VALLE
DEI TEMPLI
Lungo
un crinale, impropriamente chiamato valle, e nella zona
più a sud, vengono eretti nell'arco di un secolo (V sec.
a.C.) numerosi templi a testimonianza della prosperità della
città. Incendiati dai Cartaginesi nel 406 a.C., vengono
restaurati dai Romani (I sec. a.C.) che rispettano l'originale
stile dorico. Sono forse gli eventi sismici, o la furia
distruttrice dei cristiani avallati da un editto dell'imperatore
d'Oriente Teodosio (IV sec.), a determinare il crollo dei
templi. Unico rimasto intatto è il Tempio della Concordia,
che nel VI sec. viene trasformato
in chiesa. Durante il Medioevo i materiali di costruzione
vengono saccheggiati e poi utilizzati per innalzare altri
edifici. In particolare il Tempio di Zeus Olimpio viene
familiarmente chiamato Cava dei Giganti e fornisce materiale
per la Chiesa di S. Nicola e per il braccio settecentesco
del molo di Porto Empedocle.
Tutti gli edifici sono orientati verso est, per rispettare
il criterio classico (sia greco che romano) che l'ingresso
alla cella che ospitava la statua della divinità fosse illuminato
dal sole nascente, fonte e principio di vita. I templi sono
inoltre in stile dorico ed esastili (cioè con sei colonne
sul lato frontale), tranne quello di Zeus Olimpio che presentava
sette semicolonne incassate in un muro che chiudeva tutto
l'edificio. Costruiti in tufo calcareo, i templi offrono
una vista particolarmente suggestiva all'alba e soprattutto
al tramonto, quando assumono una calda colorazione dorata.
Il nome dato ai templi è quello greco, tra parentesi
viene dato il nome latino delle divinità (nel caso sia differente).
Si consiglia di iniziare la visita dall 'area archeologica
del Tempio di Zeus che osserva orari più ridotti.
Altare
sacrificale - Subito dopo l'entrata, sulla destra, in
posizione leggermente arretrata, si vedono i resti di un
enorme altare, destinato ai sacrifici importanti. Vi si
potevano sacrificare fino a 100 buoi in una sola volta.
Il termine ecatombe, utilizzato oggi per indicare una strage,
significa proprio uccisione di cento - hecaton - buoi -
bous.
Tempio
di Zeus Olimpio (Giove) - Completamente rovinato al
suolo, venne eretto in seguito alla vittoria degli agrigentini
(alleati ai siracusani) sui Cartaginesi ad Himera (avvenuta
intorno al 480 a.C.) come forma di ringraziamento a Zeus.
Era uno dei più grandi templi dell'antichità con i suoi
113 m di lunghezza e 56 m di larghezza, e si suppone non
sia mai stato terminato. La trabeazione era sostenuta da
semicolonne alte 20 m a cui probabilmente si alternavano
i telamoni, colossali statue delle quali una si trova al
Museo Archeologico Regionale (si veda più
avanti). Una sua riproduzione è distesa al centro del tempio
e dà un'idea delle dimensioni che l'edificio doveva avere.
Il tempio non era circondato dal classico colonnato aperto,
ma da un paramento continuo che chiudeva gli spazi tra le
colonne che, all'interno, divenivano pilastri squadrati.
Alcuni dei blocchi presentano ancora i segni che servivano
per il sollevamento. Sono incisioni profonde a forma di
U entro le quali venivano fatte scorrere le corde che, collegate
ad una sorta di gru, permettevano di sollevare e impilare
i vari elementi.
Tempio
di Castore e Polluce o dei Dioscuri - E' il simbolo
di Agrigento. Costruito negli ultimi decenni del V sec.
a.C.. è attribuito ai due gemelli nati dall'unione di Leda
e Zeus, tramutato in cigno.
Del tempio restano solo quattro colonne ed una parte della
trabeazione. rialzate nel XIX sec. Sotto uno spigolo della
cornice si può ancora ammirare una rosetta, tipico elemento
decorativo.
Sulla destra sussistono i resti di un probabile santuario
dedicato alle divinità ctonie (infernali): Persefone, regina
degli Inferi, e la madre Demetra, dea della fertilità. Si
distinguono in particolare un altare quadrato, destinato
probabilmente all'offerta sacrificale di porcellini, e un
altro di forma circolare, con al centro un pozzetto sacro.
Qui veniva verosimilmente compiuto il rito delle Tesmoforie,
festa in onore di Demetra celebrata dalle donne sposate.
In lontananza, ultimo sulla linea immaginaria che collega
tutti i templi della valle. si scorge il Tempio di
Efesto (Vulcano). Ne rimangono pochi resti. La leggenda
racconta che il dio del fuoco avesse un'officina sotto l'Etna
dove fabbricava i fulmini di Zeus aiutato dai ciclopi.
Ritornare sui propri passi, uscire dal recinto e imboccare
la via dei Templi, oltre la strada, sulla destra.
