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ALLA SCOPERTA DEL PAESE

Chiesa Madre - L'elegante portale barocco contrasta con il massiccio campanile cinquecentesco, che servì probabilmente da torre di awistamento. All'interno si conservano l'incantevole S. Caterina d'Alessandria (1534) e S. Maria di Gesù (1501) entrambe di Antonello Gagini, ed il S. Giacomo Maggiore di Andrea Calamech (navata sinistra). Dalla terrazza, sul lato est della chiesa, si può ammirare un magnifico panorama sulla piana di Milazzo: la lapide ricorda ulteriori privilegi concessi alla "città regia" dal re di Spagna Filippo IV nel 1639.
Si prosegue su corso Umberto I, per poi voltare a sinistra e giungere alla Chiesa della Candelora, quattrocentesca, dalla semplice facciata in mattoni ornata da un portale in stile durazzesco.
Si imbocca quindi la salita Federico Il che conduce alla torre circolare, unico resto del castello fatto edificare da Federico II d'Aragona nel 1324, dalla cui sommità si ha una bella vista su Castroreale con la cupoletta arabeggiante della Chiesa della Candelora e sul paesaggio.
Si ridiscende poi a piazza Peculio, che deve il nome all'antico Peculio Frumentario (deposito per il grano per i periodi di carestia, distribuito in cambio di una piccola somma di denaro), posto ove oggi si trova il Palazzo del Comune. Qui doveva trovarsi il quartiere ebraico: l'arco, ricostruito sulla terrazza belvedere dietro il Monte di Pietà, proverrebbe da una sinagoga situata nelle vicinanze. La piazza è fiancheggiata dalla Chiesa del SS. Salvatore (XV sec.), purtroppo gravemente danneggiata dal terremoto del 1978 e dalla sua torre campanaria (1560), in parte crollata, che doveva far parte del sistema di torri di awistamento insieme a quella del Duomo e alla torre del castello.
Proseguendo lungo la via Guglielmo Siracusa (un tempo via della Moschita) si incontra sulla destra la piccola pinacoteca.

Pinacoteca di S. Maria degli Angeli - Custodisce alcune pregevoli opere di pittura e scultura, tra le quali una tavola di S. Agata (1420 circa) dallo schema bizantineggiante, un trittico fiammingo raffigurante l'Adorazione dei Magi tra le Sante Marina e Barbara (1545) di rara delicatezza, un bel polittico della Natività della bottega napoletana di G. F. Criscuolo, una statua marmorea di S. Giovanni Battista del Calamech (1568) e un paliotto in argento di Filippo Juvara (XVIII sec.).

Museo Civico - Ospitato nell'ex-oratorio di S. Filippo Neri, raccoglie sculture in legno e in marmo, tra cui lo splendido monumento funebre di Geronimo Rosso (1506-1508), opera di grande purezza di Antonello Gagini, e una serie di notevoli pitture. Di particolare rilievo sono: una Croce iconostatica trecentesca, una bella tela della Madonna col Bambino di Antonello de Saliba (1503-1505) in cui colpisce il "viso da adulto" del bambino, una tavoletta del Salvator Mundi di Polidoro da Caravaggio dalle chiare influenze raffaellesche, e una pala con S. Lorenzo di Fra' Simpliciano da Palermo.
Continuando sulla stessa via si giunge alla Chiesa di S. Agata, rimaneggiata nel XIX sec, che conserva un'Annunciazione di Antonello Gagini (1519), una statua di S. Agata (1554) del fiorentino Montorsoli e l'espressiva effigie secentesca in stucco e cartapesta del cosiddetto "Cristo lungo", che viene portato in processione issato su un palo lungo 12 metri, in modo da renderlo visibile da ogni angolo del paese. Accanto sorge la cinquecentesca Chiesa di S. Marina, che ingloba strutture di epoca i normanna e del sistema di fortificazioni aragonese.

STORIA

L'antica Cristina, arroccata sulle propaggini dei Monti Peloritani, diviene città demaniale di una certa importanza a capo di un ampio territorio, quando Federico II d'Aragona le concede questo privilegio in cambio della fedeltà dimostrata durante la guerra contro gli Angioini. Ribattezzata Castroreale, conserva ancora il suo aspetto medievale, con stradine e vicoli che si aprono in deliziose piazzette e numerose sono le chiese, molto ricche di opere d'arte, che ne raccontano il glorioso passato.


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