I RIVELI DEL 1607 a RAGUSA | MODICA ANTICA | LA CONTEA Dl MODICA NEL REGNO Dl SICILIA | MEDITAZIONI DI UN DEPORTATO

 

G i u s e p p e     R a n i o l o

 

Messaggio agli editori

 

Il prof.Giuseppe Raniolo è autore già di diverse opere sulla Contea di Modica, quali "Le consuetudini e gli Istituti" della medesima, "La nuova terra di Vittoria dagli albori al Settecento", editi rispettivamente nel 1985-87, e la "Contea di Modica nel Regno di Sicilia", apparsa nel 1993 e nuovamente in altra edizione nel 1997.

Di recente, ha tratto fuori dal cassetto un manoscritto compilato in Germania nei primi mesi 1945 e lo ha riesumato trascrivendolo in computer insieme alle note a suo tempo già apposte; desidera quindi gentilmente contattare un editore, possibilmente della Sicilia, affinché ne curi la stampa insieme alla sua pubblicizzazione e diffusione dopo averne considerato la stesura in 100 ottave rimate e la validità del contenuto, il quale è prettamente di carattere socio-politico, inerente al conflitto mondiale ancora in corso, ed ha per titolo: "Germania 1945 - Meditazioni di un deportato".

Fra gli aderenti alla richiesta ne saranno interpellati alcuni per u neventuale accordo sulle modalità della pubblicazione del lavoro in oggetto. Come saggio si riportano la prefazione dell'autore, il sommario del contenuto e vari brani degli argomenti, dieci in tutto, esposti in versi.

 

email Prof. Raniolo: raniologiuseppe@tiscalinet.it

 

G  E  R  M  A  N  I  A     1 9 4 5

 

 

 

 

M e d i t a z i o n i   di   u n   d e p o r t a t o

 

 

 

P r e f a z i o n e

 

 

      Possono sembrare strani ed inusitati il contenuto e la forma di questo lavoro, compendiato, com'è, in una raccolta di dieci argomenti elaborati attraverso cento tradizionali ottave rimate ormai di sorpassato gusto poetico. Ma il poemetto, se così vogliamo enfaticamente chiamarlo, risale nientemeno ad oltre mezzo secolo fa, allorché in particolari circostanze fu concepito e trascritto di soppiatto per rimanere un lontano ricordo d' esercitazione in versi.

      Ora, dopo tanto tempo, mi è sembrato degno di essere riesumato per apprezzarne nella maturità dei miei anni l'immediatezza delle immagini evocate, anche se non tutte felicemente espresse, come una certa avvedutezza nelle considerazioni politiche e sociali enunciate in previsione di tempi migliori, così come per lo più è accaduto.

      Pubblicandolo, desidero solo offrire dei ricordi e delle impressioni annotate nei primi mesi del 1945 durante la mia   degenza nell'Ospedale di Triberg (oggi città del Baden - Würtenberg), dovuta ad un'operazione di ernia inguinale e, qualche settimana dopo,.ad una di appendicite acuta, Essi si aggiungono ai tanti racconti di  episodi incresciosi o di tristi vicende narrate da  altre centinaia di deportati. Se gli stessi racconti o i diari fissati sulla carta come indelebili ricordi di una infelicissima vita trascorsa nelle baracche dei "lager" (o campi di prigionia) non sono per lo più artisticamente validi, essi meritano tuttavia una degna attenzione per la veridicità delle vicende ricordate e dei sentimenti espressi.

.      Alla luce della triste esperienza vissuta fra bombardamenti e disastri d' uomini e di cose i deportati ed i prigionieri italiani sul finire della seconda guerra mondiale od in seguito ebbero a meditare a proposito del recente passato vissuto tra l'infuriare delle battaglie nei più diversi fronti, scoprendo che tutte le illusioni di futuro benessere e di sicura felicità  alimentate dal fascismo erano cadute d'incanto. Amor di patria, promesse di salutari riforme sociali, abbellimento delle città, elevazione di monumenti imperituri insieme a nuove strutture industriali, tutto apparve a loro  come una grande mistificazione tendente ad illudere le popolazioni ed a renderle ligie ad una temeraria dispotica condotta politica.

      Chi fu forzatamente condotto in Germania dal 1943 fino al 1945  non poté essere più un fascista: dopo che egli assistette stando relegato in terra straniera non solo al progressivo vergognoso tramonto del fascismo italiano, ma anche di quello tedesco, il quale, più colpevole e più assassino, ebbe il suo più odioso esponente in Adolfo Hitler

       Accingendomi a dare alle stampe questa modesta opera, elaborata alla buona tanto tempo fa e corredata di annotazioni apposte  a chiarimento o a commento di quanto già detto in poesia, mi illudo che la medesima possa essere gradevolmente accolta  da quanti non disdegnano di accostarsi alla rievocazione delle tristi vicende della seconda guerra mondiale, la quale  per gli storici  è certamente da porsi in collegamento, senza soluzione di continuità, con quella che la precedette.

 

        E' una storia importante su cui, come hanno fatto tanti studiosi, bisogna   meditare a lungo, rivalutandola criticamente anche per i suoi innegabili riflessi più o meno rilevanti sulla vita politica e sociale degli Stati che hanno partecipato al citato secondo conflitto o vi sono stati coinvolti, andando incontro subito o a distanza di tempo a nuovi assestamenti territoriali ed a governi  più o meno diversi del passato per le nuove ideologie politiche e sociali che hanno prevalso. Una storia senza dubbio interessante sia per gli anziani, i quali per la maggior parte l'anno vissuta e sofferta, sia per i giovani che vi possono trovare tanta utile materia di apprendimento tenendo presente soprattutto la massima antica "Historia magistra vitae", cioè  la storia intesa come maestra di vita nel più ampio senso culturale, civile e morale

       Mi auguro che l'argomento presentato ed i giudizi in esso contenuti siano considerati esclusivamente come espressione della concitazione personale del momento in cui mi trovavo, detenuto com'ero in terra straniera, mentre ancora infuriava il suddetto conflitto mondiale.  Per questo credo che il lavoro in oggetto sia da ritenersi estraneo a qualsiasi ideologia politica attuale, poiché quest'ultima logicamente è da supporsi che sia sorta sui  fondamenti di una dottrina  in stretta connessione con le esigenze socio-economiche  del dopo guerra, senza alcuna  attinenza con l'epoca precedente. 

                                   L'autore                   

     

S o m m a r i o

     Le prime sette strofe riguardano l' Introduzione. Vi si deplora la leggerezza con cui gli uomini e soprattutto certi capi di Stato si avventurano temerariamente in una guerra che, come  quella in atto, ha apportato ed apporta tante distruzioni, rese più gravi  anche dal progresso continuo nell'invenzione di armi sempre più micidiali

 

    L' "Italia  fascista" è l'oggetto del secondo argomento, l'Italia nuova creata via via dopo il 1922 dall'avvento di un regime prodigo di promesse di rinnovamento sociale, economico, militare ed  artistico.. Nella nuova atmosfera di vita nazionale piuttosto progredita si fabbricano armi, si varano navi, si crea una possente flotta aerea. Si conquista quindi l'Abissinia come spazio vitale per la sovrappopolazione italiana, si partecipa con varie legioni alla guerra spagnola (17 luglio1936-31 marzo1939) del generale Francisco Franco, detto il "Caudillo", si stringe un "patto d'acciaio" con la Germania per combattere contro gli Stati plutocratici, come la Francia e l'Inghilterra. Dopo i primi effimeri successi comincia per il nostro Paese il tracollo. Si perdono i territori d'oltremare, si subiscono sconfitte e distruzioni per mare e per terra, si incontrano  gravissime difficoltà nella guerra contro la Grecia

 

    Le Incursioni aeree", oggetto del successivo argomento, rappresentano un altro micidiale fronte per l'Italia che vede semidistrutta la maggior parte delle sue città esposte ai bombardamenti anglo-americani, mentre i cittadini rimangono sepolti a migliaia sotto le macerie di edifici privi di adeguati rifugi,

 

      Il "Razionamento", il quarto tema, è il malanno che si è aggiunto alle sventure della guerra come causa di gravi disagi dovuti alle insufficienti provviste alimentari disponibili per tutte le persone rimaste nelle città: una tessera annonaria è stata distribuita a tutti i residenti per il loro approvvigionamento con la triste conseguenza di lunghissime code d'attesa presso i negozi anche per generi d'abbigliamento; dietro tutto ciò una lunga serie di incresciosi sotterfugi, più o meno perseguibili in sede giudiziaria, per ottenere merce sotto banco o imboscata o di "intrallazzo", termine molto in voga in tale occasione. Rinunce d'ogni genere sono state imposte insieme a pressanti richieste di offerte relative a gioielli di famiglia in oro o in argento insieme ad oggetti di uso personale ed a materiale vario, in tessuto confezionato o meno, oppure in metallo di diverso genere.

 

"Trionfo tedesco" è il titolo del successivo tema. I primi anni (1939 - 1941) di questo immane conflitto sono stati per lo più favorevoli ai Tedeschi, i quali grazie alla loro preponderante forza militare accuratamente allestita hanno assalito ed occupato vari Stati d'Europa sorpresi fin dal 1939 dall'imprevista irruenza nemica: in settembre la Polonia, nell'aprile del 1940 la Danimarca e la Norvegia, in maggio e giugno l'Olanda, il Belgio e la Francia,  il 22 giugno del 1941 è la volta dell'assalto alla Russia, la quale viene invasa e devastata per oltre due anni. La Romania, la Finlandia, l'Ungheria, la Slovacchia (smembrata dal territorio ceco già annesso) e l'Italia sono spinte o costrette a partecipare alla lotta comune contro i sovietici. Al trionfo dei Tedeschi si unisce quello del Giappone, alleato dell' "Asse Roma - Berlino"; i nipponici conquistano i territori asiatici d'influenza anglo-americana infliggendo gravi perdite navali ed aeree a tali due Stati.

 

    " La Tragedia dell'Italia", sesto tema. Ha inizio il venticinque luglio 1943. L'Italia, stroncata da una guerra che l'ha ridotta agli estremi della sopportazione, ha già espresso il 24 luglio la sfiducia verso il governo mussoliniano attraverso la maggioranza del Gran Consiglio del Fascismo, supremo organo politico del partito, il quale sembra di aver posto in secondo ordine l'esistente parlamento legislativo italiano. La votazione, svoltasi la sera del 24, si rivela come un colpo di stato improvviso ed inatteso; esso dà subito luogo ad un governo democratico affidato al maresciallo Badoglio e ad una moderata rivoluzione antifascista che qua e là provoca qualche inconsulta strage di gregari e di aderenti al passato regime. Il capo, Benito Mussolini, viene arrestato e  relegato su un pianoro del Gran Sasso..

    Le tristi condizioni in cui versa la Nazione sconsigliano il proseguimento della guerra, per cui dopo accordi preliminari con gli  Angloamericani il 3  settembre successivo viene firmato un armistizio tra i generali G. Castellano e W. Bedell Smith nei pressi del paese di  Cassibile (Siracusa). L'otto successivo ne è dichiarata la piena osservanza combattendo anche, se necessario, contro  chi si volesse opporre, sottintendendo chiaramente i comandi militari tedeschi. Questi ultimi però, forti di varie divisioni dislocate in Italia, si considerano alleati traditi, per cui, adoperando la maniera forte e prepotente, non solo sostengono con efficienza l'urto militare dei loro nemici ritardandone l'avanzata lungo la penisola, ma occupano anche, di sorpresa, le nostre città ancora alla loro mercé, vincendo la debole resistenza frettolosamente preparata dal nuovo governo italiano in più luoghi; quindi i medesimi da una parte catturano il maggior numero possibile di soldati sbandati presi come prigionieri destinati alla detenzione in Germania dall'altra quivi deportano un enorme numero di cittadini liberi per il lavoro coatto; moltissimi  ex combattenti, detti poi "partigiani" si rifugiano sulle alture e le valli delle Alpi e degli Appennini, preparandosi ad una resistenza ed opposizione ad oltranza.

