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                      vestigia romane risultano meno numerose e spettacolari di 
                      quelle ritrovate durante la dominazione greca, dato lo scarso 
                      interesse che Roma mostra per la Sicilia rispetto agli altri 
                      territori da lei conquistati. Infatti, una volta passato 
                      il pericolo di una potenziale invasione cartaginese, l'isola 
                      perde il suo carattere strategico e viene unicamente apprezzata 
                      per le sue risorse agricole. Questo "magazzino romano del 
                      grano" è quindi per molti secoli una delle tante province 
                      occupate da Roma, senza alcuna particolare attrattiva per 
                      i suoi amministratori. Malgrado ciò, i ricchi proprietari 
                      terrieri edificano splendide ville in riva al mare, come 
                      testimoniano le rovine della villa patrizia di Patti nei 
                      pressi di Tindari. Solo alla fine del III sec. d.C., sotto 
                      Diocleziano, questa provincia romana viene eletta al rango 
                      di regio suburbicaria, divenendo una delle regioni più ambite 
                      dall'aristocrazia romana, che vi acquista grandi proprietà 
                      fondiarie. Durante i sette secoli d'occupazione, Roma non 
                      offre alla Sicilia prestigiosi monumenti, ma costruisce 
                      vari edifici pubblici tipicamente romani (anfiteatri, terme, 
                      odeon ... ) ed un'efficace rete stradale utilizzata per 
                      scopi prima militari e poi semplicemente economici. Alcune 
                      zone pubbliche urbane (come ad esempio i fori) non sono 
                      ancora oggi completamente conosciute.
 La 
                      costruzione romana - L'evoluzione delle tecniche di 
                      costruzione spiega in parte la scarsa quantità di resti 
                      ritrovati. A differenza dei Greci, i Romani conoscono e 
                      usano il cemento con grande maestria, innalzando muri, volte 
                      e colonne con piccoli mattoni, nel cui interno viene colato 
                      il cemento. Le rifiniture sono costituite da rivestimenti 
                      marmorei (o realizzati con pietre di nobile aspetto), mentre 
                      per gli interni gli artisti adoperano addirittura lo stucco, 
                      che dà l'illusione di splendidi muri in pietra. Con il passare 
                      degli anni, o più verosimilmente a causa dell'avidità delle 
                      generazioni successive, i monumenti romani e i loro preziosi 
                      ornamenti si trasformano purtroppo in fragili rovine.   I 
                      monumenti romani - Durante questo periodo i teatri greci, 
                      come quelli di Taormina e di Catania, subiscono notevoli 
                      trasformazioni: l'orchestra circolare (riservata ai cori 
                      greci) viene ridotta ad un semicerchio, mentre viene aggiunto 
                      un muro di scena per accogliere i macchinari necessari agli 
                      effetti scenici. In questi teatri si può assistere sia a 
                      spettacoli di circo che a combattimenti di belve, grazie 
                      alla presenza di un muro situato ai piedi della cavea (in 
                      parte ancora visibile a Taormina), eretto per proteggere 
                      gli spettatori. Tra i monumenti di creazione romana, degni 
                      di particolare nota sono l'Anfiteatro di Siracusa, in cui 
                      si svolgono i combattimenti fra gladiatori o belve, quello 
                      di Catania, gli odeon di Taormina e di Catania ed infine 
                      le Naumachie di Taormina (estremamente deteriorate), un 
                      immenso ginnasio costruito in mattoni e adorno di nicchie, 
                      lungo 122 m. A parte le creazioni inerenti allo spettacolo, 
                      l'architetiEura civile romana non lascia alla Sicilia resti 
                      di grande valore: la bella basilica con portici di Tindari 
                      costituisce tuttavia la prova dell'introduzione da parte 
                      dei Romani dell'arte della volta (sconosciuta dai Greci), 
                      anche in cittadine lontane dai grandi centri. Sussistono 
                      inoltre i resti di numerose terme (principalmente di epoca 
                      imperiale) a Catania, Taormina, Comiso, Solunto e Tindari 
                      e dei fori a Taormina, Catania, Siracusa e Tindari.
  Architettura 
                      domestica - L'abitazione romana siciliana è molto legata 
                      alla tradizione ellenistica. La casa urbana con peristilio 
                      fa la sua apparizione verso la fine dei sec. III-II a.C. 
                      (Morgantina), ma solo a Marsala ed Agrigento sono edificati 
                      modelli di case con atrio e cortile a peristilio (nati in 
                      Campania). Le creazioni più ricche si ritrovano invece nel 
                      campo delle ville di campagna, come testimonia la magnifica 
                      Villa dei Casale nei pressi di Piazza Armerina: le terme 
                      private confermano l'estrema raffinatezza del luogo, noto 
                      soprattutto per la sontuosa decorazione musiva. I mosaici, 
                      che rivestono la quasi totalità dei pavimenti, risalgono 
                      presumibilmente al III o al IV sec. e si estendono su 3500 
                      mq. Essi costituiscono per la loro ricchezza, il loro realismo 
                      e la loro diversità, la più grande opera d'arte romana giunta 
                      ai giorni nostri.
 
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