Note sull'andamento dell'Economia Siciliana
Aggiornamento al maggio 2005
a cura della Banca d'Italia
A - I RISULTATI DELL’ANNO
Nel 2004 la crescita dell’economia siciliana è risultata debole.
Nell’industria in senso stretto sono rimasti su livelli contenuti gli
ordinativi, sia dall’interno sia dall’estero, e la produzione; il grado di
utilizzo degli impianti si è ridotto. Per il sesto anno consecutivo è risultato negativo il saldo tra le iscrizioni e le cessazioni di imprese
industriali.
Nel settore edile è proseguita la ripresa del comparto dei lavori
pubblici; nel corso dell’anno sono state aggiudicate alcune opere
infrastrutturali di importo rilevante e ha trovato conferma la tendenza
all’aumento dell’importo medio delle gare bandite. Nell’edilizia
residenziale è continuato il ciclo positivo limitatamente all’ambito delle
ristrutturazioni.
Lo sfavorevole andamento dei consumi si è riflesso in un calo delle
vendite nel settore commerciale, concentrato nella piccola distribuzione
tradizionale; la grande distribuzione ha continuato ad ampliare la quota di
mercato che, tuttavia, rimane bassa nel confronto con la media nazionale.
I flussi turistici hanno ripreso a crescere, dopo un biennio di
contrazione. L’andamento positivo ha riguardato soprattutto gli arrivi; le
presenze sono aumentate in misura modesta. Per il terzo anno
consecutivo l’incidenza dei pernottamenti di stranieri è diminuita.
La crescita delle esportazioni, in accelerazione rispetto al 2003, ha
riguardato le produzioni principali, a esclusione dei mezzi di trasporto.
Tra le aree di destinazione, gli andamenti migliori hanno riguardato il
Medio Oriente e l’Africa, grazie all’aumento in valore delle vendite di
prodotti petroliferi; in riduzione è risultata l’incidenza delle esportazioni
verso i paesi dell’area euro.
L’occupazione complessiva è rimasta stabile nella media dell’anno,
mentre il numero di persone in cerca di lavoro si è ridotto in misura
rilevante. Il tasso di disoccupazione, seppure diminuito, rimane il più
elevato tra le regioni italiane e più che doppio rispetto alla media
nazionale.
Nel 2004 i prestiti erogati dalle banche in Sicilia sono cresciuti a
ritmi sostenuti. È proseguito l’allungamento delle scadenze, in maniera
diffusa tra le diverse tipologie di clientela. Il positivo andamento del
credito ha riguardato in prevalenza le famiglie consumatrici ed è stato
favorito dalla persistenza di tassi di interesse contenuti e dalla vivacità
del mercato immobiliare.
I prestiti al settore produttivo hanno registrato una crescita più
modesta di quelli alle famiglie e in lievissima accelerazione rispetto a
dodici mesi prima. Le condizioni di offerta del credito sono rimaste nel
complesso distese. Alla fine dell’anno il costo medio dei crediti a breve
termine è lievemente cresciuto rispetto al primo trimestre.
L’indicatore di decadimento dei crediti è aumentato in misura
modesta rispetto al 2003, segnando un’inversione di tendenza dopo un
quinquennio di ininterrotto calo; è comunque rimasto su livelli contenuti.
L’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti è scesa ulteriormente,
grazie alle sostenuta crescita del credito. La qualità dei prestiti alle
imprese continua a risultare peggiore di quella dei crediti alle famiglie.
Si è riscontrata una moderata accelerazione della raccolta bancaria,
dopo il modesto incremento avvenuto nel 2003. Ha continuato ad
aumentare la raccolta proveniente dalle imprese, mentre quella dalle
famiglie ha mostrato un leggero calo; è proseguita la tendenza dei
risparmiatori siciliani a detenere forme di raccolta più liquide. La
remunerazione media dei conti correnti passivi è rimasta sostanzialmente
invariata rispetto al dato di inizio anno.
A fine 2004 il numero complessivo delle banche presenti in Sicilia
era invariato rispetto all’anno precedente. L’uscita dal mercato di una
banca di credito cooperativo, assorbita da una banca regionale della
stessa categoria, è stata l’unica aggregazione che ha interessato un
intermediario con sede in Sicilia. Il numero degli intermediari bancari
con sede nell’Isola si è pertanto ulteriormente ridotto. L’aumento degli
sportelli bancari insediati in regione ha riguardato soprattutto gli
intermediari extraregionali.
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