    Il nostro Paese è quindi diviso in due parti: il meridione già liberato dagli Americani e dagli Inglesi, la parte centrale e la nordica esposte al proseguimento della guerra, ai bombardamenti anglo-americani, alle vendette ed alla rappresaglie dei Tedeschi e dei nuovi fascisti alleati, ricostituitisi in repubblica sociale; gli attentati dei partigiani, nati come nuclei del disciolto esercito italiano, provocano decimazioni di innocenti cittadini, come quella delle Fosse Ardeatine. E tuttavia gli stessi partigiani, arroccati nelle alte valli alpine o appenniniche, esposti alle intemperie ed ai disagi d'ogni genere, sono l'espressione più genuina della dignità e della libertà del nostro Paese. Essi combattono valorosamente contro le forze nemiche che li assediano facendo pagare cara la loro cattura o la loro resa determinata soprattutto dal preponderante numero degli assalitori.

 

    "Italiani e stranieri in Germania". Quivi - siamo al settimo argomento - si sono trovati già dal mese di settembre del 1943 un numero imprecisato ( sei - settecento mila circa) di soldati italiani internati e soggetti, specie nei primi mesi, ad un trattamento alquanto brutale. Mal nutriti ed obbligati ai più duri lavori, se non li  hanno rifiutano decisamente, specie gli ufficiali, hanno suscitato pietà e commiserazione anche fra i prigionieri di altre nazioni sopraffatte, compresi gli Ebrei, i quali per loro grande sventura sono stati destinati con crudele e disumana decisione allo sterminio per un inspiegabile odio razziale. Gli ex soldati italiani fatti arbitrariamente prigionieri non ricevettero nel primo anno nessuna assistenza né dal governo Badoglio né da quello fascista nuovamente risorto. Sono rimasti soli a sopportare la rabbia tedesca, testimoniando al di sopra di ogni sopruso e d'ogni sofferenza la loro fede in un'Italia libera ed antifascista. Ad essi si sono aggiunti altre migliaia di giovani ex militari e di operai via via rastrellati successivamente fino a tutto il 1944 o poco oltre, costretti al lavoro coatto per dodici ore continue, secondo turni  settimanali di giorno o di notte, oltre l'ora concessa per il  consumo dei miseri pasti disponibili,   accolti per dormire nei cosiddetti "lager" (estese baracche) o in alloggi di fortuna e soggetti ad una severa disciplina  come ai disagi più avvilenti.

 

     "L'armonia sociale".. E' l'argomento successivo, il quale affiora dalla riflessione sui disastri provocati da una guerra di reciproco sterminio fra i contendenti in preda al più illogico istinto di distruzione operata con i mezzi offensivi più vari offerti dal progresso tecnico-scientifico

    La comune sofferenza però non può che indurre a sperare nell'avvento prossimo di un'era di pace e di comprensione fra i popoli, senza distinzione tra vinti e vincitori, un'era di governi solleciti della libertà e del benessere dei cittadini, evitando d'imporre un'ideologia particolare nello ambito delle istituzioni sociali, fra cui la scuola. Piuttosto i medesimi cittadini contribuiscano con le loro idee, democraticamente espresse anche attraverso la costituzione di partiti che siano i loro portavoci, alla instaurazione del miglior governo possibile.

 

   "La Germania in agonia". E' il penultimo tema. Siamo nei primi mesi del 1945. S'intravvede già la caduta del colosso tedesco in seguito alle sconfitte subite soprattutto sul fronte occidentale. Ora si attende con un certo timore il momento della resa finale, quando i combattimenti saranno estesi - coinvolgendo abitanti, prigionieri e deportati - all'area del territorio metropolitano con ulteriori distruzioni massicce della popolazione residente..

     La sconfitta del colosso germanico più che materiale è soprattutto politico-ideologica, poiché il nazionalismo tedesco, fondato anche sulla presunzione della superiorità della razza teutonica, ha condotto a suo tempo ad identificare la patria, come avvenne per l'Italia, nel dovere imprescindibile dei cittadini di "credere, obbedire , combattere", principio dogmatico in cui è insita l'esaltazione esagerata dei valori nazionali insieme alla pretesa del predominio politico, economico e militare in Europa e fuori di essa. La presunzione e l'orgoglio nazionalistico perdurano ostinatamente tuttora per alimentare  una resistenza condotta ai limiti della follia.

 

      "Il miglior governo". E' il tema che conclude il lavoro. Esso si può ricollegare a quello riguardante "L'armonia sociale", poiché ribadisce l'ideale  di una società fondata, dopo la fine della guerra in corso, sulla libertà  dei cittadini di ogni Stato e non sulla dittatura. La patria sia quindi l'espressione più genuina della libertà di un popolo e non lo strumento del suo asservimento ad un motivo ideologico che tende alla creazione di un potere assoluto nel paese con finalità di assurde rivendicazioni territoriali ed economiche e quindi di preparazione ad un'eventuale guerra di predominio su altri Stati. Dopo questo conflitto dovrà prevalere l'instaurazione di un regime democratico, così come lo vediamo negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia ed in altri paesi. I cittadini stessi siano i creatori del governo migliore attraverso libere elezioni, evitando però di lasciarsi allettare dalle promesse dei falsi predicatori politici che prolifereranno all'ombra della democrazia. Pace, ordine e giustizia dovranno costituire la meta delle persone oneste sollecite del bene del loro Paese, animate da sinceri sentimenti di solidarietà sociale e desiderose di offrire nel modo più idoneo il loro personale contributo per salvaguardare la libertà di tutti insieme alla concordia generale nell'ambito dei servizi più vari, del lavoro come delle attività artistiche e culturali.

 

 

 

G  E  R  M  A  N  I  A         1 9 4 5

 

 

 

M e d i t a z i o n i     di    un    d e p o r t a t o

 

 

 

 

T e s t o  i n  p o e s i a,  s t r o f e   i n  o t t a v e

 

( 800 versi suddivisi in 100 strofe rimate )

 

I                                         Introduzione

 

Ed ora son tant'anni d'aspra guerra[1]

                        che come violentissimo ciclone

                        s'è abbattuta sulla misera terra

                        appieno devastando  ogni nazione;

 5                     ma di sicuro in suo giudizio erra

                        chi spiegarci volesse la ragione[2]

                        che ha suscitato  tal sconvolgimento.

                        ovunque producendo un mutamento.

 

Oh come è strana l'umana natura[3]

10                    che a far le buone leggi non s'oblia,

            perché la civil pace sia sicura

                        contro la gente che spesso disvia!

                        Pur non teme la bellica avventura

                        e va cercando nella sua follia   

15                   quale sia stata la nemìca offesa

                        che spinse a far l'attacco e la difesa

 

                                    Oh quanta gente è andata all'altro mondo,

                        poi che di Gian si schiuse il sacro tempio![4]

                        In cielo, in terra e sopra il mar profondo

20                   di vite umane sì fu fatto scempio,

                        che, a dir la veritade fino in fondo,

                        è tal carneficina senza esempio.

                        Oh fosse paga almen l'ira omicida

                        che nell'animo umano pur s'annida!

 

25                               Già han provato i miseri mortali

                        guerreschi ordigni di varia maniera

                        che più gravi facean i lor mali;

                        periron tante genti a schiera a schiera,

                        soldati d'ogni arma ed ufficiali,

30                   da far di sangue spesso una riviera.

                        contro le bombe, il fuoco ed il carro armato

                        troppo debole appar l'umano stato !

                       

                                    E' questo il frutto del civil progresso,[5]

                        ch'ha fatto l'uomo contro sé crudele.

35                   or, se ad alte mete il ciel gli ha concesso

                        del suo ingegno rivolgere le vele,

                        non dovea altresì  esser permesso,

                        che fosse al divino ordine infedele :

                        volle Iddio fra tutti noi la pace,

40                               ma  l'uom di far la guerra si compiace !

 

                                    Dicerto è sempre colpa del pastore[6]

se ei  porta il gregge verso il precipizio;

                        non s'accorge purtroppo dell'errore,

                        credendo di far bene in suo giudizio;

45                            né basta alla salvezza il suo valore

                    se scorge finalmente un  chiaro indizio        

d'aver percorso la peggiore strada,

                       che vuole che ogni cosa in basso vada.

 

                                    Quanti pastori fûro presuntuosi,

   50                perché ebbero l'ingegno e la fortuna !

                        Disse qualcun  ch'eran meravigliosi,

                        perché vinser le genti ad una ad una,

                        ma si mostrâro infin così dannosi,

da fare maledir la loro cuna.

   55                E ricordiamo quindi Napoleone, [7]

                       soggiogatore d'ogni altrui nazione !

 

 

 

 II                        L' I t a l i a       f a s c i s t a

 

 

                                    La buona provvidenza diede un duce

                        ad ogni Stato  per la sua salvezza;

                        e pur l'itale sorti un uom conduce [8]

  60                 verso l'apoteosi e  la grandezza:

                        l'idea è bella  ed il popol seduce,

esulta nel suo cor la giovinezza,

                        sogna Roma trionfante il nuovo impero

                        di gloria e di valor ricco ed altero.                       

 

65                              Nuovi edifici in tutte le regioni

rendono le città proprio moderne;

s'aggiungi le magnifiche visioni

che nell'italo paese ognun discerne,

il sol che rende liete le stagioni,

  70                 l'alacre vita delle genti odierne,

l'arte, la poesia ch'ornan il sito,

ne rimane ciascun proprio invaghito !

 

                                    Oh quante leggi, oh quanti ordinamenti

                        a render bello il nostro italo Regno !

  75                 Pace e lavoro fan liete le genti

e del littorio nel glorioso segno

crescono forti  i giovani e ridenti:

a l'amor patrio educano l'ingegno,

ché questa è la nuova era del fascismo,

  80                 fatta più bella dall'idealismo ![9]

  

                                 Or si preparan le future armi,

                   perché si compian le gloriose gesta

                   che fanno belli della patria i carmi.

                   Ogni cantiere a far navi s'appresta,

   85               senza guardare a spese ed a risparmi;

                        la flotta aerea,[10] ch'era sì modesta,

                        acquista in poco tempo tal primato,           

                        ch'ogni paese indietro vien lasciato.

 

                                 Ecco l'Italia accingersi all'impresa

90              che degna la farà d'un grande impero:

                  in poco tempo l'Abissinia è presa,

                  assoggettato n'è il suo popolo fero;

                  l'autarchia[11] sostiene la difesa

                  contro le sanzïon[12] del mondo intero  

95              e l'Inghilterra dopo tal coraggio

                  della potenza italica ha buon saggio.

 

                        E luminosa poscia n'è la prova

 contro l'armata rossa [13] che in Spagna

                        a pro del comunismo si ritrova:

100                          all'eroica falange[14] s'accompagna 

                        l'italica legione e se ne giova

                        per la vittoria tutta la campagna.

                        Può  donar  così il condottiero Franco[15]

                        l'attesa pace al suo popolo stanco.

 

  105                           E dopo questa lotta appare chiaro

                        che il mondo s'è diviso in due fazioni:

                        popoli ricchi a cui fu sempre caro

 tenere le altre genti in oppressione,

 paesi poveri che invan sognâro

  110               di migliorar le proprie condizioni.

                        E questo sembra giusto il buon momento

per compiere con le armi un mutamento !

 

Germania e Italia sono  in ciò d'accordo,

 la forza d'ambedue par sufficiente;

  115                e fanno un'alleanza: a buon ricordo

 l' "Asse d'acciaio" [16]è detta. E veramente

 è forte l'una sì, che non più sordo

 sarà il mondo al suo esercito possente;

 ed otterrà di certo la vittoria

120                  che le darà la meritata gloria !

