Casa
Museo "Antonino Uccello"
Palazzolo Acreide (Siracusa), via Machiavelli 19
Tel. +39 0931 841499
Mappa
del Museo
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di Palazzolo Acreide
Tour
Virtuale del Museo
Aperto
tutti i giorni dalle 9 alle 13:30.
Ingresso Lire 4000 (ingresso gratuito per i cittadini
della Comunità Europea di età inferiore
ai 18 anni e superiore ai 60 anni).
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Antonino
Uccello, creatore della "Casa museo", fu poeta ed
antropologo. Nasce a Canicattini Bagni (Siracusa) nel
1922. Appena ventenne, maestro di scuola, emigra in Brianza
ed è forse lì, lontano dalla sua isola,
che prende maggiore coscienza delle proprie radici. Il
forte interesse per le tradizioni popolari e la constatazione
della rapidità con cui tutto diventava superato,
inservibile e conseguentemente dimenticato e distrutto,
lo portano a ricercare con la moglie Anna Caligiore, durante
le vacanze trascorse in paese, tutto quanto fosse legato
alla cultura popolare: usi, tradizioni, oggetti. In un
trentennio, dall'ultimo dopoguerra in poi, Uccello, in
parallelo alla sua attività letteraria, organizza
fra la Sicilia e Milano, numerose mostre su temi della
cultura popolare, spesso accompagnate dalla produzione
di cataloghi. Ritornato ad abitare in Sicilia, Uccello
sente la necessità di trovare una dimora per il
materiale raccolto. Acquista una antica casa a Palazzolo
Acreide nella quale realizzerà la "Casa Museo".
Le
ragioni del museo Il bisogno di salvare, tramite gli
oggetti, la memoria delle arti e delle tradizioni popolari
era per Uccello una "preoccupazione" giornaliera.
Il genere umano, da millenni aveva usato per. la crezione
di utensili e di qualunque altro attrezzo ed oggetto,
materiali provenienti dal mondo vegetale ed animale.
La scoperta dell'elettricità, l'invenzione di materiali
sintetici e di sofisticati macchinari rompono drasticamente
una consuetudine millenaria.
Entra in crisi con essa una cultura tradizionale che fonda
le sue radici nella vita di antiche aggregazioni umane.
La vita economica esige rapporti produttivi non più
legati a naturali avvicendamenti temporali, tipici ad
esempio, dei lavori agro-pastorali. Ritmi diversi irrompono
nelle comunità, minano consuetudini sociali, economiche,
affettive e religiose da tempo radicate. Subentrano tempi
legati alla competitività ed alle ricchezze prodotte
dalle innovazioni tecnologiche. I nuclei familiari e gli
individui rimangono isolati, solitari, privi di comunicazione
viva e reale. Sono costretti ad emigrare. Le massaie tessitrici
ed i loro telai tradizionali da cui producevano preziosi
corredi, i contadini fabbricanti dei loro attrezzi, i
pastori produttori di formaggi, i cestai, i calzolai produttori
di scarpe, i carbonai, i carradori abili costruttori
di carretti, le ricamatrici, i sarti, i cerai, i ferrai,
i sellai e tanti altri lavori artigianali che aggregavano
nelle case piccole comunità, spariscono.
Un Museo "vivo", per Antonino Uccello, significava
una Casa per ricreare, con l'ausilio di oggetti-memoria,
l'antico gusto di queste aggregazioni perdute. Inaugurato
ed aperto al pubblico nel 1971, il museo è stato,
dopo la morte di Uccello, acquistato nel 1983 dalla Regione
Siciliana.
La
sede museale è un'ala di Palazzo Ferla, edificio
realizzato, su fabbriche preesistenti, dopo il terremoto
del 1693 nel quartiere dei Mannarazzi dove esistevano
le mannare, ovvero i recinti per gli ovini. In
essa Antonino Uccello con i materiali raccolti ricreò
gli ambienti della casa della civiltà contadina
Iblea dove spesso coesistevano due mondi, tanto diversi
nelle apparenze quanto vicini nei legami.