|
G i u s e p p e R a n i o l o
Messaggio agli editori
Il prof.Giuseppe Raniolo è autore già di diverse opere sulla Contea di Modica, quali "Le consuetudini e gli Istituti" della medesima, "La nuova terra di Vittoria dagli albori al Settecento", editi rispettivamente nel 1985-87, e la "Contea di Modica nel Regno di Sicilia", apparsa nel 1993 e nuovamente in altra edizione nel 1997.
Di recente, ha tratto fuori dal cassetto un manoscritto compilato in Germania nei primi mesi 1945 e lo ha riesumato trascrivendolo in computer insieme alle note a suo tempo già apposte; desidera quindi gentilmente contattare un editore, possibilmente della Sicilia, affinché ne curi la stampa insieme alla sua pubblicizzazione e diffusione dopo averne considerato la stesura in 100 ottave rimate e la validità del contenuto, il quale è prettamente di carattere socio-politico, inerente al conflitto mondiale ancora in corso, ed ha per titolo: "Germania 1945 - Meditazioni di un deportato".
Fra gli aderenti alla richiesta ne saranno interpellati alcuni per u neventuale accordo sulle modalità della pubblicazione del lavoro in oggetto. Come saggio si riportano la prefazione dell'autore, il sommario del contenuto e vari brani degli argomenti, dieci in tutto, esposti in versi.
email Prof. Raniolo: raniologiuseppe@tiscalinet.it
G E R M A N I A 1 9 4 5
M e d i t a z i o n i di u n d e p o r t a t o
P r e f a z i o n
e
Possono sembrare
strani ed inusitati il contenuto e la forma di questo lavoro, compendiato,
com'è, in una raccolta di dieci argomenti elaborati attraverso cento
tradizionali ottave rimate ormai di sorpassato gusto poetico. Ma il poemetto, se
così vogliamo enfaticamente chiamarlo, risale nientemeno ad oltre mezzo secolo
fa, allorché in particolari circostanze fu concepito e trascritto di soppiatto
per rimanere un lontano ricordo d' esercitazione in versi.
Ora, dopo tanto
tempo, mi è sembrato degno di essere riesumato per apprezzarne nella maturità
dei miei anni l'immediatezza delle immagini evocate, anche se non tutte
felicemente espresse, come una certa avvedutezza nelle considerazioni politiche
e sociali enunciate in previsione di tempi migliori, così come per lo più è
accaduto.
Pubblicandolo,
desidero solo offrire dei ricordi e delle impressioni annotate nei primi mesi
del 1945 durante la mia
degenza nell'Ospedale di Triberg (oggi città del Baden - Würtenberg),
dovuta ad un'operazione di ernia inguinale e, qualche settimana dopo,.ad una di
appendicite acuta, Essi si aggiungono ai tanti racconti di episodi incresciosi o di tristi vicende
narrate da altre centinaia di
deportati. Se gli stessi racconti o i diari fissati sulla carta come indelebili
ricordi di una infelicissima vita trascorsa nelle baracche dei "lager" (o campi
di prigionia) non sono per lo più artisticamente validi, essi meritano tuttavia
una degna attenzione per la veridicità delle vicende ricordate e dei sentimenti
espressi.
. Alla luce della
triste esperienza vissuta fra bombardamenti e disastri d' uomini e di cose i
deportati ed i prigionieri italiani sul finire della seconda guerra mondiale od
in seguito ebbero a meditare a proposito del recente passato vissuto tra
l'infuriare delle battaglie nei più diversi fronti, scoprendo che tutte le
illusioni di futuro benessere e di sicura felicità alimentate dal fascismo erano cadute
d'incanto. Amor di patria, promesse di salutari riforme sociali, abbellimento
delle città, elevazione di monumenti imperituri insieme a nuove strutture
industriali, tutto apparve a loro
come una grande mistificazione tendente ad illudere le popolazioni ed a
renderle ligie ad una temeraria dispotica condotta
politica.
Chi fu
forzatamente condotto in Germania dal 1943 fino al 1945 non poté essere più un fascista: dopo
che egli assistette stando relegato in terra straniera non solo al progressivo
vergognoso tramonto del fascismo italiano, ma anche di quello tedesco, il quale,
più colpevole e più assassino, ebbe il suo più odioso esponente in Adolfo Hitler
Accingendomi a dare alle stampe questa modesta opera, elaborata alla
buona tanto tempo fa e corredata di annotazioni apposte a chiarimento o a commento di quanto già
detto in poesia, mi illudo che la medesima possa essere gradevolmente
accolta da quanti non disdegnano di
accostarsi alla rievocazione delle tristi vicende della seconda guerra mondiale,
la quale per gli storici è certamente da porsi in collegamento,
senza soluzione di continuità, con quella che la precedette.
E'
una storia importante su cui, come hanno fatto tanti studiosi, bisogna meditare a lungo, rivalutandola
criticamente anche per i suoi innegabili riflessi più o meno rilevanti sulla
vita politica e sociale degli Stati che hanno partecipato al citato secondo
conflitto o vi sono stati coinvolti, andando incontro subito o a distanza di
tempo a nuovi assestamenti territoriali ed a governi più o meno diversi del passato per le
nuove ideologie politiche e sociali che hanno prevalso. Una storia senza dubbio
interessante sia per gli anziani, i quali per la maggior parte l'anno vissuta e
sofferta, sia per i giovani che vi possono trovare tanta utile materia di
apprendimento tenendo presente soprattutto la massima antica "Historia magistra
vitae", cioè la storia intesa come
maestra di vita nel più ampio senso culturale, civile e
morale
Mi auguro che l'argomento presentato ed i giudizi in esso contenuti siano considerati esclusivamente come espressione della concitazione personale del momento in cui mi trovavo, detenuto com'ero in terra straniera, mentre ancora infuriava il suddetto conflitto mondiale. Per questo credo che il lavoro in oggetto sia da ritenersi estraneo a qualsiasi ideologia politica attuale, poiché quest'ultima logicamente è da supporsi che sia sorta sui fondamenti di una dottrina in stretta connessione con le esigenze socio-economiche del dopo guerra, senza alcuna attinenza con l'epoca precedente.
L'autore
S o m m a r i
o
Le prime sette
strofe riguardano l' Introduzione. Vi si deplora la leggerezza con cui
gli uomini e soprattutto certi capi di Stato si avventurano temerariamente in
una guerra che, come quella in
atto, ha apportato ed apporta tante distruzioni, rese più gravi anche dal progresso continuo
nell'invenzione di armi sempre più micidiali
L' "Italia fascista" è l'oggetto del secondo
argomento, l'Italia nuova creata via
via dopo il 1922 dall'avvento di un regime prodigo di promesse di rinnovamento
sociale, economico, militare ed
artistico.. Nella nuova atmosfera di vita nazionale piuttosto progredita
si fabbricano armi, si varano navi, si crea una possente flotta aerea. Si
conquista quindi l'Abissinia come spazio vitale per la sovrappopolazione
italiana, si partecipa con varie legioni alla guerra spagnola (17 luglio1936-31
marzo1939) del generale Francisco Franco, detto il "Caudillo", si stringe un "patto d'acciaio" con la Germania per
combattere contro gli Stati plutocratici, come la Francia e l'Inghilterra. Dopo
i primi effimeri successi comincia per il nostro Paese il tracollo. Si perdono i
territori d'oltremare, si subiscono sconfitte e distruzioni per mare e per
terra, si incontrano gravissime
difficoltà nella guerra contro la Grecia
Le Incursioni aeree", oggetto del
successivo argomento, rappresentano un altro micidiale fronte per l'Italia che
vede semidistrutta la maggior parte delle sue città esposte ai bombardamenti
anglo-americani, mentre i cittadini rimangono sepolti a migliaia sotto le
macerie di edifici privi di adeguati rifugi,
Il "Razionamento", il quarto tema, è il malanno che si è
aggiunto alle sventure della guerra come causa di gravi disagi dovuti alle
insufficienti provviste alimentari disponibili per tutte le persone rimaste
nelle città: una tessera annonaria è stata distribuita a tutti i residenti per
il loro approvvigionamento con la triste conseguenza di lunghissime code
d'attesa presso i negozi anche per generi d'abbigliamento; dietro tutto ciò una
lunga serie di incresciosi sotterfugi, più o meno perseguibili in sede
giudiziaria, per ottenere merce sotto banco o imboscata o di "intrallazzo",
termine molto in voga in tale occasione. Rinunce d'ogni genere sono state
imposte insieme a pressanti richieste di offerte relative a gioielli di famiglia
in oro o in argento insieme ad oggetti di uso personale ed a materiale vario, in
tessuto confezionato o meno, oppure in metallo di diverso
genere.
"Trionfo tedesco" è il titolo del successivo tema. I primi anni (1939
- 1941) di questo immane conflitto sono stati per lo più favorevoli ai Tedeschi,
i quali grazie alla loro preponderante forza militare accuratamente allestita
hanno assalito ed occupato vari Stati d'Europa sorpresi fin dal 1939
dall'imprevista irruenza nemica: in settembre la Polonia, nell'aprile del 1940
la Danimarca e la Norvegia, in maggio e giugno l'Olanda, il Belgio e la
Francia, il 22 giugno del 1941 è la
volta dell'assalto alla Russia, la quale viene invasa e devastata per oltre due
anni. La Romania, la Finlandia, l'Ungheria, la Slovacchia (smembrata dal
territorio ceco già annesso) e l'Italia sono spinte o costrette a partecipare
alla lotta comune contro i sovietici. Al trionfo dei Tedeschi si unisce quello
del Giappone, alleato dell' "Asse Roma -
Berlino"; i nipponici conquistano i territori asiatici d'influenza
anglo-americana infliggendo gravi perdite navali ed aeree a tali due Stati.
" La Tragedia dell'Italia",
sesto
tema. Ha inizio il venticinque luglio 1943. L'Italia, stroncata da una guerra
che l'ha ridotta agli estremi della sopportazione, ha già espresso il 24 luglio
la sfiducia verso il governo mussoliniano attraverso la maggioranza del Gran
Consiglio del Fascismo, supremo organo politico del partito, il quale sembra di
aver posto in secondo ordine l'esistente parlamento legislativo italiano. La
votazione, svoltasi la sera del 24, si rivela come un colpo di stato improvviso
ed inatteso; esso dà subito luogo ad un governo democratico affidato al
maresciallo Badoglio e ad una moderata rivoluzione antifascista che qua e là
provoca qualche inconsulta strage di gregari e di aderenti al passato regime. Il
capo, Benito Mussolini, viene arrestato e
relegato su un pianoro del Gran Sasso..
Le tristi condizioni in cui versa la
Nazione sconsigliano il proseguimento della guerra, per cui dopo accordi
preliminari con gli Angloamericani
il 3 settembre successivo viene
firmato un armistizio tra i generali G. Castellano e W. Bedell Smith nei pressi
del paese di Cassibile (Siracusa).
L'otto successivo ne è dichiarata la piena osservanza combattendo anche, se
necessario, contro chi si volesse
opporre, sottintendendo chiaramente i comandi militari tedeschi. Questi ultimi
però, forti di varie divisioni dislocate in Italia, si considerano alleati
traditi, per cui, adoperando la maniera forte e prepotente, non solo sostengono
con efficienza l'urto militare dei loro nemici ritardandone l'avanzata lungo la
penisola, ma occupano anche, di sorpresa, le nostre città ancora alla loro
mercé, vincendo la debole resistenza frettolosamente preparata dal nuovo governo
italiano in più luoghi; quindi i medesimi da una parte catturano il maggior
numero possibile di soldati sbandati presi come prigionieri destinati alla
detenzione in Germania dall'altra quivi deportano un enorme numero di cittadini
liberi per il lavoro coatto; moltissimi
ex combattenti, detti poi "partigiani" si rifugiano sulle alture e le
valli delle Alpi e degli Appennini, preparandosi ad una resistenza ed
opposizione ad oltranza.