 

  E dopo aver lanciato la sua sfida

 comincia con furore la battaglia;

                        già sembra che la sorte bene arrida,

                        poiché nessun la grande forza eguaglia

   125              dell'alemanno sotto buona guida;

                        e poi la freccia sua l'Italia scaglia,

                        anch'essa prende parte[17] al gran cimento,

                        ché di coraggio è piena e d'ardimento!

 

              Ed intraprese allor l'immane pugna

   130              scagliandosi priamente sulla Francia:

l'esercito le armi bene impugna

ed all'attacco ardito poi si lancia;

molte fortezze con valore espugna,

sicché trabocca alquanto la bilancia

   135              per dare la vittoria a tutto l'Asse,

                       che il popol franco alla rovina trasse                                    

 

                                     Usando poi la propria strategia                                   

                        contro la Grecia[18] van le schiere invitte

                        che conquistate avevan già l'Albania;

140                        gloriose mete ad esse son prescritte:

                        di Roma antica rifaran la via,

                        ch'inflisse a ciascun popolo sconfitte,

                        ovunque dominando poi con pace

                        per dare  civiltade  a chi soggiace.

 

145                                     Ma quivi cominciaro i veri guai,

ché diede a noi la Grecia una batosta,

le perdite di Libia fûro assai,

in Etiopia la lotta ben ci costa,

finché tutto è perduto. Più che mai

   150             divien la guerra una gravosa imposta:

perdensi tante navi e reggimenti,

nelle cittadi che bombardamenti !

 

 

III              L e   i n c u r s i o n i    a e r e e

 

                               L'Italia, ch'era già bella e possente,

                  rigogliosa di vita e facoltà,

155           sen giace ora misera e dolente,

                  di pace priva e di  felicità :

                  è triste in ogni loco la sua gente,

                  quasi distrutte son molte città,

                  sulle rovine piange l'abitante

160                     le care vite che fûro ivi infrante.

 

Oh tristi giorni dei bombardamenti,

quando s'udia la lugubre sirena

ad annunciare all'atterrite genti

d'un'orrida incursion l'ondata piena !

   165             Gli amici insiem raccolti ed i parenti

nelle cantine fan pietosa scena:

attendon tutti quanti con timore

l'ora dell'indicibile terrore.

 

Tempi beati quelli d'una volta,

   170             quando il volar fu un sogno vago

cui la mente umana s'era rivolta !

Or non bisogna più l'antica imago

                       d'icario  vol [19]dalla leggenda accolta:

sol di strane macchine  l'uomo è pago

   175             che corrono veloci su pel cielo

e gittan bombe a dar di morte il gelo.

 

            Ecco s'odon già rombi di motore[20]

                        approssimarsi  come un temporale;

                        sparano gli artiglieri con furore

   180              contro l'aereo stuol ch'ardito assale:

                        bombe e granate scoppian con fragore

                        fra scintillii di fiamme. Ogni mortale

                        in core trema e sentesi vicino

                        il triste ad iniziar fatal cammino !

 

   185                          Ma dopo ch'è finita la tempesta,

                        escono tutti fuori dal rifugio;

                        a riguardare intorno ognun s'appresta           

                        e corre quindi senza porre indugio

                        laddove la sventura è manifesta:

   190              fra le macerie trovasi un pertugio

                        da cui escono alcuni a salvamento,

                        che han vissuto un terribile momento.

 

                               Cadde una bomba proprio sulla casa

                    e misto a gran frastuon produsse un vento

   195              che fece la contrada al suolo rasa

                    e tolse a quei di giù[21] il sentimento;

                    pur da paura sol l'anima invasa,

                    emise qualcheduno il suo lamento

                    e, visto poi ch'era ancora in vita,

   200              cercò di ritrovar la via d'uscita !

 

                             Invero qual  terribil  sepoltura

                    tanta gente patì, seppur non  morta,

                    fra le rovine delle proprie mura !

E l'esistenza sua divenne corta,                                                                            

205                        chè condannata fu alla tortura

                       di perir pur colà senz'esser scorta:

un monte di macerie avea  sopra

e per salvarla fu impossibil l'opra.

 

Quante persone estinte, poverelle!

   210             L'anima sen fuggì  dal corpo offeso                           

                   d'uomini e donne, bambini e pulcelle,

                   schiacciati tutti sotto grave peso;

                   fuor nella notte brillavan le stelle

                   Indifferenti al lutto ovunque esteso:

   215             e l'animo sdegnato un grido getta              

                   a  condannar la guerra maledetta !

 

                        Ché, certo, non è vero patriottismo

                   sacrificare tante vite inermi;

                   sui campi di battaglia è l'eroismo,

220            ove ciascun soldato ha buoni schermi.

                   Muoiono gli abitanti con cinismo

                   uccisi, siano sani oppure infermi,

                   né sembra che si faccia distinzione,

qualunque sia la loro condizione.

 

   225                          E le  città son  piene di rovina:

                        case crollate in tutto oppure in parte

                        fanno la via impedita a chi cammina;

                        scorge ei fra macerie  ovunque  sparte,

appena al triste luogo s'avvicina,

230              addobbi vari ossia oggetti d'arte

                    ormai ridotti privi di valore,

                    senza l'usato pregio e lo splendore.

 

                             In vari siti già si vede il fuoco,

                   sinistramente nella notte splende

235            bruciando gli edifici a poco a poco,

                   fin che  a ciascun piano via via s'estende

                   a strugger tutto quanto in un gran rogo

                   ch'infocato braciere ha reso il loco,

                   né puossi usare alcun accorgimento

240            per addurre qualcosa a salvamento.                                                                   

                   E quanti son rimasti senza tetto

                   ed han perduto tutto il  loro bene !

                   Alla pietade altrui chieder ricetto

                   e rassegnarsi al proprio mal conviene;

245            e spesso ancora, a far più rio l'effetto,

                   a queste qui s'aggiungono altre pene,

                   ch 'è morto in guerra un intimo parente,

                   per cui si piange pure il caro assente.

 

      

 

IV                            I l    r a z i o n a m e n t  o

 

 

                              Ed oltre a sì spiacevoli malanni                                          

250            costrette fûr le genti in lunga coda[22]

                   presso un negozio attender. Quanti affanni

                   per acquistar qualcosa!  E questa moda

                   s'estese ovunque  dopo alcuni banni.

                   Or se qualcuno  l'ordinanze loda 

255            ch'emanate fûr pel  razionamento,

                   mostrasi privo di discernimento.

 

                     Ch'ebbesi ogni persona limitati               

                   il cibo e l'appetito. I succulenti

                   pranzi e libagioni furono evitati;

260            per viver ben poco ebber le genti,

                   mancò quanto occorreva  agli ammalati

                   bisognosi di cure e sofferenti;

                   piangendo qualche bimbo il pane chiese,

                   la mamma n'era senza, invano attese.

               

265                 .    La vita è dura  senza burro e pane,

                   la carne è poca e l'uova son scomparse;

                   ma le lagnanze sono sempre vane,

                   anzi per le risorse molto scarse

                   vuolsi che ognuno dia  quel che rimane

   270             fra tante cose in sua dimora sparse:

                   lana offra, metalli, oro o roba ascosa[23]

                   per la guerra richiesti senza posa.

 

Una tessera s'ebbe ciascheduno

per soddisfare almeno i suoi bisogni,

275             ma fu costretto spesso a far digiuno,

                   ché i desideri diventaron sogni

                   né aver potè quanto sperò ciascuno.

                   O cittadino, certo ognor rampogni

                   d'esser ridotto nel tuo corpo lasso

   280             ad un sì triste ed infelice passo!

 

Norme cotali per i cittadini

prescriver volle un disuman governo

sempre proteso verso tristi fini!

                        E la vita civil sembrò un inferno,

   285              le sofferenze non ebber confine,

                        dismesso fu perfin l'uso moderno

d'aver scarpe oppure degne vesti,

ché molti ne mancar quei dì funesti" 

:                                 "La patria s'ama[24]  dando il proprio bene,

290                         ogni ricchezza che ciascun possiede;

e disprezzando le cose terrene

quei che la vita sua anco le diede,

quel che soffrì lieto tante pene

                        giurando alla sua terra eterna fede

   295               può dirsi veramente un paladino

che corre sempre lungo il buon cammino! "

 

Or, se accogliamo pure quest'assioma

 che della patria onora il santuario,

                         nessuno deve imporre una tal soma,

   300               ch'è bella sol  qual atto volontario.

 E chi imperando vuol la gente doma

 a fare ciò che a lui par necessario,

 del  patriottismo cerca gli invasati,

                         che a sicura morte son  destinati !

 

305                           Ma, quando un uomo[25] ha sete di potere,

                     non va guardando tanto pel sottile;

                     in suo dominio vuole tutto avere

                     adoperando inver l'usato stile[26];

                     e, per ridurre ognuno al suo volere

   310               fa della patria un obbligo civile[27]

 che serve a sostener la propria guerra,

 perché sia vinta questa o quella terra.              

 

 

 

V                     I l   t r i o n f o     t e d e s c o                      

 

 

                             E pienamente or pare soddisfatta

                     l'ardente brama delle mirabilia,

315              che oltre sei lunghi anni l'ha protratta

                     la sua contesa, sì che molte milia

                     ha percorso la teutonica schiatta

                     senza soffrir né tregua né vigilia

                     dalla Francia lottando al Caucaso,

320              dalla Norvegia al suol di Libia[28] invaso.

 

                             A debellare l'anglica potenza.

                    che d'Europa avanzava ogni  paese

                    di colonie ricca e piena d'influenza,

                    la truppa alemanna in campo scese.

325             Irresistibile per la sua irruenza,

                    la Francia mise in rotta in men d'un mese[29],

                    Polonia[30] e Grecia[31] volse alla rovina,

                    l'Anglo perdette  esercito e marina.[32]

 

                              Quindi il tedesco l'isola n'assalta

330                      buttando bombe giù a dismisura;[33]

                   a distruggere città tanto s'esalta,

                   cacciando molta gente in sepoltura,

                   che d'Albion la  ruìna appar sì alta,

                   da creder la resa proprio  sicura,

335            ché pur di navi ha sofferto stragi,

                   per cui la flotta è piena di disagi.            

                               

                        Accorse poi d'Europa alla difesa,

                   a schiantar la bolscevica minaccia[34]

                   che s'era ovunque gravemente estesa

340            lasciando dietro sé crudele traccia.

                  Famiglia e religion patian l'offesa,

                  perseguitate con spietata caccia;

                  ne fece esperimento pur la Spagna,

                  che dei mali suoi ancor si lagna.

 

345                             In questa lotta furono presenti

                   popoli vinti insieme agli alleati

                   e tutti quanti diventâr possenti,

                   sicché i Russi indietro fûr serrati.

Oh quanti prigionieri, oh quanti spenti !

    350            Furono i loro eserciti annientati,

tante  città rimasero  distrutte,

                  le loro genti per lo più dedutte.

 

Ai Tedeschi s'unì la Romania

                        marciando insieme verso l'Ucraìna.

    355             E venne dietro pure l'Ungheria,

cui si fé la Slovacchia vicina;

fecero a questi Stati compagnia

la nordica Finlandia e la latina:

                        gente: i soldati dell'era fascista

    360             andavan della gloria alla conquista !

 

                               E l'Europa divenne un baluardo

                  sicuro dalla Russia e l'Inghilterra,

                  difeso da un esercito gagliardo,      

                  ben forte per la pace e per la guerra.

365                     E dappertutto sotto ogni riguardo

                  padrona fu del cielo e della terra

                  per stabilire l'ordine sociale[35]

                  che fa ogni nazîone all'altra eguale.               

 

                             Così trionfava  l'ideal fascista,

    370             che gli veniva incontro l'occasione

                     di far del mondo l'ambita conquista.

                     E condivise il piano anche il Giappone,

sicché la forza dei tre Stati mista

                       a solida  alleanza diè cagione:

   375              Roma, Tokio, Berlino, un tripartito[36],

l'un fedelmente all'altro bene unito !

