Dopo
tre secoli di occupazione bizantina e due di dominazione
musulmana, i re normanni si insediano in Sicilia nell'ultima
metà dell'XI sec. Nel termine "arte arabo-normanna" si nasconde
una sottile combinazione di elementi islamici (fatimidi,
abassidi e magrebini), romanici (veicolati dalle frequentazioni
dei sovrani, tra cui alcuni Benedettini franco-normanni),
latini (portati da monaci italiani che seguono i Normanni
durante il loro, viaggio nel sud Italia) e bizantini (provenienti
da vari monaci e da un patriarcato greco-bizantino).
Il
segno dell'occupazione araba - La conquista araba ha
inizio nell'827, nella regione di Trapani. Durante i due
secoli e mezzo di potere, questo popolo trasforma l'aspetto
della Sicilia, spostando la capitale da Siracusa a Palermo,
modificando il paesaggio con lavori d'irrigazione e nuove
coltivazioni provenienti dall'Oriente, ma soprattutto divulgando
delle forme fino a quel momento sconosciute. In questo periodo
vengono eretti numerosi edifici, sempre costruiti, in perfetta
armonia con la natura: palazzi, moschee, minareti, giardini
e fontane. In campo architettonico, viene introdotta in
Sicilia una nuova tipologia decorativa: le figure umane
lasciano il posto alla geometria e agli arabeschi, l'interno
delle abitazioni viene abbellito dai colori della ceramica,
mentre i soffitti si ricoprono di ricchi alveoli a stalattiti.
Ai giorni nostri non sussiste purtroppo alcun monumento
di rilievo appartenente all'epoca musulmana. Questi splendidi
palazzi arabi spariscono infatti con l'arrivo dei Normanni,
che se ne appropriano per riallestirli e modificarli, rendendo
impossibile distinguerne l'antica funzione. Dell'operato
arabo, permangono unicamente alcuni elementi decorativi
e il tracciato sinuoso e irregolare delle vie, tuttora visibile
nel tessuto urbano di certe città come Palermo.
L'eclettismo
normanno o la fusione dei tre stili romanico, bizantino
e arabo - Tutta la ricchezza dell'arte arabo-normanna
nasce da un forte desiderio, da parte dei sovrani normanni,
di emulare lo sfarzo di Bisanzio, città che sognano di conquistare.
Grandi costruttori, i nuovi capomastri siciliani fanno uso
di tutte le loro energie creative per erigere monumenti
d'incomparabile splendore. A partire dalla fine dell'XI
sec. e durante tutto il secolo successivo, vengono innalzate
grandi chiese ideate da monaci-architetti, sia greci che
francesi e latini (Benedettini ed Agostiniani), ispirate
alle forme classiche: pianta basilicale a croce latina o
greca, torri e portale sulla facciata, coro spesso Sormontato
da una cupola. Questi edifici vengono contemporaneamente
abbelliti da mosaici bizantini realizzati da artisti greci
e da ornamenti arabi (archi a ferro di cavallo, decorazione
fatta di arabeschi ed alveoli).
Ne risulta oggi un curioso insieme di edifici, tutti risalenti
al XII sec., che offrono la particolarità di associare questi
tre stili.
L'influenza
bizantina - Nell'architettura degli edifici religiosi,
quest'influenza è caratterizzata dalla scelta della pianta
centrata quadrata, nel cui interno è inserita una croce
greca con volta a botte (come nella Martorana, nella chiesa
di S. Nicolò Regale di Mazara del Vallo o in quella della
SS. Trinità di Delia a Castelvetrano). Nella struttura,
si riconosce la tradizionale cupola siculo-bizantina, posta
alla crociera del transetto su un tamburo poligonale. Anche
per i capitelli, l'arte arabo-normanna si rifà a quella
bizantina, introducendo un pulvino tra il capitello e l'impoista
dell'arco (visibile nel Duomo di Monreale). L'assenza di
rappresentazione della figura umana nella scultura bizantina
può essere spiegata per tre ragioni: innanzitutto l'antipatia
dei cristiani nei confronti dell'arte statuaria pagana,
in secondo luogo il movimento iconoclasta (che bandisce
le immagini sacre) e infine, l'influenza araba. Si dà quindi
alle rappresentazioni scultoree un aspetto più che altro
geometrico. In quanto alla tecnica, la pietra non viene
più modellata in superficie bensì lavorata in profondità,
con l'ausilio di un trapano frequentemente usato per eseguire
piccoli fori. Ne risultano a volte sculture talmente traforate
da sembrare vere e propri ricami di pietra. La pietra profondamente
scavata permette di evidenziare maggiormente le figure in
rilievo, scavandone profondamente i contorni (poi anneriti
con il mastice).
La più ricca ed evidente espressione dell'arte bizantina
è tuttavia il mosaico che, utilizzato per ricoprire immense
superfici con personaggi e vari motivi decorativi, diviene
ben presto un'arte monumentale. A parte il caso della Martorana
che rispetta pienamente i canoni bizantini, la disposizione
del programma iconografico (teologico e liturgico) nelle
chiese siciliane è modificata per facilitarne la visione
dal trono reale (a Monreale e nella Cappella Palatina a
Palermo). Così, sia a Cefalù che a Monreale, il Cristo Pantocratore
è raffigurato in cima all'abside, mentre nelle chiese greco-bizantine
si trova al centro della cupola. Infine, i re normanni si
fanno rappresentare nelle sezioni tradizionalmente riservate
ai santi, con i simboli dei basilei (imperatori bizantini)
al fine di affermare il proprio potere.