Il nostro Paese è quindi
diviso in due parti: il meridione già liberato dagli Americani e dagli Inglesi,
la parte centrale e la nordica esposte al proseguimento della guerra, ai
bombardamenti anglo-americani, alle vendette ed alla rappresaglie dei Tedeschi e
dei nuovi fascisti alleati, ricostituitisi in repubblica sociale; gli attentati
dei partigiani, nati come nuclei del disciolto esercito italiano, provocano
decimazioni di innocenti cittadini, come quella delle Fosse Ardeatine. E
tuttavia gli stessi partigiani, arroccati nelle alte valli alpine o
appenniniche, esposti alle intemperie ed ai disagi d'ogni genere, sono
l'espressione più genuina della dignità e della libertà del nostro Paese. Essi
combattono valorosamente contro le forze nemiche che li assediano facendo pagare
cara la loro cattura o la loro resa determinata soprattutto dal preponderante
numero degli assalitori.
"Italiani e stranieri in
Germania". Quivi - siamo al settimo
argomento - si sono trovati già dal mese di settembre del 1943 un numero
imprecisato ( sei - settecento mila circa) di soldati italiani internati e
soggetti, specie nei primi mesi, ad un trattamento alquanto brutale. Mal nutriti
ed obbligati ai più duri lavori, se non li
hanno rifiutano decisamente, specie gli ufficiali, hanno suscitato pietà
e commiserazione anche fra i prigionieri di altre nazioni sopraffatte, compresi
gli Ebrei, i quali per loro grande sventura sono stati destinati con crudele e
disumana decisione allo sterminio per un inspiegabile odio razziale. Gli ex
soldati italiani fatti arbitrariamente prigionieri non ricevettero nel primo
anno nessuna assistenza né dal governo Badoglio né da quello fascista nuovamente
risorto. Sono rimasti soli a sopportare la rabbia tedesca, testimoniando al di
sopra di ogni sopruso e d'ogni sofferenza la loro fede in un'Italia libera ed
antifascista. Ad essi si sono aggiunti altre migliaia di giovani ex militari e
di operai via via rastrellati successivamente fino a tutto il 1944 o poco oltre,
costretti al lavoro coatto per dodici ore continue, secondo turni settimanali di giorno o di notte, oltre
l'ora concessa per il consumo dei
miseri pasti disponibili,
accolti per dormire nei cosiddetti "lager" (estese baracche) o in alloggi
di fortuna e soggetti ad una severa disciplina come ai disagi più
avvilenti.
"L'armonia
sociale".. E' l'argomento successivo,
il quale affiora dalla riflessione sui disastri provocati da una guerra di
reciproco sterminio fra i contendenti in preda al più illogico istinto di
distruzione operata con i mezzi offensivi più vari offerti dal progresso
tecnico-scientifico
La comune sofferenza però
non può che indurre a sperare nell'avvento prossimo di un'era di pace e di
comprensione fra i popoli, senza distinzione tra vinti e vincitori, un'era di
governi solleciti della libertà e
del benessere dei cittadini, evitando d'imporre un'ideologia particolare nello
ambito delle istituzioni sociali, fra cui la scuola. Piuttosto i medesimi
cittadini contribuiscano con le loro idee, democraticamente espresse anche
attraverso la costituzione di partiti che siano i loro portavoci, alla
instaurazione del miglior governo possibile.
"La
Germania in agonia". E' il penultimo tema. Siamo nei primi mesi del
1945. S'intravvede già la caduta del colosso tedesco in seguito alle sconfitte
subite soprattutto sul fronte occidentale. Ora si attende con un certo timore il
momento della resa finale, quando i combattimenti saranno estesi - coinvolgendo
abitanti, prigionieri e deportati - all'area del territorio metropolitano con
ulteriori distruzioni massicce della popolazione
residente..
La sconfitta del
colosso germanico più che materiale è soprattutto politico-ideologica, poiché il
nazionalismo tedesco, fondato anche sulla presunzione della superiorità della
razza teutonica, ha condotto a suo tempo ad identificare la patria, come avvenne
per l'Italia, nel dovere imprescindibile dei cittadini di "credere, obbedire , combattere",
principio dogmatico in cui è insita l'esaltazione esagerata dei valori
nazionali insieme alla pretesa del
predominio politico, economico e militare in Europa e fuori di essa. La
presunzione e l'orgoglio nazionalistico perdurano ostinatamente tuttora per
alimentare una resistenza condotta
ai limiti della follia.
"Il miglior governo". E' il tema che conclude il lavoro. Esso si può ricollegare a quello riguardante "L'armonia sociale", poiché ribadisce l'ideale di una società fondata, dopo la fine della guerra in corso, sulla libertà dei cittadini di ogni Stato e non sulla dittatura. La patria sia quindi l'espressione più genuina della libertà di un popolo e non lo strumento del suo asservimento ad un motivo ideologico che tende alla creazione di un potere assoluto nel paese con finalità di assurde rivendicazioni territoriali ed economiche e quindi di preparazione ad un'eventuale guerra di predominio su altri Stati. Dopo questo conflitto dovrà prevalere l'instaurazione di un regime democratico, così come lo vediamo negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia ed in altri paesi. I cittadini stessi siano i creatori del governo migliore attraverso libere elezioni, evitando però di lasciarsi allettare dalle promesse dei falsi predicatori politici che prolifereranno all'ombra della democrazia. Pace, ordine e giustizia dovranno costituire la meta delle persone oneste sollecite del bene del loro Paese, animate da sinceri sentimenti di solidarietà sociale e desiderose di offrire nel modo più idoneo il loro personale contributo per salvaguardare la libertà di tutti insieme alla concordia generale nell'ambito dei servizi più vari, del lavoro come delle attività artistiche e culturali.
G E
R M A
N I A
1 9 4 5
M e d i t a z i o n i di un d e p o r t a t
o
T e s t o i n p
o e s i a, s t r
o f e i n o t t a v e
( 800
versi suddivisi in 100 strofe rimate )
I
Introduzione
Ed ora son tant'anni d'aspra
guerra[1]
che come violentissimo ciclone
s'è abbattuta sulla misera terra
appieno devastando ogni nazione;
5
ma di sicuro in suo giudizio erra
chi spiegarci volesse la ragione[2]
che ha suscitato tal
sconvolgimento.
ovunque producendo un mutamento.
Oh come è strana l'umana
natura[3]
10
che
a far le buone leggi non s'oblia,
perché la civil pace sia sicura
contro la gente che spesso disvia!
Pur non teme la bellica avventura
e va cercando nella sua follia
15
quale sia
stata la nemìca offesa
che spinse a far l'attacco e la difesa
Oh quanta gente è andata all'altro mondo,
poi che di Gian si schiuse il sacro tempio![4]
In cielo, in terra e sopra il mar profondo
20
di vite umane sì fu fatto scempio,
che, a dir la veritade fino in fondo,
è tal carneficina senza esempio.
Oh fosse paga almen l'ira omicida
che
nell'animo umano pur s'annida!
25
Già han provato i miseri mortali
guerreschi ordigni di varia maniera
che più gravi facean i lor mali;
periron tante genti a schiera a schiera,
soldati d'ogni arma ed ufficiali,
30
da far di sangue spesso una riviera.
contro le bombe, il fuoco ed il carro armato
troppo debole appar l'umano stato !
E' questo il frutto del civil progresso,[5]
ch'ha fatto l'uomo contro sé crudele.
35
or, se ad alte mete il ciel gli ha concesso
del suo ingegno rivolgere le vele,
non dovea
altresì esser
permesso,
che fosse al divino ordine infedele :
volle Iddio fra tutti noi la pace,
40
ma l'uom di far la guerra si compiace
!
Dicerto è sempre colpa
del pastore[6]
se ei porta il gregge verso il
precipizio;
non s'accorge purtroppo dell'errore,
credendo di far bene in suo giudizio;
45
né basta alla salvezza il suo
valore
se scorge finalmente un
chiaro indizio
d'aver percorso la peggiore
strada,
che vuole che ogni cosa in basso vada.
Quanti pastori fûro presuntuosi,
50
perché ebbero l'ingegno e la fortuna !
Disse qualcun ch'eran
meravigliosi,
perché vinser le genti ad una ad una,
ma si mostrâro infin così dannosi,
da fare maledir la loro
cuna.
55
E ricordiamo quindi Napoleone, [7]
soggiogatore d'ogni altrui nazione !
II
L' I t a l i a f a s c i
s t a
La buona
provvidenza diede un duce
ad ogni Stato per la sua
salvezza;
e pur l'itale sorti un uom conduce [8]
60
verso l'apoteosi e la
grandezza:
l'idea è bella ed il popol
seduce,
esulta nel suo cor la
giovinezza,
sogna Roma trionfante il nuovo impero
di gloria e di valor ricco ed altero.
65
Nuovi edifici in tutte le regioni
rendono le città proprio
moderne;
s'aggiungi le magnifiche visioni
che nell'italo paese ognun
discerne,
il sol che rende liete le
stagioni,
70
l'alacre vita delle genti odierne,
l'arte, la poesia ch'ornan
il sito,
ne rimane ciascun proprio
invaghito !
Oh quante leggi, oh quanti ordinamenti
a render bello il nostro italo Regno !
75
Pace e lavoro fan liete le genti
e del littorio nel glorioso
segno
crescono forti i giovani e
ridenti:
a l'amor patrio educano
l'ingegno,
ché questa è la nuova era
del fascismo,
80
fatta più bella dall'idealismo ![9]
Or si preparan le future
armi,
perché si compian le gloriose gesta
che fanno belli della patria
i carmi.
Ogni cantiere a far navi
s'appresta,
85 senza
guardare a spese ed a risparmi;
la flotta aerea,[10]
ch'era sì modesta,
acquista in poco tempo tal primato,
ch'ogni paese indietro vien lasciato.
Ecco l'Italia accingersi all'impresa
90 che degna la farà d'un grande
impero:
in poco tempo l'Abissinia è presa,
assoggettato n'è il suo popolo fero;
l'autarchia[11]
sostiene la difesa
contro le sanzïon[12]
del mondo intero
95
e l'Inghilterra dopo tal coraggio
della potenza italica ha buon saggio.
E luminosa
poscia n'è la prova
contro l'armata rossa
[13]
che in Spagna
a pro del comunismo si ritrova:
100
all'eroica
falange[14]
s'accompagna
l'italica legione e se ne giova
per la vittoria tutta la campagna.
Può donar così il condottiero Franco[15]
l'attesa pace al suo popolo stanco.
105
E dopo questa lotta appare chiaro
che il mondo s'è diviso in due fazioni:
popoli ricchi a cui fu sempre caro
tenere le altre genti
in oppressione,
paesi poveri che invan
sognâro
110
di migliorar le proprie condizioni.
E questo sembra giusto il buon momento
per compiere con le armi un
mutamento !
Germania e Italia sono in ciò d'accordo,
la forza d'ambedue par
sufficiente;
115
e fanno un'alleanza: a buon ricordo
l' "Asse d'acciaio" [16]è
detta. E veramente
è forte l'una sì, che
non più sordo
sarà il mondo al suo
esercito possente;
ed otterrà di certo la
vittoria
120
che
le darà la meritata gloria !