 

               E non poté perciò fare paura

l'America discesa anch'essa in campo

a mitigar dell'anglo la sventura,    

380                        che già ridotta s'era senza scampo;

                       poteva ogni persona esser sicura,

                       che quella non veniva come il lampo:

                      ogni minaccia sua era  fallace,

                       ormai parea  prossima  la pace[37] !

 

   385                            La nipponica armata nell'oriente

batté Britannia e America alleata

e ciascheduna diventò dolente,

ché fu di soci e di navi privata:

                        era  il lor rivale troppo potente,

   390             sicché più d'un'isola fu lasciata;

s'arreser poi Birmania ed Indocina

e buona parte pure della Cina.

 

           Questi successi della  gialla razza

                        facevano eco a quelli di Germania,

   395             ch'affondava navi di gran stazza;

e già diceva ognun ch'era un'insania

la nemica vittoria, idea pazza,

di fondamento priva, al vero estrania:

                        la triplice alleanza già imperava,

   400             dell'esito final non dubitava.

 

 

 

I                  L a     t r a g e d i a     d e l l ' I t a l i a

 

 

                               Ma non andâro poi le cose bene,

                    ché fu l'Italia molto sfortunata:

                    fûr del fascismo rotte le catene[38]      

e l'alleanza quindi conturbata.

   405              I nuovi capi per uscir di pene

                    ripudio fecer d'una guerra ingrata:

                    cercando allora quello che più piace,

                   con l'avversario preparâr la pace[39].

 

                 Pure il momento fu poco  propizio,

   410             sorpresi fûro alquanto gl'Italiani

                    e la Germania, ch' avea fra noi ospizio,

                    visti gli accordi divenuti vani,

                   credette al tradimento in suo giudizio

                   e ricorrendo a modi assai inurbani

415            d'ogni paese diventò padrone

                   i beni trafugando e le persone.

 

                        Otto settembre del quarantatré,

                   quanto scompiglio[40] allora fu compiuto

                   dall'Alemanno per la rotta fé !

 420           E l'Italo ch'avea  combattuto,

fedele alla sua patria ed al suo re,

rimase abbandonato e senza aiuto:

caddero tanti uccisi, i più fuggîro,

                       molti la dura prigionia subîro.                                               

               

 425                  Qualcun raggiunse la sua propria casa[41]

                    lacero e stanco e pieno di timore;

e chi vivea nella terra invasa,

stentò la vita per varie dimore:

                       l'anima mesta di dolor pervasa

    430            pensava de' suoi cari al dolce amore,

ma più soffriro quei che là sul monte

opposero ai Tedeschi un altro fronte.[42]

 

          Ed essi tenner sacra la consegna:

           " Difendere dobbiam l'itala terra,

    435             che non fu mai di patrio amore indegna,

contro chi vuole ancor l'infausta guerra;

ei dopo tal ruìna pur s'ingegna

di proibir la pace[43], anzi ci serra

                       con l'armi in pugno sempre più vicino,

    440            per far con noi comune il suo destino "

 

Poveri e tristi vivono in montagna[44]

soffrendo il freddo insieme all'indigenza;

spesse volte la fame li accompagna

                        e per mancanza della sussistenza[45]

    445             cercano il cibo lor per la campagna;

dice qualcun ch'esercitan violenza, 

chiamandoli ribelli ossia banditi[46];

eppure sono proprio degli arditi

 

                                       desiderosi della libertà.

    450            "E l'Alemanno [47]vada via d'Italia

invece d'occupar le sue città;

qui l'ombra d'un governo non  ammalia,

creato dai Tedeschi in verità,

                        col fare nuove leggi e decretalia:

   455              camicie nere o brune son dannose

e fan le genti ovunque ben dogliose."

 

Questi patrioti esposti a tanti agguati,

i resti d'un esercito infelice,

                       furono sempre più perseguitati;

   460              e qualche volta là, sulla pendice,

dal nemico si videro accerchiati.

Che si difeser bene anco si dice,

                       ma se qualcuno  poi cadde prigione,

                        finì avanti al ploton d'esecuzione.

   465                          E spesso combatteron con valore[48]

distruggendo le squadre dei fascisti

risorti a riacquistare il perso onore;

                       e ben servîro l'opre questi tristi

                        di chi dicea paese traditore

   470             l'itala terra; poi ai Tedeschi misti,

pensarono di far qualche vendetta[49]

contro qualcuno della propria setta:

 

ché furono anche loro pur traditi

                        da chi sembrava  esser di gran fede.

   475              Oh se fossero almen tutti spariti

senza lasciare affatto alcun erede !

Ma i nordici alleati, ad essi uniti,

li riportâro  nell'antica sede

                        accingendosi pure al grande passo

   480             di liberare il capo dal Gran Sasso[50].                       

 

    E sorse la "Repubblica sociale",[51]

perché col sangue si lavasse l'onta                       

d'un tradimento. E rimediando al male,

                        a fare un nuovo esercito s'appronta

   485              sicuro e forte, a cui manchi l'eguale;

ogni problema con coraggio affronta

per ordinar la vita cittadina

portando ovunque nuova disciplina.[52]

 

 VII        I t a l i a n i   e   s t ra n i e r i   i n   G e r m a n i a

 

                                    Non placossi però l'ira alemanna

   490              che in sua balia tenea gl'internati,[53]

soggetti tutti quanti alla condanna:

per più d'un anno fûro tormentati

con disciplina ferrea ossia tiranna;

                      a niente valsero gli anni passati

   495              ovunque combattendo con ardore

e dando buona prova di valore.

 

Patirono la fame e le percosse,

il freddo dell'inverno ed il rigore;

                        a molti non bastarono le posse,

   500              sicché per l' insoffribile  dolor

finirono sepolti nelle fosse,

altri che aveano maggior vigore,

fûro dalle fatiche estenuati,

                       a lavorare in fabbrica dannati.

 

   505                          Aggiunti fûro ancora per compenso,

come fossero gente da mercato,

i cittadini[54] presi in stuolo immenso

qua e là delle cittadi in ogni lato;

                        Ciascuno d'essi senza alcuno assenso

   510              nell'opificio videsi impiegato,

ove  non s'ebbe scelta di mestiere, [55]

ché d'applicarsi solo  era il dovere.

 

Col fabbro insiem fu  posto il falegname,

                        il muratore fu impiegato al forno:

   515              assunti fûro tutti senza esame !

E qualcheduno per maggiore scorno

un trattamento s'ebbe a dire infame:

a fatigar  fu posto notte e giorno,

                        come fosse facchino  ossia pastore,:

   520              pure avendo il diploma di dottore.[56] 

 

Ed operando tutti quanti insieme,

son sottoposti a leggi e disciplina:

a chi la forza nel lavor non spreme

        la punizione il capo gli commina;

   525              oltre ai richiami ognun la frusta teme,

usata spesso come medicina:

uomini e donne son trattati eguali,

come fossero schiavi od animali.

 

                                        Neppur si fa veruna differenza

   530             fra l'operaio coatto e il prigioniero:

è per tutti una dura esperîenza,

un'aspra prova del destin severo...  

E sopportando questa penitenza

                        ha ben appreso quivi  ogni straniero

   535              a maledire sempre esto paese

che a tutti quanti arreca tante offese.

 

E qua vedonsi adunque  riuniti,

come venuti fossero alla festa,

                        uomini addutti già  da vari  siti;[57]

   540              e l'una schiera all'altra è manifesta,

i loro idïomi con piacere uditi,

ad aiutarsi insieme ognuna è presta:

vivono come amici di sventura

                   subendo la medesima tortura.

 

 

VIII                      L' a r m o n i a    s o c i a l e

 

 

   545                          Questo contatto di diversa gente

                        a suscitare nuove idee dispone:

                        ognuno pensa con sagace mente

                         che sono  eguali tutte le persone,

                        anche se il lor paese è differente;

   550              legati quindi tutti d'affezione,

vivan  d'accordo a guisa di mortali

volti insieme a guarir dei loro mali,

 

                   ricercando la pace[58] e non la guerra,

                        che tanto triste fa la breve vita,

   555              poi che ogni cosa  distrugge ed atterra.

Osservi ognun che la natura invita

a vivere e a godere in questa terra;

ogni tristezza sia perciò bandita,

campi ciascun beato   e si dia cura

   560             che sempre lieta sia l'ora futura!

 

                Provvedano i governi [59]al cittadino

come padre che pensa alla sua prole

della vita mostrandogli il cammino;

                       lascino poi che faccia quel che vuole,

565                       senza pesargli proprio sul destino !

Con la sua mente ognuno agire suole,

perché si trovi la felicità :

è tanto bello aver la libertà !

 

               La scuola sia palestra di pensiero,

   570              ove s'acquisti spirito e cultura;

                        s'apprenda in essa solo ciò ch' è vero

                        né l'arte od il saper soffrano ingiura

d'un regime tirannico e severo

che sugli studi esercita pressura,

   575              perché impari ciascun sol quelle cose

                        che l'interesse d'un regime impose !

 

                                    Studi, lavori e goda pure ognuno,

evitando però qualunque eccesso;

se di belle virtù non è digiuno,

   580             la vita dedichi al civil progresso

                        e ne raccolga i frutti ad uno ad uno:

                        sarà la patria allora per riflesso

immagine di pace e di giustizia,

prospera e forte, colma di letizia.

 

   585                          Non sian di lei  dimentichi i partiti,

                        ma il ben dei cittadini a loro prema:

                        quei compiti ciascuno a tutti additi

che alla nazione evitan la tema,

se buoni mezzi vengono adibiti,

   590              d'andare incontro alla miseria estrema;

                        e d'altra parte, se il governo è forte,

                        dominerà qualunque avversa sorte!

 

Se dello Stato reggono il timone

uomini ch'abbian fede[60] e gran coraggio,

  595               sarà sempre felice la nazione

                        e dentro e fuori avrà molto vantaggio,

                        né le darà alcun danno ogni fazione,

come dimostran dandoci buon saggio

l'America  insïeme all'Inghilterra

   600              ed a  qualche altro Stato della terra.  

 

 

 

IX                    L a   G e r m a n i a    in   a g o n i a

 

 

                                         Il popolo tedesco si dia pace

                        a sopportar purtroppo la tristezza

della perduta guerra;[61] certo spiace

così grande sventura, il cuore spezza.

   605              Misero e triste adesso  se ne giace

                       ed è scomparsa la sua gran ricchezza,

ogni cittade è piena di rovine

e sono i morti ovunque senza fine !

 

Tanto disastro sempre si produce,

   610              allor che viene incontro la fortuna

                        a dar per la grandezza un bravo duce, [62]

                        che tutte le virtudi in sé raduna:

ogni persona col parlar seduce

vero coraggio infonde in ciascheduna, 

   615              sì da produrre proprio l'illusione,

                       che si possa cambiar la condizione !

 

                                    "Basta aver l'armi [63] in pugno e il buon volere,

la fede nel successo e l'ardimento;

e combattendo con valor le schiere;

   620              daranno al buon diritto il fondamento,  

                       perché si possa in questo mondo avere

                        un vero e giusto e bello ordinamento;

                        se la Germania prevarrà su tutti,

raccoglierà ciascuno buoni frutti!"

 

   625                          Ed il tedesco, ch'è tanto orgoglioso

                        ed ama la sua patria oltre ogni dire,

                        divenne allora molto presuntuoso,

a dismisura crebbe nel suo ardire  

né più si diede pace né riposo:

   630              e cominciò  gli Stati ad investire

                        senza nessun rispetto dei mortali.

                        come se andasse a caccia d' animali!

 

Quasi ovunque ha lasciato la sua orma

sulla terra distrutta e sanguinante;

   635              ingiunto ha  quindi ai popoli la norma

                       che cambiava ogni Stato di sembiante,

                        perché ciascuno avesse eguale forma;

jnfine s'è mostrato sì arrogante,

da far stancare i vinti e gli alleati

640                          insieme alla ruina trascinati! 