L'Influenza
musulmana - Gli Arabi portano con sè nuovi metodi di
costruzione e di decorazione, che permettono lo sviluppo
di veri e propri capolavori. In architettura, vengono introdotti
l'arco a sesto acuto, l'arco rialzato (che si erge verticalmente
sopra al capitello prima di incurvarsi) e l'arco moresco,
il più rappresentativo di tale influenza: la parte superiore
di quest'arco, talvolta a sesto acuto, descrive un semicerchio
che si restringe alla base, formando un ferro di cavallo.
Nel loro interno, tali strutture architettoniche presentano
spesso delle decorazioni a stalattiti, chiamate muqamas,
alveoli dipinti e scolpiti in aggetto che ornano inoltre
cupole, pennacchi, capitelli e mensole. La decorazione del
Duomo di Monreale (vicino a Palermo), quella della Cappella
Palatina e quella dei palazzi della Zisa e della Cuba (anch'essi
a Palermo) costituiscono splendide testimonianze dell'influenza
islamica. La tipica tendenza araba a realizzare opere minuziosamente
lavorate si ritrova in alcuni ornamenti scolpiti, quali
la cornice di merloni dentellati di San Cataldo a Palermo,
che costituisce un'elegante base per le tre cupole rosate
che coronano l'edificio. I Musulmani apportano cambiamenti
anche nei volumi, costruendo cupole a "berretto d'eunuco"
come a San Giovanni degli Eremiti.
L'influenza
romanica - E' caratterizzata da una pianta a croce latina
e da facciate con torri massicce, che rivelano la tipica
impronta dei Benedettini, più precisamente cluniacensi,
dediti ad ampie e monumentali realizzazioni. Secondo gli
studiosi, la facciata (due torri con pianta quadrata e identica
struttura) del Duomo di Cefalù sarebbe ispirata alla chiesa
di St-Etienne di Caen, mentre il suo interno presenta cornici
ed archivolti (insieme degli intradossi di un'arco) presumibilmente
influenzati da quelli delle chiese di Caen. Tuttavia gli
edifici religiosi non danno grande spazio alla scultura
normanna, che si manifesta unicamente sotto forma di disegni
geometrici sulle arcatelle e di altri motivi decorativi,
quali i fasci di foglioline e gli ovuli situati sul pulvino
del capitello. La tendenza alla stilizzazione si diffonde
anche nelle figure animali e in quelle vegetali, rappresentate
da semplici palmette o da piante sottili e piatte, rigide
e senza fioriture (come il giunco). Tuttavia alcuni prestigiosi
monumenti, tra cui il chiostro di Monreale, conservano splendidi
insiemi di capitelli istoriati di tradizione tipicamente
romanica.
Le
creazioni arabo-normanne - Benchè numerose opere di
questo periodo rivelino chiaramente un'influenza ben definita,
alcune combinazioni di stili finiscono per diventare veri
e propri modelli che caratterizzano l'arte durante il regno
degli Altavilla.
Monumenti
religiosi - Nella Cappella Palatina, la sovrapposizione
della pianta centrata quadrata bizantina, adottata per il
coro, e della pianta basilicale con copertura lignea di
origine latina, scelta per la navata centrale (situata ad
un livello inferiore). costituisce un nuovo modello in seguito
riprodotto nel Duomo di Monreale.
La cattedrale di Palermo presenta inoltre la stessa decorazione
esterna, ad arcatelle intrecciate e ornate da motivi geometrici
in lava, dell'abside di Monreale costruita precedentemente.
Vi si nota sia un legame con le bande lombarde che adornano
frequentemente l'esterno delle chiese romaniche del resto
d'Italia, che una riproduzione dei disegni geometrici orientali,
dai toni contrastati (rosoni, scacchiere...).
Capolavoro indiscusso di questa scuola siculo-normanna,
la Cappella Palatina unisce all'arte romanica, caratterizzata
da una pianta allungata a tre navate e da strette finestre
da cui la luce filtra soffusa, l'arte islamica, che si ritrova
nella sontuosa decorazione del soffitto, nelle varie iscrizioni
arabe e negli archi ogivali, e quella bizantina, cui deve
la cupola su pennacchi ad angolo, i mosaici su sfondo d'oro,
i rivestimenti murali a pannelli di marmo ed i pavimenti
con intarsi di pietra.
Monumenti
civili - Oltre ad alcuni grandi castelli edificati in
posizione strategica sia a Palermo (divenuto in seguito
il Palazzo Reale), che a Castellammare e a Messina (andato
completamente distrutto), i re normanni si fanno costruire
vari palazzi di "delizie" pensati cioè per il riposo. Dopo
la dominazione degli Altavilla, la Sicilia ne possedeva
nove, di cui sussistono soprattutto i palazzi della Zisa
e della Cuba. Queste splendide ville, testimonianze di un'architettura
destinata agli svaghi, sono immerse in grandi parchi con
distese d'acqua e provviste, nel loro interno, di due caratteristiche
aree: l'iwan (sala a tre esedre) e il cortile all'aperto,
circondato da portici e abbellito da una o più fontane.
Questi due spazi, il primo originario della Persia abbasside
e il secondo dell'Egitto fatimide, fanno la loro apparizione
sull'isola nel XII sec. passando per il Maghreb, in quel
tempo dominato dalla Sicilia e esteso fino, alle attuali
coste tunisine. Tali aree sono presenti in tutti gli edifici
costruiti dagli Altavilla, sia a Palermo che nel resto dell'isola.
Anche la decorazione è ampiamente ispirata all'arte islamica:
pavimenti marmorei o costituiti da mattoni disposti a spina
di pesce, pareti ricoperte da mosaici (realizzazione piuttosto
bizantina ma con motivi arabizzanti) e infine soffitti ed
archi adorni di muqarnas scolpiti e dipinti.
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