E dopo aver lanciato
la sua sfida
comincia con furore la
battaglia;
già sembra che la sorte bene arrida,
poiché nessun la grande forza eguaglia
125
dell'alemanno sotto buona guida;
e poi la freccia sua l'Italia scaglia,
anch'essa prende parte[17]
al gran cimento,
ché di coraggio è piena e d'ardimento!
Ed intraprese allor l'immane pugna
130
scagliandosi priamente sulla Francia:
l'esercito le armi bene
impugna
ed all'attacco ardito poi si
lancia;
molte fortezze con valore
espugna,
sicché trabocca alquanto la
bilancia
135
per dare la vittoria a tutto l'Asse,
che il popol franco alla rovina trasse
Usando poi la propria
strategia
contro la Grecia[18]
van le schiere invitte
che conquistate avevan già l'Albania;
140
gloriose mete
ad esse son prescritte:
di Roma antica rifaran la via,
ch'inflisse a ciascun popolo sconfitte,
ovunque dominando poi con pace
per dare civiltade a chi soggiace.
145
Ma
quivi cominciaro i veri guai,
ché diede a noi la Grecia
una batosta,
le perdite di Libia fûro
assai,
in Etiopia la lotta ben ci
costa,
finché tutto è perduto. Più
che mai
150
divien la guerra una gravosa imposta:
perdensi tante navi e
reggimenti,
nelle cittadi che
bombardamenti !
III L e i n c u r s i o n i a e r e e
L'Italia, ch'era già bella e
possente,
rigogliosa di vita e facoltà,
155
sen giace ora misera e dolente,
di pace priva e di felicità
:
è triste in ogni loco la sua gente,
quasi distrutte son molte città,
sulle rovine piange
l'abitante
160
le care vite che fûro
ivi infrante.
Oh tristi giorni dei
bombardamenti,
quando s'udia la lugubre
sirena
ad annunciare all'atterrite
genti
d'un'orrida incursion
l'ondata piena !
165
Gli amici insiem raccolti ed i parenti
nelle cantine fan pietosa
scena:
attendon tutti quanti con
timore
l'ora dell'indicibile
terrore.
Tempi beati quelli d'una
volta,
170
quando il volar fu un sogno vago
cui la mente umana s'era
rivolta !
Or non bisogna più l'antica
imago
d'icario vol [19]dalla
leggenda accolta:
sol di strane macchine l'uomo è pago
175
che corrono veloci su pel cielo
e gittan bombe a dar di
morte il gelo.
Ecco s'odon già rombi di motore[20]
approssimarsi come un
temporale;
sparano gli artiglieri con furore
180
contro l'aereo stuol ch'ardito assale:
bombe e granate scoppian con fragore
fra scintillii di fiamme. Ogni mortale
in core trema e sentesi vicino
il triste ad iniziar fatal cammino !
185
Ma dopo ch'è finita la tempesta,
escono tutti fuori dal rifugio;
a riguardare intorno ognun s'appresta
e corre quindi senza porre indugio
laddove la sventura è manifesta:
190
fra le macerie trovasi un pertugio
da cui escono alcuni a salvamento,
che han vissuto un terribile momento.
Cadde una bomba
proprio sulla casa
e misto a gran frastuon produsse un
vento
195
che fece la contrada al suolo rasa
e tolse a quei di giù[21]
il sentimento;
pur da paura sol l'anima invasa,
emise qualcheduno il suo lamento
e, visto poi ch'era ancora in vita,
200 cercò di ritrovar la via d'uscita !
Invero
qual terribil sepoltura
tanta gente patì, seppur non morta,
fra le rovine delle proprie mura !
E l'esistenza sua divenne
corta,
205
chè condannata
fu alla tortura
di perir pur colà senz'esser scorta:
un monte di macerie
avea sopra
e per salvarla fu impossibil
l'opra.
Quante persone estinte,
poverelle!
210
L'anima sen fuggì dal corpo
offeso
d'uomini e donne, bambini e pulcelle,
schiacciati tutti sotto grave peso;
fuor nella notte brillavan le stelle
Indifferenti al lutto
ovunque esteso:
215
e l'animo sdegnato un grido getta
a condannar la guerra maledetta
!
Ché, certo, non è vero patriottismo
sacrificare tante vite inermi;
sui campi di battaglia è l'eroismo,
220
ove ciascun soldato ha buoni schermi.
Muoiono gli abitanti con
cinismo
uccisi, siano sani oppure infermi,
né sembra che si faccia distinzione,
qualunque sia la loro
condizione.
225
E le città son piene di rovina:
case crollate in tutto oppure in parte
fanno la via impedita a chi cammina;
scorge ei fra macerie
ovunque
sparte,
appena al triste luogo
s'avvicina,
230
addobbi vari ossia oggetti d'arte
ormai ridotti privi di valore,
senza l'usato pregio e lo splendore.
In vari siti già si vede il fuoco,
sinistramente
nella notte splende
235
bruciando gli edifici a poco a poco,
fin che a ciascun piano via
via s'estende
a strugger tutto quanto in un gran rogo
ch'infocato braciere ha reso il loco,
né puossi usare alcun accorgimento
240 per addurre qualcosa a
salvamento.
E quanti son rimasti senza tetto
ed han perduto tutto il loro bene !
Alla pietade altrui chieder ricetto
e rassegnarsi al proprio mal conviene;
245
e spesso ancora, a far più rio l'effetto,
a queste qui s'aggiungono altre pene,
ch 'è morto in guerra un intimo
parente,
per cui si piange pure il caro assente.
IV
I l r a z i o
n a m e n t
o
Ed oltre a sì spiacevoli malanni
250
costrette fûr le genti in lunga coda[22]
presso un negozio attender. Quanti affanni
per acquistar qualcosa! E
questa moda
s'estese ovunque dopo alcuni
banni.
Or se qualcuno l'ordinanze
loda
255
ch'emanate fûr pel
razionamento,
mostrasi privo di discernimento.
Ch'ebbesi ogni
persona limitati
il cibo e l'appetito. I succulenti
pranzi e libagioni furono evitati;
260
per viver ben poco ebber le genti,
mancò quanto occorreva agli
ammalati
bisognosi di cure e sofferenti;
piangendo qualche bimbo il pane chiese,
la mamma n'era senza, invano attese.
265 . La vita
è dura senza burro e
pane,
la carne è poca e l'uova son scomparse;
ma le lagnanze sono sempre vane,
anzi per le risorse
molto scarse
vuolsi che ognuno dia quel
che rimane
270
fra tante cose in sua dimora sparse:
lana offra, metalli, oro o roba ascosa[23]
per la guerra richiesti senza posa.
Una tessera s'ebbe
ciascheduno
per soddisfare almeno i suoi
bisogni,
275
ma fu costretto spesso a far digiuno,
ché i desideri diventaron sogni
né aver potè quanto sperò ciascuno.
O cittadino, certo ognor rampogni
d'esser ridotto nel tuo corpo lasso
280
ad un sì triste ed infelice passo!
Norme cotali per i
cittadini
prescriver volle un disuman
governo
sempre proteso verso tristi
fini!
E la vita civil sembrò un inferno,
285
le sofferenze non ebber confine,
dismesso fu perfin
l'uso moderno
d'aver scarpe oppure degne
vesti,
ché molti ne mancar quei dì
funesti"
:
"La patria s'ama[24] dando il proprio
bene,
290
ogni
ricchezza che ciascun possiede;
e disprezzando le cose
terrene
quei che la vita sua anco le
diede,
quel che soffrì lieto tante
pene
giurando alla sua terra eterna fede
295
può dirsi veramente un paladino
che corre sempre lungo il
buon cammino! "
Or, se accogliamo pure
quest'assioma
che della patria onora
il santuario,
nessuno deve imporre una tal
soma,
300
ch'è bella sol qual atto
volontario.
E chi imperando vuol
la gente doma
a fare ciò che a lui
par necessario,
del patriottismo cerca gli
invasati,
che a sicura morte son destinati !
305
Ma, quando un uomo[25]
ha sete di potere,
non va guardando tanto
pel sottile;
in suo dominio vuole tutto avere
adoperando inver l'usato stile[26];
e, per ridurre ognuno al suo volere
310
fa della patria un obbligo civile[27]
che serve a sostener la propria
guerra,
perché sia vinta questa o quella
terra.
V
I l t r i o n f o t e d e s c
o
E pienamente or pare soddisfatta
l'ardente brama delle
mirabilia,
315
che oltre sei lunghi anni l'ha protratta
la sua contesa, sì che
molte milia
ha percorso la teutonica schiatta
senza soffrir né tregua né vigilia
dalla Francia lottando
al Caucaso,
320 dalla Norvegia al suol di Libia[28]
invaso.
A debellare l'anglica potenza.
che d'Europa avanzava ogni
paese
di colonie ricca e piena d'influenza,
la truppa alemanna in campo
scese.
325
Irresistibile per la sua irruenza,
la Francia mise in rotta in
men d'un mese[29],
Polonia[30]
e Grecia[31]
volse alla rovina,
l'Anglo perdette esercito e marina.[32]
Quindi il tedesco l'isola n'assalta
330
buttando bombe
giù a dismisura;[33]
a distruggere città tanto s'esalta,
cacciando molta gente in sepoltura,
che d'Albion la ruìna appar
sì alta,
da creder la resa proprio
sicura,
335
ché pur di navi ha sofferto stragi,
per cui la flotta è piena di disagi.
Accorse poi d'Europa alla difesa,
a schiantar la bolscevica minaccia[34]
che s'era ovunque gravemente estesa
340
lasciando dietro sé crudele traccia.
Famiglia e religion patian l'offesa,
perseguitate con spietata caccia;
ne fece esperimento pur la Spagna,
che dei mali suoi ancor si lagna.
345
In
questa lotta furono presenti
popoli vinti insieme agli
alleati
e tutti quanti diventâr
possenti,
sicché i Russi indietro fûr serrati.
Oh quanti prigionieri, oh
quanti spenti !
350
Furono i loro eserciti annientati,
tante città rimasero distrutte,
le loro genti per lo più dedutte.
Ai Tedeschi s'unì la
Romania
marciando insieme verso l'Ucraìna.
355
E venne dietro pure l'Ungheria,
cui si fé la Slovacchia
vicina;
fecero a questi Stati
compagnia
la nordica Finlandia e la
latina:
gente: i soldati dell'era fascista
360
andavan della gloria alla conquista !
E l'Europa divenne un baluardo
sicuro dalla Russia e l'Inghilterra,
difeso da un esercito
gagliardo,
ben forte per la pace e per la
guerra.
365
E dappertutto sotto
ogni riguardo
padrona fu del cielo e della terra
per stabilire l'ordine sociale[35]
che fa ogni nazîone all'altra eguale.
Così trionfava l'ideal
fascista,
370
che gli veniva incontro l'occasione
di far del mondo
l'ambita conquista.
E condivise il piano anche il Giappone,
sicché la forza dei tre
Stati mista
a solida alleanza diè
cagione:
375
Roma, Tokio, Berlino, un tripartito[36],
l'un fedelmente all'altro
bene unito !
E non poté perciò fare paura
l'America discesa anch'essa
in campo
a mitigar dell'anglo la
sventura,
380
che già ridotta
s'era senza scampo;
poteva ogni persona esser sicura,
che quella non veniva come il lampo:
ogni minaccia sua era
fallace,
ormai parea prossima la pace[37]
!
385
La nipponica armata nell'oriente
batté Britannia e America
alleata
e ciascheduna diventò
dolente,
ché fu di soci e di navi
privata:
era il lor rivale troppo
potente,
390
sicché più d'un'isola fu lasciata;
s'arreser poi Birmania ed
Indocina
e buona parte pure della
Cina.
