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SANT'AGATA LI BATTIATI

Sant’Agata Li Battiati, piccolo centro dell’hinterland catanese, sorge sul declivio collinare a nord del capoluogo etneo, a.m. 263 s.l.m. Oltre che con Catania, confina con Gravina di CT, Tremestieri Etneo, San Giovanni la Punta e Trappeto.

A causa della vicinanza alla grande città, ne ha sempre seguito gli avvenimenti storici, per cui non possiede un passato che lo distingua per eccelsi eventi. Notizie della sua nascita, fra storia e leggenda, tramandate da una generazione all’altra e riportate pure su tanti libri di storia catanese o dei comuni limitrofi, ci ricordano che le origini della cittadina risalgono a un eponimo illustre: Sant’Agata, la Vergine e Martire catanese, che l’ha voluta onorare della sua protezione.

Nel 1444, infatti, una imponente colata lavica, iniziata un anno prima, minacciava di distruggere gran parte dell’area sud-orientale dell’Etna. La lava, fuoriuscita fra Monte Arso e Montepeloso, come dice Giuseppe Recupero (1720-1778), si divise in due bracci, dei quali: uno si fermò nei pressi di Bonaccorsi e l’altro, sceso fra Tremestieri e S. Giovanni la Punta, minacciava seriamente di procedere per Catania, dove sia la popolazione, preoccupatissima, che le autorità civiche, oltre agli abitanti dei casali interessati, chiesero al Vescovo Giovanni De Pescibus di fare una processione col Velo di Sant’Agata. Davanti al Velo la lava rallentò, fino ad arrestarla, la sua forza distruttrice, per cui si gridò al miracolo. In quel sito, allora denominato "quartiere (o ruga) dei Valenti" poiché vi risiedevano famiglie omonime, a ricordo del prodigioso evento, inizialmente fu eretta una piccola chiesa. In seguito, nel 1635, essendo proprietario di quel terreno il giudice catanese Lorenzo D’Arcangelo, per sua volontà e in segno di devozione verso la Santa, sul posto venne costruito un tempio più grande, che successivamente fu dallo stesso concesso in uso agli abitanti delle tre contrade limitrofe fra loro: i suddetti Valenti, i Battiato e i Murabito.

Successivamente, verso la metà degli anni Ottanta del XVII secolo, fu edificato, a circa 300 metri più a sud dalla Cappella del Velo, un tempio più grande dedicato a Maria SS. Annunziata, che diventerà la Chiesa Matrice. Per cui, data l’importanza di questo nuovo edificio religioso, la zona attorno diventerà il centro del piccolo paese.

Il territorio di Sant’Agata li Battiati, dopo la colata lavica del 1444, non è mai stato direttamente interessato da altri eventi vulcanici, neanche dalla lava del 1669, che, com’è noto, arrivò a Catania, fino al mare. Mentre nel 1693, al pari di quasi tutta la Sicilia orientale, fu colpito da un forte terremoto, subendo notevoli danni.

Nel 1645, come per altri casali di Catania, pure la "Terra di Sant’Agata", così allora veniva anche chiamata Sant’Agata li Battiati, fu acquistata dal duca Giovanni Andrea Massa.


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