quasi cieco per la vecchiaia, viene ingannato dalla
pelle di capretto che copre le braccia di Giacobbe che,
al contrario del fratello, è imberbe. La fuga di Giacobbe
dall'ira vendicatrice del fratello al quale ha sottratto
la benedizione di Isacco. Giacobbe, in viaggio, sogna una
scala che dalla terra sale fino al cielo ed è percorsa da
angeli. Dio, dalla cima, gli dona la terra su cui si è addormentato
e Giacobbe, una volta sveglio, pone la prima pietra, che
gli era servita da guanciale. Giacobbe lotta con l'angelo.
Quando torna dal fratello Esaù, Giacobbe, timoroso della
sua passibile ira, gli invia dei doni. Di notte, dopo aver
fatto passare un guado alla sua famiglia, un angelo lo avvicina
e si batte con lui. All'alba, l'angelo lo benedice e gli
impone il nome di Israele (colui che ha combattuto con Dio
e con gli uomini ed ha vinto).
Salita
alle terrazze - Accesso dal fondo della navata destra.
Il percorso è ripido e lungo. Il primo tratto all'aperto
consente di godere di una notevole vista del chiostro dall'alto.
Più avahti si ha una visione rawicinata delle bellissime
absidi. L'ultimo tratto. in posizione più elevata, permette
un'incantevole vista della Conca d'Oro.
IL
CHIOSTRO
Il
vastissimo chiostro, uno dei più begli esempi architettonici
ispirati all'arte musulmana, è circondato da una serie di
arcate ogivali poggianti su bellissime colonnine gemme molte
delle quali presentano incrostazioni musive policrome dl
ispirazione orientale. Fanno eccezione le colonne che delimitano
ogni angolo e quelle che delimitano l'angolo del chiostrino
quadrato che racchiude una fontana (angolo sud-ovest), in
cui sono scolpite figure di animali e di uomini in un rigoglioso
intreccio vegetale. I veri gioielli sono però i capitelli
romanici, di una incredibile varietà e libertà di esecuzione.
I soggetti si ispirano sia all'iconografia medievale che
all'arte classica. Senza una precisa sequenza, il che dimostra
l'intento più che altro decorativo, si affiancano episodi
tratti dal Vangelo, ad episodi del Vecchio Testamento, ad
immagini simboliche o più semplicemente decorative, anche
se sempre caratterizzate da una particolare originalità.
Anche i soggetti classici qui assumono un aspetto insolito
come, ad esempio, le foglie di acanto del capitello coninzio
che si arricchiscono di un inatteso movimento, quasi fossero
mosse dal vento. A questi si uniscono moltissimi altri soggetti,
uccelli che si protendono a beccare i girali del capitello,
telamoni che sembrano reggere il peso dell'arco, putti intenti
a nutrire animali, personaggi orientali con turbanti e serpenti.
Particolarmente interessante il capitello della donazione,
in cui Guglielmo II offre alla Madonna la chiesa, di cui
si ravvisa il lato sud, molto rassomigliante. Particolari
anche un capitello in cui viene rappresentato un uomo che
uccide un toro, immagine simbolica che allude al culto orientale
di Mithra e quello in cui viene raffigurato un acrobata.
La sua posizione, in verticale con le gambe piegate etutto
il peso sulle due braccia (così la testa rimane al centro),
richiama subito la figura della Tninacria, simbolo della
Sicilia.
Nel chiostrino dell'angolo sud-ovest, la bellissima fontana
è composta da una vasca circolare al centro della quale
si erge una colonna con scolpiti dei caproni. L'angolo,
per la sua eleganza e raffinatezza, evoca gli splendori
moreschi.
ESCURSIONI
San
Martino delle Scale - 10 km ad ovest di Monreale.
Piacevolmente adagiato a 548 m di altitudine, il paese è
un centro di villeggiatura apprezzato per la frescura. Il
nome è quello di un monastero benedettino fondato nel VI
sec. da S. Gregorio Magno, poi rifatto ed ingrandito a partire
dal XVI sec.
Nella chiesa, si trova un bel coro ligneo ad intarsi, opera
del XVI sec. La strada che vi giunge, in salita, offre belle
viste sui tetti di Monreale, sul Duomo, sulla Conca d'Oro
e su Palermo.
Castellaccio
- 3 km ad ovest di Monreale. Le rovine del castello
tardo normanno svettano in cima al Monte Caputo
e sono meta primaverile ed estiva dei turisti locali. E
un ottimo posto per i picnic (area parzialmente attrezzata).
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