Questi successi della gialla
razza
facevano eco a quelli di Germania,
395
ch'affondava navi di gran stazza;
e già diceva ognun ch'era
un'insania
la nemica vittoria, idea
pazza,
di fondamento priva, al vero
estrania:
la triplice alleanza già imperava,
400 dell'esito
final non dubitava.
I
L a t r
a g e d i a d e l
l ' I t a l i a
Ma non andâro poi le cose bene,
ché fu l'Italia molto sfortunata:
fûr del fascismo rotte le catene[38]
e l'alleanza quindi
conturbata.
405
I nuovi capi per uscir di pene
ripudio fecer d'una guerra ingrata:
cercando allora quello che più piace,
con l'avversario preparâr la pace[39].
Pure il momento fu poco
propizio,
410 sorpresi
fûro alquanto gl'Italiani
e la Germania, ch' avea fra noi ospizio,
visti gli accordi divenuti vani,
credette al tradimento in suo giudizio
e ricorrendo a modi assai inurbani
415
d'ogni paese diventò padrone
i beni trafugando e le persone.
Otto
settembre del quarantatré,
quanto scompiglio[40]
allora fu compiuto
dall'Alemanno per la rotta fé !
420
E l'Italo ch'avea
combattuto,
fedele alla sua patria ed al
suo re,
rimase abbandonato e senza
aiuto:
caddero tanti uccisi, i più
fuggîro,
molti la dura prigionia subîro.
425
Qualcun raggiunse la sua propria casa[41]
lacero e stanco e pieno di timore;
e chi vivea nella terra
invasa,
stentò la vita per varie
dimore:
l'anima mesta di dolor pervasa
430
pensava de' suoi cari al dolce amore,
ma più soffriro quei che là
sul monte
opposero ai Tedeschi un
altro fronte.[42]
Ed essi tenner sacra la consegna:
" Difendere dobbiam l'itala terra,
435
che non fu mai di patrio amore indegna,
contro chi vuole ancor
l'infausta guerra;
ei dopo tal ruìna pur
s'ingegna
di proibir la pace[43],
anzi ci serra
con l'armi in pugno sempre più vicino,
440
per far con noi comune il suo destino "
Poveri e tristi vivono in
montagna[44]
soffrendo il freddo insieme
all'indigenza;
spesse volte la fame li
accompagna
e per mancanza della sussistenza[45]
445
cercano il cibo lor per la campagna;
dice qualcun ch'esercitan
violenza,
chiamandoli ribelli ossia
banditi[46];
eppure sono proprio degli
arditi
desiderosi della libertà.
450
"E l'Alemanno [47]vada
via d'Italia
invece d'occupar le sue
città;
qui l'ombra d'un governo
non ammalia,
creato dai Tedeschi in
verità,
col fare nuove leggi e decretalia:
455
camicie nere o brune son dannose
e fan le genti ovunque ben
dogliose."
Questi patrioti esposti a tanti agguati,
i resti d'un esercito
infelice,
furono sempre più perseguitati;
460
e qualche volta là, sulla pendice,
dal nemico si videro
accerchiati.
Che si difeser bene anco si
dice,
ma se qualcuno poi cadde
prigione,
finì avanti al ploton d'esecuzione.
465
E spesso combatteron con valore[48]
distruggendo le squadre dei
fascisti
risorti a riacquistare il
perso onore;
e ben servîro l'opre questi tristi
di chi dicea paese traditore
470
l'itala terra; poi ai Tedeschi misti,
pensarono di far qualche
vendetta[49]
contro qualcuno della
propria setta:
ché furono anche loro pur
traditi
da chi sembrava esser di
gran fede.
475
Oh se fossero almen tutti spariti
senza lasciare affatto alcun
erede !
Ma i nordici alleati, ad
essi uniti,
li riportâro nell'antica sede
accingendosi pure al grande passo
480
di liberare il capo dal Gran Sasso[50].
E sorse la "Repubblica sociale",[51]
perché col sangue si lavasse
l'onta
d'un tradimento. E
rimediando al male,
a fare un nuovo esercito s'appronta
485
sicuro e forte, a cui manchi l'eguale;
ogni problema con coraggio
affronta
per ordinar la vita
cittadina
portando ovunque nuova
disciplina.[52]
Non placossi però l'ira alemanna
490
che in sua balia tenea gl'internati,[53]
soggetti tutti quanti alla
condanna:
per più d'un anno fûro
tormentati
con disciplina ferrea ossia
tiranna;
a niente valsero gli anni passati
495
ovunque combattendo con ardore
e dando buona prova di
valore.
Patirono la fame e le
percosse,
il freddo dell'inverno ed il
rigore;
a molti non bastarono le posse,
500
sicché per l' insoffribile
dolor
finirono sepolti nelle
fosse,
altri che aveano maggior
vigore,
fûro dalle fatiche
estenuati,
a lavorare in fabbrica dannati.
505
Aggiunti fûro ancora per compenso,
come fossero gente da
mercato,
i cittadini[54]
presi in stuolo immenso
qua e là delle cittadi in
ogni lato;
Ciascuno
d'essi senza alcuno assenso
510
nell'opificio videsi impiegato,
ove non s'ebbe scelta di mestiere, [55]
ché d'applicarsi solo era il dovere.
Col fabbro insiem fu posto il
falegname,
il muratore fu impiegato al forno:
515
assunti fûro tutti senza esame !
E qualcheduno per maggiore
scorno
un trattamento s'ebbe a dire
infame:
a fatigar fu posto notte e
giorno,
come fosse facchino ossia
pastore,:
520
pure avendo il diploma di dottore.[56]
Ed operando tutti quanti
insieme,
son sottoposti a leggi e
disciplina:
a chi la forza nel lavor non
spreme
la
punizione il capo gli commina;
525
oltre ai richiami ognun la frusta teme,
usata spesso come
medicina:
uomini e donne son trattati
eguali,
come fossero schiavi od
animali.
Neppur si fa veruna
differenza
530
fra l'operaio coatto e il prigioniero:
è per tutti una dura
esperîenza,
un'aspra prova del destin severo...
E sopportando questa
penitenza
ha ben appreso quivi ogni
straniero
535
a maledire sempre esto paese
che a tutti quanti arreca
tante offese.
E qua vedonsi adunque riuniti,
come venuti fossero alla
festa,
uomini addutti già da
vari siti;[57]
540
e l'una schiera all'altra è manifesta,
i loro idïomi con piacere uditi,
ad aiutarsi insieme ognuna è
presta:
vivono come amici di
sventura
subendo la medesima tortura.
VIII
L' a r m o n i a s o c i a l
e
545
Questo contatto di diversa gente
a suscitare nuove idee dispone:
ognuno pensa con sagace mente
che
sono eguali tutte le
persone,
anche se il lor paese è differente;
550
legati quindi tutti d'affezione,
vivan d'accordo a guisa di
mortali
volti insieme a guarir dei
loro mali,
ricercando la pace[58]
e non la guerra,
che tanto triste fa la breve vita,
555
poi che ogni cosa distrugge
ed atterra.
Osservi ognun che la natura
invita
a vivere e a godere in
questa terra;
ogni tristezza sia perciò
bandita,
campi ciascun beato e si dia
cura
560
che sempre lieta sia l'ora futura!
Provvedano i governi [59]al
cittadino
come padre che pensa alla
sua prole
della vita mostrandogli il
cammino;
lascino poi che faccia quel che vuole,
565
senza pesargli
proprio sul destino !
Con la sua mente ognuno
agire suole,
perché si trovi la felicità
:
è tanto bello aver la
libertà !
La scuola sia palestra di pensiero,
570
ove s'acquisti spirito e cultura;
s'apprenda in essa solo ciò ch' è vero
né l'arte od il saper soffrano ingiura
d'un regime tirannico e
severo
che sugli studi esercita
pressura,
575
perché impari ciascun sol quelle cose
che l'interesse d'un regime impose !
Studi, lavori e goda pure ognuno,
evitando però qualunque
eccesso;
se di belle virtù non è
digiuno,
580
la vita dedichi al civil progresso
e ne raccolga i frutti ad uno ad uno:
sarà la patria allora per riflesso
immagine di pace e di
giustizia,
prospera e forte, colma di
letizia.
585
Non sian di lei dimentichi i
partiti,
ma il ben dei cittadini a loro prema:
quei compiti ciascuno a tutti additi
che alla nazione evitan la
tema,
se buoni mezzi vengono
adibiti,
590
d'andare incontro alla miseria estrema;
e d'altra parte, se il governo è forte,
dominerà qualunque avversa sorte!
Se dello Stato reggono il
timone
uomini ch'abbian fede[60]
e gran coraggio,
595
sarà sempre felice la nazione
e dentro e fuori avrà molto vantaggio,
né le darà alcun danno ogni fazione,
come dimostran dandoci buon
saggio
l'America insïeme
all'Inghilterra
600
ed a qualche altro Stato
della terra.
IX
L a G e r m a n i a in a g o n i
a
Il popolo tedesco si dia pace
a sopportar purtroppo la tristezza
della perduta guerra;[61]
certo spiace
così grande sventura, il
cuore spezza.
605
Misero e triste adesso se ne
giace
ed è scomparsa la sua gran ricchezza,
ogni cittade è piena di
rovine
e sono i morti ovunque senza
fine !
Tanto disastro sempre si produce,
610
allor che viene incontro la fortuna
a dar per la grandezza un bravo duce, [62]
che tutte le virtudi in sé raduna:
ogni persona col parlar
seduce
vero coraggio infonde in
ciascheduna,
615
sì da produrre proprio l'illusione,
che si possa cambiar la condizione !
"Basta aver l'armi [63]
in pugno e il buon volere,
la fede nel successo e
l'ardimento;
e combattendo con valor le
schiere;
620
daranno al buon diritto il fondamento,
perché si possa in questo mondo avere
un vero e giusto e bello ordinamento;
se la Germania prevarrà su tutti,
raccoglierà ciascuno buoni
frutti!"
625
Ed il tedesco, ch'è tanto orgoglioso
ed ama la sua patria oltre ogni dire,
divenne allora molto presuntuoso,
a dismisura crebbe nel suo
ardire
né più si diede pace né
riposo:
630
e cominciò gli Stati ad
investire
senza nessun rispetto dei mortali.
come se andasse a caccia d' animali!
Quasi ovunque ha lasciato la
sua orma
sulla terra distrutta e
sanguinante;
635
ingiunto ha quindi ai popoli
la norma
che cambiava ogni Stato di sembiante,
perché ciascuno avesse eguale forma;
jnfine s'è mostrato sì
arrogante,
da far stancare i vinti e
gli alleati
640 insieme alla ruina
trascinati!
"L'armonica concordia [64]e
la ricchezza
non si raggiungon mai con la violenza,
la mutua intesa sol dà la
salvezza
ai popoli congiunti che han
credenza
645
nel comun bene. Avrà ciascun
certezza
di provveder felice all'esistenza
fra gente eguale, libera e contenta
che della guerra ormai non
si sgomenta."
Così credon Britannia e Stati
Uniti
650
con la gallica nazione, l'Olanda
e il Belgio; i tedeschi vinti partiti
son dalle terre invase; rimanda
d'essi ancor la resa, pur circuiti,
il lor capo; fuor di
Russia or si
sbanda
655
l'.oste alemanno. Vien
cacciato pure
dall'ital paese, che le sciagure
di lunga guerra ancor soffre impotente[65]
dopo la pace fatta col
nemico;
ché all'inganno credette
immantinente
660
a noi congiunto
l'alleato antico;
e contro noi s'è mosso ancor possente
a vendicar col sangue il patto antico.
