GIBELLINA
Gibellina
venne distrutta dal terremoto che nel 1968 colpisce duramente
la valle del Belice. I ruderi sono ancora visibili (seguire
le indicazioni Ruderi di Gibellina, 18 km a est di Gibellina
Nuova), in gran parte coperti da un grande "velo" di cemento
solcato da crepe in corrispondenza delle vie del vecchio
tracciato urbano (è Cretto, opera di Burri).
La
Nuova Gibellina è stata costruita seguendo un'idea molto
particolare: rendere la città una sorta di museo permanente
con sculture disseminate per le vie ed edifici che divenissero
essi stessi opere d'arte. Chiamati a raccolta artisti contemporanei
tra cui Arnoldo Pomodoro, Consagra, Cascella, Isgrò (per
non citarne che alcuni), si è dato il via a questo singolare
progetto che ha portato alla realizzazione di una cinquantina
di opere tra cui l'imponente stella all'ingresso della città
opera di Pietro Consagra, la piazza del municipio con la
Torre Civica-Carrilion e la Chiesa Madre
(di Quaroni) caratterazzata da una grande sfera bianca visibile
anche a distanza.
DINTORNI
Partanna
- 12 km a sud. Paese duramente colpito dallo stesso
terremoto, si presenta alla vista con il suo castello merlato
(XVII sec.), riedificazione dei principi Graffeo (o Grifeo)
di un precedente edificio normanno. Dallo spiazzo alle spalle
del castello si gode di una bella vista sulla vallata. Le
chiese sono purtroppo tra i fantasmi che il sisma ha lasciato
dietro di sè: lungo via Vittorio Emanuele i ruderi di S.
Francesco, di cui resta intatto solo il campanile (XVI-XVII
sec.) e, in posizione più elevata, la chiesa della Madonna
delle Grazie con l'originale torre.
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