 

                                    "L'armonica concordia [64]e la ricchezza

                        non si raggiungon mai con la violenza,

la mutua intesa sol dà la salvezza

ai popoli congiunti che han credenza

   645              nel  comun bene. Avrà ciascun certezza

                        di provveder felice all'esistenza

                        fra gente eguale, libera e contenta

che della guerra ormai non si sgomenta."

 

Così credon Britannia e Stati Uniti

   650              con la gallica nazione, l'Olanda

                        e il Belgio; i tedeschi vinti partiti

                        son dalle terre invase; rimanda

d'essi ancor  la resa,  pur circuiti,

il lor capo; fuor di Russia  or si sbanda

   655              l'.oste alemanno.  Vien cacciato pure

                        dall'ital paese, che le sciagure

 

                                    di lunga guerra ancor soffre impotente[65]

dopo la pace fatta col nemico;

ché all'inganno credette immantinente

660                       a noi congiunto l'alleato antico;

           e contro noi s'è mosso ancor possente

           a vendicar col sangue il patto antico.

Ora si trova proprio sulle spine,

spinto da solo a far la brutta fine!

 

   665                          E i deportati siam gli spettatori

                        della furente ultima guerriglia:

                        assalti e carri armati nuovi orrori

creano ovunque; un vero parapiglia,

s'aggiungi l'aviazion che butta fuori

   670              le micidiali bombe e il fuoco appiglia:

                        stranieri ed abitanti hanno paura

                        per la vita ogni dì tanto insicura !

 

Quante persone offerte al sacrificio

nelle città distrutte dagli Inglesi!

   675            Inver costoro compiono l'ufficio

                        subìto tempo fa dai lor paesi;

                        così il Tedesco prova il maleficio

che arrecan tanti aerei in ciel sospesi:

ogni violenza  vuol contromisura

   680              e ne sopporta il popolo l'ingiura !

 

                                     E dice qualchedun che è crudeltà,

                        barbarie senza nome il fero scempio

d'ogni bellezza che è nelle città;

ma certamente mostrasi più empio

   685              chi si lamenta dell'avversità;

                        e l'ignoranza sua è senza esempio,

                        se credette di vincere sì presto,

evitando l'ostile atto molesto !

 

              E dopo avere corso per il mondo

   690              rendendo il nome suo molto famoso,

                      ora è costretto questo popol biondo

                        andare finalmente un po' a ritroso,

ch'ormai il destin non è più a lui secondo:

tre grandi Stati  rendonlo doglioso,

   695              l'America, la Russia e l'Inghilterra,

                        i vincitori d'esta dura guerra.

 

                                    Ecco, lo serran sempre più d'attorno,

l'hanno  ridotto proprio all'impotenza.

Oh venga presto quel beato giorno,

   700              in cui ciascuno senza più temenza

                        in patria possa far lieto ritorno !

Ivi ricorderà quest'esperienza

e stimerassi ancora fortunato

                        d'essere al gran pericolo scampato.

 

   705                          Siamo arrivati all'ultimo momento,

                        quando il morente ha l'acqua alla gola

e perde quindi ogni sentimento.

Egli grida che la resa è una fola,

una pretesa senza fondamento;

   710              e la sua gente nella lotta immola

                        questo governo a prolungar la vita,

ora ch'è alla fine la partita.

 

E sembra che non provi alcun rimorso

per quello ch'esso ha fatto e che accadrà.

   715              E invece d'apportare alcun soccorso

                        alle sventure dell'umanità,

ha sempre d'un tenore il suo discorso:

" Il nostro Stato non si arrenderà,

dura la lotta ancor né viene ammesso,

   720              che dubiti qualcuno del successo ! "

 

                                     Degno di lode  è tale patriottismo

che ignora ogni limite e misura

e vuol che lotti ognun con eroismo

né mostri alcuna ignavia  ossia paura:

   725              " Ami la patria fuor d'ogni egoismo[66]

                        e lieta dia la vita ogni creatura,

i beni che possiede e le sue gioie,

della vita crudel soffra le noie.

 

 

 

                Non importa, se il popolo non ha casa,

   730              se il cibo è scarso e se qualcuno muore

                        e dal nemico vien la patria invasa

o cadon  bombe giù a tutte l' ore

facendo ogni cittade  al suolo rasa:

ognuno usi tutto il suo vigore,

   735              a sostenere ancor la resistenza

                        per dare della forza la parvenza! "

 

                Ma questo può nomarsi un suicidio

nel nome della patria, idol tiranno;

ma,  peggio,  è d'un governo il genocidio,

   740            che a ritardar la fine dassi affanno

                        senza pentirsi di cotanto eccidio,

che vuol durare oltre il sesto anno:

decida la nazione la sua sorte

e condannato sia chi le dà morte !

 

 

 

X                         I l    m i g l io r      g o v e r n o

745                                             Non sia il popolo carne da cannone

per far trionfare questa o quell'idea,

né sia la patria tale religione,

per cui si plachi come truce dea

con grande sacrificio di persone,

750                        né quel governo che la guerra crea

dica che lotta per salvar la gente,

se misera la rende e sofferente !

 

            Popolo e patria son quasi una cosa

ed ambedue van sempre d'accordo:

  755              se l'uno soffre  l'altra è pur dogliosa,

né a ciò che questa vuole il primo è sordo,

anzi l'onora e l'ama come sposa;

e chi fra loro pone il disaccordo

                       alla civile vita arreca oltraggio

  760               e muor di libertà ogni retaggio !

 

            Quando d'entrambi cessa l'armonia.

il popol perde quasi ogni potere;

nel nome della patria con tirannia

domina un governo ed al suo volere

  765              piega le genti che ha in sua balia :

il credere diviene il buon dovere,

obbedir, combatter[67] seguono appresso,

e vien così ciascuno sottomesso.

 

            Ogni nazione pensi al suo destino,

  770              esprima il suo voler con plebiscito,

sì che dovunque il singol cittadino

quel che più giusto sembra lieto additi;

percorrendo allor questo cammino

avranno  tutti i còmpiti graditi,

  775              senza sentirsi affatto comandati,

perché divengan tristi oppur beati !

:

            Che si raggiunga invero l'ideale

a far contenti  appieno gli abitanti

è certo un sogno quasi celestiale;

  780              s'avranno pure molti predicanti

che confondon l'idee dei mortali,

per cui saranno molti i  discordanti;

l'accordo non può esser mai perfetto

per colpa dell'uman nostro intelletto[68].

  785                              Ma, se si toglie pur qualche influenza

                        e s'hanno chiari e buoni intendimenti

                        seguendo dei migliori l'esperienza[69],

                        saranno pochi  allora  gli scontenti:

se ognuno tiene retta la coscienza,

  790               non privi di virtudi i sentimenti,

qualunque decisione  sarà presa,[70]

non recherà di certo una sorpresa.

 

Potran così regnare ancor la pace,

l'ordine e la giustizia dappertutto;

  795              se un despota[71]   però sarà  rapace,

togliendo agli altri  quel ch'è proprio frutto,

e vuole fare quello che gli piace,

perché restino i deboli all'asciutto,

è santa allor, per Dio, qualunque guerra

800                          contro il predone dell'altrüi terra.

 

 

 

A   n  n  o  t  a  z  i  o  n i



V.1: "…tant'anni d' aspra guerra…": Siamo in Germania nel mese di marzo del 1945.

 

[2] V. 6: "…la ragione…": Sembra difficile pronunciarsi sui veri motivi che hanno provocato questo secondo conflitto mondiale. I partiti fascisti l'hanno giustificato come una necessità ineluttabile derivata dalla viva esigenza di un nuovo assetto politico - economico dell'Europa;  sembra però che le ragionii    tirate fuori per spiegare tale esigenza siano state troppo interessate ed unilaterali per essere considerate valide, poiché velavano piuttosto il proposito di tentare con una rapida e violenta azione militare la conquista di un dominio incontrastato, ideale e materiale , su tutto il mondo. Che l'Italia e la Germania avessero un'esuberante popolazione ed un insufficiente spazio vitale oltre ad  una vita economica inadeguata alle loro necessità è fuori dubbio, ma poca pazienza e scarsa arrendevolezza esse mostrarono per instaurare dei rapporti di comprensione e di cooperazione con gli altri Stati.

 

[3] V. 9, " Oh com'è strana l'umana natura…". Gli stessi uomini che hanno elaborato le leggi per attenersi scrupolosamente alle medesime assicurando ordine e pace a tutti, poi con grande leggerezza fanno ricorso alla guerra dopo aver cercato cavillosamente di giustificarla.

                                                            :

4. V 18, "…poi che di Gian si schiuse il sacro tempio":Il tempio di Giano, il dio bifronte, a Roma rimaneva aperto durante un conflitto. Cessato questo, veniva richiuso.

      

 5 V. 31,"..il frutto del civil progresso.." :Sembra che il progresso civile raggiunto abbia contribuito più a rovinare gli uomini che a giovare ai medesimi. La civiltà infatti, inaugurando l'era della macchina ha creato anche le più micidiali armi di guerra.

 

6.V. 41," …colpa del pastore…", colpa cioè d'ogni capo di Stato troppo intraprendente

 

7. V. 55, "…Napoleone.." : Napoleone Buonaparte, nato ad Ajaccio il 15 agosto 1769 e morto nell'Isola di S. Elena il 21 maggio 1821. Da despota cercò di diffondere un nuovo ordine socio-politico in tutta l'Europa sconvolgendola nello stesso tempo con le sue diverse campagne militari. La sua opera giovò successivamente come ispiratrice della lotta rivoluzionaria contro i governi assoluti o anticostituzionali dei Borboni, degli Austriaci, dei Prussiani e di altri Stati d'Europa.

 

8. V 58, "…un uom conduce…". E' un'immagine dell'Italia mussoliniana dopo la cosiddetta "Marcia su Roma", almeno fino al 1938, vista così dalla maggior parte degli Italiani, senza prevedere affatto che fatalmente preludesse al successivo conflitto mondiale. Il capo del governo Benito Mussolini, designato enfaticamente col nome di "Duce" mandato  dalla Provvidenza, sembrò per moltissimi l'inviato celeste per la salvezza non solo dell'Italia, ma del mondo intero. Certamente non possiamo condannare in blocco quanto si vedeva attorno in quel tempo, anche perché moltissimo di ciò che di bello, di magnifico, d'interessante si scorgeva in Italia era soprattutto il prodotto inconfondibile della nostra gente nelle sue più genuine espressioni spirituali e creative. Piuttosto è da condannare in quel regime la sovrastruttura e la maschera che hanno travisato ed imprigionarono entro nuove rigide forme ogni genuina espressione d'arte e di pensiero, mentre l'ideologia sociale non fu mai ben specificata nel suo evanescente  contenuto, insito anche nelle altisonanti parole di rivoluzione in marcia, di pensiero che via via si attua e di altre affermazioni puntualizzate con massime eterne, detti memorabili od altro.

 

9 V. 80, "…dall'idealismo..". L'idealismo come concezione filosofica fu accolto sotto vari aspetti dalla dottrina fascista. Esso ebbe il suo illustre promotore nel filosofo di Castelvetrano Giovanni Gentile, nato ivi nel 1875 e morto a Firenze nel 1944, Il suo concetto della vita come continuo attuarsi ha avuto favorevole accoglienza nel pensiero sociale e politico del regime come nell'insegnamento scolastico, anche se quest'ultimo è stato via via impastoiato da istituzioni particolari, come  l'Opera Nazionale Balilla, quella degli Avanguardisti, quella della Piccole e delle Giovani italiane ed altre confluite  poi tutte nella Gioventù Italiana del Littorio - il simbolo del potere assunto dal fascismo a ricordo di quello dei magistrati romani,.quando erano accompagnati dai  littori recanti  un  fascio di verghe ed una scure - istituzioni che hanno condizionato il libero svolgimento  educativo dei giovani dall'età più tenera alla piena adolescenza nella  presunzione di creare l'uomo nuovo, l'atleta, il guerriero, il superuomo.