Ora si trova proprio sulle
spine,
spinto da solo a far la
brutta fine!
665
E i deportati siam gli spettatori
della furente ultima guerriglia:
assalti e carri armati nuovi orrori
creano ovunque; un vero
parapiglia,
s'aggiungi l'aviazion che
butta fuori
670
le micidiali bombe e il fuoco appiglia:
stranieri ed abitanti hanno paura
per la vita ogni dì tanto insicura !
Quante persone offerte al
sacrificio
nelle città distrutte dagli
Inglesi!
675
Inver costoro compiono l'ufficio
subìto tempo fa dai lor paesi;
così il Tedesco prova il maleficio
che arrecan tanti aerei in
ciel sospesi:
ogni violenza vuol contromisura
680
e ne sopporta il popolo l'ingiura !
E dice qualchedun che è crudeltà,
barbarie senza nome il fero scempio
d'ogni bellezza che è nelle
città;
ma certamente mostrasi più
empio
685
chi si lamenta dell'avversità;
e l'ignoranza sua è senza esempio,
se credette di vincere sì presto,
evitando l'ostile atto
molesto !
E dopo avere corso per il mondo
690
rendendo il nome suo molto famoso,
ora è costretto questo popol biondo
andare finalmente un po' a ritroso,
ch'ormai il destin non è più
a lui secondo:
tre grandi Stati rendonlo doglioso,
695
l'America, la Russia e l'Inghilterra,
i vincitori d'esta dura guerra.
Ecco, lo serran sempre più d'attorno,
l'hanno ridotto proprio
all'impotenza.
Oh venga presto quel beato
giorno,
700
in cui ciascuno senza più temenza
in patria possa far lieto ritorno !
Ivi ricorderà
quest'esperienza
e stimerassi ancora
fortunato
d'essere al gran pericolo scampato.
705
Siamo arrivati all'ultimo momento,
quando il morente ha l'acqua alla gola
e perde quindi ogni
sentimento.
Egli grida che la resa è una
fola,
una pretesa senza
fondamento;
710
e la sua gente nella lotta immola
questo governo a prolungar la vita,
ora ch'è alla fine la
partita.
E sembra che non provi alcun
rimorso
per quello ch'esso ha fatto
e che accadrà.
715
E invece d'apportare alcun soccorso
alle sventure dell'umanità,
ha sempre d'un tenore il suo
discorso:
" Il nostro Stato non si
arrenderà,
dura la lotta ancor né viene
ammesso,
720
che dubiti qualcuno del successo ! "
Degno di lode è tale
patriottismo
che ignora ogni limite e
misura
e vuol che lotti ognun con
eroismo
né mostri alcuna
ignavia ossia
paura:
725
" Ami la patria fuor d'ogni egoismo[66]
e lieta dia la vita ogni creatura,
i beni che possiede e le sue
gioie,
della vita crudel soffra le
noie.
Non importa, se il popolo non ha casa,
730
se il cibo è scarso e se qualcuno muore
e dal nemico vien la patria invasa
o cadon bombe giù a tutte l' ore
facendo ogni cittade al suolo rasa:
ognuno usi tutto il suo
vigore,
735
a sostenere ancor la resistenza
per dare della forza la parvenza! "
Ma questo può nomarsi un suicidio
nel nome della patria, idol
tiranno;
ma, peggio, è d'un governo il
genocidio,
740
che a ritardar la fine dassi affanno
senza pentirsi di cotanto eccidio,
che vuol durare oltre il
sesto anno:
decida la nazione la sua
sorte
e condannato sia chi le dà
morte !
X
I l m i g l
io r g o v
e r n o
745 Non sia il popolo carne da
cannone
per far trionfare questa o
quell'idea,
né sia la patria tale
religione,
per cui si plachi come truce
dea
con grande sacrificio di
persone,
750
né quel governo
che la guerra crea
dica che lotta per salvar la
gente,
se misera la rende e
sofferente !
Popolo e patria son quasi una cosa
ed ambedue van sempre
d'accordo:
755
se l'uno soffre l'altra è
pur dogliosa,
né a ciò che questa vuole il
primo è sordo,
anzi l'onora e l'ama come
sposa;
e chi fra loro pone il
disaccordo
alla
civile vita arreca oltraggio
760
e muor di libertà ogni retaggio !
Quando d'entrambi cessa l'armonia.
il popol perde quasi ogni
potere;
nel nome della patria con
tirannia
domina un governo ed al suo
volere
765
piega le genti che ha in sua balia :
il credere diviene il buon
dovere,
obbedir, combatter[67]
seguono appresso,
e vien così ciascuno
sottomesso.
Ogni nazione pensi al suo destino,
770
esprima il suo voler con plebiscito,
sì che dovunque il singol
cittadino
quel che più giusto sembra
lieto additi;
percorrendo allor questo
cammino
avranno tutti i còmpiti
graditi,
775
senza sentirsi affatto comandati,
perché divengan tristi oppur
beati !
:
Che si raggiunga invero l'ideale
a far contenti appieno gli
abitanti
è certo un sogno quasi
celestiale;
780
s'avranno pure molti predicanti
che confondon l'idee dei
mortali,
per cui saranno molti i discordanti;
l'accordo non può esser mai
perfetto
per colpa dell'uman nostro
intelletto[68].
785
Ma,
se si toglie pur qualche influenza
e s'hanno chiari e buoni intendimenti
seguendo dei migliori l'esperienza[69],
saranno pochi allora gli scontenti:
se ognuno tiene retta la
coscienza,
790
non privi di virtudi i sentimenti,
qualunque decisione sarà presa,[70]
non recherà di certo una
sorpresa.
Potran così regnare ancor la
pace,
l'ordine e la giustizia
dappertutto;
795
se un despota[71] però sarà rapace,
togliendo agli altri quel ch'è proprio
frutto,
e vuole fare quello che gli
piace,
perché restino i deboli
all'asciutto,
è santa allor, per Dio,
qualunque guerra
800
contro il
predone dell'altrüi terra.
A n n
o t a
z i o
n i
[2] V. 6: "…la ragione…":
Sembra difficile pronunciarsi sui veri motivi che hanno provocato questo secondo
conflitto mondiale. I partiti fascisti l'hanno giustificato come una necessità
ineluttabile derivata dalla viva esigenza di un nuovo assetto politico -
economico dell'Europa; sembra però
che le ragionii tirate
fuori per spiegare tale esigenza siano state troppo interessate ed unilaterali
per essere considerate valide, poiché velavano piuttosto il proposito di tentare
con una rapida e violenta azione militare la conquista di un dominio
incontrastato, ideale e materiale , su tutto il mondo. Che l'Italia e la
Germania avessero un'esuberante popolazione ed un insufficiente spazio vitale
oltre ad una vita economica
inadeguata alle loro necessità è fuori dubbio, ma poca pazienza e scarsa
arrendevolezza esse mostrarono per instaurare dei rapporti di comprensione e di
cooperazione con gli altri Stati.
[3] V. 9, " Oh com'è strana
l'umana natura…". Gli stessi uomini che hanno elaborato le leggi per attenersi
scrupolosamente alle medesime assicurando ordine e pace a tutti, poi con grande
leggerezza fanno ricorso alla guerra dopo aver cercato cavillosamente di
giustificarla.
:
4. V 18, "…poi che di Gian
si schiuse il sacro tempio":Il tempio di Giano, il dio bifronte, a Roma rimaneva
aperto durante un conflitto. Cessato questo, veniva
richiuso.
5 V. 31,"..il frutto del civil
progresso.." :Sembra che il progresso civile raggiunto abbia contribuito più a
rovinare gli uomini che a giovare ai medesimi. La civiltà infatti, inaugurando
l'era della macchina ha creato anche le più micidiali armi di
guerra.
6.V. 41," …colpa del
pastore…", colpa cioè d'ogni capo di Stato troppo
intraprendente
7. V. 55, "…Napoleone.." :
Napoleone Buonaparte, nato ad Ajaccio il 15 agosto 1769 e morto nell'Isola di S.
Elena il 21 maggio 1821. Da despota cercò di diffondere un nuovo ordine
socio-politico in tutta l'Europa sconvolgendola nello stesso tempo con le sue
diverse campagne militari. La sua opera giovò successivamente come ispiratrice
della lotta rivoluzionaria contro i governi assoluti o anticostituzionali dei
Borboni, degli Austriaci, dei Prussiani e di altri Stati
d'Europa.
8. V 58, "…un uom conduce…".
E' un'immagine dell'Italia mussoliniana dopo la cosiddetta "Marcia su Roma",
almeno fino al 1938, vista così dalla maggior parte degli Italiani, senza
prevedere affatto che fatalmente preludesse al successivo conflitto mondiale. Il
capo del governo Benito Mussolini, designato enfaticamente col nome di "Duce"
mandato dalla Provvidenza, sembrò
per moltissimi l'inviato celeste per la salvezza non solo dell'Italia, ma del
mondo intero. Certamente non possiamo condannare in blocco quanto si vedeva
attorno in quel tempo, anche perché moltissimo di ciò che di bello, di
magnifico, d'interessante si scorgeva in Italia era soprattutto il prodotto
inconfondibile della nostra gente nelle sue più genuine espressioni spirituali e
creative. Piuttosto è da condannare in quel regime la sovrastruttura e la
maschera che hanno travisato ed imprigionarono entro nuove rigide forme ogni
genuina espressione d'arte e di pensiero, mentre l'ideologia sociale non fu mai
ben specificata nel suo evanescente
contenuto, insito anche nelle altisonanti parole di rivoluzione in
marcia, di pensiero che via via si attua e di altre affermazioni puntualizzate
con massime eterne, detti memorabili od altro.
9 V. 80,
"…dall'idealismo..". L'idealismo come concezione filosofica fu accolto sotto
vari aspetti dalla dottrina fascista. Esso ebbe il suo illustre promotore nel
filosofo di Castelvetrano Giovanni Gentile, nato ivi nel 1875 e morto a Firenze
nel 1944, Il suo concetto della vita come continuo attuarsi ha avuto favorevole
accoglienza nel pensiero sociale e politico del regime come nell'insegnamento
scolastico, anche se quest'ultimo è stato via via impastoiato da istituzioni
particolari, come l'Opera Nazionale
Balilla, quella degli Avanguardisti, quella della Piccole e delle Giovani
italiane ed altre confluite poi
tutte nella Gioventù Italiana del Littorio - il simbolo del potere assunto dal
fascismo a ricordo di quello dei magistrati romani,.quando erano accompagnati
dai littori recanti un
fascio di verghe ed una scure - istituzioni che hanno condizionato il
libero svolgimento educativo dei
giovani dall'età più tenera alla piena adolescenza nella presunzione di creare l'uomo nuovo,
l'atleta, il guerriero, il superuomo.
10. V. 86, "La flotta aerea …".
Un sensibile incremento diede il fascismo allo sviluppo dell'aviazione, la
quale per bravura di uomini e
qualità di apparecchi conseguì vari primati, fra cui quello della trasvolata dell'Oceano Atlantico
nel 1932. Ma la stessa si trovò alquanto impreparata come arma militare
all'inizio di questo secondo conflitto mondiale.
[11] V. 93, "…l'autarchia…":Fu
la risposta del governo italiano alle "sanzioni" applicate contro lo stesso da
52 Stati delle Nazioni Unite il 18 novembre 1935 in seguito alla guerra
proclamata contro l'Abissinia, per cui il medesimo dovette provvedere con mezzi
propri, utilizzando tutte le risorse possibili della nazione, alle esigenze
militari della conquista intrapresa.
