La
Zisa
Palermo, Piazza Zisa
Tel. +39 091 6520269
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del Museo
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di Palermo
Tour
Virtuale del Museo
Visita
dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13:30 e
dalle 15 alle 18.
Domenica e festivi dalle 9 alle 13.
Ingresso Lire 4000 (ingresso gratuito per i cittadini
della Comunità Europea di età inferiore
ai 18 anni e superiore ai 60 anni).
SERVIZI:
Vietato l'uso del flash
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La
Zisa, edificio del XII secolo, risale al periodo della
dominazione normanna in Sicilia. La sua costruzione fu
iniziata sotto il regno di Guglielmo I e portata a compimento
sotto quello di Guglielmo II.
La Zisa delle origini era una residenza estiva creata
nelle vicinanze della città per il riposo e lo
svago del sovrano.
I Normanni, subentrati agli Arabi nella dominazione dell'Isola,
furono fortemente attratti dalla cultura dei loro predecessori.
I sovrani vollero residenze ricche e fastose come quelle
degli emiri ed organizzarono la vita di corte su modello
di quella araba, adottandone anche il cerimoniale ed i
costumi.
Fu così che la Zisa, come tutte le altre residenze
reali, venne realizzata alla maniera "araba" da maestranze
di estrazione musulmana, guardando a modelli dell'edilizia
palazziale dell'Africa settentrionale e dell'Egitto, a
conferma dei forti legami che la Sicilia continuò
ad avere, in quel periodo, con il mondo culturale islamico
del bacino del Mediterraneo.
Il nome Zisa deriva probabilmente da al-Azîz
(che in lingua araba significa nobile, glorioso, magnifico).
Il vocabolo (in caratteri nashi), rinvenuto nella
fascia epigrafica del vestibolo dell'edificio, denota
la caratteristica d'uso islamico di contraddistinguere
con un appellativo gli edifici civili più importanti.
Il
parco del Genoard. La Zisa delle origini si trovava
inserita nel grande parco reale di caccia del Genoard
(paradiso della terra), che si estendeva ad occidente
della città. Tutti gli edifici reali ricadenti
in esso (oltre alla Zisa, il palazzo dell'Uscibene ed
i padiglioni della Cuba e della Cuba soprana) erano circondati
da splendidi giardini, irrigati ed abbelliti da fontane
e grandi vasche, utilizzate anche come peschiere.
Le
trasformazioni nei secoli. La Zisa delle origini subì
nei secoli numerose trasformazioni. Nel Trecento, tra
le altre modifiche apportate, fu realizzata una merlatura,
distruggendo parte dell'iscrizione in lingua araba (a
caratteri cufici) che faceva da coronamento all'edificio.
Radicali furono le tasformazioni seicentesche intervenute
quando il palazzo, in pessime condizioni, venne rilevato
da Don Giovanni di Sandoval, a cui risale lo stemma marmoreo
con i due leoni, oggi posto sopra il fornice di ingresso.
Per le mutate esigenze residenziali dei nuovi proprietari
furono modificati alcuni ambienti interni, soprattutto
all'ultima elevazione, furono realizzati nuovi vani sul
tetto a terrazza, fu costruito un grande scalone e vennero
modificate le finestre sui prospetti esterni. Nel 1808,
con la morte dell'ultimo Sandoval, la Zisa passò
ai Notarbartolo, principi di Sciara, che la utiizzarono
per usi residenziali fino agli anni '50, quando la Regione
Siciliana la espropriò. Il restauro della fine
degli anni '70 ed '80 ha restituito la Zisa alla pubblica
fruizione. Nella parte dell'ala nord crollata nel 1971
si è proceduto alla ricostruzione delle volumetrie
originarie, adoperando, per una piena riconoscibilità
dell'intervento, cemento e mattoni in cotto, materiali
differenti dalla originaria pietra arenarta.
L'esposizione.
Nelle sale sono esposti alcuni significativi manufatti
di matrice artistica islamica provenienti da paesi del
bacino del Mediterraneo. Tra questi sono di particolare
rilevanza le eleganti musciarabia (dall'arabo masrabiyya),
paraventi lignei a grata (composti da centinaia di rocchetti
incastrati fra di loro a formare, come merletti, disegni
e motivi ornamentali raffinati e leggeri) e gli utensili
di uso comune o talvolta di arredo (candelieri, ciotole,
bacini, mortai) realizzati prevalentemente in ottone con
decorazioni incise e spesso impreziosite da agemine (fili
e lamine sottili) in oro e argento.