.

10. V. 86, "La flotta aerea …". Un sensibile incremento diede il fascismo allo sviluppo dell'aviazione, la quale  per bravura di uomini e qualità di apparecchi conseguì vari primati, fra cui quello  della trasvolata dell'Oceano Atlantico nel 1932. Ma la stessa si trovò alquanto impreparata come arma militare all'inizio di questo secondo conflitto mondiale.

 

 

 

[11] V. 93, "…l'autarchia…":Fu la risposta del governo italiano alle "sanzioni" applicate contro lo stesso da 52 Stati delle Nazioni Unite il 18 novembre 1935 in seguito alla guerra proclamata contro l'Abissinia, per cui il medesimo dovette provvedere con mezzi propri, utilizzando tutte le risorse possibili della nazione, alle esigenze militari della conquista intrapresa.

 

[12]  V. 94, "…le sanzion…":Le stesse dalle suddette Nazioni furono applicate  espressamente per la repressione dei delitti commessi dai fascisti, per cui  agli Stati membri fu proibita  soprattutto l'esportazione verso l'Italia di materiale bellico e di prodotti per l'industria  relativa. Ma tale divieto non fu rigorosamente osservato da varie nazioni.

 

[13] V. 98,"…contro l'armata rossa…", cioè il contingente di truppe russe inviate in Spagna in soccorso dell'esercito governativo indicato come comunista e contrapposto alla falange nazionalista del generale Franco, appoggiata dal 1937 dai fascisti italiani e da quelli. tedeschi.

 

[14] V, !OO,"…all'eroica falange…",cioè all'esercito del suddetto generale, il quale si  proclamava nazionalista  rispetto  ai suoi nemici conservatori.

 

[15]V. 103, "…il condottiero Franco…", cioè Francisco  Franco Bahamonde, nato ad El Ferrol nel 1892 e morto a Madrid il 22 novembre del 1975. Fu detto  come generale "il Caudillo" dopo avere iniziato  la guerra di rivoluzione contro l'esercito  governativo partendo dal Marocco nel luglio  del 1936; guerra che   terminò vittoriosamente alla fine del mese di marzo del 1939. Il 18 novembre 1942 proclamò la non belligeranza della Spagna, evitando di partecipare al secondo conflitto mondiale.

 

[16] V. 116,"…l'Asse d'Acciaio…" E' il patto d'alleanza che il 22 maggio 1939 fu firmato da Benito Mussolini e da Adolfo Hitler ed indicato con tale nome per sottolineare l'indissolubile unione tra l'Italia e la Germania nel perseguire il piano di aggressione contro gli Stati plutocratici dell'Europa, fra cui soprattutto la Francia e l'Inghilterra.

 

[17].V.127, "..anch' essa prende parte…": il 10 giugno 1940  Benito Mussolini  annunciò l'avvenuta dichiarazione di guerra contro la Francia e la Grambretagna, guerra che, condotta dall'Italia senza prove di particolare valore, sboccò  entro lo stesso mese, in seguito all'occupazione tedesca della maggior parte del territorio francese, nell'armistizio provvisorio fra i contendenti..

 

[18] V. 138, "…contro la Grecia…":Dopo il 28 ottobre 1940 le truppe italiane, che avevano già occupato l'Albania e fatto fuggire il suo re, si sono servite della stessa come base di lancio per combattere contro la Grecia e successivamente contro il territorio dei Balcani per la sua totale conquista, in modo da realizzare il ritorno dell'antico impero romano "sui colli fatali di Roma", impero di cui quello abissino era stato una premessa.

 

[19] V.173, "…d'icario vol…". Secondo la leggenda, Icaro, figlio di Dedalo, il famoso artefice del Labirinto nell'Isola di Creta, ove regnava il re Minosse, fuggì da tale isola insieme al padre dopo essere stato fornito d'ali legate insieme con la cera. Però, mentre volava alto verso la Sicilia, le ali riscaldate dal sole si disfecero ed egli cadde nel Mare Ionio, detto poi anche Icaro.

 

[20] V.177, "...rombi di motore…": La guerra al flagello dei combattimenti aviatorî,  terrestri e navali ha aggiunto quello provocato dalle incursioni aeree, le quali fra l'altro hanno causato distruzioni più o meno gravi di città ed eccidi di numerosi cittadini mal difesi dai rifugi per lo più improvvisati nelle cantine di molti palazzi o al di sotto di  piazze o di  slarghi scavati appositamente. A Torino, soprattutto nel 1943 - 44 i bombardamenti anglo - americani hanno causato fra l'altro l'incendio di un indefinito numero di edifici oltre alla distruzione parziale o totale di molti di essi. Sotto le macerie di questi ultimi sono rimasti sepolti molti cittadini senza possibilità di scampo.

 

[21] V. 196, "..e tolse a quei di giù…", cioè a quelli che si erano rifugiati nelle cantine delle abitazioni colpite.  

  

[22] V.250, "..in lunga coda…". Le esigenze della guerra in atto fin dal suo inizio hanno spinto  il governo italiano come quello tedesco ad emanare  dei provvedimenti relativi ad opportune restrizioni alimentari nei confronti dei cittadini, per cui sono state distribuite ad ogni famiglia delle tessere annonarie con bollini riguardanti  il consumo individuale giornaliero o settimanale  dei generi di prima necessità. L'esigenza dell'approvvigionamento da parte di tutti gli abitanti e la limitatezza dei viveri disponibili presso i vari negozi hanno causato spesso - e ne causano ancora - delle code di attesa più o meno lunghe. L'insufficienza dei cibi così ottenuti ha spinto molti a procurarsene altri supplementari presso i diretti produttori o presso intermediari forniti di larghe scorte; queste ultime  naturalmente sono   cedute ai rispettivi richiedenti come merce sottobanco o " d' intrallazzo" a  prezzi  più o meno  maggiorati, col rischio però di incorrere in gravi sanzioni, compreso sia il carcere  per chi la vende e per  chi l'acquista  sia il sequestro della merce in questione.

 

[23] V.271, "…oro o roba ascosa…". Al razionamento dei viveri si è aggiunto anche prima del 1940 la frequente raccolta di metalli d'ogni genere, compresi l'oro e l'argento anche sotto forma di oggetti preziosi, o di prodotti particolari come la lana, gli indumenti  di tessuto pregiato od altro. Purtroppo le raccolte fatte, specie quelle di metalli di valore, suscitarono spesso la cupidigia di quelli che dovevano custodirle in attesa della loro consegna a chi di dovere e della loro utilizzazione per i fini previsti.

 

[24] V.289, " La patria s'ama…": Tutta la strofa costituisce il credo politico che è stato continuamente  ripetuto dagli esponenti del fascismo per indurre i cittadini a sacrificare tutto per la patria, compresa la vita.

 

[25] 305, "…un uomo ha sete di potere…": Si allude a qualsiasi dittatore, come lo fu il capo del fascismo.

 

[26] V.308," ….l'usato stile…", cioè quello coercitivo, che impedisce ad ogni cittadino di agire liberamente o  secondo coscienza.

 

[27], V. 310, "… fa della patria un obbligo civile…".:il fascismo per velare il suo dispotismo ha identificato ogni suo interesse od aspirazione con il bene sommo della patria, il cui amore deve essere considerato il dovere imprescindibile per tutti gli Italiani senza alcuna riserva mentale o contestazione di qualsiasi natura. "Tutto e tutti per lo Stato e nulla al di fuori di esso" è stata la legge imposta da un partito che si è arrogato ogni diritto, riservando ai cittadini tutti i doveri. 

 

[28] V.320,"…dalla Norvegia…": La Norvegia insieme alla Danimarca furono occupate tra il nove ed il dieci aprile  del 1940, mentre la Libia, già in possesso dell'Italia, fu presidiata da divisioni italo - tedesche fino a quando, dopo la sconfitta di queste ultime,  non fu invasa e presidiata nel 1942 dagli Inglesi.

 

[29] V..326,"..la Francia…in men d'un mese…". La Francia subì il primo attacco tedesco il 5 giugno 1940; successivamente patì delle gravi sconfitte e fu costretta alla resa con l'armistizio del 24 - 25 giugno.

 

[30] V. 327,"…Polonia…". La Polonia, assalita contemporaneamente dai Tedeschi e dai Russi il primo settembre 1940, fu costretta alla resa poco dopo il 27 settembre, data dell'occupazione della città di Varsavia già rasa al suolo dall'aviazione germanica.

 

[31] V.327, "…e Grecia volse alla rovina.". La Grecia, che aveva causato gravi perdite alle truppe italiane d'invasione, si è dovuta arrendere, nonostante l'aiuto apportato dagli Inglesi, di fronte alle travolgenti divisioni tedesche, già entrate in Atene il 27 aprile 1941 e nell'Isola di Creta il 2 giugno successivo.

 

[32] V 328, "… l'.Anglo perdette esercito e marina…". Si allude alle gravi perdite subite  dall'Inghilterra dall'inizio del conflitto  arrecando aiuto con le sue truppe ai vari  paesi attaccati dalla Germania, fra cui la Francia.

 

[33] V.330,"…buttando bombe giù a dismisura; ".  Tra il 1941 ed il 1942 la stessa Germania condusse un'aspra offensiva contro la Grambretagna lanciando soprattutto delle bombe volanti, la V/1 e la V/2 - quest'ultima più miciadiale rispetto alla precedente, una specie di missile con mille chili di esplosivo e 300 km. di gittata - per indebolirne la resistenza e creare le condizioni favorevoli per uno sbarco, il che però non è avvenuto   per le gravi difficoltà dell'impresa.

 

[34] V. 339, " … la bolscevica minaccia…". Il 22 giugno 1942 i Tedeschi, come a volere difendere l'Europa da un'eventuale invasione sovietica e dal propagarsi in essa dell'ideologia comunista, diedero inizio alla campagna contro la Russia, L'improvviso assalto in quel momento sorprese tutti, ma fu accettato come necessario dai paesi alleati o succubi del momento, dimostrando ciò anche con il loro contributo in uomini ed armi alla vasta operazione militare. Tali paesi, come indicato appresso, sono stati fra gli altri la Romania, l'Ungheria, la Slovacchia, la Finlandia e l'Italia,

 

[35] V. 367, "…l'ordine sociale..", cioè la pace fra i popoli, quella pace che la Germania vittoriosa avrebbe dovuto garantire, come ha fatto intendere, comprendendoli tutti, se era possibile, nella sua sfera d'influenza, una pace fondata presumibilmente su una reciproca collaborazione d' ordine politico, sociale ed economico. Essa avrebbe dovuto sancire il trionfo dell'ideologia fascista su quella democratica.

 

[36] V.375, " …un tripartito…":L'accordo anticomunista del tripartito, firmato tra la Germania, l'Italia ed il Giappone il 27 settembre 1940, fu subito seguito da un patto militare che ebbe la sua prima pratica attuazione con l'assalto nipponico di Pearl Harbour   del 7 dicembre 1941.

 

[37] V. 384, " …ormai parea prossima la pace!". L'intervento degli Stati Uniti - novembre del 1941 - contro il suddetto tripartito, sebbene già atteso da oltre un anno, ha arrecato una certa sorpresa, poiché si pensava che la Germania avrebbe vinto la guerra prima di tale intervento considerato piuttosto tardivo e di scarsa efficacia. 

 

[38]  V.403"del fascismo rotte le catene.." : la sera del 25 Luglio 1943 con un laconico annuncio furono comunicate le dimissioni del governo mussoliniano. Esse seguirono alla precedente tempestosa seduta del Gran Consiglio, il supremo organo politico dello Stato fascista. Durante la stessa fra le diverse mozioni fu approvata quella del consigliere Dino Grandi (con la maggioranza di diciannove voti contro sette), la quale ebbe favorevoli fra gli altri De Bono, De Vecchi, De Stefani, Federzoni, Ciano, Alfieri, Bottai. In seguito alla suddetta votazione si ebbe la caduta del ventennale  partito fascista e la formazione del governo Badoglio su incarico del re Vittorio Emanuele terzo.