[12] V. 94, "…le sanzion…":Le stesse dalle
suddette Nazioni furono applicate
espressamente per la repressione dei delitti commessi dai fascisti, per
cui agli Stati membri fu
proibita soprattutto l'esportazione
verso l'Italia di materiale bellico e di prodotti per l'industria relativa. Ma tale divieto non fu
rigorosamente osservato da varie nazioni.
[13] V. 98,"…contro l'armata
rossa…", cioè il contingente di truppe russe inviate in Spagna in soccorso
dell'esercito governativo indicato come comunista e contrapposto alla falange
nazionalista del generale Franco, appoggiata dal 1937 dai fascisti italiani e da
quelli. tedeschi.
[14] V, !OO,"…all'eroica
falange…",cioè all'esercito del suddetto generale, il quale si proclamava nazionalista rispetto ai suoi nemici
conservatori.
[15]V. 103, "…il condottiero
Franco…", cioè Francisco Franco
Bahamonde, nato ad El Ferrol nel 1892 e morto a Madrid il 22 novembre del 1975.
Fu detto come generale "il
Caudillo" dopo avere iniziato la
guerra di rivoluzione contro l'esercito
governativo partendo dal Marocco nel luglio del 1936; guerra che terminò vittoriosamente alla fine
del mese di marzo del 1939. Il 18 novembre 1942 proclamò la non belligeranza
della Spagna, evitando di partecipare al secondo conflitto mondiale.
[16] V. 116,"…l'Asse d'Acciaio…"
E' il patto d'alleanza che il 22 maggio 1939 fu firmato da Benito Mussolini e da
Adolfo Hitler ed indicato con tale nome per sottolineare l'indissolubile unione
tra l'Italia e la Germania nel perseguire il piano di aggressione contro gli
Stati plutocratici dell'Europa, fra cui soprattutto la Francia e
l'Inghilterra.
[17].V.127, "..anch' essa prende
parte…": il 10 giugno 1940 Benito
Mussolini annunciò l'avvenuta
dichiarazione di guerra contro la Francia e la Grambretagna, guerra che,
condotta dall'Italia senza prove di particolare valore, sboccò entro lo stesso mese, in seguito
all'occupazione tedesca della maggior parte del territorio francese,
nell'armistizio provvisorio fra i contendenti..
[18] V. 138, "…contro la
Grecia…":Dopo il 28 ottobre 1940 le truppe italiane, che avevano già occupato
l'Albania e fatto fuggire il suo re, si sono servite della stessa come base di
lancio per combattere contro la Grecia e successivamente contro il territorio
dei Balcani per la sua totale conquista, in modo da realizzare il ritorno
dell'antico impero romano "sui colli fatali di Roma", impero di cui quello
abissino era stato una premessa.
[19] V.173, "…d'icario vol…".
Secondo la leggenda, Icaro, figlio di Dedalo, il famoso artefice del
Labirinto nell'Isola
di Creta, ove regnava il re Minosse, fuggì da tale isola insieme al padre dopo
essere stato fornito d'ali legate insieme con la cera. Però, mentre volava alto
verso la Sicilia, le ali riscaldate dal sole si disfecero ed egli cadde nel Mare
Ionio, detto poi anche Icaro.
[20] V.177, "...rombi di motore…": La guerra al flagello dei combattimenti aviatorî, terrestri e navali ha aggiunto quello provocato dalle incursioni aeree, le quali fra l'altro hanno causato distruzioni più o meno gravi di città ed eccidi di numerosi cittadini mal difesi dai rifugi per lo più improvvisati nelle cantine di molti palazzi o al di sotto di piazze o di slarghi scavati appositamente. A Torino, soprattutto nel 1943 - 44 i bombardamenti anglo - americani hanno causato fra l'altro l'incendio di un indefinito numero di edifici oltre alla distruzione parziale o totale di molti di essi. Sotto le macerie di questi ultimi sono rimasti sepolti molti cittadini senza possibilità di scampo.
[21] V. 196, "..e tolse a quei
di giù…", cioè a quelli che si erano rifugiati nelle cantine delle abitazioni
colpite.
[22] V.250, "..in lunga coda…".
Le esigenze della guerra in atto fin dal suo inizio hanno spinto il governo italiano come quello tedesco
ad emanare dei provvedimenti
relativi ad opportune restrizioni alimentari nei confronti dei cittadini, per
cui sono state distribuite ad ogni famiglia delle tessere annonarie con bollini
riguardanti il consumo individuale
giornaliero o settimanale dei
generi di prima necessità. L'esigenza dell'approvvigionamento da parte di tutti
gli abitanti e la limitatezza dei viveri disponibili presso i vari negozi hanno
causato spesso - e ne causano ancora - delle code di attesa più o meno lunghe.
L'insufficienza dei cibi così ottenuti ha spinto molti a procurarsene altri
supplementari presso i diretti produttori o presso intermediari forniti di
larghe scorte; queste ultime
naturalmente sono
cedute ai rispettivi richiedenti come merce sottobanco o " d'
intrallazzo" a prezzi più o meno maggiorati, col rischio però di
incorrere in gravi sanzioni, compreso sia il carcere per chi la vende e per chi l'acquista sia il sequestro della merce in
questione.
[23] V.271, "…oro o roba
ascosa…". Al razionamento dei viveri si è aggiunto anche prima del 1940 la
frequente raccolta di metalli d'ogni genere, compresi l'oro e l'argento anche
sotto forma di oggetti preziosi, o di prodotti particolari come la lana, gli
indumenti di tessuto pregiato od
altro. Purtroppo le raccolte fatte, specie quelle di metalli di valore,
suscitarono spesso la cupidigia di quelli che dovevano custodirle in attesa
della loro consegna a chi di dovere e della loro utilizzazione per i fini
previsti.
[24] V.289, " La patria s'ama…":
Tutta la strofa costituisce il credo politico che è stato continuamente ripetuto dagli esponenti del fascismo
per indurre i cittadini a sacrificare tutto per la patria, compresa la
vita.
[25] 305, "…un uomo ha sete di
potere…": Si allude a qualsiasi dittatore, come lo fu il capo del
fascismo.
[26] V.308," ….l'usato stile…",
cioè quello coercitivo, che impedisce ad ogni cittadino di agire liberamente
o secondo
coscienza.
[27], V. 310, "… fa della patria
un obbligo civile…".:il fascismo per velare il suo dispotismo ha identificato
ogni suo interesse od aspirazione con il bene sommo della patria, il cui amore
deve essere considerato il dovere imprescindibile per tutti gli Italiani senza
alcuna riserva mentale o contestazione di qualsiasi natura. "Tutto e tutti per
lo Stato e nulla al di fuori di esso" è stata la legge imposta da un partito che
si è arrogato ogni diritto, riservando ai cittadini tutti i doveri.
[28] V.320,"…dalla Norvegia…":
La Norvegia insieme alla Danimarca furono occupate tra il nove ed il dieci
aprile del 1940, mentre la Libia,
già in possesso dell'Italia, fu presidiata da divisioni italo - tedesche fino a
quando, dopo la sconfitta di queste ultime, non fu invasa e presidiata nel 1942
dagli Inglesi.
[29] V..326,"..la Francia…in men
d'un mese…". La Francia subì il primo attacco tedesco il 5 giugno 1940;
successivamente patì delle gravi sconfitte e fu costretta alla resa con
l'armistizio del 24 - 25 giugno.
[30] V. 327,"…Polonia…". La
Polonia, assalita contemporaneamente dai Tedeschi e dai Russi il primo settembre
1940, fu costretta alla resa poco dopo il 27 settembre, data dell'occupazione
della città di Varsavia già rasa al suolo dall'aviazione germanica.
[31] V.327, "…e Grecia volse
alla rovina.". La Grecia, che aveva causato gravi perdite alle truppe italiane
d'invasione, si è dovuta arrendere, nonostante l'aiuto apportato dagli Inglesi,
di fronte alle travolgenti divisioni tedesche, già entrate in Atene il 27 aprile
1941 e nell'Isola di Creta il 2 giugno successivo.
[32] V 328, "… l'.Anglo perdette
esercito e marina…". Si allude alle gravi perdite subite dall'Inghilterra dall'inizio del
conflitto arrecando aiuto con le
sue truppe ai vari paesi attaccati
dalla Germania, fra cui la Francia.
[33] V.330,"…buttando bombe giù
a dismisura; ". Tra il 1941 ed il 1942 la
stessa Germania condusse un'aspra offensiva contro la Grambretagna lanciando
soprattutto delle bombe volanti, la V/1 e la V/2 - quest'ultima più miciadiale
rispetto alla precedente, una specie di missile con mille chili di esplosivo e
300 km. di gittata - per indebolirne la resistenza e creare le condizioni
favorevoli per uno sbarco, il che però non è avvenuto per le gravi difficoltà
dell'impresa.
[34] V. 339, " … la bolscevica
minaccia…". Il 22 giugno 1942 i Tedeschi, come a volere difendere l'Europa da
un'eventuale invasione sovietica e dal propagarsi in essa dell'ideologia
comunista, diedero inizio alla campagna contro la Russia, L'improvviso assalto
in quel momento sorprese tutti, ma fu accettato come necessario dai paesi
alleati o succubi del momento, dimostrando ciò anche con il loro contributo in
uomini ed armi alla vasta operazione militare. Tali paesi, come indicato
appresso, sono stati fra gli altri la Romania, l'Ungheria, la Slovacchia, la
Finlandia e l'Italia,
[35] V. 367, "…l'ordine
sociale..", cioè la pace fra i popoli, quella
pace che la Germania vittoriosa avrebbe dovuto garantire, come ha fatto
intendere, comprendendoli tutti, se era possibile, nella sua sfera d'influenza,
una pace fondata presumibilmente su una reciproca collaborazione d' ordine
politico, sociale ed economico. Essa avrebbe dovuto sancire il trionfo
dell'ideologia
fascista su quella democratica.
[36] V.375, " …un
tripartito…":L'accordo anticomunista del tripartito, firmato tra la
Germania, l'Italia ed il Giappone il
27 settembre 1940, fu subito seguito da un patto militare che ebbe la sua prima
pratica attuazione con l'assalto nipponico di Pearl Harbour del 7 dicembre
1941.
[37] V. 384, " …ormai parea
prossima la pace!". L'intervento degli Stati Uniti - novembre del 1941 - contro
il suddetto tripartito, sebbene già atteso da oltre un anno, ha arrecato una
certa sorpresa, poiché si pensava che la Germania avrebbe vinto la guerra prima
di tale intervento considerato piuttosto tardivo e di scarsa efficacia.
[38] V.403" …del fascismo rotte le
catene.." : la sera del 25 Luglio 1943 con un laconico annuncio furono
comunicate le dimissioni del governo mussoliniano. Esse seguirono alla
precedente tempestosa seduta del Gran Consiglio, il supremo organo politico
dello Stato fascista. Durante la stessa fra le diverse mozioni fu approvata
quella del consigliere Dino Grandi (con la maggioranza di diciannove voti contro
sette), la quale ebbe favorevoli fra gli altri De Bono, De Vecchi, De Stefani,
Federzoni, Ciano, Alfieri, Bottai. In seguito alla suddetta votazione si ebbe la
caduta del ventennale partito
fascista e la formazione del governo Badoglio su incarico del re Vittorio
Emanuele terzo.
