Museo
di Palazzo Mirto
Palermo, Via Merlo 2
Tel. +39 091 6164751
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del Museo
Mappa
di Palermo
Tour
Virtuale del Museo
Lunedì,
mercoledì, venerdì e sabato dalle
9 alle 13:30.
Martedì e giovedì dalle 9 alle 13:30
e dalle 15 alle 18.
Domenica e festivi dalle 9 alle 13.
Ingresso Lire 4000 (ingresso gratuito per i cittadini
della Comunità Europea di età inferiore
ai 18 anni e superiore ai 60 anni).
SERVIZI:
Vietato fotografare
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E'
ubicato nel centro storico della città, alla Kalsa,
la cittadella fortificata realizzata dagli arabi nel X
secolo. La zona ebbe grande sviluppo nel XV e XVI secolo
per la realizzazione di case e chiese, commissionate dalle
ricche famiglie di mercanti che visi erano insediate fin
dal Duecento quando, lasciate le città di origine
(Genova, Pisa, Amalfi) erano arrivate in Sicilia. Una
di queste case, appartenuta ai Resolmini di Pisa, passerà
poi ai Filangeri venendo a costituire il nucleo più
antico di Palazzo Mirto.
Palazzo
Mirto è stato per quattro secoli dimora palermitana
del casato dei Filangeri, antica e nobile famiglia che
vanta origini leggendarie. Intorno all'anno Mille un cavaliere
normanno, Agerio I, sarebbe venuto in Italia. Un secolo
dopo i suoi discendenti, detti "Filii Augerii", sarebbero
arrivati in Sicilia da Nocera.
Una diversa ipotesi fa invece risalire le origini a Tancredi,
altro cavaliere normanno, che sarebbe stato presente all'incoronazione
di Ruggero.
Notizie documentate a partire dal XIII secolo informano
delle tante cariche religiose e civili ricoperte dagli
esponenti della famiglia Filangeri che per l'autorevolezza
e la invidiabile posizione economica, derivante dal possesso
di grandi feudi, assunse un ruolo di primo piano tra la
nobiltà siciliana.
Nel corso del XVI sec. Pietro Filangeri ottenne il pieno
potere sulle proprie terre e successivamente il nipote
Vincenzo Giuseppe Filangeri e Spuches fu nominato nel
1643 primo principe di Mirto dal nome del feudo ricadente
in territorio messinese. Estintosi il ramo maschile del
casato, nel 1833 Ignazio Lanza e Branciforte ottenne di
poter portare i titoli della moglie Vittoria Filangeri.
Nel 1982, l'ultima erede della famiglia, la nobildonna
Maria Concetta Lanza Filangeri, adempiendo alle volontà
del fratello Stefano, donò il palazzo alla Regione
Siciliana affinché fosse mantenuto nella sua integrità
e aperto alla pubblica fruizione.
L'edificio è il risultato di numerose trasformazioni
che si sono succedute nei secoli.
E' stato in occasione degli interventi di restauro che
sono venute alla luce strutture del XIII secolo, alcune
delle quali appartenevano al gruppo di case che erano
state della famiglia Resolmini e che nel XVI secolo passeranno
prima ai De Spuches e poi ai Filangeri con il matrimonio,
nel 1394, dell'unica figlia di Vincenzo De Spuches, Francesca,
con Don Pietro Filangeri.
Del palazzo seicentesco, che probabilmente in occasione
del matrimonio fu riammodernato, poco è rimasto,
poiché nel 1793, ai tempi del principe Bernardo,
l'edificio fu oggetto di un radicale intervento di trasformazione
a cui è ricollegabile la risistemazione dell'intero
primo piano e la realizzazione del prospetto sulla via
Lungarini e del portale sulla via Merlo.
Altri lavori intervennero dopo il 1876, quando fu rifatta
la facciata sulla via Merlo e quella sul cortile, dove
il nuovo ingresso creato verrà sottolineato da
una pensilina, secondo la moda parigina di fine secolo.
Sempre nell'Ottocento una ristrutturazione degli ambienti
del secondo piano porterà alla creazione di un
grande appartamento per la vita privata della famiglia,
che da quel momento utiizzerà il primo piano solamente
per la rappresentanza.
Palazzo
Mirto è il museo di se stesso.
Visitarlo significa accedere alla residenza nobiliare
di un grande casato, avendo la possibilità di ammirare
i suoi spazi architettonici, i suoi arredi, frutto di
attente committenze ad abili artigiani locali, e le collezioni
di oggetti amorevolmente raccolti, che testimoniano il
gusto e l'attenzione dei proprietari per le più
diverse forme d'arte.
Il percorso di visita, che interessa attualmente il solo
primo piano, si snoda nella sequenza di ambienti sontuosamente
arredati, con pareti impreziosite da rivestimenti in pannelli
serici, da arazzi, da tendaggi e da dipinti murali e su
tela. In questi saloni ritroviamo mobili, quadri, sculture
ed importanti collezioni di quasi tutti i settori di arte
applicata: porcellane, maioliche, ceramiche siciliane,
orologi, ventagli, vetri, armi, pezzi da presepe e bronzetti.