 

[39] V.408, " …con l'avversario preparâr la pace.":Il cambiamento di governo accennato doveva fra l'altro porre fine ad una guerra erroreamente intrapresa contro Stati che il fascismo aveva additato come nostri nemici. Bisognava ad ogni costo uscire dalla guerra per rimediare all'errore commesso, anche se la pace prospettata faceva prevedere la continuazione di una guerra che avrebbe fatto del nostro Paese un  campo di battaglia fra Tedeschi ed Anglo - Americani. La creazione del governo Badoglio compromise certamente, secondo i Tedeschi, il mantenimento dell'alleanza già concordata con il governo fascista ed ormai in contrasto con il mutato indirizzo politico dell'Italia. Quest'ultimo infatti il 3 settembre 1943 sboccò nei preliminari dell'armistizio e nella successiva denuncia di tale alleanza italo - germanica.

 

[40] V.418, "…quanto scompiglio…":Le consegurenze derivate dall'armistizio, annunciato ufficialmente l'8 settembre del 1943, in verità non resero fin dall'inizio contento nessuno, neppure il medesimo Badoglio, se esse si tradussero subito per l'Italia nell'occupazione militare tedesca di tre quarti del territorio nazionale, nell'internamento di circa settecento mila soldati, nella morte di un grandissimo numero di abitanti uccisi dagli ex alleati nelle loro frequenti rappresaglie oppure falciati dai bombardamenti anglo - americani, nelle deportazioni in massa di uomini e donne per lavorare nelle fabbriche dei nazifascisti, nella formazione di un nuovo più odioso governo fascista, nella ripresa  della guerra condotta tra le divisioni germaniche e quelle alleate opposte a cominciare dalla Campania, nella devastazione infine di città e paesi prossimi alle zone di combattimento.

 

[41] V.425, " Qualcun raggiunse…". Molti ex militari del meridione d'Italia affrontarono  dopo l'8 settembre suddetto un viaggio lungo e pieno di peripezie. Partiti dal nord a piedi o con mezzi di fortuna, vestiti alla men peggio con abiti civili, raggiunsero dopo avere oltrepassato temerariamente il fronte di battaglia la propria famiglia nel sud. Ve ne furono però parecchi che, sorpresi e catturati dai Tedeschi, furono internati in Germania.

 

[42] V. 432, "…opposero ai Tedeschi un altro fronte…", Si tratta dei partigiani ossia di ufficiali e soldati italiani provenienti dai territori da essi occupati in Francia (IV armata) o nella Jugoslavia oppure dalle caserme dell'Italia settentrionale e di quella centrale; essi, quasi tutti,  per evitare la loro cattura da parte dei Tedeschi, si sono rifugiati fra le zone montagnose del Piemonte o di altre regioni formando numerosi gruppi di resistenza ad oltranza per lo più isolati gli uni dagli altri. Alcuni di loro , forniti di armi e di munizioni adeguate, hanno raggiunto una discreta organizzazione militare, specie allorché, essendo in possesso di radio ricetrasmittenti, hanno potuto porsi in collegamento con i comandi anglo - americani e ricevere ordini ed istruzioni insieme alla necessaria  assistenza in vestiario, viveri ed armi che sono stati lanciati con i paracadute.

 

[43] V. 438, "…..di proibir la pace….": Cioè di impedire il godimento della pace dopo l'armistizio concordato il 3 settembre del 1943 ed annunciato il successivo 8 settembre.

 

[44] V. 441," Poveri e tristi vivono….":Gli stessi partigiani, già valorosi combattenti sui fronti di guerra, riparando sulle montagne, hanno scelto fin dall'inizio una vita piena di disagi e di pericoli in luoghi impervi ed isolati non per viltà, ma per evitare di dover porsi a servizio dei comandi tedeschi o di quello del nuovo governo repubblicano fascista, detto anche di Salò. Non hanno rubato i viveri, ma li hanno chiesto pagando od accettandoli per generosa offerta di chi ha compreso i sacrifici da essi sostenuti per la causa della libertà nazionale.

 

[45] V. 444, "…la sussistenza…" :cioè il vettovagliamento affidato presso le forze militari a speciali reparti di soldati.

 

[46] V. 447, "…ribelli ossia banditi…": Giù nei paesi o nelle città i partigiani vengono descritti dai fascisti a fosche tinte: " sono dei banditi o dei fuorilegge, disertori e traditori della patria oltre che autori ovunque di saccheggi e di violenze e causa  di paura e di disordine".

 

[47] V.450, " E l'Alemanno…": La breve allocuzione di sette versi è una protesta vibrante di sdegno contro l'arbitraria occupazione del nostro Paese da parte del comando tedesco. Essa s'immagina espressa dagli stessi partigiani o dai patrioti in genere come ribellione ad un increscioso stato di fatto.

     

[48] V.465, "…combatteron con valore…".In gruppi più o meno numerosi hanno sostenuto spesso accaniti combattimenti contro le formazioni dei fascisti e delle SS. tedesche, infliggendo gravi perdite in uomini e materiale bellico. Hanno compiuto pure molti atti di sabotaggio ed abili colpi di mano impegnando dappertutto un numero superiore di nemici. Alle volte sono stati in grado di dominare per lungo tempo vaste zone di territorio comprendenti anche dei paesi che essi hanno sottoposto a particolare amministrazione. Nell'Appennino tosco - emiliano durante l'avanzata delle truppe alleate lungo la penisola italiana  hanno operato efficacemente alle spalle dei Tedeschi infliggendo a questi ultimi gravi perdite con attacchi di sorpresa. Alcune forze partigiane troppo isolate e prive del necessario equipaggiamento sono state purtroppo sopraffatte dai nemici e distrutte anche mediante rapide condanne a morte dei superstiti, altre a tempo opportuno si sono sciolte per ricostituirsi in seguito.

 

[49] V 471, "…qualche vendetta…". Fra gli atti del ricostituito governo fascista si è avuto quello del processo di Verona instaurato contro quei membri del Gran Consiglio del Fascismo  che  il 24 luglio del  1943,  votando l'ordine del giorno presentato dal  consigliere Dino Grandi  contribuirono alla caduta del governo fascista. Alla fine, nel gennaio del 1944, si sono avute delle esecuzioni capitali, fra cui quello del conte Galeazzo Ciano, genero del Duce, e del maresciallo De Bono.  

 

[50] V.480, "…liberare il capo dal Gran Sasso.": Benito Mussolini, fatto arrestare dal Re dopo la caduta del fascismo e successivamente condotto come prigioniero in un locale situato sull'altipiano del Gran Sasso, fu liberato poco tempo dopo da un'audace squadra di paracadutisti tedeschi, Con tale impresa la Germania pensava che, formatosi il nuovo governo fascista con a capo l'ex Duce, che scelse come sua sede la città di Salò (Verona), e ricostituito con il contributo tedesco un esercito pronto a combattere a fianco delle truppe teutoniche, si sarebbe ripristinata e rafforzata quell'alleanza che era stata rotta a causa dell'armistizio su ricordato. Ma l'ex gran capo, già malandato di salute, era ora una figura sbiadita, priva del prestigio di cui godeva prima come del fascino che aveva esercitato sulle folle osannanti, mentre ascoltavano i suoi discorsi. L'incanto ormai era sparito, Quando egli parlò per la prima volta dopo la sua caduta, non se ne  riconobbe la  voce e si credette fosse più quella di un fantasma che di un capo redivivo.

 

[51] V. 481, " E sorse la "Repubblica Sociale…":Nata con il favore ed il sostegno militare dei Tedeschi alla fine del 1943, ha avuto lo scopo precipuo di incitare gli Italiani a riprendere le armi, affinché con il sangue sparso combattendo a fianco di quelli si emendasse la colpa del tradimento perpetrato mercé l'armistizio concluso dal maresciallo Badoglio. Purtroppo il sangue di tanti Italiani è stato sparso largamente   ora dai giovani condannati per diserzione o renitenza, colpevoli di non voler far parte  di un nuovo esercito fascista, ora  dai tanti partigiani  caduti in imboscate  o catturati e sottoposti alla fucilazione ora dagli abitanti esposti ai bombardamenti anglo - americani  a causa della guerra condotta ad oltranza dai comandi tedeschi dopo l'8 settembre del 1943  ora infine  dagli stessi combattenti dei due fronti.contrapposti.

 

[52] V. "…portando ovunque nuova disciplina!": Dopo il suddetto armistizio  la maggior parte dei giovani del disciolto esercito italiano,  rimasti sbandati dopo essere sfuggiti ai  rastrellamenti operati nei primi mesi dai  comandi germanici, se non divennero dei partigiani, fuggirono nei luoghi più impensati per porsi al sicuro. Ciò creò un certo turbamento nella normale vita civile, per cui i Tedeschi stessi insieme alle locali autorità del nuovo governo fascista si preoccuparono di farli ritornare nelle città assicurandoli che nessuno sarebbe stato perseguito. A tale scopo emisero per l'occasione un altisonante proclama che prometteva a tutti lavoro, assistenza ed esenzione da ogni obbligo militare. Si cercava così  di indebolire le file dei partigiani divenuti troppo numerosi e di creare una condizione di normalità ovunque, in modo che la "Repubblica sociale" potesse fondare al meglio le sue basi amministrative e militari, adoperandosi nello stesso tempo a formare un esercito sicuro e ben preparato. In effetti molti giovani allora si presentarono spontaneamente dando luogo fra l'altro alla prima cosiddetta guardia repubblicana; in seguito furono precettate d'autorità le classi dei giovanissimi per servire nel nuovo esercito, quindi altre classi, in modo che nel maggio dell'anno scorso quasi tutti i giovani nati tra il 1918 ed il 1926 si sono trovati costretti all'arruolamento, se non sono riusciti a sfuggirlo.

 

[53] V.490 " …in sua balìa tenea gli internati,…". Un fatto particolare di questa guerra è stato l'internamento nel territorio tedesco operato con rapidità dai soldati della Germania nei confronti di quelli dell' ex alleata. Infatti essi pensarono d' impedire in tal modo  che  i medesimi dopo il citato armistizio potessero eventualmente divenire loro nemici, pronti a combattere  arruolandosi o meno nelle file delle truppe anglo - americane. . Tutto ciò era intuibile tenendo presente il fatto che il governo Badoglio da una parte aveva accettato le condizioni di pace previste dall'accennato armistizio dall'altra aveva proclamato di doverle mantenere e difendere anche con le armi contro chiunque si fosse opposto alle stesse, compresa soprattutto la Germania, Questa a sua volta, sorprendendo sui vari fronti, sovente comuni con quelli tedeschi, le indecise truppe italiane, catturò quasi senza lottare od affrontando rare scaramucce il maggior numero possibile di soldati ed ufficiali per trasferirli nei suoi campi di prigionia. In tal modo la stessa allora raggiunse tre obiettivi: l'eliminazione di un presumibile nemico prima di divenirlo effettivamente, lo sfruttamento di un ingente numero di braccia per la produzione bellica nelle sue numerose fabbriche, la soddisfazione della vendetta contro una nazione che considerava traditrice.