[39]
V.408, " …con
l'avversario preparâr la pace.":Il cambiamento di governo accennato doveva fra
l'altro porre fine ad una guerra erroreamente intrapresa contro Stati che il
fascismo aveva additato come nostri nemici. Bisognava ad ogni costo uscire dalla
guerra per rimediare all'errore commesso, anche se la pace prospettata faceva
prevedere la continuazione di una guerra che avrebbe fatto del nostro Paese
un campo di battaglia fra Tedeschi
ed Anglo - Americani. La creazione del governo Badoglio compromise certamente,
secondo i Tedeschi, il mantenimento dell'alleanza già concordata con il governo
fascista ed ormai in contrasto con il mutato indirizzo politico dell'Italia.
Quest'ultimo infatti il 3 settembre 1943 sboccò nei preliminari dell'armistizio
e nella successiva denuncia di tale alleanza italo -
germanica.
[40] V.418, "…quanto
scompiglio…":Le consegurenze derivate dall'armistizio, annunciato ufficialmente
l'8 settembre del 1943, in verità non resero fin dall'inizio contento nessuno,
neppure il medesimo Badoglio, se esse si tradussero subito per l'Italia
nell'occupazione militare tedesca di tre quarti del territorio nazionale,
nell'internamento di circa settecento mila soldati, nella morte di un
grandissimo numero di abitanti uccisi dagli ex alleati nelle loro frequenti
rappresaglie oppure falciati dai bombardamenti anglo - americani, nelle
deportazioni in massa di uomini e donne per lavorare nelle fabbriche dei
nazifascisti, nella formazione di un nuovo più odioso governo fascista, nella
ripresa della guerra condotta tra
le divisioni germaniche e quelle alleate opposte a cominciare dalla Campania,
nella devastazione infine di città e paesi prossimi alle zone di
combattimento.
[41] V.425, " Qualcun raggiunse…". Molti ex militari del meridione d'Italia affrontarono dopo l'8 settembre suddetto un viaggio lungo e pieno di peripezie. Partiti dal nord a piedi o con mezzi di fortuna, vestiti alla men peggio con abiti civili, raggiunsero dopo avere oltrepassato temerariamente il fronte di battaglia la propria famiglia nel sud. Ve ne furono però parecchi che, sorpresi e catturati dai Tedeschi, furono internati in Germania.
[42] V. 432, "…opposero ai
Tedeschi un altro fronte…", Si tratta dei partigiani ossia di ufficiali e
soldati italiani provenienti dai territori da essi occupati in Francia (IV
armata) o nella Jugoslavia oppure dalle caserme dell'Italia settentrionale e di
quella centrale; essi, quasi tutti,
per evitare la loro cattura da parte dei Tedeschi, si sono rifugiati fra
le zone montagnose del Piemonte o di altre regioni formando numerosi gruppi di
resistenza ad oltranza per lo più isolati gli uni dagli altri. Alcuni di loro ,
forniti di armi e di munizioni adeguate, hanno raggiunto una discreta
organizzazione militare, specie allorché, essendo in possesso di radio
ricetrasmittenti, hanno potuto porsi in collegamento con i comandi anglo -
americani e ricevere ordini ed istruzioni insieme alla necessaria assistenza in vestiario, viveri ed armi
che sono stati lanciati con i paracadute.
[43] V. 438, "…..di proibir la
pace….": Cioè di impedire il godimento della pace dopo l'armistizio concordato
il 3 settembre del 1943 ed annunciato il successivo 8
settembre.
[44] V. 441," Poveri e tristi
vivono….":Gli stessi partigiani, già valorosi combattenti sui fronti di guerra,
riparando sulle montagne, hanno scelto fin dall'inizio una vita piena di disagi
e di pericoli in luoghi impervi ed isolati non per viltà, ma per evitare di
dover porsi a servizio dei comandi tedeschi o di quello del nuovo governo
repubblicano fascista, detto anche di Salò. Non hanno rubato i viveri, ma li
hanno chiesto pagando od accettandoli per generosa offerta di chi ha compreso i
sacrifici da essi sostenuti per la causa della libertà nazionale.
[45] V. 444, "…la sussistenza…" :cioè il vettovagliamento affidato presso le forze militari a speciali reparti di soldati.
[46] V. 447, "…ribelli ossia
banditi…": Giù nei paesi o nelle città i partigiani vengono
descritti dai fascisti a fosche tinte: " sono dei banditi o dei fuorilegge,
disertori e traditori della patria oltre che autori ovunque di saccheggi e di
violenze e causa di paura e di
disordine".
[47] V.450, " E l'Alemanno…": La breve allocuzione di sette versi è una protesta vibrante di sdegno contro l'arbitraria occupazione del nostro Paese da parte del comando tedesco. Essa s'immagina espressa dagli stessi partigiani o dai patrioti in genere come ribellione ad un increscioso stato di fatto.
[48]
V.465, "…combatteron
con valore…".In gruppi più o meno numerosi hanno sostenuto spesso accaniti
combattimenti contro le formazioni dei fascisti e delle SS. tedesche,
infliggendo gravi perdite in uomini e materiale bellico. Hanno compiuto pure
molti atti di sabotaggio ed abili colpi di mano impegnando dappertutto un numero
superiore di nemici. Alle volte sono stati in grado di dominare per lungo tempo
vaste zone di territorio comprendenti anche dei paesi che essi hanno sottoposto
a particolare amministrazione. Nell'Appennino tosco - emiliano durante
l'avanzata delle truppe alleate lungo la penisola italiana hanno operato efficacemente alle spalle
dei Tedeschi infliggendo a questi ultimi gravi perdite con attacchi di sorpresa.
Alcune forze partigiane troppo isolate e prive del necessario equipaggiamento
sono state purtroppo sopraffatte dai nemici e distrutte anche mediante rapide
condanne a morte dei superstiti, altre a tempo opportuno si sono sciolte per
ricostituirsi in seguito.
[49] V 471, "…qualche
vendetta…". Fra gli atti del ricostituito governo fascista si è avuto quello del
processo di Verona instaurato contro quei membri del Gran Consiglio del
Fascismo che il 24 luglio del 1943, votando l'ordine del giorno presentato
dal consigliere Dino Grandi contribuirono alla caduta del governo
fascista. Alla fine, nel gennaio del 1944, si sono avute delle esecuzioni
capitali, fra cui quello del conte Galeazzo Ciano, genero del Duce, e del
maresciallo De Bono.
[50] V.480, "…liberare il capo
dal Gran Sasso.": Benito Mussolini, fatto arrestare dal Re dopo la caduta del
fascismo e successivamente condotto come prigioniero in un locale situato
sull'altipiano del Gran Sasso, fu liberato poco tempo dopo da un'audace squadra
di paracadutisti tedeschi, Con tale impresa la Germania pensava che, formatosi
il nuovo governo fascista con a capo l'ex Duce, che scelse come sua sede la
città di Salò (Verona), e ricostituito con il contributo tedesco un esercito
pronto a combattere a fianco delle truppe teutoniche, si sarebbe ripristinata e
rafforzata quell'alleanza che era stata rotta a causa dell'armistizio su
ricordato. Ma l'ex gran capo, già malandato di salute, era ora una figura
sbiadita, priva del prestigio di cui godeva prima come del fascino che aveva
esercitato sulle folle osannanti, mentre ascoltavano i suoi discorsi. L'incanto
ormai era sparito, Quando egli parlò per la prima volta dopo la sua caduta, non
se ne riconobbe la voce e si credette fosse più quella di
un fantasma che di un capo redivivo.
[51] V. 481, " E sorse la
"Repubblica Sociale…":Nata con il favore ed il sostegno militare dei Tedeschi
alla fine del 1943, ha avuto lo scopo precipuo di incitare gli Italiani a
riprendere le armi, affinché con il sangue sparso combattendo a fianco di quelli
si emendasse la colpa del tradimento perpetrato mercé l'armistizio concluso dal
maresciallo Badoglio. Purtroppo il sangue di tanti Italiani è stato sparso
largamente ora dai giovani
condannati per diserzione o renitenza, colpevoli di non voler far parte di un nuovo esercito fascista, ora dai tanti partigiani caduti in imboscate o catturati e sottoposti alla
fucilazione ora dagli abitanti esposti ai bombardamenti anglo - americani a causa della guerra condotta ad
oltranza dai comandi tedeschi dopo l'8 settembre del 1943 ora infine dagli stessi combattenti dei due
fronti.contrapposti.
[52] V. "…portando ovunque nuova
disciplina!": Dopo il suddetto armistizio
la maggior parte dei giovani del disciolto esercito italiano, rimasti sbandati dopo essere sfuggiti
ai rastrellamenti operati nei primi
mesi dai comandi germanici, se non
divennero dei partigiani, fuggirono nei luoghi più impensati per porsi al
sicuro. Ciò creò un certo turbamento nella normale vita civile, per cui i
Tedeschi stessi insieme alle locali autorità del nuovo governo fascista si
preoccuparono di farli ritornare nelle città assicurandoli che nessuno sarebbe
stato perseguito. A tale scopo emisero per l'occasione un altisonante proclama
che prometteva a tutti lavoro, assistenza ed esenzione da ogni obbligo militare.
Si cercava così di indebolire le
file dei partigiani divenuti troppo numerosi e di creare una condizione di
normalità ovunque, in modo che la "Repubblica sociale" potesse fondare al meglio
le sue basi amministrative e militari, adoperandosi nello stesso tempo a formare
un esercito sicuro e ben preparato. In effetti molti giovani allora si
presentarono spontaneamente dando luogo fra l'altro alla prima cosiddetta
guardia repubblicana; in seguito furono precettate d'autorità le classi dei
giovanissimi per servire nel nuovo esercito, quindi altre classi, in modo che
nel maggio dell'anno scorso quasi tutti i giovani nati tra il 1918 ed il 1926 si
sono trovati costretti all'arruolamento, se non sono riusciti a
sfuggirlo.
[53] V.490 " …in sua balìa tenea
gli internati,…". Un fatto particolare di questa guerra è stato l'internamento
nel territorio tedesco operato con rapidità dai soldati della Germania nei
confronti di quelli dell' ex alleata. Infatti essi pensarono d' impedire in tal
modo che i medesimi dopo il citato armistizio
potessero eventualmente divenire loro nemici, pronti a combattere arruolandosi o meno nelle file delle
truppe anglo - americane. . Tutto ciò era intuibile tenendo presente il fatto
che il governo Badoglio da una parte aveva accettato le condizioni di pace
previste dall'accennato armistizio dall'altra aveva proclamato di doverle
mantenere e difendere anche con le armi contro chiunque si fosse opposto alle
stesse, compresa soprattutto la Germania, Questa a sua volta, sorprendendo sui
vari fronti, sovente comuni con quelli tedeschi, le indecise truppe italiane,
catturò quasi senza lottare od affrontando rare scaramucce il maggior numero
possibile di soldati ed ufficiali per trasferirli nei suoi campi di prigionia.
In tal modo la stessa allora raggiunse tre obiettivi: l'eliminazione di un
presumibile nemico prima di divenirlo effettivamente, lo sfruttamento di un
ingente numero di braccia per la produzione bellica nelle sue numerose
fabbriche, la soddisfazione della vendetta contro una nazione che considerava
traditrice.