Tempio
dl Eracle (Ercole) - In stile dorico arcaico, è il più
antico della serie. Le vestigia ci permettono di indovinare
l'eleganza di questo tempio, che oggi presenta in posizione
eretta un allineamento di 8 colonne, rastremate, rialzate
nella prima metà deI '900.
Dal tempio si vede, verso sud, la cosiddetta Tomba di Terone.
Proseguendo lungo la via si possono ancora vedere, sulla
sinistra, dei profondi solchi generalmente interpretati
come segni lasciati dalle ruote dei carri. La marcata profondità
è forse dovuta ad una successiva trasformazione in condotte
per l'acqua.
Sulla destra si oltrepassa la Villa Aurea, residenza di
Sir Alexander Hardcastle, mecenate appassionato di archeologia
che finanziò il risollevamento delle colonne del tempio
di Eracle.
Necropoli
paleocristiana - Si trova proprio sotto la strada ed
è scavata nella roccia, non lontano dalle antiche mura della
città. Vi si riscontrano diversi tipi di sepoltura: a loculo
e ad arcosolio (vani sormontati da una nicchia ad arco),
come si trova più frequentemente nelle catacombe.
Prima di giungere al Tempio della Concordia si può notare
un altro gruppo di sepolture sulla destra.
Tempio
della Concordia - E' uno dei templi meglio conservati
dell'antichità e questo permette di apprezzare appieno la
sua eleganza e imponenza. Il fatto che sia giunto integro
fino a noi è da attri- buire alla sua trasformazione in
chiesa nel VI sec. della quale si possono ancora intravedere,
all'interno del colonnato, le arcate praticate nell'originario
muro della cella del tempio classico.
E' stato costruito, si suppone, intorno all'anno 430 a.C.,
ma non si sa a chi fosse dedicato. Il nome Concordia deriva
da un'iscrizione latina trovata nelle vicinanze. Il tempio
presenta il procedimento di "correzione ottica": le colonne
sono rastremate (si assottigliano cioè verso l'alto in modo
da sembrare più alte) e presentano l'entasi (un piccolo
rigonfiamento a circa 2/3 dell'altezza che elimina l'effetto
ottico di assottigliamento), ma sono anche leggermente inclinate
verso il centro del lato frontale. Questo permette all'osservatore
che si trovi ad una certa distanza dal tempio di cogliere
un'immagine perfettamente diritta. Il fregio presenta l'alternanza
classica di triglifi e metope, non ornate da bassorilievi.
Nemmeno il frontone era decorato.
Antiquarium
di Agrigento Paleocristiana (Casa Pace) - Ripercorre
una parte della vita della città attraverso interessanti
pannelli esplicativi ed alcuni reperti. In particolare è
illustrata la storia della trasformazione del Tempio della
Concordia in basilica.
Antiquarium
lconografico della Collina del Templi (Casa Barbadoro)
- In un rustico ristrutturato sono raccolte belle immagini
della Valle dei Templi nei disegni e nelle incisioni dei
viaggiatori e degli studiosi del passato.
Tempio
di Hera Lacinia (Giunone) - Si trova sull'estremità
della collina ed è tradizionalmente attribuito alla dea
protettrice del matrimonio e del parto. L'appellativo Lacinia
deriva da un'associazione impropria con il santuario che
sorge nei pressi di Crotone, sul Promontorio Lacinio.
Il tempio conserva il colonnato (anche se non in perfette
condizioni), parzialmente risollevato neI '900. All'interno
si distinguono le colonne del pronao e dell'opistodomo ed
il muro della cella. Costruito intorno alla metà del V sec.
a.C., è stato incendiato dai Cartaginesi nel 406 a.C. (si
possono ancora notare delle tracce di bruciato sulle pareti
della cella). Ad oriente si conserva l'altare del tempio,
mentre alle spalle dell'edificio (di fianco alle scale)
c'è una cisterna. All 'uscita della città, si trovano la
tomba di Terone e il Tempio di Asciepio.
Tomba
di Terone - Visibile anche dalla strada di Caltagirone.
Il monumento, erroneamente creduto il sepolcro del tiranno,
risale in realtà all'epoca della dominazione romana e sarebbe
stato eretto in onore dei soldati caduti durante la seconda
guerra punica. In tufo, è di forma leggermente piramidale
ed era probabilmente coronato da un tetto a punta, il basamento,
molto alto, sostiene un secondo ordine ornato di false porte
e, agli spigoli, di colonne ioniche.
Tempio
di Asciepio (Esculapio) - Poco oltre la tomba di
Terone, sulla strada per Caltanissetta. Pannello indicatore
poco visibile, sulla destra. I resti di questo tempio
del V sec. a.C. sorgono in mezzo alla campagna. Era dedicato
ad Asciepio, dio della medicina figlio di Apollo del quale
sembra vi fosse custodita una bellissima statua, opera di
Mirone.
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