 

[54] V. 507, " …i cittadini presi in stuolo immenso…": Un vero e proprio vergognoso mercato è stata la cessione fatta dall'Italia fascista alla Germania di un numero straordinario di cittadini, uomini e donne, deportati lontano dalla patria per lavorare soprattutto nelle fabbriche. Per tutti, compresi i Tedeschi, i turni di lavoro settimanale, di notte o di giorno  sono stati - e continuano ad esserlo - di dodici interminabili ore, oltre l'ora del pasto principale, dedicati per lo più ad attività faticose, tranne i casi di lavori leggeri affidati ad individui di comprovata scarsa attitudine fisica. Punizioni gravi, compreso l'arresto, sono state contemplate - e sovente eseguite - a carico dei lavoratori colpevoli di negligenze, di inadempienze o di reati di vario genere,

 

[55] V. 511, …non s'ebbe scelta di mestiere…" : In ogni fabbrica i deportati erano adibiti ad un lavoro generico oppure ad uno specifico, come quello dell'altoforno per la fusione di metalli, o quello dei laminatoi o di reparti particolari; si teneva conto più della capacità fisica che delle particolari attitudini personali. Inizialmente mi sono trovato nella fabbrica d'alluminio di Singen, nell'ex Baden meridionale, dove il metallo non solo era sottoposto a regolare fusione, ma anche a numerose prove di laboratorio per la durezza, la resistenza alla trazione, la quantità in percentuale di componenti vari, fra cui soprattutto il rame. Nell'immenso padiglione, dove come lavoratore sono stato presente lo scorso anno per alcuni mesi, diverse centinaia di operai d'ambo i sessi e di varia nazionalità attendevano fra l'altro ai grandi laminatoi cilindrici od alla posa   a terra, l'una sopra l'altra, di larghe pesanti lamine  d'alluminio già ridotte di spessore e con impressi in ciascuna abbozzi di aerei  Attorno un infernale rumore entro un'aria solforosa e surriscaldata, specie   presso gli altiforni o le caldaie piene di metallo fuso; più respirabili erano invece gli ambienti dei suddetti laboratori da me frequentati per qualche settimana.

 

[56] V. 520, " …il diploma di dottore. ":E' stato comune il caso di laureati e di studenti universitari che qui, in Germania, hanno dovuto condividere la sorte dei lavoratori  coatti, per cui sono stati soggetti ad umiliazioni ed a maltrattamenti  di vario genere. Ciò è imputabile alla condizione livellatrice instauratasi per tutti i deportati in base all'esigenza impellente dei nazisti di produrre al massimo per una guerra che ha richiesto ed assorbito una straordinaria  quantità di energie  e di materiale bellico. Nell'ambiente in cui sono stati costretti a vivere, lager (baracca) o fabbrica, gli intellettuali, sovente fatti segno ad incomprensione, disistima e dileggio, hanno sentito immiserirsi ogni spirituale energia e consumarsi le forze fisiche in una attività faticosa, monotona ed avvilente.    

 

[57] V.539, " …popoli già abitanti in vari siti;". Avvenimento eccezionale è stato quello del raduno forzato in territorio tedesco di un ingente numero di persone di nazioni diverse, prigionieri e deportati civili. Fra gli stranieri sono preponderanti per il loro numero i Russi, uomini e donne, seguiti dai Polacchi, dai Francesi, dagli Italiani, dai Belgi, dagli Olandesi, dai Serbi, dai Greci , dagli Ungheresi, dai Cechi e da altri di Stato diverso, fra cui Americani ed Inglesi catturati sui vari fronti di guerra. ll contatto occasionale fra tanta gente di varia origine, accomunata da una condizione di vita penosa e non priva di insidie, ha affratellato la stessa,  posta forzatamente come è in uno sgradito ambiente per una durata imprevedibile. E' una situazione particolare, in cui prevale soprattutto il desiderio della sopravvivenza e, con essa, la disposizione alla fratellanza ed alla comprensione fra individui posti insieme senza distinzione di Stato, di ceto sociale, di razza e di colore.

 

[58] V. 553, "…ricercando la pace…" :E' auspicabile che alla fine del presente conflitto abbia luogo un'era di pace per apprezzare veramente la gioia di una tranquilla vita civile così' stolidamente sacrificata a quella burrascosa della guerra. Si spera quindi che dopo il ritorno in patria di tutti i prigionieri e gli internati le relazioni fra gli Stati siano improntate soprattutto a sentimenti di giustizia e di fraternità per il bene dei popoli da loro rappresentati.                                      

 

[59] V. 561, " Provvedano i governi…": I governi - specie quelli dei nuovi Stati democratici che sorgeranno dopo la guerra - procurino attraverso opportune leggi che i cittadini possano convivere in una nazione libera ed ivi ciascuno di loro abbia l'opportunità di godere di tutti i diritti riconosciuti dalla democrazia, evitando, come accade negli Stati totalitari, che egli sia costretto a vivere in un particolare modo ed apprenda solo ciò che ha attinenza con una determinata ideologia. Una nazione quindi in cui prevalgano le libere istituzioni insieme alla coesistenza di partiti che contribuiscano a rendere il popolo edotto dei suoi doveri e dei suoi diritti per partecipare consapevolmente alla vita politica dello Stato di cui esso fa parte.

                                          

[60] V. 594, " …uomini ch'abbiano fede…" : Cioè uomini politici che credono veramente nella democrazia e vogliono decisamente porla in atto con le leggi  ed i provvedimenti più opportuni.

 

[61] V. 603. " …della perduta guerra;…": Siamo agli inizi di  marzo del 1945, quando già gli Anglo - americani hanno oltrepassato il fiume Reno e dilagano nel territorio tedesco, mentre i Russi a loro volta s'avvicinano sempre più alla città di Berlino, la capitale, per cui la Germania può essere ormai considerata vinta e sconfitta.

 

[62] V. 611, "…un bravo duce…" : Si allude al Führer, Adolfo Hitler, il quale, pieno di  bravura politica - qui ironicamente ricordata  - in pochi anni con i suoi discorsi ha ammaliato il popolo tedesco istigandolo alla guerra per la rinascita della grande Germania già umiliata dai trattati sanciti alla fine del primo conflitto mondiale. L'ideologia nazifascista unitamente al militarismo atavico teutonico hanno condotto a questo secondo conflitto mondiale ancora in corso; esso dopo le prime vittorie germaniche è stato contrassegnato da una inarrestabile reazione avversaria, la quale ha coagulato tutte le forze nemiche contro i  Tedeschi costringendoli  al ripiegamento   e ad una resa    inevitabile .

 

[63] V. 617, " Basta aver l'armi..", E' il senso sottinteso dei discorsi dello stesso Hitler tendenti ad incitare continuamente il popolo tedesco a prendere le armi contro i cosiddetti Stati plutocratici.

 

[64] V.641," L'armonica concordia…" :Tutta la strofa suona come una massima di riflessione che si suppone espressa tacitamente dagli Stati appresso indicati, fra cui soprattutto l'Inghilterra e gli Stati Uniti, per condannare la violenza delle armate tedesche ed  esaltare invece i vantaggi della  mutua concordia fra i popoli,

 

[65] V. 657, " …di lunga guerra ancor soffre impotente": Cioè della guerra combattuta , dopo l'armistizio  del 1943,  lungo la penisola italiana  tra le forze anglo - americane e quelle tedesche, guerra che ha gravemente coinvolto con eccidi e distruzioni le popolazioni e le città prossime ai fronti di battaglia. A ciò si è accennato con la nota 40 del verso 418.

 

[66] V. 725, "Ami la patria fuor d'ogni egoismo…".Si ripete in questo e nei versi seguenti  lo slogan dell'amor di patria esasperato della nota 24, v.289, un amor di patria  proclamato dagli Stati nazifascisti e qui lugubremente ancora imposto nel  momento tragico in cui la Germania  semidistrutta sta per essere costretta alla resa.dai suoi nemici ormai  prossimi alla sua totale occupazione.

 

[67] V. 765, "…credere,…obbedir, combatter…": Tre imposizioni additate ai cittadini  come credo  fondamentale con scritte più o meno vistose in luoghi aperti o chiusi   dell'Italia fascista come della Germania di Hit0ler ("Glauben, georchen, Kämpfen" ).

 

[68] V. 784, " per colpa dell'uman nostro  intelletto,". Ciascun individuo, in cui l'intelletto (o  mente ) presiede soprattutto all'attività  del pensiero,  esprimendo  i suoi giudizi od opinioni per affermare la sua libertà di intendere e di volere, diverge spesso,  per natura,  dalle idee degli altri, tenuto conto anche  della educazione ricevuta, del suo livello culturale, delle sue convinzioni  politiche, sociali o religiose.

 

[69] V. 787,"…seguendo dei migliori l'esperienza,…", cioè degli uomini politici  che hanno  lottato e sofferto per la libertà della patria  auspicando per la stessa  l'avvento di un governo  veramente democratico non condizionato da alcun regime di tendenze più o meno estremiste.

 

[70] V. 791, "…qualunque decisione sarà presa…": è sottinteso."da parte dell'auspicato governo democratico".

 

[71] V, 796, "..se un despota…", cioè un tiranno usurpatore del potere e della ricchezza del proprio Stato o di quelli di altri come  Napoleone od Hitler.

 

 

Varianti del testo poetico originario

 

 

     Testo  originario                                                        Variante

 

 

V. 4, "le cose distruggendo e le persone"    - " appieno devastando ogni nazione..."

 

V.60,"verso la vera gloria e la grandezza:" - "verso l'apoteòsi e la…."

 

V.432, "preparâro ai Tedeschi…"            - "opposero  ai Tedeschi…" 

 

V.433,"E fu a loro sacra la consegna:"    - "Ed essi tennero sacra la consegna"

 

V.448," Eppure son soltanto degli arditi"   - Eppure sono proprio degli arditi"

 

V,461,"fûr molti dai Tedeschi circondati"  - "dal nemico  si videro accerchiati"

 

V.477,"Ma i nordici alleati, uomini arditi," - "Ma i nordici alleati, ad essi uniti"

 

V.500, "per cui furoini vinti dal dolore"     - "sicché per l'insoffribile dolore"

 

V.501"finirono certuni nelle fosse,"          - "finirono sepolti nelle fosse,"

 

V.505,"E poi per dare ancora alcun compenso" - Aggiunti fûro ancora per c;…"

 

V,506,"cedettero gli abitanti a buon mercato"-"come fossero gente da mercato

 

V.507,"un numero formarono così immenso"."i cittadini presi in stuolo imm."

 

V,508,"che Italiani vedeansi in ogni lato" . "qua e là delle cittadi in ogni lato"

 

V.609,"Ognuno d'essi anche senza assenso" - Ciascuno d'essi senza alcun a."  

 

V.520,"studiato avea tanto per dottore!"  - "pure avendo il diploma di dottore."

 

V.529,"Infine non si fa più differenza"      -  Neppur si fa veruna differenza"

 

V.539,"popoli dimoranti in vari siti;"         - Uomini addutti già da vari siti;"

 

V.540,"e l'una gente all'altra è manifesta," - "E l'una schiera all'altra …"

 

V,541,"gli altrui idiomi con piacere uditi,"   - "i loro idiomi con piacere    "….

 

 

 

 

 

I   N   D   I   C  E

 

 Prefazione ………………………………………………….........pag.  2

 Sommario   ……………………………………………………...... "     4  

 

 I.  Introduzione……………..............….   (vv. 1 - 56)……….….… "   13   

 

 2.  L'Italia fascista…….......................   (vv. 57- 152).............……"   15               

 

.3.  Le  incursioni aeree ……………    (vv.153 - 248)...................."  18

 

 4.  Il  razionamento annonario...………(vv. 249 - 312)..................."  21 

 

5.      Il trionfo tedesco………………      (vv. 313 - 400)…..............."  23

 

6.      La tragedia dell'Italia…………       (vv. 401 - 488).................."  26

 

7.      Italiani e stranieri in Germania…   (vv. 489 - 544).................."  29

 

8.      L' armonia    sociale  ……………   (vv.545 - 600) ……….. .."  31

        

9.      La Germania in agonia…………    (vv. 601 -744)………….."  33

 

10. Il miglior governo…………………  (vv. 745 - 800)………….."  37

 

11. Annotazioni……………………………………………………  "  41

 

12.Varianti del testo poetico originario………………………….."  57

 

13. Facsimile del manoscritto (vv, 1 - 576)………………………"  59