[54]
V. 507, " …i cittadini
presi in stuolo immenso…": Un vero e proprio vergognoso mercato è stata la
cessione fatta dall'Italia fascista alla Germania di un numero straordinario di
cittadini, uomini e donne, deportati
lontano dalla patria per lavorare soprattutto nelle
fabbriche. Per tutti, compresi i Tedeschi, i turni di lavoro settimanale, di
notte o di giorno sono stati - e
continuano ad esserlo - di dodici interminabili ore, oltre l'ora del pasto
principale, dedicati per lo più ad attività faticose, tranne i casi di lavori
leggeri affidati ad individui di comprovata scarsa attitudine fisica. Punizioni
gravi, compreso l'arresto, sono state contemplate - e sovente eseguite - a
carico dei lavoratori colpevoli di negligenze, di inadempienze o di reati di
vario genere,
[55] V. 511, …non s'ebbe scelta
di mestiere…" : In ogni fabbrica i deportati erano adibiti ad un lavoro generico
oppure ad uno specifico, come quello dell'altoforno per la fusione di metalli, o
quello dei laminatoi o di reparti particolari; si teneva conto più della
capacità fisica che delle particolari attitudini personali. Inizialmente mi sono
trovato nella fabbrica d'alluminio di Singen, nell'ex Baden meridionale, dove il
metallo non solo era sottoposto a regolare fusione, ma anche a numerose prove di
laboratorio per la durezza, la resistenza alla trazione, la quantità in
percentuale di componenti vari, fra cui soprattutto il rame. Nell'immenso
padiglione, dove come lavoratore sono stato presente lo scorso anno per alcuni
mesi, diverse centinaia di operai d'ambo i sessi e di varia nazionalità
attendevano fra l'altro ai grandi laminatoi cilindrici od alla posa a terra, l'una sopra l'altra, di
larghe pesanti lamine d'alluminio
già ridotte di spessore e con impressi in ciascuna abbozzi di aerei Attorno un infernale rumore entro
un'aria solforosa e surriscaldata, specie presso gli altiforni o le caldaie
piene di metallo fuso; più respirabili erano invece gli ambienti dei suddetti
laboratori da me frequentati per qualche settimana.
[56] V. 520, " …il diploma di
dottore. ":E' stato comune il caso di laureati e di studenti universitari che
qui, in Germania, hanno dovuto condividere la sorte dei lavoratori coatti, per cui sono stati soggetti ad
umiliazioni ed a maltrattamenti di
vario genere. Ciò è imputabile alla condizione livellatrice instauratasi per
tutti i deportati in base all'esigenza impellente dei nazisti di produrre al
massimo per una guerra che ha richiesto ed assorbito una straordinaria quantità di energie e di materiale bellico. Nell'ambiente in
cui sono stati costretti a vivere, lager (baracca) o fabbrica, gli
intellettuali, sovente fatti segno ad incomprensione, disistima e dileggio,
hanno sentito immiserirsi ogni spirituale energia e consumarsi le forze fisiche
in una attività faticosa, monotona ed avvilente.
[57] V.539, " …popoli già
abitanti in vari siti;". Avvenimento eccezionale è stato quello del raduno
forzato in territorio tedesco di un ingente numero di persone di nazioni
diverse, prigionieri e deportati civili. Fra gli stranieri sono preponderanti
per il loro numero i Russi, uomini e donne, seguiti dai Polacchi, dai Francesi,
dagli Italiani, dai Belgi, dagli Olandesi, dai Serbi, dai Greci , dagli
Ungheresi, dai Cechi e da altri di Stato diverso, fra cui Americani ed Inglesi
catturati sui vari fronti di guerra. ll contatto occasionale fra tanta gente di
varia origine, accomunata da una condizione di vita penosa e non priva di
insidie, ha affratellato la stessa,
posta forzatamente come è in uno sgradito ambiente per una durata
imprevedibile. E' una situazione particolare, in cui prevale soprattutto il
desiderio della sopravvivenza e, con essa, la disposizione alla fratellanza ed
alla comprensione fra individui posti insieme senza distinzione di Stato, di
ceto sociale, di razza e di colore.
[58] V. 553, "…ricercando la
pace…" :E' auspicabile che alla fine del presente conflitto abbia luogo un'era
di pace per apprezzare veramente la gioia di una tranquilla vita civile così'
stolidamente sacrificata a quella burrascosa della guerra. Si spera quindi che
dopo il ritorno
in patria di tutti i prigionieri e gli internati le relazioni fra gli Stati
siano improntate soprattutto a sentimenti di giustizia e di fraternità per il
bene dei popoli da loro rappresentati.
[59] V. 561, " Provvedano i
governi…": I governi - specie quelli dei nuovi Stati democratici che sorgeranno
dopo la guerra - procurino attraverso opportune leggi che i cittadini possano
convivere in una nazione libera ed ivi ciascuno di loro abbia l'opportunità di
godere di tutti i diritti riconosciuti dalla democrazia, evitando, come accade
negli Stati totalitari, che egli sia costretto a vivere in un particolare
modo ed apprenda solo
ciò che ha attinenza con una determinata ideologia. Una nazione quindi in cui
prevalgano le libere istituzioni insieme alla coesistenza di partiti che
contribuiscano a rendere il popolo edotto dei suoi doveri e dei suoi diritti per
partecipare consapevolmente alla vita politica dello Stato di cui esso fa
parte.
[60] V. 594, " …uomini ch'abbiano fede…" : Cioè uomini politici che credono veramente nella democrazia e vogliono decisamente porla in atto con le leggi ed i provvedimenti più opportuni.
[61] V. 603. " …della perduta
guerra;…": Siamo agli inizi di
marzo del 1945, quando già gli Anglo - americani hanno oltrepassato il
fiume Reno e dilagano nel territorio tedesco, mentre i Russi a loro volta
s'avvicinano sempre più alla città di Berlino, la capitale, per cui la Germania
può essere ormai considerata vinta e sconfitta.
[62] V. 611, "…un bravo
duce…" : Si
allude al Führer, Adolfo Hitler, il quale, pieno di bravura politica - qui ironicamente
ricordata - in pochi anni con i
suoi discorsi ha ammaliato il popolo tedesco istigandolo alla guerra per la
rinascita della grande Germania già umiliata dai trattati sanciti alla fine del
primo conflitto mondiale. L'ideologia nazifascista unitamente al militarismo
atavico teutonico hanno condotto a questo secondo conflitto mondiale ancora in
corso; esso dopo le prime vittorie germaniche è stato contrassegnato da una
inarrestabile reazione avversaria, la quale ha coagulato tutte le forze nemiche
contro i Tedeschi
costringendoli al ripiegamento e ad una resa inevitabile
.
[63] V. 617, " Basta aver
l'armi..", E' il senso sottinteso dei discorsi dello stesso Hitler tendenti ad
incitare continuamente il popolo tedesco a prendere le armi contro i cosiddetti
Stati plutocratici.
[64] V.641," L'armonica
concordia…" :Tutta la strofa suona come una massima di riflessione che si
suppone espressa tacitamente dagli Stati appresso indicati, fra cui soprattutto
l'Inghilterra e gli Stati Uniti, per condannare la violenza delle armate
tedesche ed esaltare invece i
vantaggi della mutua concordia fra
i popoli,
[65] V. 657, " …di lunga guerra
ancor soffre impotente": Cioè della guerra combattuta , dopo l'armistizio del 1943, lungo la penisola italiana tra le forze anglo - americane e quelle
tedesche, guerra che ha gravemente coinvolto con eccidi e distruzioni le
popolazioni e le città prossime ai fronti di battaglia. A ciò si è accennato con
la nota 40 del verso 418.
[66] V. 725, "Ami la patria fuor
d'ogni egoismo…".Si ripete in questo e nei versi seguenti lo slogan dell'amor di patria esasperato
della nota 24, v.289, un amor di patria
proclamato dagli Stati nazifascisti e qui lugubremente ancora imposto
nel momento tragico in cui la
Germania semidistrutta sta per
essere costretta alla resa.dai suoi nemici ormai prossimi alla sua totale
occupazione.
[67] V. 765, "…credere,…obbedir,
combatter…": Tre imposizioni additate ai cittadini come credo fondamentale con scritte più o meno
vistose in luoghi aperti o chiusi
dell'Italia fascista come della Germania di Hit0ler ("Glauben, georchen,
Kämpfen" ).
[68]
V. 784, " per colpa
dell'uman nostro intelletto,".
Ciascun individuo, in cui l'intelletto (o
mente ) presiede soprattutto all'attività del pensiero, esprimendo i suoi giudizi od opinioni per affermare
la sua libertà di intendere e di volere, diverge spesso, per natura, dalle idee degli altri, tenuto conto
anche della educazione ricevuta,
del suo livello culturale, delle sue convinzioni politiche, sociali o
religiose.
[69]
V. 787,"…seguendo dei
migliori l'esperienza,…", cioè degli uomini politici che hanno lottato e sofferto per la libertà della
patria auspicando per la
stessa l'avvento di un governo veramente democratico non condizionato
da alcun regime di tendenze più o meno estremiste.
[70] V. 791, "…qualunque
decisione sarà presa…": è sottinteso."da parte dell'auspicato governo
democratico".
[71] V, 796, "..se un despota…",
cioè un tiranno usurpatore del potere e della ricchezza del proprio Stato o di
quelli di altri come Napoleone od
Hitler.
Varianti del testo poetico
originario
Testo originario Variante
V. 4, "le cose distruggendo e le
persone" - " appieno
devastando ogni nazione..."
V.60,"verso la vera gloria e
la grandezza:" - "verso l'apoteòsi e la…."
V.432, "preparâro ai
Tedeschi…"
- "opposero ai
Tedeschi…"
V.433,"E fu a loro sacra la
consegna:" - "Ed essi
tennero sacra la consegna"
V.448," Eppure son soltanto
degli arditi" - Eppure sono
proprio degli arditi"
V,461,"fûr molti dai
Tedeschi circondati" - "dal
nemico si videro
accerchiati"
V.477,"Ma i nordici alleati, uomini arditi," - "Ma i nordici alleati, ad essi uniti"
V.500, "per cui furoini vinti dal dolore" - "sicché per l'insoffribile dolore"
V.501"finirono certuni nelle fosse," - "finirono sepolti nelle fosse,"
V.505,"E poi per dare ancora
alcun compenso" - Aggiunti fûro ancora per c;…"
V,506,"cedettero gli
abitanti a buon mercato"-"come fossero gente da mercato
V.507,"un numero formarono
così immenso"."i cittadini presi in stuolo imm."
V,508,"che Italiani vedeansi
in ogni lato" . "qua e là delle cittadi in ogni lato"
V.609,"Ognuno d'essi anche
senza assenso" - Ciascuno d'essi senza alcun a."
V.520,"studiato avea tanto
per dottore!" - "pure avendo il
diploma di dottore."
V.529,"Infine non si fa più
differenza"
- Neppur si fa veruna
differenza"
V.539,"popoli dimoranti in vari siti;" - Uomini addutti già da vari siti;"
V.540,"e l'una gente all'altra è manifesta," - "E l'una schiera all'altra …"
V,541,"gli altrui idiomi con piacere uditi," - "i loro idiomi con piacere "….
I N D I C E
Prefazione
………………………………………………….........pag. 2
Sommario ……………………………………………………...... " 4
I.
Introduzione……………..............…. (vv. 1 -
56)……….….… " 13
2.
L'Italia fascista……....................... (vv. 57-
152).............……" 15
.3. Le
incursioni aeree ……………
(vv.153 - 248)...................." 18
4.
Il razionamento
annonario...………(vv. 249 - 312)..................." 21
5.
Il trionfo
tedesco………………
(vv. 313 - 400)…..............." 23
6.
La tragedia
dell'Italia………… (vv. 401 -
488).................." 26
7.
Italiani e stranieri in
Germania… (vv. 489 -
544).................." 29
8.
L' armonia sociale …………… (vv.545 - 600) ……….. .." 31
9.
La Germania in
agonia………… (vv. 601
-744)………….." 33
10. Il miglior
governo………………… (vv. 745 -
800)………….." 37
11.
Annotazioni……………………………………………………
" 41
12.Varianti del testo
poetico originario………………………….."
57
13. Facsimile del
manoscritto (vv, 1 - 576)………………………" 59